LA PETIZIONE DA FIRMARE

venerdì 17 ottobre 2008

17 ottobre. Esplode la protesta contro il Governo

ROMA - Lo sciopero generale indetta dai sindacati di base SdL, Cub e Cobas è l'ennesima prova dell'insostenibile politica che l'attuale Governo sta portando avanti ad oltranza, noncurante del dissenso popolare. A darne una prova tangibile il corteo di quest'oggi, che ha visto la partecipazione di migliaia di persone, 200mila secondo gli organizzatori. Il serpentone ha sfilato da Piazza della Repubblica, fino a San Giovanni in Laterano. sotto una pioggia battente che non è riuscita a fermare i partecipanti, i quali senza sosta hanno continuato ad attraversare il centro storico di Roma. Moltissimi gli slogan contro il Governo e la Confindustria gridati da giovani studenti, lavoratori del comparto dei trasporti e docenti giunti da tutte le zone d'Italia. Presenti anche una delegazione di dipendenti di Alitalia che non hanno mancato all'appuntamento, reduci dal drammatico epilogo sulla vicenda della compagnia di bandiera. "Chi pensava di salvare la compagnia di bandiera - dice Massimo, assistente di volo precario Alitalia - ha preso in giro gli italiani. Ora oltre agli esuberi dovremo far fronte anche ai debiti contratti dalle vecchie gestioni sulla nostra pelle. Intanto io dovrò cercare un altro lavoro." Ma il clima è particolarmente infuocato anche sul fronte del trasporto su ferro e su gomma. "Privatizzeranno anche noi - ribatte Renato, autista di tram, anch'egli precarizzato - lo spezzatino è sul tavolo delle trattative e così invece di unire il trasporto sotto una gestione unica ci troveremo un pò alla volta con tanti rami d'azienda appetibili per il mercato e pronti adessere venduti al migliore speculatore. Una fine annunciata, che non possiamo accettare." Insomma la protesta è ormai esplosa, le azioni intraprese dal Governo sono viste come un danno irreparabile sulle quali bisogna al più presto porre un rimedio, che si intravede esclusivamente attraverso un cambio di tendenza alle attuali politiche. Ma i veri protagonisti di questa giornata sono i precari. Ogni settore ne ha tantissimi al seguito, a testimonianza che le politiche e le condizioni sul lavoro accomunino praticamente tutti. Nessuno escluso. Da quello del pubblico impiego, agli enti pubblici, fino ai vigili del fuoco che sfilano con una folta delegazione, trasportando in barella un manichino dal quale Brunetta direttamente ne succhia il sangue. "Rischiamo la vita ogni giorno - dice uno di loro - eppure nessuno si accorge che i lavoratori di questo importantissimo servizio versano in una condizione di estrema precarietà. Aspettiamo da anni un adeguamento salariale e nuove assunzioni che non verranno mai." Di lavoro si continua a morire è scritto su uno striscione tenuto dai lavoratori. "Sì perchè, nonostante le morti bianche siano ogni anno più di 1.200, - incalza Ottavio, precario di 24 anni - il fenomeno continua ad essere ignorato. Ormai questi episodi sono diventati talmente abituali che nessuno ci fa più caso. Straordinaria anche la partecipazione dei docenti, dei genitori con gli studenti e dei bambini, che intonano slogan contro la riforma Gelmini - Tremonti tenendo tra le mani striscioni ironici, ma anche drammatici. Giovanna è arrivata dalla Sicilia. Lei è una di quelle che vedrà scomparire il suo posto di lavoro precario. “Io sono qui con mio figlio di sette anni, perché c’è in ballo non solo il mio futuro, ma anche il suo. Questo attacco a trecentosessanta gradi alla scuola pubblica è il segnale che questo governo vuole smantellarla a favore dell’istruzione privata, incidendo drammaticamente sulla didattica” dice Giovanna. “Quello che il governo persegue è rendere una classe di studenti ignoranti per poter plasmare ancora di più le coscienze” - grida Alfonso, papà di due studenti delle superiori. “Ci hanno provato con la Moratti, adesso ci riprovano con la Gelmini” urla uno studente universitario e continua: “Vogliono rendere l’istruzione un privilegio per pochi, con la legge 133 che prevede la possibilità di trasformare in fondazioni private tutti gli atenei”. Un ‘altra studentessa universitaria dice: “Questa grande manifestazione è solo l’inizio di un grande movimento di protesta che coinvolgerà tutte le scuole pubbliche e le università italiane e durerà fino a quando questa legge non sarà abrogata”. Un anziano insegnante porta al collo un cartello con scritto: “Ho fatto il 68 e mi ritrovo in un 48” e dice: “Non mi sarei mai aspettato, dopo quarant’anni, di ritrovarmi in una situazione così drammatica”. Tuttavia oggi a distanza di qualche lustro in questa situazione ci si ritrova la maggior parte degli italiani che oggi sono qui a manifestare per contrastare le politiche iperliberiste di questo Governo e di una Confindustria sempre più cieca di fronte ai propri interessi personali. Oggi è un giorno particolare. La protesta è esplosa e sarà difficile fermarla.

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