LA PETIZIONE DA FIRMARE

venerdì 19 giugno 2009

Ispra: Su precari pronte interrogazioni parlamentari bipartisan

Roma, 19 GIU (Velino) - I precari dell'Ispra "rilanciano la propria mobilitazione, dopo il successo dell'iniziativa di lancio del cortometraggio Non Sparate alla Ricerca, da loro autoprodotto per sensibilizzare l'opinione pubblica sui 430 licenziamenti che li interesseranno dal 30 giugno al 31 dicembre di quest'anno". Lo rendono noto in un comunicato gli stessi precari dell'Ispra, che aggiungono: "Nei prossimi giorni, sono previste nuove proiezioni in incontri pubblici, ed eventi di visibilita': sulla questione dei precari Ispra sono poi gia' pronte due interrogazioni parlamentari bipartisan, e sia la provincia di Roma che la regione Lazio hanno annunciato l'apertura di tavoli di consultazione con il personale precario dell'Istituto, oltre che per discutere il futuro della ricerca e dei controlli ambientali nel paese. Sul sito internet www.nonsparateallaricerca.org il video Non Sparate alla Ricerca ha avuto in poche ore centinaia di contatti, mentre la petizione online destinata al ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha gia' raggiunto le 600 adesioni".

I precari Ispra presentano il corto “Non Sparate alla Ricerca”


Da ecoblog.it - Mentre tutti i paesi civili, Stati Uniti in testa, investono sulla ricerca nel tentativo di uscire dalla crisi, il Governo italiano sembra aver intenzione di tagliare sempre più il già misero 1,1 % del Pil che ogni anno viene assegnato a questo fondamentale comparto. I primi a farne le spese saranno ricercatori precari come quelli dell’Ispra (Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale), istituto frettolosamente fondato l’anno scorso dalla fusione dei tre enti ambientali preesistenti, vigilati dal Ministro dell’Ambiente. Per sensibilizzare l’opinione pubblica e chiedere risposte alla Ministro Stefania Prestigiacomo, i precari hanno presentato ieri il cortometraggio autoprodotto dal titolo “Non Sparate alla Ricerca”, accompagnato da una raccolta di firme accessibile sul web a tutti i cittadini. Di seguito, il testo dei precari che accompagna il video e spiega la loro situazione.

Terra: Oltre al danno arriva la beffa per gli oltre 400 ecoricercatori



Giornalettismo.com

Nonsparateallaricerca.org è il sito internet che raccoglie firme per fermare la mattanza dei precari della pubblica amministrazione. I precari dell’Ispra (Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale), vogliono fermare il licenziamento di 430 loro colleghi previsto tra giugno e dicembre, già annunciato dalla struttura commissariale che gestisce l’Istituto: per sensibilizzare l’opinione pubblica, presentano quindi un clip autoprodotto, dal titolo “Non sparate alla ricerca”, per spiegare cosa accadrà con la “morte” della ricerca e dei controlli ambientali. Fino all’anno scorso, esistevano due Enti pubblici di Ricerca: l’Icram, unico Ente pubblico ad occuparsi di mare, in un Paese con 8mila Km di coste, e l’Infs, l’Istituto nazionale Fauna selvatica. Esisteva poi un’Agenzia governativa per l’Ambiente, l’Apat, che si occupava di Protezione Ambientale: ognuno dei tre soggetti aveva un’identità forte e competenze tecnico‐scientifiche di grande livello, ma fondamentalmente diverse tra loro. Ad Agosto 2008, il Governo li ha fusi in un’unica entità, creando l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (Ispra). Da quel momento, tutte le procedure economico‐amministrative che erano state ritagliate su misura per le varie attività dei tre ex enti sono state sostituite con procedure arcaiche e farraginose, assolutamente non idonee allo svolgimento delle attività di ricerca. Ora, sono 200 le persone che il 30 giugno vedranno i loro contratti non rinnovati, e da qui alla fine dell’anno si arriverà al licenziamento di 430 unità pari a più di 1/3 del personale ISPRA. I precari chiedono chiarezza e garanzie sul proprio futuro, come su quello della tutela dell’ambiente in Italia.

Qui trovate il video, e qui la petizione

Istat, nel primo trimestre persi 204 mila posti di lavoro

La Repubblica - ROMA - L'occupazione in Italia cala per la prima volta dopo 14 anni. Lo sottolinea l'Istat precisando che a fronte di 204 mila occupati in meno tra gennaio e marzo (lo 0,9% in meno rispetto allo stesso periodo del 2008), è il Mezzogiorno a perdere la maggior parte dei posti (114mila).
Su base annua, il tasso di disoccupazione è pari a quasi l'8% (il 7,9% per la precisione), il più alto dal 2005. In cifre assolute, il numero delle persone in cerca di occupazione sono quasi 2 milioni. Cala l'occupazione di 426 mila italiani, aumenta tra le comunità straniere: rispetto a tre mesi fa, hanno trovato lavoro altri 222 mila stranieri.
L'offerta di lavoro è stabile per gli uomini, registra una leggerissimo aumento tra le donne, lo 0,2%. Su quasi 60 milioni di italiani, lavorano in 23 milioni; arrotondando, significa che ogni 3 italiani, solo uno lavora. Il risultato, spiega ancora l'istituto di statistica, trova ragione nella caduta dell'occupazione autonoma delle piccole imprese, dell'occupazione a termine e nella riduzione del numero dei collaboratori.

Istat: crolla l'occupazione nel primo trimestre dell'anno, -0,9%

E' il primo calo da 14 anni a questa parte, ora il tasso di disoccupazione è al 7,9% il più alto dal 2005


Corriere della Sera - MILANO - Gli occupati in Italia sono diminuiti nel primo trimestre di 204mila unità (-0,9%) rispetto allo stesso periodo del 2008. Lo rileva l'Istat. Il dato risente del calo di occupazione di 426mila italiani e dell'aumento di occupazione per 222mila stranieri. Il calo dell'occupazione trova ragione soprattutto nella caduta dell'occupazione autonoma delle piccole imprese, dell'occupazione a termine e nella riduzione del numero dei collaboratori. Il calo è il primo da 14 anni a questa parte ed è più accentuato nel Mezzogiorno (114mila posti di lavoro in meno su 204mila occupati in meno in totale).
TASSO ELEVATO - Il tasso di disoccupazione in Italia cresce nel primo trimestre 2009 e tocca quota 7,9% (+0,8 punti rispetto al primo trimestre 2008). Lo rileva l'Istat precisando che si tratta di 221mila persone in più in cerca di lavoro. Il tasso di senza lavoro è il più alto dal 2005. L'Istat sottolinea inoltre che il numero delle persone in cerca di occupazione registra il quinto aumento tendenziale consecutivo, portandosi a 1.982.000 unità (+221.000 unità, pari al +12,5% rispetto al primo trimestre 2008). Rispetto invece al quarto trimestre 2008, al netto dei fattori stagionali, il tasso di disoccupazione aumenta dello 0,3%.
INATTIVITA' - Nel Mezzogiorno alla sostanziale stabilità della disoccupazione si associa un'ulteriore espansione dell'inattività. Nella componente maschile buona parte dell'allargamento dell'area della disoccupazione coinvolge, come nel precedente trimestre, gli ex-occupati nel Nord (+72.000 unità), nel Centro (+33.000 unità) e nel Mezzogiorno (+30.000). Dopo tre anni di continue flessioni, nel primo trimestre 2009 il numero di inattivi in età compresa tra i 15 e i 64 anni risulta in crescita nel Nord (1,2%, pari a 66.000 unità). L'incremento interessa entrambe le componenti di genere. Il numero di inattivi aumenta anche nel Centro (1,2%, pari a 30 mila unità) e, in misura nuovamente molto sostenuta, nel Mezzogiorno (2,1%, pari a 141.000 unità di cui 72.000 uomini e 69.000 donne). Nelle diverse ripartizioni geografiche si tratta in una buona parte dei casi di individui che non cercano un'occupazione perchè pensano di non trovarla.

Roma, occupata la sede dell'Istat

I lavoratori chiedono garanzie per 317 contratti di rilevatori che dovrebbero scadere a luglio

La Stampa.it - Una cinquantina di precari dell’Istat ha occupato da questa mattina, dopo un’assemblea con i sindacati, la sede della presidenza dell’istituto di statistica. La polizia è intervenuta per controllare la situazione: diversi agenti in assetto antisommossa presidiano la sede in via Cesare Balbo. I lavoratori chiedono garanzie per 317 contratti di rilevatori che dovrebbero scadere a luglio. Al momento, spiegano i precari, dal punto di vista dell’ordine pubblico la situazione è tranquilla: tra le parti è stata aperta una trattativa sui contratti. Per solidarietà con i rilevatori protestano anche i ricercatori: per questo domani gli attesi dati sull’occupazione del primo trimestre in Italia usciranno in forma ridotta.
La Flc Cgil, i lavoratori dell’Istat e i rilevatori riuniti in assemblea permanente congiuntamente da questa mattina «denunciano con forza la gravità di quanto sta avvenendo». Dal prossimo primo luglio, sottolineano, «non esisterà più la rete dei 317 rilevatori che da sette anni garantisce le interviste sullo stato dell’occupazione su tutto il territorio nazionale, assicurando elevati standard di qualità». Domani l’Istat, nonostante l’agitazione dei ricercatori e dei tecnici che producono i dati, rilevano, «rilascerà, in forma ridotta, il comunicato sulle forze di lavoro relativo al primo trimestre 2009. I lavoratori dell’Istat in mobilitazione e la Flc Cgil denunciano ancora una volta la loro estrema preoccupazione sul destino dell’indagine che fornisce le stime sull’andamento dell’occupazione e della disoccupazione. Ad oggi i vertici dell’Istat non hanno ancora trovato una soluzione credibile, e il ministero competente, quello della Pubblica Amministrazione, si dichiara indisponibile a spostare oltre il 30 giugno 2009 la validità della proroga concessa per lutilizzo dei contratti di collaborazione per i rilevatori».
A fare le spese di questa situazione che si trascina ormai da sette anni, si legge nella nota, «saranno in primo luogo i 317 rilevatori professionali, che fra 10 giorni vedranno scadere il loro contratto precario per trovarsi disoccupati. Ma anche la statistica ufficiale ne soffrirà considerevolmente: allo stato viene ipotizzato il passaggio ad interviste telefoniche fino a soluzione definitiva. Ciò comporta il rischio di produrre stime distorte ed incoerenti con quelle degli anni precedenti. Questo, a sua volta, si ripercuoterà sulla stima del Pil, per il cui calcolo sono fondamentali i dati delle forze di lavoro».

Non sparate alla ricerca: "il Video"