LA PETIZIONE DA FIRMARE

mercoledì 9 settembre 2009

Montalcini, la nuova sede a Montelibretti


Da "Repubblica" - parla anche della situazione in ISPRA

Al collasso la ricerca nel Lazio: fondi tagliati, contratti non rinnovati e fuga di cervelli. Sette grandi realtà dall´Enea al Cnr in crisi per carenza di investimenti pubblici e privati
di Alessandra Paolini e Laura Serloni

Una nuova "casa" per provette, vetrini e ricercatori. La soluzione per risolvere i problemi dell´Ebri, la fondazione privata di Rita Levi Montalcini - sotto sfratto e per questo sotto il polverone di indignate proteste, è un trasloco nella sede del Cnr a Montelibretti. Campus all´avanguardia, dove già lavorano 400 scienziati. «L´accordo è già firamto - spiega l´assessore regionale alla Ricerca della Regione, Claudio Mancini. Per ottenere il trasferimento dell´Ebri manca solo l´approvazione al progetto del Consiglio del Cnr». E pronti, in assessorato, ci sono pure 15 milioni di euro da destinare ai vari laboratori, tra questi quelli dell´Ebri.

Emblematico e non isolato, il "caso Montalcini". Contratti dei precari che non vengono rinnovati, investimenti privati quasi inesistenti, contributo pubblico ridotto. Questo lo scenario della ricerca nel Lazio. «Siamo al collasso - ammette Claudio Argentini, ricercatore dell´Istituto Superiore di Sanità e sindacalista di base - il governo in modo progressivo ha diminuito i fondi anche del 15%. Così aumentano i precari e gli stipendi diventano sempre più bassi».

Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Istituto superiore di sanità (Iss), Istat, Ente nazionale per le energie alternative (Enea), Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) Istituto nazionale di astrofisica (Inaf): sono queste le sette grandi realtà della Regione, alle quali ruotano intorno altri 14 enti di ricerca di media grandezza. «La situazione si fa sempre più critica - precisa Argentini - Lo Stato non investe e poi il Lazio ha delle peculiarità che lo rendono ancora più singolare. Nelle altre regioni, esempio la Lombardia, le imprese private sono invogliate a finanziare i centri di ricerca per trovare innovazioni che possano migliorare la loro produzione, mentre Roma e il Lazio basano tutto sul terziario e il numero delle aziende è esiguo. La fuga dei cervelli non è che la punta dell´iceberg di un sistema che non funziona». Un dato per tutti: «In Francia c´è un ricercatore ogni mille abitanti, in Italia uno ogni tremila».

Un anno critico, il 2009. L´Ispra che ha tre sedi a Roma, 1000 dipendenti e 500 precari, ha mandato a casa a giugno 200 lavoratori e «altri 200 vedranno non rinnovato il contratto a Natale», dice Emma Persia, collaboratore tecnico della ricerca all´Ispra. E aggiunge: «L´Ispra nasce dalla fusione di Apat, Icram e Infs e queste ultime due realtà sono sull´orlo della crisi. Chi ha potuto se ne è andato all´estero, ma la maggior parte aspetta un concorso che non farà miracoli». E la crisi toccherà con ogni probabilità l´Enea, quella che sarà l´agenzia per il nucleare in Italia. «Il 70 % del personale non potrà fare il nucleare perché è stato assunto per altre mansioni e 200 precari sono a rischio».
(06 settembre 2009)