LA PETIZIONE DA FIRMARE

mercoledì 1 aprile 2009

Brunetta: precari da stabilizzare? Ci sono posti e risorse

ROMA - "Ci sono posti in organico e risorse, spiace deludere ma il problema non c'e'. Chi lo evoca lo fa per produrre confusione". Renato Brunetta, dati freschi del monitoraggio sul lavoro flessibile nella pubblica amministrazione, nega una emergenza precari sostenendo che la stabilizzazione e' possibile: "Il problema- assicura- risulta assolutamente nei limiti fisiologici (fatta eccezione per la legge siciliana), mediamente inferiore al 2% e comunque inferiore al 5% degli organici". Brunetta annuncia che a breve proporra' l'istituzione di un 'osservatorio permanente' per il monitoraggio costante dei contratti flessibili, proprio per evitare "insulti e strumentalizzazioni" come quelli piovuti contro il governo in queste settimane. Secondo le cifre fornite dal ministro della Funzione pubblica, al 30 marzo i precari regolarizzabili sono 11.445 in Sicilia e 12.807 nelle altre regioni. La maggior parte opera nelle Asl (1.549 in Sicilia e 5.529 nel resto del Paese), nei Comuni (9.170 e 3.253) e negli enti di ricerca (1.392). Quanto ai contratti non stabilizzabili, dai questionari risultano (Sicilia compresa) 17.045 tempi determinati senza i 3 anni di anzianita', 12.849 cococo, 1.709 diretti collaboratori dei vertici politici.

Precari, Brunetta attacca: «E' colpa di Prodi se non sono stabilizzabili»


ROMA (31 marzo) - Precari non stabilizzabili per colpa del governo Prodi: è la tesi sostenuta da ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, che giudica «numerose e gravi le inesattezze contenute nell'articolo “Quattromila precari senza futuro, in ginocchio la ricerca a Roma. Dal Cnr all'Enea, Brunetta li dichiara non stabilizzabili”, apparso oggi sulle pagine romane de La Repubblica.
«Non sono infatti io che definisco alcuni lavoratori precari “non stabilizzabili” ma le norme attualmente in vigore, volute dal governo Prodi - sottolinea in una nota -. Lo stesso monitoraggio dei contratti flessibili nella Pubblica Amministrazione, che si è concluso oggi, è stato fatto sulla base dell'attuale normativa.
Per quanto riguarda poi il settore della ricerca, ricordo che lo scorso novembre ho già anticipato un monitoraggio capillare sulla situazione dei rapporti di lavoro flessibile nei singoli Enti a seguito del quale, all'indomani di un mio incontro con tutti i presidenti degli Enti, i miei uffici hanno predisposto entro dicembre 2008 gli atti necessari per procedere alle procedure di immissione in ruolo del personale precario.
Questi decreti riguardano circa 900 unità e costituiscono il risultato massimo conseguibile sulla base delle norme vigenti, a suo tempo volute da Prodi e dal mio predecessore Nicolais. Come evidenziato nell'articolo - prosegue il ministro - in molti casi gli Enti hanno utilizzato contratti flessibili al di fuori della pianta organica e questo impedisce qualsiasi tipo di assunzione.
Ecco perchè la situazione fotografata dalla giornalista non è in alcun modo attribuibile al sottoscritto, essendo invece un'eredità del governo precedente così come dei comportamenti anomali adottati dagli Enti nell'utilizzo dei contratti di lavoro flessibili».


P.A.: BRUNETTA, OLTRE 24 MILA PRECARI IN 3.800 AMMINISTRAZIONI

(ASCA) - Roma, 31 mar - Sono 24 mila 252 (11mila 445 in Sicilia e 12mila 807 nel resto d'Italia) i precari presenti nelle 3.800 amministrazioni pubbliche che hanno risposto al questionario (ne sono stati inviati 10886) del dicastero per la Funzione Pubblica e l'Innovazione e i cui risultati sono stati presentati oggi dal ministro Renato Brunetta nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. I dati non comprendono i precari del mondo della scuola, il cui monitoraggio verra' effettuato dal ministero dell'Istruzione.
Dall'indagine emerge che il 22% degli enti che hanno risposto dichiara di non avere intenzione di assumere a tempo indeterminato personale, anche se esso possiede i requisiti per essere regolarizzato. Sono 18 mila 549 i precari che invece vedranno iniziare le procedure per la loro stabilizzazione: di questi, 7 mila 990 si trovano in Sicilia e 10 mila 559 nel resto d'Italia(tra questi 5306 maturano i requisiti a giugno e 2541 a dicembre). ''Nella grande maggioranza dei casi - ha spiegato Brunetta - le Amministrazioni con personale regolarizzabile dispongono di posti in pianta organica e di risorse economiche sufficienti''. Dunque, secondo il ministro, ''emerge chiaramente come il problema del precariato non sia un problema legislativo e che ogni ulteriore slittamento generico dei tempi non affronti ne' aiuti la soluzione del problema. Molte amministrazioni - ha aggiunto - hanno gia' proceduto alla regolarizzazone del proprio personale. Risulta inoltre che eccezion fatta per la Sicilia, un numero pressoche' equivalente del totale del personale regolarizzabile sia stato gia' definitivamente assunto o sia in corso di regolarizzazione''. I contratti a tempo determinato privi dei requisiti per la regolarizzazione ai sensi della legge vigente (almeno 3 anni di anzianita', secondo la normativa Nicolais) sono 17045, i contratti co.co.co. sono 12849, mentre i contratti di diretta collaborazione dei vertici politici sono 1079. ''Nel complesso - ha sottolineato Brunetta - il problema dei cosiddetti precari risulta assolutamente nei limiti fisiologici, mediamente inferiore al 2% e comunque inferiore al 5% degli organici. A chi vuole fare polemica, quindi, non rispondo perche' ho cose piu' importanti da fare e mi riferisco alla Cgil e in particolare a Podda e Gentile. Chi parla di numeri piu' alti mente sapendo di mentire e posso anche sfidarlo a duello''.
Brunetta ha infine annunciato che presentera' il rapporto sui precari della Pubblica amminstrazione prima al Parlamento e poi, probabilmente dopo Pasqua, al Cnel, dove illustrera' i dati alle parti sociali.

Berlusconi: "E' allarme lavoro" Poi attacca Ocse e Ue: "Tacciano"

La Repubblica - ROMA - "Siamo qui per la fine di un incontro molto approfondito sui temi del lavoro. Lavoro che comincia a venire meno a seguito della crisi globale in tutto il mondo. Numeri che parlano di 20 milioni di posti di lavoro in meno nel 2010 nel mondo". Silvio Berlusconi chiude così il G8 Social Summit 2009 che si è svolto oggi a Roma. Parla di crisi economica ("che durerà almeno due anni, due anni e mezzo") il premier e, a proposito della spesa sociale, annuncia: "Non sono spaventato se ci sarà un aumento del debito pubblico per affrontare una spesa provvisoria che è la prima necessità".
Poi una stizzita replica a Ocse e Ue: "Prima non sono stati capaci di prevedere la crisi e poi fanno previsioni negative. Ma state zitti...La stessa cosa avviene per i Commissari europei, che continuano, invece di lavorare, a fare prediche ai governi".
Tornando alla crisi il presidente del Consiglio promette, insomma, che nessuno "sarà lasciato indietro, traducendo nell'economia la dottrina della Chiesa cattolica". "Uno stato moderno non può disinteressarsi dei lavoratori. E noi abbiamo garantito ai nostri cittadini che nessuno sarà lasciato indietro - continua il premier - Terremo i contatti tra imprese e lavoratori, cosicchè alla fine della crisi potranno tornare. Poi interverremo con la cassa integrazione all'80% dello stipendio e con interventi che possono arrivare anche al 100%". Un'analisi che il premier ripeterà alle parti sociali che annuncia di voler incontrare prima del G8 della Maddalena.
Poi Berlusconi entra nel dettaglio delle misure prese dal suo esecutivo: "I fondi stanziati sono per ora sufficienti. Ci sono 40 miliardi di euro per non lasciare nessuno indietro. Gli italiani si devono trovare uno Stato che non li abbandona". Il Governo, inoltre, sta pensando ad incentivi anche per chi vuole diventare imprenditore. "Ci sarà anche un aiuto importante per chi vuole diventare imprenditore - afferma il premier - un'esclusione dalla tassazione per i primi tre anni".
Novità in vista anche in Borsa. Berlusconi vuole alzare il limite per il riacquisto di azioni proprie per le aziende in Borsa dal 10% al 20%, dopo aver alzato dal 3% al 6% il limite per le persone.
Secco no, invece, alle ipotesi di politiche protezionistiche che fanno "male" all'economia. In particolare a paesi come il nostro che sono grandi esportatori. "Non dimentico quanto successo in Inghilterra ai nostri lavoratori che avevano partecipato ad una gara d'appalto" conclude il premier rifendosi alla rivolta dei lavoratori inglesi contro l'arrivo di nostri connazionali. Quello che serve, invece, è un patto tra tutti i paesi del G8: "Faremo di tutto per arrivare al G20 e a La Maddalena per firmare un patto globale per cercare di sconfiggere la crisi". Un social pact che "possa sostituire al pessimismo l'ottimismo, alla sfiducia la fiducia e trasformare la paura in speranza".

Crisi, Berlusconi: «Siamo preoccupati, 20 milioni di posti in meno nel 2010»


Il Messaggero - ROMA (31 marzo) - «Le previsioni parlano di 20 milioni di posti di lavoro in meno entro il 2010, c'è una grande preoccupazione». Ad affermarlo il premier Silvio Berlusconi a margine del G8 sul tema del lavoro «che comincia a venire meno a seguito di una crisi che investe tutto il mondo». Ma ribadisce: «Non lasceremo nessuno indietro e porteremo il Paese fuori dalla crisi». Berlusconi ha sottolineato come lo Stato «non può disinteressarsi del bene dei lavoratori». Il premier parla di incentivi per le imprese e social pact da proporre al G20 di Londra. E poi l'attacco all'Ocse: troppe stime, statevi zitti. E alla Ue: per la Commissione Europea parli solo il presidente e il suo portavoce.
Aumentare debito per spesa sociale. «Ci troveremo davanti due anni di difficoltà in cui dovremo rinunciare ad alcuni interventi - dice Berlusconi parlando della possibilità di aumentare i fondi per i sussidi ai lavoratori - Non sono spaventato se ci sarà un aumento del debito pubblico per affrontare una spesa provvisoria che è la prima necessità». Esclusa una nuova manovra per reperire fondi da destinare agli ammortizzatori sociali. «I fondi previsti sono abbondanti rispetto alla spesa - ha spiegato Berlusconi - ieri sera ho visto Tremonti e mi diceva di stare tranquillo perché quanto previsto è sufficiente, anche se non fosse vero, dico che non è possibile privilegiare i bilanci pubblici lasciando le persone nella disperazione».
«Il concetto di non lasciare nessuno da solo applica la dottrina sociale della Chiesa ha detto - Abbiamo tradotto nell'economia la dottrina della Chiesa cattolica».
Per le imprese detassazione per i primi tre anni, propone il premier, perché il governo intende aiutare «chi vuol diventare imprenditore» e lo sviluppo di nuove imprese. Per questo pensa di escludere «da qualsiasi tassazione per i primi tre anni» le nuove iniziative imprenditoriali.
Social pact. Il presidente del Consiglio è pronto a proporre un «social pact» ai governi che parteciperanno al G20, un «patto globale che possa sostituire al pessimismo l'ottimismo, alla sfiducia la fiducia e trasformare la paura in speranza».
All'Ocse: troppe stime, statevi zitti. «Prima non hanno previsto nulla, poi fanno le previsioni un giorno sì e un giorno no. Ma statevi zitti» dice Berlusconi replicando a una domanda che faceva riferimento alle ultime stime dell'Ocse, che oggi danno il rapporto Deficit/Pil per l'Italia al 4,3%.
Alla Ue: «Serve una regola precisa, che per la prossima volta, per la Commissione Europea, possa parlare solo il presidente ed il suo portavoce». Il premier spiega di non condividere quanto avviene in Europa «con i commissari europei che si mettono a fare prediche».
Cesa: fatti e non slogan. «Il presidente del Consiglio deve dire cosa intende fare con le persone che sono in cassa integrazione - ha detto Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc - se ci sono effettivamente a disposizione gli otto miliardi per gli ammortizzatori sociali, se le opere infrastrutturali verranno effettivamente realizzate. Occorre sostenere le Pmi e riavviare il programma di interventi per le opere pubbliche. La situazione è grave, ci aspettiamo fatti concreti e non più slogan».
Finocchiaro: premeir preoccupato? Non bocci proposte Pd. «È sempre sorprendente il Presidente del Consiglio. Tre giorni fa - spiega la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro - in una sede importante come il Congresso del PdL, ha affrontato le questioni che riguardano la crisi economica in maniera superficiale, cercando come sempre di minimizzare e di spargere ottimismo. Oggi, come spesso avviene, si cambia di abito e in una situazione diversa, dove non affrontare la verità sarebbe impossibile, visto il contesto del G8, dichiara che la situazione è gravissima e ammette, di fatto, che le ricette del suo governo per affrontare la crisi sono inadeguate». E osserva come «addirittura oggi si dice disposto a far aumentare il deficit per affrontare l'emergenza». «Perché allora - chiede la Finocchiaro - quando il Pd ha avanzato una serie di proposte che cercavano di rispondere alle urgenze di centinaia di migliaia di lavoratori e di famiglie Berlusconi e il suo governo hanno detto di no?».
Bersani: da Berlusconi solo frasi fatte. «Sono mesi che diciamo che dobbiamo fare una manovra per avere soldi freschi veri. Ora apprendiamo che Berlusconi non è spaventato dal deficit. Si decidano». Lo afferma il responsabile per l'Economia del Pd, Pierluigi Bersani intervistato da “Linea notte” su Rai Tre. «Il rapporto deficit/pil è fatto anche dal Pil. Bisogna -prosegue- fare qualcosa per tenere in piedi l'economia. Sono molto critico sull'azione del governo. Sono 6-7 mesi che continuiamo a sentire parole. Se chiediamo a precari e imprese se hanno visto soldi veri la risposta è che non hanno visto nulla». Bersani sottolinea che «siamo in un ritardo preoccupante» e a Berlusconi che promette che nessuno sarà lasciato solo, replica: «Sono frasi fatte».


«Il lavoro comincia a venir meno»


Berlusconi: «C'è stato un incontro sui temi del lavoro che comincia a venire meno per la crisi mondiale»


Corriere della Sera - ROMA - Per la prima volta anche il premier ha fatto trasparire un poco di preoccupazione davanti alla crisi. «Il lavoro comincia a venire meno in maniera preoccupante» ha detto Silvio Berlusconi nel corso del social summit G8 di Roma dedicato al lavoro.
20 MILIONI DI POSTI DI LAVORO IN MENO - «C'è stato un incontro molto approfondito sui temi del lavoro che comincia a venire meno a seguito di una crisi che investe tutto il mondo. Le previsioni sono negative e si parla di 20 milioni di posti di lavoro in meno entro il 2010. C'è una grande preoccupazione» ha dichiarato Berlusconi. L'economia mondiale e quella italiana dovranno affrontare «ancora almeno due anni, due anni e mezzo di difficoltà», a seguito della crisi ha detto il presidente del Consiglio, ribadendo che «la crisi sarà più o meno lunga a seconda se riusciremo a vincere o meno la paura».
COESIONE SOCIALE - «I governi debbono far sì che sia mantenuta la coesione sociale. È questo il fattore più importante» ha aggiunto Berlusconi. Il premier ha ricordato quanto detto durante il congresso del Pdl e ha ribadito: «Non lasceremo nessuno indietro e porteremo il Paese fuori dalla crisi». Berlusconi ha poi sottolineato come lo Stato «non può disinteressarsi del bene dei lavoratori».
DEFICIT - «Non sono spaventato e l'ho detto anche al ministro dell'Economia se dovessimo sfondare il tetto del deficit e del debito per affrontare spese importanti» per fronteggiare la crisi, «lo faremo» ha spiegato ancora il premier, che poi ha aggiunto: «Abbiamo già stanziato 12 miliardi di euro e nell'ultimo Cipe ne abbiamo stanziati altri 8. In tutto sono 36 miliardi, che però possono arrivare a 40 perchè gli italiani hanno di fronte uno Stato che li sosterrà».
PATTO GLOBALE - Il presidente del Consiglio si è poi detto pronto a proporre un «social pact» ai governi che parteciperanno al G20 e a quelli che poi a La Maddalena parteciperanno al G8. Un «patto globale che possa sostituire al pessimismo l'ottimismo, alla sfiducia, la fiducia e trasformare la paura in speranza».
SUSSIDI - «Interverremo sulla cassa integrazione guadagni, che darà l'80% cento e fino al 100% con diverse forme di sussidi compensantivi per l'apprendimento di altre specialità, per un arricchimento dei lavoratori» ha spiegato Berlusconi.
NO A TASSE PER NUOVE IMPRESE - «Come ho già detto non lasceremo solo nessuno ed oltre ad una cassa integrazione allargata ai precari abbiamo previsto aiuti per chi vuole diventare imprenditore fondare un'impresa. Come ho già detto se io stessi in cassa integrazione non starei in casa a guardare la televisione e girarmi i pollici. Ci saranno quindi incentivi nei confronti di nuove forme di imprenditoria. Ci sarà un aiuto importante per chi vuole diventare imprenditore un'esclusione dalla tassazione per i primi tre anni. Un incoraggiamento che però non è stato ancora tradotto in aiuti precisi. Intendiamo attivare forme di incoraggiamento all'imprenditorialità e all'autoimpiego. Anche questo significa non restare con le mani in mano: daremo incentivi a chi, nel caso restasse senza lavoro, decidesse di dedicarsi a forme di intrapresa personale»» ha precisato Berlusconi.
FIAT - Berlusconi è poi intervenuto sulle parole del presidente Usa, Barack Obama, rispetto all'intesa Fiat-Chrysler: «E' certamente per tutti gli italiani un riconoscimento della modernità e dell'eccellenza di una nostra importante impresa, spero che questo rapporto si concluda positivamente, anche con i finanziamenti necessari da parte dello stato statunitense e che quindi noi si possa essere coprotagonisti del salvataggio di una grande impresa automobilistica la cui sparizione porterebbe alla perdita di troppi posti di lavoro che nemmeno una grande democrazia e economia come quella usa può permettersi».