LA PETIZIONE DA FIRMARE

venerdì 28 novembre 2008

Il pupazzo Brunettazzo di Mauro Biani



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Maxi aumenti ai Brunetta boys


LA GRANDE CRISI

Da il Manifesto.it - Antonio Sciotto
Il campione anti-fannulloni regala 600 euro al mese ai dipendenti del proprio ministero e della presidenza del consiglio: a fronte di 2 ore in più a settimana. Consulenze milionarie nella nuova «Authority del merito». E intanto dà solo 70 euro agli altri statali e licenza migliaia di precari

Il ministro Brunetta passerà pure per «mitico» grazie alla lotta ai cosiddetti fannulloni, ma per compiacere il proprio staff e quello del presidente del consiglio Berlusconi non guarda in faccia a nessun criterio di merito: è appena stato firmato un accordo sindacale che aumenta stabilmente di ben 600 euro medi al mese lo stipendio dei 3 mila dipendenti della presidenza del consiglio (tra i quali sono inclusi anche quelli del ministero della Funzione pubblica, quello guidato dallo stesso Brunetta, che in realtà è un semplice dipartimento dell'ufficio del premier). E a fronte della generosissima erogazione - tantopiù in tempi di crisi, e di licenziamenti di centinaia di migliaia di precari - cosa chiede l'uomo simbolo della produttività? Un enorme aumento di efficienza, ben due ore di lavoro in più a settimana: arrivare a 38 ore rispetto alle precedenti 36.
I 600 euro esistevano già, ma non erano per tutti: rappresentavano la «indennità di specificità organizzativa», un'erogazione accessoria per particolari funzioni, e sono la media tra un minimo di 350 e un massimo di 900 euro. Il ministro Brunetta adesso quel salario accessorio lo ha «stabilizzato», facendolo passare dall'integrativo al contratto nazionale (speciale per la presidenza del consiglio). E lo ha generalizzato a tutti i 3 mila dipendenti, con l'unica condizione che accettino di fare 2 ore in più a settimana. Nella direttiva che con solerzia ha inviato all'Aran per perfezionare la contrattazione, spiega che c'è anche la possibilità di rimanere a 36 ore: ma francamente sarà difficile trovare qualcuno che non si «sforzi» di farne 38.
Insomma, c'è chi a fronte di otto ore in più al mese, arriverà a prendere anche 900 euro aggiuntivi (pari allo stipendio di un precario); ma anche se ricevesse soltanto il minimo di 350 euro non gli andrebbe proprio male. Il principale firmatario del contratto è la Snaprecom (sindacato autonomo della presidenza del consiglio), mentre la Cgil non è rappresentata al tavolo contrattuale, e dunque non ha partecipato a definire il profilo della nuova «casta» di filiazione brunettiana.
Indennità tornello
C'è già chi la chiama «indennità tornello». Proprio Brunetta aveva scelto di propagandare l'istallazione dei tornelli a Palazzo Chigi, facendosi fotografare mentre passava il badge con una mano e con l'altra faceva sorridente la «v» di vittoria. Mentre Berlusconi, dal canto suo, annunciava che tutti i bar vicini sarebbero falliti, dato che sarebbe stato più difficile concedersi la classica pausa caffè da «fannullone» impenitente: «Avranno pensato di introdurre l''indennità tornello' - commenta sarcastico il segretario Fp Cgil Carlo Podda - A parte gli scherzi, aumenti così possono pure andare bene, ma se andassero ugualmente a tutti i lavoratori del Paese, e non solo a 3 mila. Tutti gli altri devono accontentarsi dei 70 euro lordi - pari a poco più di 40 netti mensili - erogati dal recente Protocollo Brunetta. Mi verrebbe da dire a Cisl e Uil: rivendichiamo insieme quei 600 euro per tutti».
Due milioni al merito
Passando a un altro scandalo, nel disegno di legge Brunetta in discussione al Senato, si stanziano ben 1,2 milioni di euro per la retribuzione annua dei quattro membri dell'«Authority del merito», quella che dovrebbe stilare le «pagelline» di produttività dei vari uffici pubblici. Ben 300 mila euro di stipendio all'anno cadauno; o 25 mila euro al mese, che poi sono il lordo annuale di un normale dipendente pubblico. E non basta: Brunetta si è fatto riservare ulteriori 500 mila euro per il generico capitolo «consulenze». Altri privilegiati, per ora ignoti, con contratti a più zeri. «Il ministro, se tiene alla trasparenza come dice, pubblichi l'elenco di queste consulenze - conclude Podda - Secondo noi è assurdo centralizzare la valutazione del merito: piuttosto, si dovrebbe affidare agli utenti dei servizi».

.... E PER NOI I SOLDI NON CI SONO

L´ecatombe del posto fisso a tempo indeterminato uno su tre

Da La Repubblica.it - di Nadia Campini

In Liguria sono il 10% in meno che nella media italiana. La Regione: "Cura da cavallo per l´economia"

In Liguria ogni tre contratti di lavoro nuovi che vengono stipulati, solo uno è a tempo indeterminato, gli altri due ricadono nella marea dei contratti atipici, un universo molto variegato che parte dai contratti a tempo determinato, i più garantiti, passa per i cococo e i cocopro per arrivare alle associazioni in partecipazione, dove il lavoratore figura socio, ma gli altri ci mettono i capitali e lui ci mette il lavoro, con la variabile che se a fine mese non ci sono utili, rischia di non prendere un euro, anche se ha lavorato tutto il mese come un qualsiasi dipendente.
È su questo universo della flessibilità che è in arrivo una tempesta di proporzioni colossali, la Cgil ha appena denunciato che la metà dei precari oggi attivi in Liguria, 30.000 su 60.000, rischiano di restare senza lavoro entro l´anno prossimo. Intanto il contratto a tempo indeterminato è diventato quasi un miraggio, i numeri parlano chiaro, secondo i dati Istat a fine 2007 la percentuale di avviamenti a tempo indeterminato in Liguria era pari al 35,6%, rispetto ad una media nazionale del 45,4%, praticamente un terzo in meno.
Tutti gli altri avviamenti sono stati per contratti atipici, quelli più incerti. I dati complessivi del 2008 non sono ancora disponibili, ma il trend non lascia presagire nulla di buono, nel secondo trimestre del 2008, secondo i dati dell´Osservatorio sul mercato del lavoro, c´è stata infatti una crescita occupazionale sostenuta, 8000 unità, soprattutto nell´area dei servizi, che è quella dove il lavoro flessibile è più diffuso. In compenso è aumentato anche il tasso di disoccupazione, che è passato dal 3,4% del secondo trimestre del 2007 al 5,1% del secondo trimestre del 2008.
Indicativi sono anche i numeri che emergono dalle tabelle dell´Oml elaborate dall´Agenzia Liguria Lavoro sulle persone in cerca di occupazione, quelle con precedenti esperienze lavorative sono passate da 17.000 del secondo trimestre 2007 a 24.000 del secondo trimestre del 2008 e quelle senza precedenti esperienze lavorative sono passate da 6.000 a 11.000.
Tra i maschi gli incrementi più consistenti riguardano quelli in cerca del primo impiego, tra le femmine le donne espulse dal mondo del lavoro. Le informazioni evidenziano, secondo l´analisi dei quaderni Oml, «un rallentamento della crescita aggravato da una crescente difficoltà nella ricerca di lavoro che riguarda soprattutto soggetti particolarmente deboli sul mercato del lavoro, quali le donne uscite da percorsi lavorativi e giovani ancora ai margini perché senza esperienza». Sono questi che finiscono anche più spesso nel meccanismo dei contratti precari e che oggi sono i più a rischio.

Riflessioni di un precario


Cari tutti,
a proposito del momento difficile che attraversa il movimento dei precari ispra, anch'io vorrei dire un paio di cose.
Considerata la complessità della materia, cerco di essere schematico per comodità e brevità.
Il problema
Il "patto partecipativo" su cui è nato e sviluppato il movimento dei precari ISPRA (garantire i diritti di TUTTI i precari rivendicando con eguale forza e determinazione l'applicazione di tutti gli strumenti disponibili) non è più garantito, quindi è naturale che il movimento si è sfaldato e non è più considerato un interlocutore credibile, nè dall'Amministrazione (che ringrazia...) nè dai Sindacati (che sono tornati, alla grande, a portare avanti rivendicazioni in modo separato e su base "corporativa").
I precari, sia per l'Amministrazione che per i Sindacati, non esistono più come " entità omogenea ed univoca", essendo considerati ormai esclusivamente come "categorie contrattuali"; Una manna per l'Amministrazione, che si trova a dover "trattare" con frammenti di situazioni politico-giuridiche differenziate e divise e non più con un unico interlocutore teoricamente in grado (se avesse voluto e ne avesse avuto il coraggio....) di rivendicare in modo forte le proprie posizioni.
Lo stato attuale delle cose
All'interno di queste "categorie contrattuali" si sono create, di fatto, situazioni di forza e situazioni di debolezza (i famosi figli e figliastri). I figli (TD tecnologi stabilizzabili) sono figli perchè sono facilmente difendibili (considerati vincoli e risorse a disposizione) I figliastri (per intenderci co-co-co e TD cosiddetti "non stabilizzabili") sono figliastri perchè difendere i loro diritti di "precari comunque" diventa complicato e rischioso. In ogni caso, allo stato attuale, si è finito con l'accettare (e discutere) prospettive e soluzioni che sono completamente al di fuori della piattaforma di rivendicazione approvata dall'assemblea dei precari.
Andare ad individuare le responsabilità e le cause di tale situazione potrebbe essere un discorso interessante e stimolante, ma non mi voglio cimentare in questa sede in questa impresa. Però non si può più non prendere atto di tale situazione ed accettarne le conseguenze. Quindi?
Le prospettive
Quindi ritengo che sia venuto il momento di squarciare il velo dell'ipocrisia e degli atteggiamenti strumentali (o di disdicevole sciacallaggio) ed accettare le conseguenze della situazione in cui ci trovamo, ovvero:
  • il movimento dei precari, se vuole continuare ad esistere ed a chiamarsi tale, deve pretendere che in questa battaglia siano messi AL PRIMO PUNTO DELLA PROPRIA PIATTAFORMA la difesa delle categorie più deboli dei lavoratori precari (se no, per questi ultimi, non hanno più nessuna ragione di stare in un "movimento" in cui si difendono, di fatto, le posizioni già garantite dalle leggi e dalle soluzioni proposte dall'Amministrazione).
  • La difesa delle categorie più deboli (rivendicando in modo deciso e TRASPARENTE soluzioni valide e credibili per questi ultimi) deve essere assunto come PRIORITA' anche dai Sindacati dandone prova con fatti ed atti concreti. E applicando processi decisionali REALMENTE CONDIVISI con i lavoratori. In caso contrario, per un gran numero di precari (i figliastri) non ha più senso stare in un movimento che, alla fine, si affida ai sindacati per andare a rivendicare posizioni che non sono proprie e non li tutelano per niente.
  • Definire una nuova piattaforma in cui al primo punto, devono essere indicate le soluzioni che permettano ai precari non stabilizzabili (secondo le procedure attualmente proposte) di restare in ISPRA (perchè, se non l'abbiamo capito, i fumosi criteri di preferenza di un concorso aperto a tutto il mondo, non garantisce nulla, a prescindere dal numero dei posti previsti nella dotazione organica: che siano 10 o 50 i posti da coprire, sempre di un concorso aperto a tutti si tratta...)
Conclusioni
Se non si realizzano le condizioni sopra descritte (o si ritiene che non siano percorribili, cosa assolutamente lecita...), direi che non è più tempo di prenderci in giro e che è il caso ognuno si giochi la propria partita come più si preferisce: in ordine sparso, magari in modo corporativo, magari con azioni lobbystiche (di vario tipo), magari con azioni di protesta, di qualunque genere. Qualunque cosa, ma almeno lo si faccia in assoluta chiarezza ed onestà. Senza continuare a chiamarci "movimento" o "assemblea autorganizzata" ,se in realtà, non "muoviamo" alcunchè e se poi, in effetti, siamo "etero-organizzati". Senza continuare a chiamarci "precari", se non siamo in grado di riconoscerci reciprocamente come tali e di agire in modo univoco ed unitario coerentemente a questo modo di identificarsi.
Ciao a tutti