LA PETIZIONE DA FIRMARE

lunedì 9 marzo 2009

La Regione Lazio a sostegno di disoccupati e precari


Tibaldi: «Prima sperimentazione per una ridefinizione delle politiche di welfare»



La scorsa settimana l'Aula della Pisana ha approvato un provvedimento normativo a sostegno dei lavoratori disoccupati, inoccupati e precari. Il beneficio previsto dalla legge è di 7 mila euro annui da corrispondere mensilmente e avrà la durata di un anno. L'assessore al Lavoro, Alessandra Tibaldi,si augura che questa prima sperimentazione si possa tradure «in un intervento strutturale, tale da consentirci di ampliare il numero dei beneficiari».Quaranta milioni di euro per disoccupati, inoccupati e precari. Si tratta della legge regionale sul reddito minimo garantito che la Regione Lazio ha approvato la scorsa settimana. «Un provvedimento particolarmente importante - sottolinea Alessandra Tibaldi, assessore al Lavoro, Pari opportunità e Politiche sociali- in quanto può agire da apripista per una futura ed auspicata legislazione nazionale per il reddito di base e per una complessiva ridefinizione delle politiche di welfare». Attualmente lo stanziamento prevede la disponibilità di 20 milioni di euro per il 2009 e 20 milioni di euro per il biennio 2010-2011. Il governatore del Lazio Piero Marrazzo, però, ha già fatto sapere, che è già in corso di valutazione, insieme all'assessore al bilancio, la possibilità di aumentare lo stanziamento iniziamento iniziale in fase di assestamento. Il beneficio previsto dalla legge è di 7 mila euro annui da corrispondere mensilmente e avrà la durata di un anno. Verranno privilegiati i lavoratori che decideranno di aderire a percorsi di formazione che puntino alla ricollocazione nel circuito lavorativo. «E' una novità importante nel panorama italiano» tiene a sottolineare l'assessore Tibaldi. «L'Italia è l'unico paese, insieme alla Grecia, che non ha un provvedimento nazionale che stabilisce un principio del genere».«La crisi economica globale che stiamo vivendo rischia di penalizzare i tanti lavoratori precari - con contratti atipici, somministrati, interinali- che al termine del loro contratto di lavoro non hanno il minimo riconoscimento in materia contributiva e retributiva». La decisione di sostenere il reddito minimo garantito è anche un'occasione per «suscitare una discussione a livello nazionale e provare a capire - illustra l'assessore- se c'è la possibilità di individuare i percorsi che possono portare a una legge nazionale in questa direzione». «Questo provvedimento normativo regionale - spiega la Tibaldi- permetterà di sostenere quelle categorie di lavoratori, come quelli a tempo indeterminato, che sono rimasti esclusi dall'accordo complessivo con il governo -con cui la Regione ha già siglato una pre-intesa- sugli ammortizzatori sociali».



Senato, prosegue l’esame del ddl sul lavoro

Il provvedimento, già approvato dalla Camera, dà delega al governo in materia di lavori usuranti, di congedi, aspettative e permessi, di misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico

di Valerio Strinati

Senato Prosegue l’esame in sede referente del disegno di legge sul lavoro collegato alla manovra di finanza pubblica
Le Commissioni riunite 1ª (affari costituzionali) e 11ª (lavoro, previdenza sociale) hanno proseguito giovedì 26 febbraio e giovedì 5 marzo, l’esame in sede referente del disegno di legge n. 1167, recante delega al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, nonché misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico, di controversie di lavoro e di ammortizzatori sociali, già approvato dalla Camera dei deputati. Gli interventi delle senatrici del gruppo del PD Blazina e Ghedini si sono soffermati in senso fortemente critico sulla eccessiva dilatazione dei tempi dell’esame parlamentare (iniziato nel novembre 2008), a fronte di una situazione di crisi che richiederebbe invece decisioni tempestive, nonché sulla eterogeneità dei contenuti del disegno di legge all’esame che, come anche altri provvedimenti del Governo, appare destinato ad approdare in Assemblea con ulteriori modifiche ed integrazioni, rispetto al testo trasmesso dalla Camera, suscettibili di produrre ulteriore frammentazione della normativa e certo non in linea con i propositi di semplificazione legislativa più volte enunciati dall’Esecutivo. È stato altresì espresso rammarico per l'assenza del rappresentante del Governo, che avrebbe potuto fornire chiarimenti sulla effettiva disponibilità di risorse finanziarie per gli ammortizzatori sociali, per i quali è stata ribadita l’opinione del PD, favorevole ad una riforma organica degli stessi, come misura strutturale per contrastare efficacemente la crisi in atto. Sul merito del disegno di legge, è stata segnalata l’esigenza di evitare ulteriori proroghe per l’esercizio della delega legislativa per la revisione della disciplina in tema di lavori usuranti, già conferita con l'articolo 1, comma 3, della legge finanziaria per il 2008, considerando che la regolamentazione della materia assume ormai un carattere d'urgenza. In particolare, la sen. Ghedini ha sottolineato il rischio di una eventuale insufficienza delle risorse stanziate qualora i requisiti per l'accesso anticipato al pensionamento non fossero stati stabiliti secondo criteri rigorosi, nonché la possibile incompatibilità con la apposizione di un tetto di spesa di una norma destinata ad attribuire, in presenza di determinate condizioni, un diritto soggettivo a una platea indiscriminata di soggetti. Critiche sono state rivolte anche all’approccio centralistico con cui, all’articolo 2, si è proceduto alla riorganizzazione di enti vigilati dal Ministero del lavoro ed è stata rimarcata l’esigenza di assicurare il rispetto delle competenze regionali in materia di vigilanza su alcune particolari categorie di enti, come gli istituti zooprofilattici sperimentali, e di preservare le funzioni e le competenze di alcuni degli enti oggetto della delega, quali l’ISFOL e l’ISPESL, considerata la rilevanza dei rispettivi ambiti di intervento a tutela dei lavoratori. Sull’articolo 4, recante misure contro il lavoro sommerso, i rilievi delle senatrici del PD si sono concentrati, oltre che sulla segnalazione di una consistente riduzione dell’attività di vigilanza, sulla scelta di prevedere una riduzione delle sanzioni, e sulla qualificazione della buona fede del datore di lavoro come causa di esclusione della colpevolezza: la normativa proposta, per cui le sanzioni non si applicherebbero qualora si evidenzi la volontà di non occultare il rapporto, potrebbe infatti produrre invece un effetto di incentivazione del lavoro sommerso. Un altro elemento di criticità rilevato negli interventi delle senatrici del PD, riguarda l’articolo 7, sostanzialmente abrogativa delle misure di stabilizzazione del rapporto di lavoro del personale impiegato a tempo determinato presso gli enti pubblici, contenute nelle leggi finanziarie 2007 e 2008: oltre a produrre effetti non lievi di aumento della disoccupazione, infatti, la scelta del Governo rischia anche di danneggiare gli enti pubblici interessati, costretti a rinunciare al personale attualmente in servizio, che ha nel frattempo maturato importanti competenze. Le senatrici intervenute hanno poi segnalato che l’articolo 17 delinea una disciplina in materia di congedi, aspettative e permessi dei lavoratori particolarmente penalizzante dell’occupazione femminile, che invece richiederebbe adeguate politiche di promozione; mentre l'articolo 18, di modifica della legge n. 104 del 1992 in tema di permessi per l'assistenza a portatori di handicap in situazioni di gravità, introduce una notevole e discutibile restrizione del regime dei permessi per chi assiste familiari disabili, senza considerare che il diritto all'assistenza non è configurato dalla legge come un diritto del lavoratore che assiste il disabile, quanto piuttosto come un diritto soggettivo del disabile stesso. È stata pertanto annunciata la presentazione di emendamenti, volti a modificare in modo sostanziale un disegno di legge che, ad avviso del Gruppo del PD, è giunto dalla Camera dei deputati, in un testo non certo migliorato rispetto all’originaria proposta del Governo. Per il Gruppo Italia dei Valori, la senatrice Carlino ha criticato la scelta prospettata dall’articolo 4, in materia di lotta al lavoro sommerso, di ridurre di fatto le sanzioni amministrative a carico dei datori di lavoro, presentando opinabilmente tale riduzione come incentivo alla regolarizzazione; di comminare, inoltre, sanzioni più lievi per coloro che, pur avendo utilizzato un lavoro irregolare, abbiano successivamente regolarizzato il lavoratore, e di escludere dall'applicazione delle sanzioni amministrative e civili, coloro che non abbiano dolosamente occultato il rapporto di lavoro. Con tali agevolazioni – ha osservato la senatrice Carlino – si vanificano le norme varate dal precedente esecutivo, volte a far emergere il "lavoro nero" garantendo, nello stesso tempo, la sicurezza nei luoghi di lavoro. Con l’articolo 5, poi, il Governo riduce drasticamente le sanzioni per coloro che non rispettano i tetti imposti dalla legge per gli orari di lavoro giornalieri, mentre l’articolo 6, in materia di reclutamento del personale pubblico, con una disposizione di dubbia costituzionalità, conferisce alla residenza un discutibile carattere di titolo preferenziale nei concorsi pubblici, finendo col rendere meno rilevante il valore del titolo di studio. Con l’articolo 7, che di fatto abroga la procedura graduale di stabilizzazione dei precari delle pubbliche amministrazioni avviata con le leggi finanziarie del 2007 e del 2008 dal precedente Governo, potrebbe determinarsi, secondo la senatrice Carlino, la fine del rapporto di lavoro per 120 mila lavoratori entro il 2009. Dopo avere formulato critiche agli articoli 17 e 18 in materia di congedi, aspettative e permessi, in particolare sulla scelta di ridurre le possibilità di fruire di permessi per chi assiste familiari disabili, la senatrice Carlino si è soffermata sull’articolo 23, osservando che la disposizione, recante clausole generali di certificazione del contratto di lavoro, produce un meccanismo per cui le decisioni del datore di lavoro sono, di fatto, insindacabili anche da parte dei giudici, i quali sono chiamati a verificare esclusivamente la conformità di quanto statuito tra le parti. Vi è il rischio di una progressiva perdita di rilevanza del contratto collettivo e la conseguente valorizzazione dei contratti individuali di lavoro, quali parametri cui riferirsi ai fini della tipizzazione delle nozioni di giusta causa e giustificato motivo posti alla base del licenziamento. All’articolo 24, risulta poi discutibile la la possibilità di introdurre, nei contratti collettivi, clausole vessatorie di decadenza dal diritto di impugnare il licenziamento, con particolare riferimento ai contratti a termine e ai contratti di collaborazione. Infine, secondo la senatrice Carlino, alla luce della gravissima crisi economica in atto, sarebbe indispensabile incrementare il fondo degli ammortizzatori sociali il cui importo è fermo a quello stabilito per il 2008. Nella seduta del 5 marzo, conclusasi la discussione generale, i relatori Saltamartini (PdL) e Castro (PdL) ed il rappresentante del Governo hanno replicato agli intervenuti: la relatrice per la Commissione affari costituzionali Saltamartini ha osservato che nella discussione è emersa l’esigenza di rafforzare gli strumenti normativi a favore delle persone disabili, che trovano fondamento anche in alcune disposizioni costituzionali, e, soffermandosi sulla questione della coerenza e della qualità dei testi normativi, ha segnalato la necessità di un coordinamento, in particolare, con il disegno di legge delega del Governo sulla produttività del lavoro pubblico, definitivamente varato dal Senato. Per quanto riguarda la stabilizzazione del personale pubblico, ha poi ricordato le disposizioni introdotte relativamente al comparto delle forze armate e della sicurezza; ha rammentato anche le modifiche apportate alla disciplina dell'assenza per malattia dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Infine, per quanto riguarda l'ipotesi di privilegiare il reclutamento interno rispetto a quello esterno alla pubblica amministrazione, la relatrice ha sottolineato che l'accesso agli uffici pubblici, ai sensi degli articoli 51 e 97 della Costituzione, deve avvenire per pubblico concorso, salva la possibilità di riservare una quota al personale interno. Il relatore per l'11a Commissione permanente Castro ha osservato che gli interventi dei senatori dell’opposizione hanno espresso in primo luogo una sollecitazione al Governo e alla maggioranza affinché venga perseguito un metodo di collaborazione per la valorizzazione delle possibili convergenze; in secondo luogo una critica in ordine all’adeguatezza del provvedimento a rispondere alla grave crisi che l'Italia sta attraversando. Su questo punto, va registrata una marcata divergenza sul tema degli ammortizzatori sociali: la maggioranza ritiene infatti non si debba seguire una logica di indirizzi pianificatori, che rischierebbe di dar luogo ad interventi che potrebbero rivelarsi disallineati rispetto alla situazione attuale. Il terzo aspetto delle critiche mosse dai gruppi dell’opposizione riguarda infine talune eccezioni critiche nei confronti del provvedimento, con specifico riferimento alla semplificazione normativa, alle misure contro il lavoro sommerso ed ai meccanismi di conciliazione ed arbitrato e su questo punto il relatore ha auspicato la disponibilità del Governo a recepire una parte degli emendamenti dell'opposizione, laddove si rivelino finalizzati a garantire una maggior efficacia di intervento, secondo il metodo già felicemente sperimentato nel corso dell’esame del disegno di legge delega del Governo sul pubblico impiego. Il sottosegretario Viespoli ha ricordato che dopo un inizio incerto dell’esame parlamentare del disegno di legge n. 1167 si è determinata una convergenza tra le forze politiche anche su profili di rilievo critico (ad esempio per quanto attiene alle modifiche alla disciplina in materia di permessi per l'assistenza ai portatori di handicap). Pertanto, il Governo accoglie con favore l'invito del relatore per la 1a Commissione permanente Saltamartini a utilizzare l'esame del disegno di legge per armonizzare le disposizioni in materia di lavoro pubblico introdotte recentemente, in modo da eliminare sovrapposizioni e incongruenze, e condivide l'auspicio del relatore per la Commissione lavoro Castro affinché si realizzi un confronto con i Gruppi dell'opposizione con particolare riguardo alle modifiche della disciplina del processo civile. Ha quindi ricordato gli interventi di stabilizzazione del personale dipendente di alcuni istituti pubblici (in particolare l'ISFOL), che hanno anticipato alcune delle norme contenute nel provvedimento in esame e ha osservato che lo stesso in alcune sue parti risulta superato, per la circostanza che è nel frattempo intervenuta una crisi economica eccezionale, a cui si è dovuto fare fronte con ben altri sforzi e interventi di protezione. Pertanto, il testo potrebbe essere ridimensionato, anche in base ad alcuni emendamenti presentati dal Governo. Si è quindi convenuto di proseguire l'esame del disegno di legge in due sedute, mercoledì 11 e giovedì 12 marzo, alle ore 14,30.

PA, Brunetta: ''Al via l'accesso alle pratiche dal posto di lavoro''


L'annuncio del ministro: ''Nei posti di lavoro fra qualche settimana ci saranno dei computer dove i dipendenti potranno svolgere le operazioni senza spostarsi''. Poi sui precari: ''Entro un mese un'anagrafe completa e un rapporto al Parlamento''


Milano, 9 mar. (Adnkronos/Ign) - ''Nei posti di lavoro fra qualche settimana ci saranno dei computer dove i dipendenti potranno svolgere le pratiche della Pubblica Amministrazione senza spostarsi dal luogo di lavoro''. Ad annunciarlo è il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, nel corso di un incontro all'Università Bocconi di Milano, sul tema 'Quale riforma della Pubblica Amministrazione'.
Il ministro ha poi spiegato di aver iniziato un censimento dei lavoratori precari assunti dallo Stato e entro un mese consegnerà un report al Parlamento che dovrà poi decidere insieme al Governo il da farsi. ''Sto scrivendo a tutti gli enti pubblici per sapere chi sono tutti i precari di cui si favoleggia'', ha detto il ministro. ''Darò report settimanali e entro un mese produrrò un report per le Camere su quanti sono, da quanto sono assunti e in quale funzione e via dicendo. Sulla base di questo report il parlamento e il governo decideranno sul da farsi''.
Brunetta ha anche sottolineato più volte che, tuttavia, ''non accetterò mai moratorie o regolarizzazioni per tutti. C'è differenza tra essere precario da sei anni oppure da tre mesi - ha proseguito -, voglio che tutti i novemila comuni d’Italia mi dicano quanti precari hanno''.
Il ministro ha detto che pubblicherà tutte le risposte regolarmente e ''se qualcuno non mi farà pervenire la risposta, innanzitutto lo renderemo pubblico su internet. E poi, in assenza di un responso, vorrà dire che non hanno precari e quindi quando ci saranno provvedimenti non saranno coinvolti". ''Vedremo chi ha titolo - ha aggiunto Brunetta - per percorrere una strada di stabilizzazione''. Ma ''di questo darò conto a Parlamento, Governo e sindacati''.
Infine, parlando dell'Authority sugli standard di beni e servizi della p.a, Brunetta ha affermato che fra i suoi membri potrebbero esserci anche degli esperti stranieri. ''Saranno i migliori al mondo, non ci saranno clientele'', ha risposto il ministro a chi gli chiedeva quali saranno i nomi indicati a fare parte dell'organismo che dovrebbe essere operativo "entro l'estate o subito dopo" e ora in discussione in Parlamento. Mentre alla domanda se fra gli esperti ci sarà anche qualche nome straniero il ministro ha risposto ''forse sì''.

Pa, Brunetta: "Entro un mese, l'anagrafe dei precari"


Milano -
Un'anagrafe di tutti i precari della pubblica amministrazione. E' questa l'idea del ministro Brunetta per far luce sul numero reale dei precari negli enti pubblici. E partita questa mattina l’indagine del ministero della Funzione pubblica sui precari della pubblica amministrazione. "Un numero indefinito e imrpecisato. Oggi ho mandato disposizioni a tutta la Pa di farci sapere quanti dipendenti flessibili hanno". Lo ha dichiarato il ministro durante il convegno "Quale riforma della Pubblica Amministrazione?" tenuta all'università Bocconi di Milano. "Si parlava dei precari della ricerca pensando che fossero cinquanta o sessantamila, poi abbiamo fatto un'indagine ed erano solo 1846", ha proseguito il ministro-professore a supporto della sua tesi.
Report settimanali "Darò report settimanali sui dati che mi perverranno ed entro un mese porterò un rapporto al governo e alle Camere. Sulla base dei dati che raccoglierò - ha spiegato Brunetta - il Parlamento prenderà i dovuti provvedimenti per la stabilizzazione: è l’unica strada per dare una regolamentazione seria".
"Non si possono stabilizzare tutti" Brunetta ha ribadito più volte la sua avversione alla logica del "todos caballeros". Un secco no, quindi, alla stabilizzazione di tutti i precari senza praticare alcuna distinzione. "C'è differenza tra essere precario da sei anni oppure da tre mesi - ha proseguito -, voglio che tutti i novemila comuni d’Italia mi dicano quanti precari hanno." E gli enti che non risponderanno alle richieste ministeriali? "Se qualcuno - ha precisato - non mi farà pervenire la risposta, innanzitutto lo renderemo pubblico su internet. E poi, in assenza di un responso, vorrà dire che non hanno precari e quindi quando ci saranno provvedimenti non saranno coinvolti".
In quattro anni saremo una Ferrari In quattro anni la tanta vituperata Pubblica amministarzione italiana diventerà come la Ferrari. Un fiore all'occhiello del Paese. Parola di Renato Brunetta. "Voglio far sì che la Pubblica amministrazione sia come la Ferrari, un marchio di cui essere orgogliosi e non mi accontento di meno. Saremo fra i migliori al mondo". "Voglio produrre fino al 50 per cento in più e ci sto riuscendo", ha aggiunto Brunetta.
Tabaccai? Non solo sigarette Ma il ministro non si accontenta e vuole procedere "dando piedi e voce ai cittadini". Ovvero, dargli la possibilità di potersi rivolgere, se insoddisfatti, ad altri sportelli e di poter dichiarare il proprio scontento. "Exit e voice", dice Brunetta. È già partita "Rete amica", sistema che affianca alle abituali reti di distribuzione di beni e servizi pubblici altre abilitate come quelle dei tabaccai e delle banche e poi arriveranno anche le farmacie, i carabinieri e centri commerciali. "Contiamo di raggiungere quota 100 mila nodi entro fine la fine dell'anno", ha dichiarato il ministro.
Arrivano anche gli emoticon E lo scontento? La rabbia che si accumula nelle interminabili code, per poi arrivare allo sportello e magari trovare, al di là del vetro, un inserviente malmostoso potrà incidere sulle sorti della Pa. Basterà esprimere un emoticon. Le faccette, nate dal web, che manifestano i propri stati umorali. Bocca verso l'altro, verso il basso o indifferenza. Verranno sistemati apparecchi, vicino agli sportelli, che permetteranno di lasciare un proprio giudizio sul servizio utilizzato. La sperimetazione del progetto Emoticon partirà da Milano con un protocollo firmato tra il ministro e il sindaco Letizia Moratti.
Lo sportello ti segue al lavoro "Esco un attimo, devo andare alle Poste". Frasi di questo tipo non si sentiranno più. Se il dipendente non va allo sportello, lo sportello va dal dipendente. Fra dieci giorni partirà l'operazione "On the job", ovvero un terminale in ogni posto di lavoro dove i dipendenti pubblici potranno svolgere le pratiche burocratiche, ed entro metà maggio verrà avviato un servizio di caselle e-mail con le quali dialogare con la Pubblica amministrazione.

Pa, Brunetta:Inizia mappatura precari,primo rapporto tra 1 mese


Roma, 9 mar (Velino) - Inizia oggi la mappatura dei precari della Pa ed entro un mese si avrà il primo rapporto completo. La novità è stata ribadita oggi dal ministro Renato Brunetta che domani la presenterà ufficialmente nel corso di una conferenza stampa. “Si dice che c’è un grande problema dei precari della Pubblica amministrazione ma non si sa quanti sono e nessuno sa la tipologia - ha detto il numero uno di Palazzo Vidoni parlando all’università Bocconi -: faremo un’anagrafe, scriverò a partire da oggi agli enti pubblici per sapere chi sono e mi aspetto un primo report in settimana, un risultato significativo lo avremo entro un mese e il rapporto sarà presentato alle Camere e al governo”. Brunetta prosegue dunque nella direzione presa martedì scorso, quando aveva smentito che al Consiglio dei ministri di venerdì sarebbe stato discusso un dl sui precari e aveva invece presentato l’intenzione di avviare un monitoraggio sui precari. In quell’occasione il responsabile della Pa aveva pure ricordato il caso degli enti di ricerca, per cui si parlava di 50mila-60mila precari e poi “si è scoperto che erano meno di duemila i regolarizzabili, che poi sono stati regolarizzati”. “Dirò anche chi non mi ha risposto che evidentemente non ha precari, chi non risponde sarà ignorato” ha aggiunto oggi Brunetta mentre “per gli altri i nominativi verranno inoltrati”. In seguito l’esecutivo avvierà “percorsi agevolati e una regolarizzazione attraverso concorsi”. Ma nessuna moratoria all’orizzonte: “Non l’accetterò mai” perché “è demagogia sulla pelle dei precari”. Nessun dubbio, insomma, per Brunetta: la sua Pa è quella in cui “si entra per meriti e si basa su produttività, customer satisfaction. O è così o me ne vado”.

PARTE IL "CENSIMENTO" DEI PRECARI BRUNETTA: «NE VEDREMO DELLE BELLE»


Dopo i fannulloni, il ministro Renato Brunetta mette nel mirino i precari. E annuncia che da oggi, in tutte le pubbliche amministrazioni, partirà un “censimento”. «Voglio sapere chi sono, come sono stati assunti, da quanto tempo» ha spiegato il ministro della Pubblica amministrazione ai microfoni di Radio Rtl commentando: «Ne vedremo delle belle. Vedremo quanto sono stati assunti su spinta clientelare o su spinta sindacale. Poi pubblicherò tutto». Proprio sui precari, però, insiste il leader del Pd, Dario Franceschini, che ha chiesto al governo una «moratoria di un anno» dei licenziamenti dei precari della pubblica amministrazione. «Un blocco per un anno, cioè per tutta la crisi, del licenziamento dei precari pubblici - ha precisato Franceschini - Sono 100 mila persone che lavorano nella sanità, nella scuola, nell'assistenza». «I dipendenti pubblici in Italia - ha spiegato Brunetta - sono oltre 3,6 milioni, negli anni si è bloccato il turn over e si è ricorso agli atipici. Adesso si vorrebbero trasformare tutti in contratti a tempo indeterminato, ma trasformando tutti in cavalieri, senza un concorso o una selezione quanto si risparmia? Un po’ di rischio - ha concluso - fa bene alla produttività ma bisogna anche evitare che l'atipico rimanga tale per tutta la vita».