LA PETIZIONE DA FIRMARE

giovedì 12 febbraio 2009

Decreto "Milleproroghe": votata la fiducia dal Senato


L'Aula di Palazzo Madama ha approvato, con 162 sì e 126 no, l'emendamento interamente sostitutivo dell'articolo unico del ddl 1305, di conversione in legge del decreto-legge n. 207 recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti (cosiddetto "milleproroghe"), sul quale il Governo ha posto ieri la questione di fiducia. La parola passa ora alla Camera. L'Assemblea del Senato ha avviato nel pomeriggio la discussione del disegno di legge n. 1306 di conversione in legge del decreto-legge n. 208 recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente. Il relatore, sen. D'Alì (PdL), ha dato conto dei lavori svolti in Commissione, dove sono state messe a punto modifiche migliorative grazie all'aperto e approfondito confronto fra tutti i Gruppi parlamentari. Il decreto proroga le Autorità di bacino fino all'entrata in vigore del DPCM relativo alle nuove Autorità; introduce una forma di risoluzione stragiudiziale del contenzioso riferito alle procedure di rimborso delle spese di bonifica e ripristino di aree contaminate e al risarcimento del danno ambientale; prevede norme per la funzionalità dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e per la continuità operativa della commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale; interveniene sulle norme che disciplinano la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti urbani, i rifiuti ammessi in discarica e la gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche; prevede infine il finanziamento della spesa di 100 milioni di euro per fronteggiare le situazioni di emergenza a seguito dei fenomeni alluvionali verificatisi nel mese di dicembre. La Commissione ha ritenuto necessario approvare una serie di emendamenti di carattere aggiuntivo, finalizzati ad inserire disposizioni volte a rafforzare l'azione delle pubbliche autorità a salvaguardia dell'ambiente, a promuovere iniziative e progetti di educazione ambientale nella scuola superiore e nelle università, a valorizzare il mercato dell'usato nella prospettiva fondamentale della prevenzione e riduzione dei rifiuti, ad agevolare la realizzazione di interventi di recupero ambientale di siti. In discussione generale sono intervenuti i sen. Della Seta, Mazzuconi, Soliani (PD), Russo (IdV), Monti (LNP) e Fluttero (PdL). Premesso che provvedimenti legislativi di proroga di disposizioni vigenti impediscono certezza del quadro normativo, l'opposizione ha sottolineato il carattere di provvedimento omnibus in materia ambientale del decreto, rispondente più ad esigenze di controllo politico dell'Esecutivo che a reale urgenza e dove peraltro non trovano collocazione misure pur necessarie quali quelle legate ai gravi eventi alluvionali che hanno colpito recentemente il Paese; così come i temi del dissesto idrogeologico, della protezione ambientale e della protezione civile non ricevono l'attenzione che meriterebbero, né si introducono previsioni di prospettiva volte, ad esempio, a ridurre la produzione di rifiuti. Esaurito l'esame degli emendamenti riferiti ai primi sette articoli del decreto, la seduta si è interrotta sulla votazione dell'emendamento 7.1 a causa della mancanza del numero legale. Il seguito della discussione del provvedimento è stato rinviato alla seduta antimeridiana di domani.

Nella seduta antimeridiana

Con 162 voti favorevoli e 126 contrari, il Senato ha accordato la fiducia al Governo approvando in prima lettura il ddl n. 1305 di conversione in legge del decreto-legge n. 207 recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti. L'originario testo del decreto-legge è stato sostituito dal maxiemendamento del Governo, con cui sono state introdotte modifiche sulla base dell'approfondito lavoro svolto in Commissione affari costituzionali. Il cosiddetto decreto milleproroghe presenta una scadenza temporale più avanzata rispetto al decreto originario e una sistematizzazione delle norme raccolte sotto Capi corrispondenti ai vari Ministeri. In sede di dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia, il sen. Olivo (MPA) ha dichiarato voto favorevole ad un provvedimento che costituisce un atto dovuto per il buon andamento della pubblica amministrazione, richiamando però il Governo ad ottemperare agli impegni assunti con gli elettori del Mezzogiorno che tanto hanno contribuito al suo successo. Voto contrario è stato dichiarato dal sen. Pinzger (UDC-SVP-Aut) che ha rilevato l'assenza di urgenza e l'eterogeneità rispetto all'oggetto del decreto-legge di molte delle norme in esso contenute, che peraltro dimostrano l'incapacità della pubblica amministrazione di garantire efficienza alla propria azione. Contrario anche il voto dichiarato dal sen. Pardi (IdV), per il quale il decreto milleproroghe, caricato peraltro di misure clientelari, rappresenta la definitiva demolizione del mito della finanziaria estiva risolutiva di ogni esigenza, mito alimentato dal Governo che invece nel frattempo ha dovuto a più riprese rimettere mano ai conti. La fiducia al Governo è stata dichiarata dal sen. Massimo Garavaglia (LNP) che, malgrado il mancato accoglimento di alcune proposte avanzate dal Gruppo, ha apprezzato in particolare il cambio di rotta a favore dei Comuni rispetto ai vincoli del patto di stabilità interno. Il sen. Ceccanti (PD) ha dichiarato il convinto voto contrario del Gruppo, soprattutto per le continue forzature operate dal Governo su temi come il ricorso a maxiemendamenti da sottoporre a questione di fiducia, l'uso abnorme della decretazione d'urgenza, la questione democratica e il fastidio per i vincoli. Infine, voto favorevole è stato dichiarato dal sen. Boscetto (PdL), ad avviso del quale il testo avrebbe dovuto essere valutato positivamente anche dall'opposizione alla luce dei tanti miglioramenti inseriti grazie al proficuo e concorde lavoro svolto in Commissione. In precedenza, nel corso della discussione sulla fiducia, i sen. Adamo, Vita, Blazina, Micheloni, Andria, Pinotti, Casson, Nerozzi, Marco Filippi, Tomaselli (PD), Carlino, Lannutti, Li Gotti e Mascitelli (IdV) avevano lamentato l'ennesimo ricorso alla fiducia, che espropria il Parlamento delle sue prerogative e nasconde in realtà la sfiducia dell'Esecutivo nei confronti della sua stessa maggioranza. Nel merito, molte sono le misure criticabili, dagli ulteriori tagli inferti al settore della giustizia al rinvio dell'entrata in vigore delle norme sulla class action, e altrettanto criticabili sono le omissioni, in particolare l'assenza di misure di sostegno al settore agroalimentare e della pesca, ai precari e ai disoccupati. Opposto il giudizio dei sen. Benedetti Valentini, Bornacin, Santini (PdL) e Mauro (LNP) che, pur prendendo atto del mancato intervento in riferimento a settori e situazioni meritevoli, hanno sottolineato come le norme contenute nel provvedimento siano tutte necessarie e corrispondenti ad esigenze reali dei molti settori coinvolti.

Istituto di geofisica: scioperano i precari. Lavorano per la sicurezza, senza sicurezza

ROMA - Giovedì 12 febbraio, dalle 10 davanti alla sede nazionale del dipartimento di Protezione Civile a Roma, l’Flc-Cgil, Fir Cisl e Uilpa Ur nazionali hanno indetto una mobilitazione del personale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) nel quadro della lotta contro lo stato di precarietà e la minaccia di perdita del posto di lavoro che stanno portando avanti. L’Ingv è un Ente pubblico di ricerca che si occupa di monitoraggio dei terremoti e delle attività dei vulcani. Sviluppa le sue ricerche nella direzione del monitoraggio dei rischi naturali comunemente conosciuti, tanto quanto di quelli dovuti al cambiamento di clima (vi ricordate lo tsunami?). La sua attività è quindi impostata in parte su quella che potremmo definire ordinaria amministrazione, ma in soprattutto sullo sviluppo della ricerca, reso ancor più necessario dal precipitare in questi ultimi anni dei mutamenti ambientali. Ciò che lascia intendere la necessità di uno “sviluppo continuo in pianta stabile”, e per quanto questa possa sembrare una contraddizione in termini, è esattamente ciò che meglio rappresenta la sostanza di questo ente di ricerca. Riformato nel 2001, ha ridefinito in questi termini la sua missione e la pianta organica lavorando in collaborazione con partners (p. es la protezione civile) per sviluppare la ricerca. Ma come si può ben capire non si tratta di ricerche a tesi; una ricerca sui rischi sismici (con la protezione civile) non si può esaurire, non solo perché la terra è cosa viva e in continua evoluzione, ma anche perché l’intervento dell’uomo sull’ambiente provoca spesso conseguenze che vanno ben oltre le conseguenze di una catastrofe naturale. Dunque, oltre la pianta organica, la necessità della presenza dei molti ricercatori che sono entrati a far parte dell’Istituto in questi anni si spiega in questo modo, e viene ancor più sostenuta proprio dal fatto che il tipo di ricerca è “giovane” ovvero si è andato sviluppando moltissimo in questi ultimi anni e a maggior ragione ha visto la presenza di numerosissimi ricercatori giovani, e con grande successo. Nel 2007 l’Ingv ha avuto il riconoscimento del più alto numero di citazioni di pubblicazioni scientifiche in campo geofisico nel mondo. Ma fronte del blocco delle assunzioni intervenuto da più di dieci anni, i ricercatori ora si trovano nella posizione di ricoprire incarichi essenziali per il funzionamento di questo istituto, come il servizio di monitoraggio di terremoti attraverso turni 24 ore su 24, fornendo alla Protezione civile servizi e consulenza utili per la riduzione del rischio sismico e vulcanico, senza alcuna sicurezza. La certezza della necessità del loro lavoro è inversamente proporzionale a quella del loro posto. Le lotte che tutti i ricercatori hanno avviato questo autunno contro la legge 133 hanno ottenuto che almeno fosse rispettata la scadenza dei contratti, che secondo Brunetta, di qualsiasi tipo fossero o anche se avessero ottenuto nel frattempo un rinnovo a più lunga scadenza, sarebbero dovuti scadere tutti a giugno. Ma per questo Istituto in particolare ben 230 persone con contratto a tempo determinato rischiano di non veder comunque rinnovato il contratto che non sia stato stabilizzato entro giugno, mentre 170 atipici non avrebbero neanche l’opportunità di quel contratto. Il problema a questo punto è dell’Ente, che rischia la paralisi del servizio. Cosa che sta accadendo in moltissimi altri casi, come per esempio quello del Comune di Roma. Ma quando Alemanno ha coperto Roma di manifesti in cui faceva sapere che aveva assunto 3.000 precari, in realtà il gesto “generoso” se l’è fatto a se stesso: se non li avesse assunti, con i tanti precari con contratti a scadenza, nessun servizio avrebbe potuto più funzionare. E benché Brunetta con velleità da padrone elargisca a gocce l’acqua agli assetati in modo che non muoiano ma che siano sempre assetati, il punto è questo: l’Istituto rischia di non poter più funzionare. Il comunicato sindacale che ha indetto la giornata di lotta lo dice chiaramente: “Chiediamo che il governo prenda in dovuta considerazione la situazione dell’Ingv per giungere in tempi rapidi ad una risposta che dia finalmente soluzione a questa autentica emergenza – si legge – permettendo l’ampliamento della pianta organica ed il completamento del processo di stabilizzazione del personale precario senza la quale lo stesso Ente non sarebbe, peraltro, in grado di rispondere ai propri compiti fondamentali”. Domani, mentre a Catania chiederanno di essere ricevuti dal prefetto, da tutte le altre sedi i lavoratori si ritroveranno a Roma davanti alla protezione civile.