LA PETIZIONE DA FIRMARE

venerdì 5 giugno 2009

Come noi, anche i colleghi dell'Istat saranno mandati a casa il 30 Giugno

I rilevatori precari dell'Istat chiedono un incontro al Ministro Brunetta

di precaristat- Di seguito la lettera inviata ai dirigenti del dipartimento della Funzione Publbica:

Siamo gli oltre 300 rilevatori ISTAT per l’Indagine Continua sulle Forze di Lavoro, indagine tra le più importanti sia a livello nazionale che internazionale, i cui risultati vengono inviati regolarmente a EUROSTAT, che di fatto coordina tale rilevazione. Ad onor di precisione non siamo esattamente rilevatori dell’ISTAT, ma collaboratori dell’ISTAT, in quanto il nostro rapporto di lavoro con l’Istituto Nazionale di Statistica è regolato da un contratto co.co.co, rinnovato di anno in anno, a cominciare dall’ormai lontano Ottobre 2002. In netto contrasto con l’oggetto del nostro mandato, vale a dire l’ “Indagine CONTINUA sulle Forze di Lavoro”, che su richiesta di EUROSTAT si configura come continuativa, il nostro rapporto di lavoro è più che mai precario e, ironia della sorte, ci rechiamo quotidianamente nelle case delle famiglie campione, nei diversi Comuni italiani, per rilevare i dati che forniscono il polso della situazione sulle critiche condizioni lavorative nel nostro Paese. Come Lei ben sa, i contratti co.co.co. non possono essere protratti a lungo e lo Stato impone alle aziende di regolare la posizione dei co.co.co. dopo un periodo massimo di 3 anni. Ma, come spesso accade, quello che lo Stato legifera e che vale per le aziende private non vale per il legislatore stesso, che si auto legittima emanando per se stesso deroghe su deroghe. E così eccoci qua, formalmente co.co.co. ma dipendenti dell'Istat a tutti gli effetti e "stabilmente" precari per il sesto anno consecutivo, con una retribuzione tipo cottimo, un tot ad intervista, stabilita nell’Ottobre 2002 e rimasta invariata fino al 31 Dicembre 2007, in quanto da Gennaio 2008 ci è stato finalmente riconosciuto un aumento lordo di Euro 1,50 per intervista. Lo sconforto è profondo, aggravato poi dalla consapevolezza delle ben differenti condizioni di lavoro dei nostri colleghi europei, che si occupano della stessa rilevazione nei propri Paesi, non come collaboratori, ma come lavoratori dipendenti, ai quali viene inoltre riconosciuto un effettivo rimborso spese, congruo rispetto agli aumenti dei carburanti, viene fornito un cellulare per i contatti telefonici con le famiglie per poter fissare gli appuntamenti e hanno tutti i diritti dei lavoratori dipendenti. Un esempio per tutti può essere quello inglese, visionabile sul sito www.statistics.gov.uk . Ogni fine anno la nostra massima preoccupazione è ovviamente quella del rinnovo del contratto di lavoro. In passato è anche stata prospettata dall’Istat l’eventualità di “esternalizzare” la rete di rilevazione delle Forze di Lavoro, con tutto il carico di aspetti negativi che ciò rappresenta, primo fra tutti la sicura perdita di qualità dei dati raccolti di cui c'è esplicita testimonianza nella scarsissima qualità dei risultati ottenuti dalle rilevazioni date in appalto ai privati e nelle fallimentari risultanze dei casi in cui l'Istat ha sperimentato la costituzione di società private a capitale pubblico. Ebbene sì, il “manipolo” degli oltre 300 rilevatori senza diritti ha segnalato, primo fra tutti i dati negativi di una simile operazione, la caduta verticale della qualità della rilevazione, oltre ovviamente alle nefaste conseguenze per i lavoratori stessi. Questo perché, senza peccare di immodestia, possiamo affermare di lavorare al meglio, nonostante la nostra ormai cronica situazione di precarietà. Proprio nei giorni scorsi dalla sede Istat di Roma è stata inviata una mail di ringraziamento ai rilevatori delle Forze di Lavoro per l’ottimo lavoro svolto lo scorso anno, in quanto è stato raggiunto ”il livello di qualità più elevato che nella nostra esperienza più che decennale all'ISTAT ci sia capitato di incontrare in una rilevazione. Ovviamente questo è stato possibile soprattutto grazie al contributo della nostra rete di rilevazione”. Ascoltando il Suo discorso di Lunedì 12 Maggio, ci si è aperto il cuore apprendendo la sua ferma intenzione di adoperarsi per le fasce più deboli e di premiare chi lavora seriamente. Ci siamo sentiti rassicurati, ma a distanza di qualche ora il disincanto, dovuto alle delusioni maturate in tutti questi anni, ci ha spinto a scriverle nel timore che ancora una volta i co.co.co. dello Stato, in particolare quelli che in Istat si occupano delle Forze di Lavoro, siano considerati una categoria talmente atipica da essere nuovamente esclusa da qualsivoglia prospettiva di miglioramento. Abbiamo dovuto aspettare fino ad ora per sapere chi fosse il nostro interlocutore, in qualità di Ministro della Funzione Pubblica, ed ora riponiamo in Lei la speranza di un incontro a breve termine per chiarire e definire il nostro futuro, confidando di non trovare il muro di gomma già sperimentato negli anni scorsi. Restiamo quindi in fiduciosa attesa di un suo gradito riscontro, volto a fissare a breve un incontro, perché noi precari, purtroppo, abbiamo scadenze pressanti e imprescindibili.

...non vi ricorda qualcuno????





La risposta di MAssimo Donati (IdV) alla nosta mail

Caro amico,
ti sono vicino in questo momento di grossa difficoltà per la tua vita. Quello che posso dirti è che noi abbiamo lottato perchè questo Governo desse a tutti i disoccupati un assegno mensile proprio per impedire che le famiglie restassero senza soldi per sopravvivere. Spero che questo momento passi presto e che questo Governo la smetta di continuare a dire che la crisi non esiste. Consegnerò questa mail al nostro ufficio legislativo almeno per provare a fare un'interrogazione parlamentare, non potete restare nel silenzio.
Con amicizia,
Massimo Donadi

Un articolo ripescato su ideambiente...si predica bene ma sirazzola male

Perché un Istituto di Ricerca?

Perché oggi viviamo un momento storico in cui ricerca e protezione dell’ambiente, tutela delle risorse idriche, attenzione per la conservazione delle specie faunistiche e studi approfonditi per la difesa del suolo, sono temi di importanza primaria che necessitano di una conoscenza sempre maggiore per gestire al meglio la Governance ambientale.
Sappiamo tutti che la grande sfida per la tutela dell’ambiente non ha contorni geografici, ma per un Paese come il nostro, posizionato nell’area centrale del Mediterraneo, con una forte vocazione turistica, la sfida può essere trasformata in una grande opportunità di crescita per il territorio e per le nostre imprese.

Esiste per la nuova struttura un campo di azione prioritario?

Nell’ottica di potenzialità offerta dalla nostra posizione geografica, certamente il mare rappresenta un campo d’azione prioritario, ma esistono anche altre questioni ambientali che necessitano di provvedimenti urgenti, dal settore delle energie alternative, a quello della protezione dal rischio idrogeologico, alla conservazione della fauna e generalmente quello di difesa degli equilibri della biodiversità.

Nell’ISPRA sono confluite le competenze di Enti diversi, in che modo la protezione dell’ambiente ne risulta favorita?

Nelle intenzioni del legislatore c’è stata certamente quella di offrire degli strumenti maggiormente estesi di prevenzione e controllo dell’ambiente. Creare un organismo che raccolga in sé diversificate componenti di ricerca e protezione nei vari settori di intervento ambientale, ha significato valorizzare l’importanza e l’urgenza di rendere efficace il grande impegno che la difesa dell’ambiente impone ai Governi nazionali. Primi detentori di una responsabilità che grava, anche se in maniera diversa, su tutti noi. APAT, ICRAM e INFS, portano in eredità al nuovo Istituto competenze e professionalità che necessitano di un impegno organizzativo e strategico in vista di una strada da percorre che sappiamo complessa e difficile, ma assolutamente necessaria.

Quasi tutto ciò che oggi riguarda l’ambiente prende i contorni dell’”emergenza”, possiamo contare anche sull’aiuto dell’Istituto per superare le difficoltà?

Certamente, per superare i problemi e le relative emergenze occorre professionalità e un alto livello di competenza, che l’ISPRA possiede ed ha il dovere di porre a disposizione del Paese nell’ambito del più articolato apparato di Protezione civile.

La risposta di Leonardo Domenici Sindaco di Firenze (PD) alla nosta mail

Vengo solo ora a conoscenza della grave situazione che riguarda voi lavoratori precari dell'ISPRA e di conseguenza le vostre famiglie.

In questo periodo di campagna elettorale in particolare, ho incontrato numerose realtà aziendali colpite dalla crisi in un momento quello attuale davvero difficile per molte imprese.

A loro ho voluto portare il mio sostegno ed assicurare il mio impegno affinché le istituzioni locali, regionali e nazionali venissero coinvolte nelle diverse problematiche nel tentativo di trovare soluzioni il più possibile positive per le aziende stesse e soprattutto per i dipendenti, sottolineando più volte la necessità di rafforzare interventi a sostegno dei lavoratori in un periodo di crisi come quello attuale che vede coinvolta tutta l’economia.

Mi impegno fin da ora ad incontrarvi dopo le elezioni, per conoscere nei dettagli la vostra situazione e valutare insieme le possibili strade da intraprendere per risolvere il problema. Vi invito ad inviarmi via email tutta la documentazione relativa.

Sono fermamente convinto che non votare alle prossime elezioni non sia la risposta migliore al momento di estrema difficoltà che vivete, ritengo invece che una scelta ponderata e consapevole verso chi ha da sempre a cuore gli interessi dei lavoratori sia l’unica possibilità per uscire dalla crisi.

L’Europa è, a mio avviso, fondamentale soprattutto in un momento come questo: solo un’Europa sicura, unita e solidale, attenta ai bisogni sociali e vicina agli interessi dei lavoratori può dare una risposta efficace e rappresenta quindi l’unica strada per uscire dalla crisi globale.

Invitiamo tutti a partecipare all'incontro che si terrà oggi alle 13 presso la saletta adiacente la mensa di Brancati con Gianpiero Cioffredi , Partito Democratico. L'eurodeputato incontrerà i lavoratori e si confronterà sulle questioni sollevate dai precari Ispra.

La risposta di Gianpiero Cioffredi (PD) alla nosta mail

Abbiamo ricevuto la sua email, volevamo comunicarle che oggi alle 13 gianpiero cioffredi sarà in via brancati 48 per incontrare alcuni dei lavoratori. Potrebbe essere una occasione utile per confrontarsi sulle questioni da lei opportunamente sollevate. Un cordiale saluto. Il comitato elettorale.

La risposta di Corrado Farina (IdV) alla nosta mail

Buongiorno,

io non sapevo di questi problemi a ISPRA.
Perchè non mettete dei nomi e dei cognomi, con i riferimenti mail e telefonici così da dare forza alla vostra protesta e darci modo di fare qualcosa?

saluti
corrado farina
Italia dei Valori, collegio nord ovest

La risposta di Maurizio Zipponi (Rifondazione Comunista) alla nostra mail

Vi voglio scrivere in modo sincero perchè conosco la vostra condizione essendo stato all'Ispra alcuni anni fa per tentare di coinvolgere l'istituto nei percorsi di ricerca sulle fonti rinnovabili, in particolare idrogeno, dentro il progetto di "mobilità sostenibile" che doveva essere realizzato all'Alfa Romeo di Arese. E' evidente che il confine tra una società regredita e una progredita è rappresentato dalla alternativa fra precarietà e flessibilità, tra conoscenza e ricerca e precariato, tra certezze per le nuove generazioni e l'instabilità del lavoro e del proprio futuro. L'obiettivo di traformare i contratti a tempo indeterminato, soprattutto nei settori fondamentali come il vostro, è la motivazione principale che mi ha spinto a candidarmi nell'Idv, in quanto partito che può generare una effettiva opposizione e un cambiamento del mondo del lavoro oggi, così come è strutturato, inaccettabile. Non è mia intenzione fare propaganda politica, perchè mi interessano i fatti e le azioni e la coerenza e l'onestà di chi li propone, l'unico messaggio che vorrei vi arrivasse è che ritengo possibile ottenere risultati contro il precariato, anche in contesti come il vostro, e per questo mi impegno.
Teniamoci in contatto, soprattutto dopo le elezioni, per lavorare insieme perchè la vostra battaglia è la mia ed è appena iniziata.
Maurizio Zipponi

La risposta di Lorella Vezza (IdV) alla nostra mail

Ho ricevuto la vostra mail e di primo achito posso essere d'accordo con voi.
Non sono un politica navigata, sono una persona normale, che a 47 anni ha perso il lavoro e con grandi difficoltà ha trovato lavori saltuari, quindi conosco bene il problema.
Non vi posso promettere soluzioni immediate e non ho la bacchetta magica per risolvere la vostra situazione, ma vi posso garantire il mio impegno ad occuparmi di queste realtà. Il mio programma si basa sulle problematiche legate al sociale e alla disabilità.
So perfettamente che non si vive di parole, quindi evito di innondarvi di proclami elettorali.
Stare a casa e non andare a votare non risolverà i vostri problemi, anzi!
Un cordiale saluto e un invito a non mollare!
Lorella Vezza

Damiano: «Sui precari Berlusconi dimostra una colpevole ignoranza»

Da il sole24ore - Sui lavoratori a progetto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi dimostra una «colpevole ignoranza». È la critica sollevata dall'esponente del Pd, Cesare Damiano in merito alle dichiarazioni del premier sul sostegno ai lavoratori a progetto. «Non esiste cassa integrazione per i lavoratori a progetto. In quale paese vive Berlusconi?», si chiede Damiano sottolineando che le parole del premier «sono la dimostrazione della distanza che lo separa dal Paese reale e dai suoi problemi. Il presidente del Consiglio non può non sapere queste cose. Sarebbe bastato leggere le considerazioni del governatore Draghi per sapere che "Si stima che 1,6 milioni di lavoratori dipendenti e parasubordinati non abbiano diritto ad alcun sostegno in caso di licenziamento"».
«È la dimostrazione - ha detto Damiano - della colpevole ignoranza di un presidente del Consiglio che non ha minimamente a cuore i problemi dei più deboli e le condizioni in cui si trovano a vivere e lavorare milioni di persone».

I precari hanno la Cig? Ecco cosa spetta davvero a chi perde il lavoro

Da ilsole24ore - Il premier Silvio Berlusconi ieri ha detto a Porta a Porta che un precario che perde il lavoro ha diritto alla cassa integrazione. Una frase contestata dall'opposizione, compresi gli ex ministri del Lavoro del centro sinistra Cesare Damiano e Tiziano Treu.
Questo è quanto previsto dall'attuale normativa. L'ombrello delle misure in favore dei precari che perdono il lavoro non offre riparo a tutti. Anzi lascia scoperti proprio i più deboli.
L'una tantum per i collaboratori a progetto. Fra le misure a sostegno del reddito l'articolo 19 del decreto legge 185/2008 stabilisce l'erogazione di una somma "una tantum" a favore dei collaboratori a progetto iscritti esclusivamente alla gestione separata del lavoro autonomo e che abbiano perso il lavoro. Per il solo anno 2009, l'articolo 7-ter della legge 33/2009 determina tale somma nel 20% del reddito percepito dal collaboratore nell'anno precedente a quello di riferimento, stanziando a tal fine ulteriori 100 milioni di euro rispetto ai 100 già destinati a questo intervento. L'una-tantum tornerà al 10% del reddito nel biennio 2010-2011.
Non c'è diritto alla cassa integrazione. A favore di questi lavoratori non interviene, quindi, la cassa integrazione, né ordinaria né in deroga, ma una misura di sostegno forfettariamente calcolata su un reddito che non può essere inferiore ai 5mila euro, né superiore, nel 2008, a 13.819 euro. Il che significa che l'una-tantum potrà concretizzarsi, quest'anno, in una somma variabile da 1.000 a 2.764 euro a condizione che:
a) il collaboratore a progetto abbia, nel periodo di riferimento, prestato la sua attività per un solo committente;
b) nell'anno precedente a quello di riferimento siano stati accreditati presso la gestione separata (articolo 2, comma 26, della legge 335/1995), un numero di mensilità non inferiore a tre;
c) non risultino accreditati nell'anno precedente almeno due mesi presso la stessa gestione separata;
d) nell'anno di riferimento siano accreditati presso la gestione separata un numero di mensilità non inferiore a tre;
e) abbia conseguito l'anno precedente a quello di riferimento un reddito superiore a 5.000 euro e pari o inferiore al minimale di reddito di cui all'articolo 1, comma 3, della legge 2 agosto 1990, n. 233, che è pari per l'anno 2008 a 13.819 euro e per il 2009 a 14.240 euro.
La domanda si presenta all'Inps. Se ricorrono i presupposti, la domanda deve essere presentata dall'interessato, alla sede Inps territorialmente competente secondo il modello fornito dall'Inps in allegato alla circolare n. 74 del 26 u.s. Nei casi in cui la "fine lavoro" si è verificata entro il 30 maggio, la domanda va presentata entro il 30 giugno 2009. Se l' evento "fine lavoro" si è verificato successivamente al 30 maggio, le domande devono essere presentate entro 30 giorni dalla data dell'evento. I periodi di lavoro svolti con contratto di lavoro a progetto rilevano, se svolti presso la stessa impresa in sommatoria con periodi di lavoro subordinato, ai fini del calcolo del requisito occupazionale per il diritto alla cassa integrazione, anche in deroga, e alla mobilità. Anche in questo caso, però, deve trattarsi di soggetti che abbiano conseguito in regime di monocommittenza un reddito superiore a 5.000 euro complessivamente riferito alle mensilità accreditate come lavoratori a progetto.
Cosa spetta agli apprendisti. Interventi a sostegno del reddito in misura pari all'indennità di disoccupazione ordinaria sono destinati anche agli apprendisti, sospesi dal lavoro o licenziati, per un massimo di 90 giornate per la durata massima di novanta giornate nell'intero periodo di vigenza del contratto di apprendistato, purchè intervenga un ente bilaterale con il 20 per cento. Apprendisti e lavoratori con contratto di somministrazione possono, infine, essere destinatari di ammortizzatori sociali "in deroga", oggetto di specifici accordi fra parti sociali e regioni.