LA PETIZIONE DA FIRMARE

martedì 3 marzo 2009

Dal Tg de La7



Tempo di tagli: ridotti i prezzi alla bouvette del Senato...

Quando si dice il tempismo e la sincronia delle notizie. Su tutti i giornali campeggiano titoli sul crollo delle Borse e del Pil a -1%. Ieri il presidente del Consiglio ha liquidato con un laconico e infastidito "Non ci sono soldi" la proposta regionevole di estendere anche ai lavoratori precari amortizzatiori sociali in caso di perdita di lavoro, come del resto avviente in altri paesi europei da anni. Il ministro Tremonti nelle stesse ore annuncia che non si potrà procedere alla stabilizzazione dei precari degli enti pubblici: "Non possiamo salvare tutti dalla crisi" ha spiegato con algido realismo. Ebbene, nel mezzo di questo cupio dissolvi di ogni ottimismo residuo, in questo clima da ultima spiaggia, e da chiamata alle armi per salvare il salvabile, Carmelo Lopapa su Repubblica riferisce che i prezzi già scadalosamente bassi della bouvette del Senato, in controtendenza rispetto al'intero andazzo del pianeta, sono stati ulteriormente ridotti di un buon 20%. "Un'operazione a costo zero" fanno sapere dalle alte sfere. Ma il costo vero, salatissimo, rischia di essere la perdita di credibilità, già invero ridotta al lumicino, di una classe politica che sembra vivere su altra Italia, dove un'ottima pasta al ragù costa 1,5 euro, un roast beef di carne di prima scelta 2,50, e un caffè 40 centesimi. (FT)

Dal quotidiano La Repubblica

PRANZO SCONTATO PER I SENATORI

di Carmelo Lopapa

ROMA - La pasta al ragù di ieri dicono fosse ben condita e cotta al punto giusto. E pagarla 1,50 centesimi anziché 1,80 l'ha resa ancora più buona. Carne tenerissima e speziata come si deve per il roast beef servito per secondo. Due euro e non più 2,50. E che dire del caffè? Precipitato a 42 centesimi anziché i 50 pagati fino a venerdì scorso (e che nel famoso bar accanto Palazzo Madama vola a 1 euro per i comuni mortali). Da oggi, quando come ogni martedì torneranno al lavoro dal lungo weekend, i 315 senatori si imbatteranno nella novità che di questi tempi vale doppio: sconto del 20% per tutti i prodotti serviti in buvette. Sì, la novità è quella: dentro il palazzo che è stato dei Medici e di Margherita d'Austria e che ospita uno dei due rami del Parlamento, a differenza di quanto accade fuori e a dispetto delle indennità complessiva da 14 mila euro dei suoi inquilini - i prezzi da ieri mattina anziché aumentare sono diminuiti. Svolta che matura nel giorno in cui crollano le borse, vengono ufficializzati il tracollo del pil 2008 e l'inflazione all'1,6%, insomma fa un certo effetto. Ma va pure detto che al "miracolo" del Senato non corrisponderà un aggravio per le casse pubbliche. L'aggiornamento al contrario del prezziario, si affrettano a precisare i senatori questori, è dovuto all'avvicendamento nella gestione della buvette. Infatti, da ieri è subentrata alla vecchia ditta quella stessa multinazionale "Compass group" che già gestiva da 15 anni il ristorante dei senatori. Prezzi "politici" anche lì, com'è noto, fermi però da qualche tempo. Invece, al bar del primo piano di fronte l'aula, accessibile solo a senatori, funzionari e giornalisti, tac, si taglia di un quinto. Mantenendo ferma per il momento la voce di spesa del bilancio di Palazzo Madama, che per la voce "ristorazione dei senatori" nel 2008 ha comportato un esborso da 1 milione 427 mila euro. "No, la crisi con le riduzione non c'entra. Abbiamo affidato per cinque mesi la gestione a una società che garantiva il medesimo servizio con costi ridotti - spiega il questore Benedetto Adragna (Pd) - C'è già un bando di gara che tra poco tempo ci consentirà di affidare tutti i servizi di ristorazione al medesimo soggetto, con un notevole risparmio". In attesa, subentra la Compass group. "La nostra è una multinazionale, sia chiaro - precisa il direttore del ristorante e della buvette, Giovanni Moralli - e grazie a una serie di economie interne, grazie alle cucine del ristorante di cui già disponiamo nell'edificio, abbiamo potuto garantire l'ulteriore sconto sui prezzi. Partecipiamo alla gara e speriamo dunque di restare". Il ribasso è minimo ma si nota, considerate le cifre già modeste. Elenca il direttore, giusto per farsi un'idea: una spremuta da 1,20 euro a 92 centesimi; panino col prosciutto da 1,50 a 1,17; il tramezzino da 1,20 euro a 96 centesimi; il cappuccino da 0,70 a 58; il the con fette biscottate, gettonatissimo al pomeriggio dalle onorevoli senatrici, da 1 euro a 84 centesimi. E poi tutto giù del 20%, appunto, il liquore come l'aperitivo a 0,93, il pasticcino a 0,46, la birra a 1,60. "La cosa veramente scandalosa è che noi, al bar dei dipendenti al piano di sotto, riservato ai lavoratori, pagheremo adesso di più" lamentava un impiegato ieri pomeriggio sventolando tanto di scontrino. Poca cosa in più: la spremuta giù costa 1,10 euro, il cappuccino 0,60, roba di pochi centesimi, ma è il segnale che a loro no va. "Diciamo la verità, non sono quei pochi centesimi che d'ora in poi risparmieremo che cambieranno la vita di noi senatori - prova a minimizzare una vecchia guardia come Carlo Vizzini (Pdl), presidente della commissione Affari costituzionali - Chi mangia in buvette, contrariamente a quanto si pensa fuori, è un disperato come me, che mangia sempre in piedi come un cavallo perché non ha il tempo di sedere al ristorante. Detto questo, certo, è un'operazione virtuosa a costo zero per il Senato che rischia però di avere un pessimo impatto all'esterno. Si ritirerà fuori la storia della casta. Il momento magari non era dei migliori, ma conta il fatto che sia a costo zero". Sorpreso il dipietrista Francesco "Pancho" Pardi. "Ma sul serio hanno tagliato i prezzi? Ma erano già bassi! Non è che ne avessimo bisogno, inviterei i vertici del Senato a risparmiare, sì, ma in settori più strategici che non a vantaggio della nostra pausa caffè".


P.A.: DAMIANO(PD), NO A LICENZIAMENTI PRECARI. GOVERNO SI FERMI

(ASCA) - Roma, 3 mar - ''I dati forniti dalla Cgil a proposito dei precari della Pubblica Amministrazione, circa 400mila, che rischiano di perdere il lavoro confermano le nostre previsioni. Si rafforza la nostra richiesta di non varare un decreto al prossimo Consiglio dei ministri che porterebbe nuova disoccupazione''. Ad affermarlo e' Cesare Damiano, responsabile lavoro del Pd.''Bisogna rendersi conto -aggiunge- che in questa situazione occorre andare oltre le convinzioni degli opposti schieramenti e compiere un atto nuovo e coraggioso: assumere i precari della PA, utili al buon funzionamento delle amministrazioni, e dare un segnale forte a favore delle protezioni sociali. E' condivisibile la proposta avanzata dal segretario generale della Uil Angeletti di adottare una moratoria per quanto riguarda i licenziamenti nel settore pubblico almeno per il 2009. Mi auguro che venga presa seriamente in considerazione dal governo al tavolo con le parti sociali di domani''.

Precari a rischio: interrogazione a Sacconi dell'on. Ivano Miglioli (Pd)


Modena - Brutte notizie per i giovani precari che lavorano nei servizi pubblici per l'impiego. Il governo ha bloccato per decreto il processo di stabilizzazione dei lavoratori precari avviato dal governo Prodi, quindi a molti di loro non verrà rinnovato il contratto. "Si tratta di giovani diplomati e laureati - spiega l'on. Ivano Miglioli, membro della commissione Lavoro della Camera - che in questi anni hanno dato un contributo fondamentale alla realizzazione di politiche attive per il lavoro. C'è il rischio, venendo a mancare quelle professionalità, che le competenze e le capacità acquisite dai servizi pubblici per l'impiego vadano disperse". Il parlamentare modenese, che sulla questione ha presentato un'interrogazione al ministro del Lavoro Sacconi, giudica insoddisfacente la risposta data dal governo. In particolare Miglioli rileva come l'esecutivo "per giustificare il mancato rinnovo del contratto, non possa invocare ragioni di natura finanziaria quali il rispetto del patto di stabilità interno, dal momento che la stessa legge approvata dal precedente governo riconosce piena autonomia agli enti locali nell'attuazione del processo di stabilizzazione". Miglioli auspica che il governo modifichi il suo orientamento e proroghi il termine previsto per la stabilizzazione dei lavoratori precari.

La Cgil: 400.000 precari della pubblica amministrazione rischiano il posto

Sono circa 400.000 i precari della pubblica amministrazione che potrebbero rischiare il proprio posto di lavoro a causa del decreto che blocca la stabilizzazione dei lavoratori flessibili nel comparto, la meta' impegnata nella scuola. E' quanto emerge dai dati forniti dalla Cgil, anche sulla base del Conto annuale della Ragioneria dello Stato. Ai 112.489 occupati a tempo determinato e ai 25.213 lavoratori socialmente utili (dati 2007 della Ragioneria generale dello Stato) si aggiungono infatti - secondo la Cgil - 80.000 contratti di lavoro a progetto (contratti che pero' potrebbero riguardare in parte le stesse persona) per un totale di lavoratori, esclusa la scuola, che supera le 200.000 unita'. A queste - sempre secondo i dati Cgil - si aggiungono 130.000 docenti e 75.000 lavoratori non docenti impegnati nella scuola. La cifra di 400.000 non tiene conto di tirocinanti, stagisti e borsisti, figure non censite che potrebbero raggiungere altre 100.000 unita'. Secondo la Cgil, almeno 30.000 dei precari della scuola perderanno il posto gia' nel 2009, mentre per quelli degli altri comparti del pubblico impiego la stabilizzazione si allontana almeno fino al 2012, anno nel quale potrebbero essere riaperti i concorsi pubblici. Il posto fisso comunque - spiega il coordinatore del dipartimento settori pubblici della Cgil, Michele Gentile - sfuma per i 60.000 che rientravano nelle regole fissate per la stabilizzazione dal Governo Prodi (almeno tre anni di lavoro nella pubblica amministrazione nel 2006 e 2007), mentre per altri 50.000 che avevano lavorato nel comparto per meno tempo c'e' il rischio di perdere il posto a causa dello stop ai rinnovi dei contratti dopo tre anni previsto dal decreto legge Tremonti dello scorso anno.Secondo l'ultimo Conto annuale, i lavoratori a tempo determinato (sempre esclusa la scuola) nel 2007 erano concentrati nel servizio sanitario nazionale (35.553, 24.834 delle quali donne) e negli enti locali (44.545, 29.052 delle quali donne), ma anche nelle regioni a statuto speciale (11.261), nelle universita' (5.131) e tra i vigili del fuoco (3.589). I lavoratori socialmente utili (25.213) si concentrano negli enti locali (24.095) mentre i lavoratori interinali (non considerati precari in quanto non dipendenti dell' amministrazione) nel 2007 erano 11.560.

Statali, stop all'assunzione per i precari

Damiano: una scelta sciagurata

Il PD chiede più tutele per il lavoratori disoccupati o che rischiano il posto di lavoro. Il governo, invece, li lincenzia. La norma anti-stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione presentata dall’esecutivo, infatti, prevede dal primo luglio 2009 lo stop alla regolarizzazione. Si cancellano così le norme approvate dal governo Prodi con la Finanziaria 2008. Norme che dalla prossima estate avrebbero garantito le sanatorie per i vecchi contratti a tempo determinato. "Una scelta sciagurata", la definisce l'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano. "Spero di aver capito male e che ci sia una rapida smentita del governo a proposito delle norme relative alle stabilizzazioni in corso nel pubblico impiego. Infatti - spiega Damiano - secondo una nota di agenzia il cdm di venerdì prossimo potrebbe varare un decreto legge in materia di pubblico impiego che non contiene nessun riferimento alle stabilizzazioni in corso per i precari della P.A.". Secondo Damiano, "si tratterebbe di una scelta sciagurata e inutilmente punitiva, che aggiungerebbe nuova disoccupazione giovanile alla grave situazione esistente. Mentre i governi di tutto il mondo si interrogano sul modo più opportuno per sostenere l`occupazione, il nostro Esecutivo si accanisce contro i precari e rifiuta di utilizzare risorse per estendere a tutti i lavoratori che perdono l`occupazione un assegno mensile di disoccupazione".
"Mi auguro - conclude - che gli esponenti di governo più sensibili alla questione sociale facciano sentire per tempo la loro voce. E` inutile dire che nemmeno l`appello del Papa a favore dei lavoratori e dei più deboli è servito a qualche cosa".
Anche il senatore del PD, Paolo Nerozzi, spera che il governo faccia un passo indietro, “Altrimenti – dice - l'Italia sarebbe l'unico Paese Europeo che invece di attuare politiche a sostegno dei precari, li licenzia per decreto legge".
Spiega Nerozzi: "Non solo il governo boccia la proposta del Pd di estendere gli ammortizzatori sociali ai precari che con questa grave crisi si troveranno senza posto di lavoro. Ma pensa addirittura a un decreto legge per lasciare a casa ben 60.000 lavoratori precari che avevano già dimostrato di avere i requisiti per l'accesso alla stabilizzazione nella P.A.".
"Dalle prime notizie sembrerebbe che il decreto conterrebbe misure addirittura peggiori di quelle previste nel Ddl all'esame del Senato che il governo e la sua maggioranza hanno lasciato fermo da alcuni mesi. Adesso ci chiediamo il perché di tanta fretta. Come può essere 'necessario e urgente' il licenziamento di 60.00 giovani? Forse il ministro Brunetta ha scoperto resistenze all'interno della sua stessa maggioranza?".
Un deciso ‘No’ arriva anche da Carlo Podda, segretario generale Fp-Cgil nazionale. “In una fase tanto critica per l'economia del paese - dice Podda - il Governo, scegliendo di accelerare con un apposito decreto legge lo stop alle stabilizzazioni nel pubblico impiego, commette un atto irresponsabile. Tralasciando per un momento il fatto che parliamo di personale che fornisce servizi essenziali ai cittadini, servizi che in assenza del suddetto personale non saranno più erogabili, risulta incomprensibile come, mentre da più parti si richieda l'estensione delle tutele a tutti quei lavoratori che oggi ne sono sprovvisti, il Governo si comporti come il peggior datore di lavoro, licenziando nei fatti 60mila lavoratori totalmente sprovvisti di ammortizzatori sociali”.

Statali/ Polverini: No blocco stabilizzazione precari

Roma, 3 mar. (Apcom) - La pubblica amministrazione può e deve mantenere intatti i livelli occupazionali, soprattutto se si tratta di precari. "Di fronte alle difficoltà a tenere in vita le imprese e contenere la perdita di posti di lavoro, lo Stato per primo preservi l'occupazione di lavoratori definiti precari ma che in realtà in molti casi operano, con competenza, da anni nel pubblico". Lo ha detto il segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini, durante la trasmissione Omnibus su La7. Sulla proposta del Pd per un assegno mensile ai disoccupati, per Polverini "serve un obiettivo condiviso tra governo e opposizione per un'organica riforma degli ammortizzatori sociali che il paese insegue dal pacchetto Treu. I lavoratori chiedono di affrontare i problemi con senso di responsabilità senza alimentare forme di conflittualità". "Il governo - ha aggiunto - potrebbe già intervenire per rendere esigibili le risorse sugli ammortizzatori sociali concordate con le regioni sollecitando un accordo nazionale con l'Abi per anticipare l'erogazione".


PENSIONI: DI PIETRO, RIFORMA NON PRIORITARIA, EMERGENZA E' OCCUPAZIONE

(ASCA) - Roma, 3 mar - ''Come al solito il governo Berlusconi sposta l'attenzione su un altro tema''. L'emergenza e' invece ''trovare le risorse per finanziare l'assegno di disoccupazione anche per i precari''. Cosi', Antonio Di Pietro, leader di Idv, commenta l'ipotesi di riforma delle pensioni per sostenere l'assegno di disoccupazione a tutti coloro che perdono il lavoro per via della crisi. Per Di Pietro ''e' un sacrilegio fare ancora una volta una guerra tra poveri, pensionati, disoccupati e precari. I soldi ci sono in abbondanza'' per finanziare l'assegno. Basta recuperare l'evasione, abolire le province, tutti gli sprechi e gli enti inutili.

P.A.: Nerozzi, "Assurdo dl governo per licenziare e non per sostenere precari"


"Mi auguro che le indiscrezioni della stampa di queste ultime ore non siano fondate. Altrimenti l'Italia sarebbe l'unico Paese Europeo che invece di attuare politiche a sostegno dei precari, li licenzia per decreto legge". Così il senatore del Pd Paolo Nerozzi commenta la notizia secondo la quale il governo starebbe pensando a un decreto legge in cui si dispone lo stop alla stabilizzazione dei precari della Pubblica Amministrazione, da approvare venerdì in Cdm.
Spiega Nerozzi, "Non solo il governo boccia la proposta del Pd di estendere gli ammortizzatori sociali ai precari che con questa grave crisi si troveranno senza posto di lavoro. Ma pensa addirittura a un decreto legge per lasciare a casa ben 60.000 lavoratori precari che avevano già dimostrato di avere i requisiti per l'accesso alla stabilizzazione nella P.A.".
"Dalle prime notizie sembrerebbe che il decreto conterrebbe misure addirittura peggiori di quelle previste nel Ddl all'esame del Senato che il governo e la sua maggioranza hanno lasciato fermo da alcuni mesi. Adesso ci chiediamo il perché di tanta fretta. Come può essere 'necessario e urgente' il licenziamento di 60.00 giovani? Forse il Ministro Brunetta ha scoperto resistenze all'interno della sua stessa maggioranza?".

P.A.: Damiano e Treu, "Su precari scelta governo sciagurata"


Dichiarazione di Cesare Damiano responsabile lavoro del Pd e di Tiziano Treu senatore del Pd.
"Spero di aver capito male e che ci sia una rapida smentita del governo a proposito delle norme relative alle stabilizzazioni in corso nel pubblico impiego. Infatti, secondo una nota di agenzia il cdm di venerdì prossimo potrebbe varare un decreto legge in materia di pubblico impiego che non contiene nessun riferimento alle stabilizzazioni in corso per i precari della P.A.".
"Si tratterebbe di una scelta sciagurata e inutilmente punitiva, che aggiungerebbe nuova disoccupazione giovanile alla grave situazione esistente. Mentre i governi di tutto il mondo si interrogano sul modo più opportuno per sostenere l’occupazione, il nostro Esecutivo si accanisce contro i precari e rifiuta di utilizzare risorse per estendere a tutti i lavoratori che perdono l’occupazione un assegno mensile di disoccupazione".
"Mi auguro che gli esponenti di governo più sensibili alla questione sociale facciano sentire per tempo la loro voce. E’ inutile dire che nemmeno l’appello del Papa a favore dei lavoratori e dei più deboli è servito a qualche cosa".

Precari nella Pa, Cisl Fp: rinviare il termine per completare la ricognizione

«La Cisl invita il governo a prorogare il termine del 1° luglio, per il tempo necessario a completare la ricognizione del personale che manca nelle amministrazioni e consentire un percorso di continuità e stabilizzazione dei tanti precari che garantiscono servizi pubblici essenziali», è l’invito rivolto dal segretario generale Giovanni Faverin al ministro Brunetta in merito alla bozza di decreto legislativo. «Serviranno infatti sempre più giovani – ha detto inoltre Faverin – per migliorare la qualità delle prestazioni del settore pubblico»


Precari statali, salta l'assunzione Domani vertice con le parti sociali


ROMA - Stop alla regolarizzazione dei precari nel pubblico impiego. Il governo ha preparato un decreto legge per bloccare da luglio le sanatorie per i vecchi contratti a tempo determinato. Il provvedimento dovrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri di venerdì. Coinvolti - secondo stime della Cgil - fino a 200 mila lavoratori precari. Una decisione "sciagurata e assurda", secondo il Partito democratico. Dunque è con qualche contraddizione che l'emergenza occupazione arriva sul tavolo di Palazzo Chigi. Infatti, nel giorno in cui l'Istat certifica il crollo del Pil nel 2008 (-1 per cento) che ipotecherà in maniera seria il 2009 con il rischio concreto che possano saltare centinaia di migliaia di posti di lavoro, il governo ha convocato sindacati, Confindustria e le altre associazioni imprenditoriali per domani pomeriggio. L'obiettivo non è tanto nel testo generico della convocazione ufficiale ("ragionamento sull'economia sociale e di mercato") ma in un'affermazione di ieri del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: "Salvare le imprese, le famiglie e quello che c'è di buono nelle banche è quello che possono fare i governi. Se si pensa che i governi possano salvare tutto si finisce che non si salva niente. Perché salvare tutto è una missione divina". Il focus - anche del governo - dunque sembra spostarsi sull'economia reale, dopo aver messo un po' di paletti a difesa del sistema bancario senza però sbloccare l'afflusso di credito alle imprese. Tuttavia, per ora, non c'è un cambio di rotta nell'azione dell'esecutivo. La Finanziaria triennale, approvata a luglio quando la crisi era solo all'inizio, resta un vincolo. Nessuna risorsa aggiuntiva perché il Patto di stabilità europeo non ce lo permette visto l'alto debito pubblico che abbiamo, come ha detto anche ieri il premier Silvio Berlusconi bocciando la proposta del segretario del Pd, Dario Franceschini, di un assegno mensile per tutti disoccupati. Eppure, per una volta, è la proposta dell'opposizione (per realizzarla servirebbero 5-6 miliardi, secondo l'ex ministro Pier Luigi Bersani) a rubare la scena al governo, a catalizzare l'attenzione. Ieri Franceschini ne ha parlato con il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, e oggi sarà la volta della Uil di Luigi Angeletti. La Cisl ha detto un sostanziale sì all'assegno per chi perde il lavoro e il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, si è impegnato a sostenere la proposta. Da tempo i sindacati (compresa l'Ugl) non trovavano una posizione condivisa.
Franceschini, che aveva parlato sabato scorso con il presidente Emma Marcegaglia, non ha invece strappato il consenso della Confindustria. "E' una proposta monca - secondo la Marcegaglia - La riforma degli ammortizzatori sociali, che costa l'1 per cento del Pil, ha senso solo se si accompagna con la riforma delle pensioni. Da sola non sta in piedi". E così le pensioni fanno capolino nella crisi. Di fronte all'ipotesi di un intervento, che tuttavia i tecnici di diversi ministeri continuano a approfondire, il governo e la maggioranza, però, frenano. Nei giorni scorsi, Tremonti ha detto che non aprirà il dossier pensioni perché provocherebbe una "recessione sociale". Linea confermata dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: "All'ordine del giorno c'è solo l'equiparazione dell'età pensionabile tra uomo e donna, come chiede una sentenza della Corte europea". Eppure l'opposizione centrista punta a sfidare il governo proprio sul versante delle pensioni per aprire lì eventuali divisioni: dal leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, a Marco Follini e Enrico Letta del Pd. Bonanni non ha alzato le barricate, ma ha avvertito: "Qualsiasi risparmio si ottenga con le pensioni dovrà restare nel sistema della previdenza". Insomma non dovrà servire per introdurre l'assegno di disoccupazione. Ed Epifani: "Non si può aumentare l'età pensionabile e mettere fuori dal mercato i lavoratori".

NUOVA STRETTA SUI PRECARI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, ARRIVA DL


ROMA - Nuova stretta sui precari nella pubblica amministrazione: il governo accelera e per bloccare la stabilizzazione, prevista dall'Esecutivo Prodi, di chi non ha il posto fisso ricorre a un nuovo decreto legge. Quattro articoli in tutto che rappresentano un ulteriore giro di vite rispetto a quanto previsto da un precedente disegno di legge: nella bozza del dl salta infatti la norma che 'salva' chi sta per essere assunto. Una scelta "sciagurata", attacca il Pd che continua a incalzare il governo proprio sul fronte dei precari insistendo sulla necessità di ammortizzatori sociali anche per i parasubordinati. "Il premier - dice il neosegretario Dario Franceschini - deve venire in Parlamento a dire alla sua maggioranza di votare contro la nostra proposta". Anche perché, fanno i conti al Pd, non è vero che per l'assegno per i disoccupati servirebbero i 24 miliardi citati dal premier. Ne basta meno di un terzo, "cinque o sei", spiega Pier Luigi Bersani. Niente affatto, taglia corto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che dice che quella del Pd è semplicemente "un'idea che lascia il tempo che trova". Nel giorno in cui l'Istat fotografa i dati Pil peggiori dal 1975 (con un calo dell'1%, quasi il doppio rispetto alle previsioni del governo) e i conti di cassa dello Stato segnano un peggioramento rispetto allo scorso anno, registrando nei primi due mesi un fabbisogno di 15,7 miliardi contro i 9 miliardi del 2008, è il mercato del lavoro però a essere sotto i riflettori della politica. Precariato e previdenza sono infatti i due grandi temi che tornano all'ordine del giorno: da Enrico Letta a Pier Ferdinando Casini, sono in molti a chiedere di mettere mano di nuovo alle pensioni in modo da drenare risorse in favore dei più giovani. "Il modo più coerente e concreto - assicura il leader dell'Udc - per pagare l'eventuale bonus ai lavoratori proposto dal Pd è la riforma delle pensioni. Un tema - aggiunge - ineludibile". D'accordo anche l'ex compagno di partito Marco Follini: "Sono due proposte riformiste indivisibili". Il Paese deve cambiare pelle e per fare questo, concorda Enrico Letta, servono due grandi riforme: quella degli ammortizzatori sociali e quella della previdenza. L'idea di rivedere all'insù l'età pensionabile (che convince anche alcuni esponenti della maggioranza come il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto) si scontra con l'altolà di Sacconi: "toccare le pensioni ora - ribadisce - sarebbe un errore". L'unico tema in agenda, sottolinea il ministro, è quello di innalzare l'età pensionabile per le donne, così come richiesto dall'Unione europea. Il dialogo tra gli schieramenti è sempre più difficile, e faticoso resta il confronto anche governo-parti sociali, in particolare quello con la Cgil. La volontà del'Esecutivo di procedere speditamente con le norme anti-precari rappresenta dunque un ennesimo ostacolo ed è assai probabile che anche di questo si parlerà nella riunione in programma per mercoledì a Palazzo Chigi.

Statali, verso stop stabilizzazione precari in dl a Cdm venerdì

Roma, 2 mar. (Apcom) - Entra in un decreto legge ad hoc lo stop alla stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione che potranno essere regolarizzati solo per concorso pubblico. La norma era stata inserita nel passaggio alla Camera del ddl Lavoro collegato alla Finanziaria, ma il provvedimento è attualmente fermo all'esame del Senato. Il decreto, che dovrebbe approdare venerdì in Consiglio dei ministri, è composto da 4 articoli e include anche altre misure inserite dal ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta nel ddl Lavoro.

La norma anti-stabilizzazione dei precari prevede dal primo luglio 2009 lo stop alla regolarizzazione.Si cancellano così le norme approvate dal governo Prodi con la Finanziaria 2008.

STATALI: STRETTA SU ASSUNZIONE PRECARI IN DL


(AGI) - Roma, 2 mar. - Colpo di acceleratore allo stop della stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione: secondo quanto apprende l'Agi, il Governo vorrebbe stringere e inserire la misura in un decreto legge, dando cosi' certezza sui tempi. In pratica, dal primo luglio, per i precari del pubblico impiego sara' piu' difficile ottenere un posto fisso. La norma gia' ribattezzata nei mesi scorsi "anti-precari", era contenuta nel collegato alla Finanziaria scorsa, e il provvedimento e' ancora alla seconda lettura da parte del Senato. Ma ora verra' riproposta al Consiglio dei Ministri in un decreto. Nel dettaglio, la bozza del decreto legge allo studio del governo, prevede che dal primo luglio 2009 siano abrogate alcune norme contenute nelle finanziarie 2007 e 2008 sulle stabilizzazioni e sulla cosiddetta sanatoria (assunzione a tempo indeterminato di personale gia' assunto o utilizzato attraverso tipologie contrattuali a tempo determinato). Le pubbliche amministrazioni potranno bandire, nel rispetto della programmazione del fabbisogno di personale previsto per il triennio 2009-2011, concorsi per le assunzioni a tempo indeterminato con una riserva di posti non superiore al tetto del 40% dei posti messi a concorso per il personale non dirigenziale con contratto a termine da almeno tre anni, anche non continuativi. La misura, se applicata, secondo i calcoli dell'Italia dei Valori, comporterebbe dal primo luglio il blocco di 300 mila precari che si vanno ad aggiungere ai 120 mila bloccati dal decreto di luglio.

Resoconto CISL incontro 26/02 con i Commissari


OdG: Esiti di ispezione ICRAM e conseguenti iniziative in materia di assunzioni.

L’amministrazione, vista la conversione in legge del decreto del 30-12-2008 e la conclusione delle verifiche ispettive della graduatoria di stabilizzazione ex ICRAM, comunica che, come è stato già effettuato per la graduatoria ex APAT, si procederà ad avviare la procedura alla luce della legge finanziaria 2008. Questa prima fase si concluderà con le stabilizzazioni di tutti coloro che posseggono i requisiti di legge, ne seguirà una seconda in cui verrà dato inizio all’espletamento delle procedure concorsuali.

L’amministrazione ha ultimato le verifiche interne richieste dalla Funzione Pubblica a seguito dell’ispezione ICRAM e ha constatato che soltanto 35 TD hanno i requisiti ai sensi della finanziaria 2008. Pertanto, lunedì 2 marzo c.a. sarà emanato il bando interno per ex ICRAM ai sensi della finanziaria 2008 da cui scaturirà un’unica graduatoria (ELENCO) ISPRA. Poiché, si prevedono in tutto 204 stabilizzazioni di cui 169 unità ex APAT 2008 e 35 unità ex ICRAM 2008, l’amministrazione assicura la stabilizzazione di tutti gli aventi i requisiti entro il “2 Aprile 2009”, data entro la quale anche i 14 vincitori di concorso a TI ex ICRAM saranno assunti.

Sulla base delle stabilizzazioni e della circolare di FP di gennaio 2009 si rimodulerà il fabbisogno triennale di personale che rispetto all’ultima proposta potrà prevedere maggiori assunzioni solo per l’anno 2011, con l’utilizzo del turn-over (rispettivamente 1 assunzione a fronte di 1 pensionamento) ai fini delle assunzioni dal 2010 e perciò stesso delle risorse finanziarie disponibili.

Sono in fase di predisposizione le previste procedure concorsuali cui sarà dedicata particolare attenzione alla salvaguardia del personale precario non inserito nel processo di stabilizzazione attraverso una opportuna individuazione dei profili da inserire nel bando.

In tal senso si stanno effettuando verifiche con i vari capi servizi dell’ente per definire/formulare il fabbisogno, in termini di attività da espletare, e la tipologia di profili necessari.

La FIR CISL, come già formalmente espresso in merito alla proposta di rimodulazione della dotazione organica e del piano di fabbisogno triennale,

- ribadisce che la programmazione triennale del fabbisogno fornita dall’amministrazione è insufficiente rispetto alle posizioni vacanti in pianta organica (575);

- stigmatizza la mancata suddivisione per profili, da specificarsi anche per le assunzioni obbligatorie (categorie protette);

- osserva inoltre che dal 2010 il turn-over deve essere inteso non quale mera sostituzione numerica ma come utilizzo completo delle risorse finanziarie al fine di favorire il maggior numero di assunzioni, come peraltro illustrato nell’incontro tra Funzione Pubblica e rappresentanti degli EPR (vedi “mille proroghe”).

E ancora:

- i 14 stabilizzati dell’ex graduatoria APAT 2007 già dipendenti a TI, non devono incidere né nella quota parte dedicata alle stabilizzazioni (ovvero 190 e non 204) né in quella del concorso pubblico che dovrebbe prevedere quindi ulteriori 14 posizioni.

- ai rimanenti TD ISPRA, privi dei requisiti per la stabilizzazione, sia dedicata una “corsia preferenziale” attraverso un’apposita selezione ai sensi dell’art. 5 del CCNL vigente.

Infine, viene chiesto il coinvolgimento delle OO.SS. per l’individuazione dei profili concorsuali.

Sulla base delle richiesta della CISL e delle altre OO.SS. l’amministrazione si impegna a verificare la corretta modalità del turn over da applicare nel 2010, di stabilizzare tutti gli aventi diritto e a assumere i 14 vincitori di concorso (TI ex ICRAM) entro i primi di Aprile 2009 e a confrontarsi con le OO.SS. per il perfezionamento dell’iter concorsuale e nel processo di riorganizzazione dell’ISPRA a partire dall’emanando Statuto dell’Istituto.