LA PETIZIONE DA FIRMARE

giovedì 29 gennaio 2009


COMUNICATO STAMPA

AMBIENTE: SENZA PRECARI E' A RISCHIO LA RICERCA

USI-RDB METTE IN SCENA IL “MARE NERO”

Venerdì 30 gennaio a Roma presidio-perfomance davanti al Ministero dell'Ambiente

Via Cristoforo Colombo n 44 - ore 11.00

L'ISPRA è il nuovo Ente di ricerca ambientale nel quale, oltre ad Apat (Agenzia Protezione Ambiente) e INFS (ricerca sulla fauna selvatica) è confluito l'ICRAM, l'Ente di ricerca sul mare.

Nell'ISPRA lavorano più di 600 precari, che grazie alle loro mobilitazioni hanno ottenuto un provvedimento legislativo ad hoc in cui si consentono i prolungamenti contrattuali, le stabilizzazioni ed un piano di concorsi. Eppure l'Amministrazione, contravvenendo l’obbligo normativo, non ha rinnovato 28 contratti atipici, di cui ben 21 afferenti all'ex ICRAM.

"Senza il personale precario non potremmo far fronte ai progetti di ricerca già avviati, con pesanti ripercussioni sulle nostre attività ", dichiara Emma Persia, coordinatrice dell'USI-RdB ISPRA. “I 28 ricercatori e tecnici a cui non si è rinnovato il contratto sono personale altamente professionalizzato con esperienza di ricerca pluriennale. Proprio per questo, paradossalmente, ricadono sotto la mannaia della legge 133, che impedisce il rinnovo a chi ha avuto un contratto superiore ai tre anni”.

"Con questa politica - continua l'esponente sindacale - si indeboliscono fortemente gli studi ed i risultati necessari per la salvaguardia del nostro mare, danneggiando così tutta la comunità. Per questo domani mattina saremo davanti al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dove metteremo in scena il MARE NERO, una performance che mostra cosa può accadere al nostro mare e alle nostre coste se non si difende la ricerca pubblica. Terremo inoltre lezioni all'aperto e proietteremo documentari sul nostre attività in mare”.

"Al Ministro chiediamo di dare un segnale di responsabilità e chiarezza sul futuro dell'ISPRA, un ente chiamato a corrispondere alla richiesta di ricerca e protezione ambientale che viene dal Paese e dalla comunità internazionale. La riassunzione dei 28 precari sarebbe un passo importante per dimostrare l’attenzione del Ministro per il settore", conclude Persia.


130mila contratti in scadenza, già persi 32mila posti di lavoro


di Andrea Gatta - La cassa integrazione aumenta e gli avviamenti al lavoro diminuiscono. Ma a far paura davvero sono i contratti a tempo determinato che scadranno nel corso del 2009: 124mila nel solo Piemonte, con punte preoccupanti in questo mese (20.845) e a giugno (22.687). Tutti contratti avviati fra il 2007 e il 2008, con una durata compresa fra i sei mesi e l’anno in più di metà dei casi. «Per loro le speranze di avere un rinnovo sono molto scarse - spiega Aldo Dutto, il direttore dell’Agenzia Piemonte Lavoro, che ieri ha presentato i dati sulla crisi del mercato del lavoro nella nostra regione -. Il rischio è che finiscano tutti disoccupati senza ammortizzatori sociali, perché le leggi vigenti non li prevedono».
Le prime vittime della crisi economica, come è noto, sono i lavoratori precari. Eppure è a questo tipo di contratto che le aziende ricorrono sempre più frequentemente: gli avviamenti al lavoro (in totale 736mila in Piemonte nel 2008, 17mila in meno dell’anno precedente) diminuiscono bruscamente nelle assunzioni a tempo indeterminato, addirittura meno 40mila, e negli apprendistati, meno 5mila, ma salgono nelle tipologie di tempi determinati subordinati, 34mila in più rispetto al 2007. Occorre infatti arrendersi all’evidenza: i contratti a tempo indeterminato rappresentano appena un quinto di tutti i nuovi contratti di assunzione.
La flessione del mercato del lavoro è generale: a dicembre sono state avviate al lavoro 33.738 persone, 8mila in meno dell’anno precedente (-18,5%). Ragionando sull’ultimo trimestre, il calo è stato delle assunzioni è stato del 16,9%, circa 32mila in meno. Il dato complessivo del 2008 è più morbido, -2,2% sul 2007, ma si sa che la crisi è emersa solo nella seconda metà dell’anno. Le fasce più colpite sono state quella fra i 25 e i 34 anni e quella dai 55 anni in su, i settori più in difficoltà, il tessile, il metalmeccanico, la lavorazione di minerali, il legno, l’edilizia e i trasporti. Ma il crollo fatto registrare dal metalmeccanico a dicembre è allarmante: addirittura -42% di assunzioni. Altri dati estremamente indicativi, le indennità di disoccupazione erogate dall’Inps sono state quasi 40mila, mentre le cessazioni dei rapporti di lavoro sono cresciute del 10%, 60mila in più sul 2007, quasi tutti fra i tempi determinati.
Il lato più drammatico della situazione si ottiene incrociando due dati. Dal versante dei lavoratori, di pari passo con l’aumentare della perdita del lavoro, cresce la disponibilità. L’incremento delle persone che si dicono disponibili a lavorare è stato del 14% nel primo semestre del 2008 e del 25% nella seconda metà (+13mila in un anno). Sul versante opposto diminuisce del 7,8% il numero di aziende che, travolte dalla crisi, stipulano nuovi contratti: 108mila contro le 117mila del 2007.

Occupazione, brusca frenata; a dicembre crollo degli avvii


L´allarme dai numeri dei Centri per l´impiego

di Stefano Parola

Gli affari vanno male e assumere nuovi dipendenti diventa impossibile. Così il numero dei nuovi avvii al lavoro in Piemonte è crollato. Deleteria è stata la fine dell´anno: a dicembre le nuove assunzioni sono calate del 19,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell´anno precedente, portando a - 2,2 per cento il saldo del 2008. A patirne di più le conseguenze è stato il settore metalmeccanico, giù del 41,8 per cento nell´ultimo mese del 2008. Tra le province soffrono più di tutte Alessandria e Vercelli.
Dai dati dell´Agenzia Piemonte Lavoro, l´ente che si occupa di analizzare il mercato del lavoro per conto della Regione, emerge un quadro preoccupante: «È tutto il sistema a fare fatica in presenza di questa situazione economica», spiega il direttore dell´agenzia, Aldo Dutto. La crisi inizia a farsi sentire sulle assunzioni, ma non solo, perché anche la precarietà è in aumento: nel 2007 aveva un contratto a tempo determinato il 72,5 per cento dei neo-assunti, ma la percentuale è salita al 78 per cento nel 2008. Significa che quattro nuovi inseriti su cinque sono precari. Anche un altro dato che fa riflettere: il 44 per cento dei contratti a tempo determinato stipulati ha una durata inferiore al mese.
Il calo delle assunzioni colpisce solamente l´industria, che nel 2008 ha arruolato l´11 per cento di lavoratori in meno rispetto all´anno prima, mentre hanno retto sia i servizi (più 2 per cento) che l´agricoltura (più 0,3 per cento). Il settore secondario è andato in picchiata nell´ultimo trimestre, perdendo il 18,1 per cento ad ottobre, il 25,5 per cento a novembre e il 28,6 per cento a dicembre, rispetto agli stessi mesi di un anno prima. Insomma le imprese assumono meno, ma lo fanno anche con modalità diverse. Per esempio, prediligono i giovani tra i 15 e i 24 anni (più 9,7 per cento, in calo tutte le altre fasce). E ancora, prendono con sé meno italiani (in calo del 2,1 per cento), ma ancora meno stranieri (giù del 6,7 per cento).
Che le aziende non se la passino bene lo confermano anche i dati sulle cessazioni. Sono aumentate di quasi il 10 per cento. Perdono il posto gli assunti a tempo indeterminato (più 5,3 per cento), ma soprattutto i precari (più 8,7 per cento). Perché si lascia il lavoro? Nel 65 per cento dei casi perché è finito il contratto, nel 26 per cento perché si rassegnano le dimissioni, nel 9 per cento perché si viene licenziati. Un precario su cinque perde il posto dopo uno o due giorni, mentre tra gli assunti in pianta stabile uno su due si vede sfilare la poltrona dopo meno di due anni dall´inizio. A qualcuno, però, va bene e il suo posto precario si trasforma in fisso: nel 2008 è successo a quasi 47 mila persone, numero in crescita del 6,5 per cento sul 2007.
Fatto sta che il numero delle indennità di disoccupazione accolte dall´Inps si è impennato del 26,5 per cento su base annuale. A richiederla sono stati quasi 40 mila lavoratori, mentre altri 16 mila piemontesi sono stati messi in mobilità. Come diretta conseguenza è aumentato il numero di persone disponibili al lavoro: a cercare un´occupazione sono più di 78 mila tra uomini e donne, ma la cosa grave è che il 35 per cento di loro ha tra i 35 e i 49 anni d´età, cioè è nella fascia più difficile da collocare.Il rapporto dell´Agenzia Piemonte Lavoro conferma tutti i dati negativi sulla cassa. L´Inps nel 2008 ha autorizzate 35 milioni di ore tra cig ordinaria e straordinaria, sfondando il tetto dei sei milioni nel solo mese di dicembre. Poi c´è la cassa in deroga, in crescita frenetica e arrivata a 3,7 milioni di ore. Nel 2007 alla Regione sono bastati i 21 milioni di euro messi sul piatto dal ministero del Welfare, ma per il 2009 l´assessore regionale di competenza Angela Migliasso intende chiederne almeno cento, di cui 25 da ricevere immediatamente, perché in questo momento le casse regionali sono vuote.
Di fronte a un panorama simile, diventa importante il lavoro dei Centri per l´impiego. In tutta la regione dispongono di 616 operatori, che ogni anno aiutano quasi 40 mila persone. Per questo l´assessore al Welfare e Lavoro Migliasso si augura che «in questo momento così grave dell´economia piemontese rappresentino importanti presidi a sostegno dei lavoratori e delle imprese».