LA PETIZIONE DA FIRMARE
martedì 24 marzo 2009
P.A: Brunetta: 40.000 precari, fenomeno gestibile
I precari della pubblica amministrazione, esclusi i comparti scuola e università, risulteranno circa 40.00, dei quali la metà solo in Sicilia. Ne è convinto il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, che in una conferenza stampa a Palazzo Chigi ha diffuso i dati parziali del monitoraggio dei contratti di lavoro flessibile (che terminerà il 31 marzo) per censire il fenomeno del precariato in tutti gli uffici pubblici con l'invio di 10.000 questionari ad altrettanti enti.
Secondo l'inquilino di Palazzo Vidoni si tratta di “un fenomeno, per fortuna, molto più gestibile di quello che credevamo. La montagna ha partorito un topolino, non ci sono né grandi numeri né grandi scontri con buona pace della Cgil”. Dei 15-20.000 precari da stabilizzare che potrebbero risultare a fine monitoraggio, aggiunge Brunetta, “nel 25 per cento dei casi le amministrazioni non hanno intenzione di assumerli a tempo indeterminato”. Pertanto, il numero reale scenderebbe a circa 10-12.000. Ad oggi sono 13.173 i lavoratori in possesso dei requisiti per la stabilizzazione secondo la normativa Prodi-Nicolais e 13.717 quelli che non hanno i requisiti per essere assunti a tempo indeterminato".
Concluso il monitoraggio, il ministro della Funzione pubblica invierà un rapporto al governo e al parlamento: “Ne parlerò anche con gli amici del sindacato, poi ci sarà tutto il tempo utile per avviare i concorsi”. Intanto, domani si terrà sempre a Palazzo Vidoni un incontro tra i tecnici del ministero e i rappresentanti di Regioni, Comuni e Province, proprio per discutere di precari.
P. A:BRUNETTA, STIMIAMO 40 MILA PRECARI, LA META' IN SICILIA
(AGI) - Roma, 24 mar. - Sono in tutto circa 40 mila i precari nella pubblica amministrazione e la meta' solo in Sicilia: e' questa la stima preliminare che emerge dal monitoraggio ancora in corso del ministero della Funzione Pubblica. Secondo i dati forniti oggi nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi dal ministro Renato Brunetta, i lavoratori in possesso dei requisiti, in base alla normativa Prodi-Nicolais, sono 13.173 e le stime lasciano prevedere che, a fine monitoraggio, saranno circa 15-20 mila, e altrettanti solo nella regione Sicilia.
Altri 13.717, invece, non hanno i requisiti per essere assunti a tempo indeterminato. "La montagna sta partorendo un topolino - ha commentato Brunetta - e' un fenomeno che si sta rilevando molto piu' gestibile di quello che pensavamo. Non c'e' niente di piu' fisiologico in un sistema di oltre 3 milioni di dipendenti. Se i numeri sono questi - ha aggiunto - sono tranquillamente gestibili sia dal punto di vista dell'organico che delle risorse". Il ministro ha precisato che dei 15-20 mila da stabilizzare "per il 25% dei casi gli enti non hanno interesse a procedere alla regolarizzazione" e quindi alla fine il numero sara' di 10-12 mila.
P.A.: BRUNETTA, NUMERO PRECARI A QUOTA 30-40MILA. LA META' IN SICILIA
(ASCA) - Roma, 24 mar - Si attestera' tra 30 e 40 mila il numero dei precari della pubblica amministrazione italiana al termine del monitoraggio varato dal dicastero della funzione pubblica e i cui risultati ufficiali si sapranno solo alla fine del mese (la scadenza e' fissata per il 31 marzo).
La stima e' stata fornita oggi dal ministro Renato Brunetta, il quale ha sottolineato, sulla base dei dati relativi a quasi due settimane di monitoraggio, che l'80% dei lavoratori precari della P.A. si trova al Sud e, piu' in particolare, in Sicilia, dove il numero e' pari a quello nazionale. In pratica, secondo Brunetta, al termine del monitoraggio il numero dei precari della P.A. si aggirera' tra 15 e 20 mila, escludendo pero' la Sicilia, dove invece ce ne saranno altrettanti. Il totale dei precari, secondo i calcoli del ministro, sara' dunque di 30-40mila persone.
Sulla base dei numeri raccolti finora dalle 2773 amministrazioni (su un totale di 9186) che hanno risposto al questionario, il personale flessibile in possesso dei requisiti per essere stabilizzato e' di 13mila e 173 unita'.
Quelli che lavorano in un ente che ha manifestato l'interesse di procedere a stabilizzazione sono 10mila 574, mentre le amministrazioni che non vogliono assumere personale a tempo determinato sono circa il 25%: esclusa la Sicilia, ha spiegato Brunetta, resteranno a casa in 10-12mila. Agli Enti che vorranno regolarizzare i propri precari il ministero offrira' la propria disponibilia' e assistenza per avviare il percorso di stabilizzazione che avverra' tramite concorso.
''La montagna ha partorito un topolino - ha sottolineato il titolare della Funzione pubblica - se il fenomeno fosse stato davvero di 400mila il problema sarebbe stato serio.
Molto probabilmente alla fine ragioneremo su 10-15 mila lavoratori flessibili che potranno essere regolarizzati attraverso concorso e altrettanni potranno essere nella regione Sicilia. Il mio ministero - ha concluso Brunetta - dara' l'assistenza per aiutare i processi di regolarizzazione e di concorso, in modo tale da risolvere tutto entro giugno con grande e piena soddisfazione''.
P.A.: BRUNETTA, STIMIAMO 40MILA PRECARI, LA META' IN SICILIA
Roma, 24 mar. (Adnkronos) - A fine monitoraggio, al 31 marzo, i precari nella Pubblica amministrazione saranno circa 40mila, la meta' solo in Sicilia. E' quanto stima il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta nel dare un secondo bilancio del monitoraggio avviato ai primi di marzi per censire il fenomeno del precariato in tutti gli uffici pubblici, con l'invio di 10mila questionari ad altrettanti enti. "Da una prima stima, generale sulle amministrazioni - ha spiegato Brunetta - si puo' fare una previsione del personale con contratto di lavoro flessibile con i requisiti che va dai 15mila ai 20mila lavoratori, e di altrettanti solo in Sicilia". Si tratta comunque, per il ministro di un "fenomeno, per fortuna, molto piu' gestibile di quello che credevamo". Anche perche' dei 15-20mila precari da stabilizzare che potrebbero risultare a fine monitoraggio "nel 25% dei casi le amministrazioni non hanno intenzione di assumerli a tempo indeterminato" e quindi il numero reale scenderebbe a circa 10-12mila. Fino ad oggi comunque, dalla rilevazione che doveva terminare ieri e che invece e' stata prorogata al 31 marzo, emerge che "13.173 sono i lavoratori in possesso dei requisiti" secondo la normativa Prodi-Nicolais, e "13.717, quindi altrettanti, sono coloro che non hanno i requisiti per essere assunti a tempo indeterminato". In ogni caso i precari saranno regolarizzati attraverso concorso.
Importante sentenza su mobbing
Una sentenza incoraggiante dalla Cassazione: e nel nostro caso i ricatti, le minacce di licenziamento, i discorsi sibillini e quindi i licenziamenti veri e propri, spesso "mirati", non costituiscono forse mobbing???
Una sentenza della Cassazione dà ragione a una lavoratrice di milano
Troppi rimproveri sono mobbing
Reintegrata un'impiegata licenziata
Alla dipendente è stato anche riconosciuto un danno "biologico" pari a 9.500 euro
ROMA - Anche ai rimproveri ci deve essere un limite. Almeno a quelli sul lavoro. Infatti, se si eccede sempre contro lo lo stesso dipendente, sul posto di lavoro, costituiscono mobbing e come tale devono essere risarciti. Parola di Cassazione che ha confermato il risarcimento per danno biologico pari a 9.500 euro, a una impiegata milanese che per nove mesi, dal gennaio al settembre 1999, era stata sottoposta dal datore di lavoro a «ripetuti rimproveri orali» davanti ai colleghi di lavoro, fino ad essere pure licenziata.
LA VITTIMA REINTEGRATA SUL POSTO DI LAVORO - Secondo la Sezione Lavoro della Suprema Corte, che ha respinto il ricorso della società Ivm. srl, legittimamente la Corte d'Appello di Milano, ha ordinato la reintegrazione nel posto di lavoro di Anna D., oltre al riconoscimento dei danni da mobbing sulla base «dei rimproveri orali da parte dei superiori che venivano effettuati adottando toni pesanti e in modo tale che potessero essere uditi dagli altri colleghi di lavoro». Anna D., ricostruisce la sentenza 6907 di piazza Cavour, era stata assunta nel marzo dell'87 come centralinista, per poi passare alla gestione dei cartellini e alla elaborazione delle agende dell'azienda. Poi dal gennaio '99 fino a settembre dello stesso anno la responsabile dell'azienda aveva iniziato a prenderla di mira, consigliandole di trovarsi un nuovo lavoro in un'altra azienda perché la società non era più soddisfatta del suo lavoro. Quindi erano seguite tre contestazioni che avevano poi portato al licenziamento dell'impiegata. La vicenda di Anna D. è finita in tribunale e sia in primo che in secondo grado (Corte Appello Milano, aprile 2005), i giudici avevano ritenuto eccessivo il provvedimento di espulsione, riconoscendo all'impiegata il danno da mobbing nella somma di 9.500 euro sulla base del fatto che i continui rimproveri le avevano procurato un danno biologico, «sia pure modesto», nella misura del 6%.
Lo Stato affonda la ricerca e i suoi precari
'iniziativa di gennaio
davanti al ministero...
nessuno dei 21 non rinnovati è tornato al lavoro...riflettiam
ragazzi...non ci chiudiamo nelle nostre stanze...