LA PETIZIONE DA FIRMARE

venerdì 6 marzo 2009

Il "mago" cerca nuovi bluff

Le antiche certezze d'imbattibilità cominciano a vacillare anche per Berlusconi. La crisi, finora sottovalutata, rischia di avere devastanti effetti sociali ed economici anche nel settentrione, il cuore produttivo dell'Italia. Così, il presidente del consiglio sta meditando su una nuova sorpresa con cui affascinare l'elettorato anche senza risolvere i problemi della recessione. Al congresso fondativo del PdL del 27 marzo tirerebbe fuori dal cilindro un piano per dare lavoro ai giovani, un grande bacino elettorale, stremato dal precariato e dalla disoccupazione

Prima una pioggerellina, poi un temporale, ora la grandine. In prospettiva una pericolosa tempesta o un devastante uragano. Il 2009 si presenta come l'annus horribilis dell'economia italiana. A febbraio la cassa integrazione ordinaria dell'industria è cresciuta di ben il 553% rispetto ad un anno fa, un vero record negativo. Si restringe il credito, crollano i consumi e le esportazioni, le imprese riducono la produzione e tagliano l'occupazione. Fino a due mesi fa Silvio Berlusconi sollecitava alla "fiducia" e "all'ottimismo". Invitava e ad evitare "l'informazione ansiogena" delle tv (e della Rai) perché le banche e le imprese italiane stavano "meglio" di quelle estere e al massimo, osservava, "torneremo al reddito" del 2006. Poi il presidente del Consiglio ha cambiato atteggiamento: due settimane fa si è detto "preoccupato" perché "non si vedono" le dimensioni reali della crisi finanziaria internazionale. Analogo è il comportamento di Giulio Tremonti. Il ministro dell'Economia all'inizio dell'anno sollecitava alla fiducia mentre ora annuncia: "Il 2009 sarà un anno ancora più difficile del 2008". Usa perfino toni millenaristici: "siamo in terra incognita". I dati sono da brivido: la Borsa italiana ha perso il 50% della sua capitalizzazione nel 2008 e ora, in poco più di due mesi del 2009, un altro 25%. E potrà andare molto peggio: il Pil (Prodotto interno lordo) potrebbe scendere del 2,5% quest'anno, dopo aver perso già l'1% nel 2008. Nel 2009, secondo alcune stime, arriverebbero altri 2.500.000 disoccupati. Gli Usa, per bonificare le banche dai "titoli tossici" e stimolare la ripresa economica, hanno stanziato 1.500 miliardi di dollari mentre la Cina segue a ruota con un investimento di 1.200 miliardi di dollari in opere pubbliche. La recessione del 2009 comincia ad essere molto simile alla Grande Depressione del 1929. La Bce ha tagliato i tassi d'interesse primari europei all'1,5% e gli Stati Uniti da tempo li ha ridotti da 0 allo 0,25%, ma nonostante l'irrisorio costo del denaro le Borse mondiali continuano a scendere tumultuosamente. Manca la fiducia nelle banche e nei mercati finanziari internazionali. Le antiche certezze d'imbattibilità cominciano a vacillare anche per Berlusconi. Lunedì 2 marzo centinaia di trattori di allevatori del nord sono andati a protestare ad Arcore, davanti alla villa del Cavaliere, e a Gemonio, sotto la casa di Umberto Bossi. Gli agricoltori settentrionali, grandi elettori del centrodestra, protestavano contro il decreto del governo sulle quote latte perché, hanno obiettato, favorisce gli allevatori leghisti che non hanno rispettato le quote europee di produzione del latte non pagando le relative multe. Un brutto campanello d'allarme per il presidente del Consiglio che suona proprio al nord. La crisi, finora sottovalutata, rischia di avere devastanti effetti sociali ed economici anche nel settentrione, il cuore produttivo dell'Italia. Tutto ciò avviene ad appena tre mesi dalle elezioni europee di giugno. Non solo. Dario Franceschini, da lui definito il suo nono competitore dopo l'uscita di scena di Walter Veltroni, lo preoccupa. Il nuovo segretario del Pd, è l'analisi, regge bene il video tv, si fa ascoltare con la sua faccia di bravo ragazzo. Non solo. Il successore di Veltroni sta puntando proprio sulla crisi economica, oltre che sulla sicurezza. La sua proposta di varare un assegno di disoccupazione per chi perde il lavoro, da posizioni di sinistra, ha colpito nel segno, conquistando la centralità del ring della politica e sta mettendo in difficoltà il governo. L'esecutivo sta rifacendo i conti. I 17,8 miliardi di euro stanziati per far partire entro sei mesi un piano di opere pubbliche (in testa il ponte sullo Stretto di Messina) e gli incentivi agli acquisti di auto, elettrodomestici e mobili non bastano. Così Tremonti, dopo gli 8 miliardi di euro già stanziati per la cassa integrazione con l'obiettivo di tutelare anche i precari con un contratto di lavoro a termine, sta pensando ad altre iniziative. Ha parlato di un "tesoretto" da destinare agli ammortizzatori sociali e ad altre indefinite iniziative da mandare in porto la settimana prossima. Poi si sta preparando il "mago". Berlusconi, dopo aver indossato in passato i panni del "presidente imprenditore" e del "presidente operaio", sta meditando una nuova mossa con un forte impatto mediatico. Potrebbe giocare la carta del "presidente per i giovani", la grande risorsa del futuro, impantanati in un destino di disoccupazione e di precariato. Il colpo di scena potrebbe avvenire il 27 marzo, al congresso fondativo del Popolo della libertà (Pdl), il nuovo partito del centrodestra che nascerà dalla fusione di Forza Italia con An. Un piano per l'occupazione dei giovani sarebbe la mossa ideale per mettere in difficoltà il Pd e per combattere una battaglia contro le Caste, tornando a cavalcare un nuovo cavallo populista. Già, serve un nuovo cavallo da affiancare a quello della sicurezza, sostituendolo a quello del taglio delle tasse e dell'anticomunismo (è difficile agitare questa bandiera contro l'ex Dc Franceschini). Viene in mente Woody Allen. "Sono un mago e voglio restare un mago", dice un protagonista di Scoop, un film del regista americano del 2006. Il Cavaliere in 15 anni di vita politica ha fatto "il mago". Ha realizzato tante magie: ha inventato un centrodestra, ha sbaragliato il centrosinistra e nel frattempo sono fioriti i profitti e gli affari della Fininvest, il suo gruppo imprenditoriale. Al "mago" però non sono riusciti i tanti miracoli annunciati, in testa il "nuovo miracolo economico" basato su meno tasse, meno leggi, meno Stato e più sviluppo. Il "mago" incanta, ma non risolve i problemi.


Precari funzione pubblica: sit-in Cgil a Montecitorio


ROMA (6 marzo) - No ai licenziamenti e garanzie occupazionali. Lo chiedono con forza i precari della Funzione pubblica che stamani hanno protestato vicino palazzo Chigi, in concomitanza con la riunione del consiglio dei ministri. «Precari assunti subito», «In bilancio noi interinali siamo come carta igienica». Sono questi alcuni degli striscioni esposti durante la manifestazione di protesta in cui circa 200 persone hanno chiesto la stabilizzazione della loro situazione lavorativa e contrattuale.
A rischio migliaia di posti di lavoro. «Senza stralcio la ghigliottina scenderà sulla testa delle persone - ha detto Carlo Podda, segretario generale della Fp-Cgil, organizzazione che ha promosso il sit-in - Da luglio in 60 mila perderanno il posto, da gennaio in 120mila, dal 2011 in 200 mila. A questi si aggiungono 200 mila precari della scuola e i cosiddetti co.co.co, di cui non si conosce la consistenza. Sono per la maggior parte lavoratori impiegati nel welfare locale, in asili, in ospedali, nell'assistenza anziani». L'organizzazione sindacale chiede quindi «lo stralcio dell'articolo del collegato alla Finanziaria che obbliga le amministrazioni a licenziare i lavoratori al maturare dei tre anni d'anzianità». «Siamo l'unico Paese in Europa che licenzia i propri dipendenti - ha aggiunto Podda - E la marcia indietro del governo sul decreto legge posticipa solo il problema».
La voce dei precari. «Io non ho più nulla da perdere, se vogliono lo scontro sociale lo avranno», dice Lorena, 48 anni, precaria della Croce Rossa da 16 anni, un passato da co.co.co., ora con contratto a tempo già prorogato da sei anni. «Da noi il 70% del personale della Croce è precario, lavoriamo in servizi fondamentali come il "118", il Cem o il Cem (rispettivamente i centri per l'educazione motoria disabili gravissimi e d'identificazione ed espulsione immigrati). C'è pure Jones, anche lui ormai vicino ai 40 anni, lavora dal 2002 all'Agenzia sanità del Lazio, un ente pubblico che vive solo di precari, alcuni dei quali, dice, lo sono anche da 17 anni». La nostra è una corsa contro il tempo - afferma - il percorso di stabilizzazione è stato avviato e già c'è il bando; ora rischiamo di ritrovarci per strada con conseguente chiusura dell'ente». Ci sono anche precari del comune Roma: «In tutto - dicono - saremo un migliaio di precari, di cui 500 vigili urbani».
Solidarietà dal Pd. A portare la sua solidarietà il senatore del Pd, Paolo Nerozzi, ex sindacalista Cgil, secondo il quale un risultato «è già stato ottenuto con il blocco del decreto "fantasma", ora va bloccata la norma che porterebbe a migliaia di licenziamenti di precari. E va sottolineato che oltre il 95% ha già fatto i concorsi pubblici. Mentre non so se Brunetta ne ha fatto uno».

Per 500mila precari in arrivo nuove risorse


Sono in arrivo nuovi fondi per il sostegno al reddito dei precari. La novità è stata annunciata dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti: «C'è un altro potenziale "gruzzoletto" disponibile per gli ammortizzatori sociali e poi ce ne saranno altri ancora. La prossima settimana diremo quale potrebbe essere lo strumento attraverso il quale reperire le risorse». I fondi, ha precisato il ministro, saranno aggiuntivi rispetto agli 8 miliardi previsti dall'intesa dello scorso 12 febbraio tra Governo e Regioni per il biennio 2009-2010. Per i collaboratori a progetto in regime di monocommittenza è quindi destinata ad appesantirsi l'una tantum introdotta dalla legge 2/09 che attualmente – secondo stime del ministero del Lavoro – oscilla tra 700 e 1.200 euro, pari al 10% del reddito percepito l'anno precedente. Lo ha confermato il ministro Maurizio Sacconi (Lavoro): «Stiamo valutando – ha detto – di rafforzare la protezione per i circa 500mila lavoratori a progetto che avendo un solo committente si trovano in una maggiore emergenza. Valutiamo ulteriori aiuti per rafforzare l'indennità». Sembra un ripensamento rispetto alla tesi sostenuta dallo stesso ministro Sacconi fino a pochi giorni, quando spiegava che «gli ammortizzatori che abbiamo stanziato sono sufficienti». Probabilmente su questa virata del Governo ha inciso la proposta del leader del Pd, Dario Franceschini, di un assegno per i disoccupati, ma soprattutto la disponibilità a reperire nuove risorse manifestata dal ministro Tremonti. Sulla proposta del Pd, peraltro, il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha detto di considerarla valida «se circoscritta ai precari». Tornando alla legge 2 è previsto in via sperimentale, nel triennio 2009-2011, che i co.co.pro possano percepire l'indennità una tantum se verranno soddisfatte «in via congiunta» quattro condizioni: aver svolto la prestazione per un unico committente, avendo conseguito l'anno precedente un reddito tra 5mila e 13mila e 800 euro, con l'iscrizione alla gestione separata Inps per almeno tre mensilità nell'anno di riferimento. Infine per almeno due mesi nell'anno precedente non devono essere stati accreditati alla gestione separata. «Ben vengano nuove risorse per gli ammortizzatori – è il commento di Fulvio Fammoni (Cgil) –. Però agli annunci devono seguire atti concreti e tempestivi: non vogliamo fare sul "gruzzoletto" la stessa storia del "tesoretto"». Per Fammoni vanno anzitutto stanziate le risorse già disponibili: «L'accordo con le Regioni non è ancora operativo, in attesa dell'autorizzazione europea – aggiunge –, mentre del miliardo già disponibile nella legge 2 sono stati erogati ad oggi solo 151 milioni». Anche per Giorgio Santini (Cisl) l'aumento è «apprezzabile», ma servono «importanti miglioramenti» alla normativa anti-crisi del Governo, «innalzando l'indennità una tantum per i co.co.pro al 20-25% dell'ultima retribuzione», ed «estendendo le coperture dell'indennità di disoccupazione anche ai neoassunti che non riescono a raggiungere le soglie richieste per l'accesso». Duro il giudizio del numero uno della Uil, Luigi Angeletti: «Dal Governo abbiamo avuto solo parole – ha detto alla cerimonia per il 59° anniversario della Uil – in tempi come questi non bisogna parlare ma fare». Cauta la leader dell'Ugl, Renata Polverini: «Aspettiamo di conoscere l'entità delle nuove risorse annunciate da Tremonti che devono essere subito esigibili». Dall'opposizione Cesare Damiano (Pd), intervenendo ieri alla manifestazione dello Spi-Cgil, ha sottolineato che «le parole di Tremonti dimostrano il ritardo con cui il Governo sta prendendo atto della portata della crisi e la scarsità delle misure usate per fronteggiarla», il bonus annuale per i co.co.pro «non consente di arrivare fino alla fine di un solo mese». Ma oltre ai lavoratori del privato, la Cgil ha lanciato l'allarme sui 56.281 lavoratori precari della pubblica amministrazione che «perderanno il lavoro a partire dal 1° Luglio 2009».