LA PETIZIONE DA FIRMARE

martedì 7 ottobre 2008

Ispra, Ricci (Ex Apat): Si sono persi 7 anni

Roma, 7 ott (Velino) - Stabilizzare i precari, anche attraverso un intervento ad hoc per scongiurare la paralisi dell’Ispra. E’ questo il senso della lettera-appello inviata da Renato Angelo Ricci, presidente dell’associazione scientifica Galileo 2001 e già commissario dell’agenzia ambientale indirizzata al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. “Fin dal mio insediamento all’allora Anpa (poi Apat e oggi Ispra) ebbi il modo di conoscere (e la responsabilità di gestire) il problema del personale precario dell’Agenzia oggi posta sotto la Sua alta vigilanza. All’epoca – scrive Ricci commissario per il governo Berlusconi nel periodo 2001-2002 - fu mia cura condurre una approfondita analisi delle professionalità presenti all’interno dell’Agenzia. Ne emerse l’elevato livello di qualificazione tecnico-scientifica del personale, incluso quello precario, con particolare riferimento al personale più giovane. Per questo mi sono adoperato proponendo soluzioni adeguate per la sua definitiva stabilizzazione”. Ma le procedure di stabilizzazione non sono state portate a compimento e dunque “il problema è rimasto sostanzialmente irrisolto, al punto che oggi presso l’Apat-Ispra operano (alcuni di loro da quasi quindici anni!) circa 200 dipendenti assunti con contratto a termine (dopo concorso) e altrettanti precari a diverso titolo.

“Data l’elevata qualificazione del personale in oggetto, e considerato il ruolo fondamentale che esso ha svolto e continua a svolgere per l’operatività di un’Agenzia che ha funzioni insostituibili, mi permetto di rappresentarLe la necessità di risolvere stabilmente questo problema attraverso un’iniziativa politica specifica, qualora non fossero percorribili soluzioni di tipo gestionale e amministrativo nell’ambito del presente ordinamento. Si tratta a mio avviso di un atto di giustizia sostanziale che non mancherà di mettere nella dovuta evidenza la capacità operativa del Governo in carica”, conclude Ricci. Intanto i sindacati dell’Apat-Ispra hanno incontrato questa mattina il commissario della maxi agenzia ambientale Vincenzo Grimaldi. Al centro del tavolo il disegno di legge che abolisce la procedura di stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione firmato dal ministro Renato Brunetta che ha scatenato la mobilitazione con l’occupazione nei giorni scorsi della sede di Roma.

La maxi agenzia ambientale di recente istituzione e cioè l’Ispra ha riunito Apat, Icram e Infs e vi lavorano, a seguito di questo accorpamento, 1629 persone. Di questi i ‘precari’ (tra co.co.co e altre forme di parasubordinazione) sono circa 689 e per oltre 400 di loro il rischio è di andare a casa a partire da dicembre. Insomma una vera “doccia scozzese”. Diversa la posizione per altri 216 per i quali esiste una graduatoria già approvata dall’ex Apat e dall’ex Icram e che aspettano di essere assunti a tempo indeterminato avendo maturato più di tre anni di anzianità di servizio e gli altri requisiti previsti dalle Finanziarie 2007 e 2008. Ma in questo caso il perfezionamento della loro procedura di assunzione è subordinato al taglio del 10 per cento della pianta organica dell’agenzia prescritto per tutti gli enti pubblici dalla legge 133 approvata ad agosto. Insomma la partita dei precari dell’Ispra che - fanno notare dall’istituto svolgono circa il 90 per cento di tutto il lavoro - non è semplice: sul tavolo la richiesta di prorogare i contratti, indire concorso, lo stop all’applicazione dell’emendamento che blocca le assunzioni agli istituti di ricerca e un no secco al taglio del dieci per cento della pianta organica. E l’attesa cresce per l’incontro di domani con il ministro Renato Brunetta.

Si celebra la giornata mondiale per il lavoro dignitoso

07/10/2008

Solidarietà a tutte le persone, di ogni parte del mondo, in lotta per affermare condizioni di lavoro e di vita dignitose. CSdL e CDLS aderiscono all’iniziativa di sensibilizzazione voluta dalla Confederazione sindacale internazionale e dalla Confederazione europea dei sindacati, invitando i lavoratori ad osservare un minuto di pausa simbolica, alle 12, per un momento di riflessione. Perché nonostante il boom economico, la maggior parte della popolazione mondiale non ne ha beneficiato e non ha visto un miglioramento della propria vita.
La disoccupazione cresce in modo preoccupante e tante sono le persone sottoccupate o non pagate per il lavoro che svolgono. Metà della forza lavoro mondiale guadagna meno di 2 dollari al giorno. 12,3 milioni di uomini e donne lavorano in schiavitù. 200 milioni di bambini, minori di 15 anni, lavorano anziché andare a scuola. 2,2 milioni di persone muoiono ogni anno a causa di incidenti o malattie legate al lavoro, e soprattutto le donne sono spinte a vivere nella cosiddetta “economia informale”, senza protezione sociale, senza diritti e con lavori precari.
E nel 2006, al Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, i governi hanno adottato una dichiarazione ministeriale il cui primo articolo sottolinea la necessità di creare un ambiente a livello nazionale e internazionale che sia favorevole al raggiungimento di un’occupazione piena e produttiva e del lavoro dignitoso per tutti come fondamento per lo sviluppo sostenibile.

Precari: Con tagli a rischio anche monitoraggio eruzioni

A Istituto vulcanologia 3 ricerche su 4 realizzate da precari

Roma, 7 ott. (Apcom) - Continuare sulla strada dei tagli alla ricerca comporterà che "in caso di evento sismico o vulcanico, non sarà più possibile fornire al Dipartimento di Protezione civile e al ministero degli Interni, nelle modalità attualmente garantite, le informazioni necessarie per interventi tempestivi nelle aree interessate". A lanciare l'allarme sono i precari dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).

L'ente, sottolineano, nel 2008 è risultato, secondo i dati di sciencewatch.com, il primo istituto di geofisica al mondo per qualità di lavori e pubblicazioni. Al 75% di queste ricerche ha lavorato almeno un precario. Una condizione che è "la fisiologica conseguenza di quasi un decennio di blocco delle assunzioni e tagli delle piante organiche, cui la Finanziaria 2007 e la successiva intendevano porre un limite". Ma ora l'emendamento 37-bis prevede in tempi brevi la cancellazione di un percorso per l'assunzione del personale precario in possesso di precisi requisiti di anzianità lavorativa.

L'intera classe politica, dicono i ricercatori, riconosce che la ricerca in un paese civile non è un optional e che gli investimenti in questo settore pongono le basi per la crescita, lo sviluppo e la salvaguardia del Paese. Tuttavia, evidenziano, i finanziamenti e la retribuzione nella ricerca pubblica italiana sono fra i più bassi dei paesi sviluppati.

L'Ingv conta 1.000 lavoratori, il 40% dei quali con contratto a termine. "Minare il futuro di 400 lavoratori a termine - ammoniscono i precari - significa anche mettere in crisi tale sistema, oltre che creare le premesse per la perdita di personale altamente specializzato: i precari del settore della ricerca sono lavoratori che, nella maggior parte dei casi, hanno laurea, dottorato, idoneità a concorsi, esperienze di lavoro anche pluriennali all'estero e numerosi anni di formazione, costati centinaia di migliaia di euro alla collettività per raggiungere altissimi livelli di specializzazione".

Pa, Usi-Rdb: Confermato sciopero 17 ottobre

Roma, 7 ott (Velino) - Questa mattina, nell’ambito del presidio che ha visto oltre 1.000 precari manifestare con Rdb e Usi-Rdb davanti al ministero della Funzione pubblica, una delegazione sindacale ha incontrato alcuni rappresentanti del ministero. “Abbiamo chiesto con determinazione - ha dichiarato dopo l’incontro Claudio Argentini, vicesegretario nazionale di Usi-Rdb Ricerca - il mantenimento dei posti di lavoro dei precari attraverso l'applicazione dell'articolo 5 del Contratto Nazionale (conversione per co.co.co. e assegni di ricerca), insieme al rilancio del piano di stabilizzazione e un aumento delle piante organiche e dei fondi strutturali. Questo è quello che si deve fare se si vuole investire nella Ricerca pubblica, il resto sono chiacchiere. Dall’incontro - continua Argentini - è emerso inoltre che molte problematiche scaturiscono anche da quanto previsto dal protocollo sul welfare che, vale la pena ricordarlo, è stato firmato da quei sindacati che oggi tentano di mascherarsi da paladini dei precari”.

I rappresentanti del ministero hanno confermato che il ministro Brunetta inizierà un percorso di ricognizione del precariato nel settore Ricerca allo scopo di valutare meglio la situazione, sottolineando che le norme che hanno disposto la stabilizzazione restano al momento vigenti così come l'articolo 5 del contratto, che prevede per i contratti durata quinquennale. “In attesa del monitoraggio predisposto dal ministro – ha concluso Argentini -, l’atteggiamento riscontrato oggi va valutato positivamente ma con molta cautela. Certo è che non intendiamo interrompere le mobilitazioni fino a quando non avremo la certezza che i precari della ricerca manterranno il posto di lavoro e che si costruirà per loro una prospettiva di stabilizzazione. Il prossimo appuntamento è quello dello sciopero generale del prossimo 17 ottobre, appuntamento che vedrà i precari della ricerca partecipare massicciamente, contro le politiche di questo governo tese a smantellare tutto ciò che è pubblico, Ricerca compresa”.

CELLI, STABILIZZATI PRECARI IST. ZOOPROFILATTICO

(IMGPress) - (07/10/2008) - "Un'ottima notizia sul fronte della lotta alla piaga del precariato: con decorrenza dal 16 ottobre, saranno stabilizzati i lavoratori precari degli istituti zooprofilattici del Lazio. Finalmente si mette la parola fine alla lunga vicenda di quanti per anni hanno continuato a svolgere con grande professionalità una funzione strategica per la salute dei cittadini, nonostante la grave situazione di incertezza lavorativa" lo ha dichiarato in una nota Giuseppe Celli, capogruppo socialista alla Regione Lazio. "Per completare l'opera, occorre un ulteriore sforzo da parte della Giunta Regionale per la ridefinizione della pianta organica, indispensabile per la stabilizzazione di quei tecnici di laboratorio, che al momento non rientrano nel processo di regolarizzazione. La Regione deve dare una risposta alle legittime aspettative di chi da troppo tempo è intrappolato nel limbo del precariato; chi svolge un lavoro qualificato, delicato e fondamentale per la salute pubblica ha pieno diritto alla tutela lavorativa e alla valorizzazione professionale." ha aggiunto.

'Sapienza' occupata: "No ai tagli alle università"

(Dire) - ROMA - Occupazione simbolica, oggi, al rettorato dell'Università La Sapienza. Studenti (soprattuto dei collettivi) e precari dell'ateneo hanno manifestato simbolicamente contro i tagli previsti dal governo per l'università. Tutto è cominciato con un’assemblea nella facoltà di Fisica che ha visto la partecipazione di più di 400 studenti e decine di ricercatori, dottorandi e docenti.

L’assemblea si è espressa fermamente contro il decreto legge 112 (ora legge 133 del Parlamento) ed in particolare contro "i tagli al Fondo di finanziamento ordinario dell’università, contro il turn-over bloccato al 10% e contro la possibilità di trasformazione degli atenei in fondazioni di diritto privato".

Poi il corteo degli studenti si è diretto verso il rettorato e da lì l'occupazione temporanea. Gli studenti sono stati ricevuti dal rettore Luigi Frati, fresco di nomina, al quale è stato chiesto "il blocco dell’anno accademico". A seguito della mobilitazione è stata decisa la convocazione di un’assemblea d’ateneo, aperta a tutte le componenti, per giovedì 16 ottobre nell’aula magna del rettorato che vedrà "un ampio confronto volto ad una netta presa di posizione da parte delle istituzioni accademiche contro la legge 133".

Intanto il 9 ottobre, a Lettere, alle 11, si terrà una seconda assemblea di tutti gli studenti della Sapienza, che da oggi si dichiara in stato di agitazione permanente "contro la distruzione del sistema d’istruzione e di ricerca pubblico". Per questo, annunciano i ragazzi, "da domani molte lezioni saranno trasformate in momenti di dibattito, si terranno cortei comunicativi ed azioni in tutte le facoltà".

VERDI-PD, MOZIONE A SOSTEGNO DEI RICERCATORI PRECARI

(ASCA) - Roma, 7 ott - ''Abbiamo presentato oggi una mozione al Consiglio regionale affinche' la Regione Lazio si faccia promotrice di tutte le iniziative istituzionali e politiche possibili per sostenere i 4300 ricercatori e ricercatrici del Lazio che grazie ad un emendamento del Governo, si vedono d'improvviso rigettati nel limbo della precarieta' e dell'incertezza, dopo anni di promesse e nonostante l'avvio dei procedimenti di stabilizzazione''. Lo dichiarano in una nota i consiglieri regionali del Lazio Peppe Mariani(Verdi per la pace), Augusto Battaglia ed Enzo Foschi(Partito Democratico-L'Ulivo).

''Il Governo infatti - dichiarano i consiglieri - all'interno della Finanziaria 2009, si accinge ad approvare un emendamento con il quale si sopprimono le disposizioni in materia di stabilizzazione del personale precario contenute nella precedenti finanziarie nazionali''.

''I ricercatori precari - spiegano i consiglieri - colpiti dal provvedimento di Brunetta solo nella nostra Regione sono 4300, senza considerare gli oltre 7000 lavoratori che provengono dal mondo dell'Universita'''.

Senatori Pd, mozione contro disoccupazione e precariato

Roma, 7 ott. (Apcom) - Una mozione sull'occupazione è stata presentata dai 119 senatori del Pd, primi firmatari la presidente del Pd al Senato Anna Finocchiaro, i vicepresidenti Luigi Zanda e Nicola Latorre, assieme a componenti della commissione Lavoro come Treu, Nerozzi, Ichino, Passoni. La mozione impegna il governo "ad adottare misure urgenti per contrastare la grave crisi occupazionale nel Paese, combattere la precarietà del lavoro e incentivare l'inclusione dei soggetti oggi sottorappresentati, con particolare riferimento: alle donne, attraverso il rafforzamento degli strumenti di conciliazione fra lavoro e vita personale, l'introduzione di un credito fiscale ad hoc per le lavoratrici madri, l'estensione della rete dei servizi all'infanzia; agli ultra cinquantenni, attraverso incentivi al prolungamento dell'età pensionabile e benefici fiscali alle imprese che li assumono; ai giovani, per mezzo del potenziamento degli obblighi/diritti di formazione e dell'arricchimento dei contenuti formativi dell'apprendistato". La mozione impegna inoltre il governo a "sostenere il potere d'acquisto di pensioni e salari e a garantire la dignità e l'adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori giovani e precari, attraverso rispettivamente la piena indicizzazione delle pensioni, il riconoscimento della 'quattordicesima' alle pensioni più basse, secondo la formula sperimentata dal Governo Prodi, l'aumento delle detrazioni per i redditi da lavoro dipendente, la detassazione e decontribuzione dei premi di produttività e la fissazione, nell'ambito di intese con le parti sociali, di un livello minimo di retribuzione per i lavoratori non coperti da contrattazione collettiva". La mozione del Pd prevede inoltre che il governo dovrà "potenziare il sistema degli ammortizzatori sociali, estendendolo a tutte le forme di lavoro, anche atipiche. Infine, dovrà operare per la massima possibile apertura del tessuto produttivo nazionale agli investimenti stranieri, attivandosi per attirare in Italia il meglio dell'imprenditoria mondiale". Nella mozione si sottolinea che "nonostante la situazione di crisi occupazionale già in atto nel Paese, il Dpef triennale e la manovra finanziaria, approvata in luglio, hanno aggravato il quadro economico generale con misure di carattere recessivo orientate a una riduzione degli investimenti pubblici senza precedenti e ad un taglio generalizzato di comparti di spesa cruciali per la salvaguardia dei livelli delle prestazioni pubbliche in favore dei cittadini".

Il ministro Brunetta, la precaria ganza e la contrattazione postmoderna

Niente sindacati, picchettaggi, tavoli di discussione: nella scorsa puntata di “Domenica in”, mentre la Parietti e Cucuzza parlavano di statali fannulloni – con intervista registrata di Giletti al ministro della Pubblica amministrazione – è andato in onda il primo esempio di nuova contrattazione postmoderna, qualcosa a mezza strada tra “C’è posta per te” e “Carramba, che sorpresa”. Protagonista di questa prima assoluta, a parte Brunetta, è Valentina Benni, precaria da dodici anni all’Istituto formazione lavoro, una laurea americana e una italiana, neomadre (ha lavorato fino all’ottavo mese ed è tuttora in maternità) e soprattutto autrice di uno dei cento progetti di buona amministrazione segnalati dal ministero come “esempi di grande professionalità, di innovazione, di coraggio nello sperimentare nuove soluzioni volte a ridurre i costi, migliorare i servizi, rispondere meglio alle esigenze di cittadini e imprese”. Per colpa del famoso emendamento alla Finanziaria che sembrava rimandare ai blocchi di partenza cinquantamila precari, la pur lodatissima Benni aveva visto sfumare l’assunzione. Ma non ha perso tempo con presìdi e striscioni. Un paio di interviste a giornali e radio, un invito con intervento a “Domenica in” e il suo caso si è chiarito. In diretta, ha incassato una specie di “nulla osta” all’assunzione: “Non c’è emendamento che possa impedire all’Isfol di assumerti, se vuole farlo”, l’ha rassicurata con tono confidenziale Brunetta. Si prevedono emulazioni.

Precari. AAA vendesi cervello Rdb-Cub contro la norma 'ammazzaprecari'

Si sono riuniti questa mattina nei pressi di palazzo Vidoni i precari delle amministrazioni pubbliche e in particolari i ricercatori di diversi centri queali INEA, CRA, ISFOL, INRAN, ENEA, ISS e INGV. Lo slogan della manifestazione è stato 'AAA vendesi cervello' a sottolineare la crisi che l'emendamento 'ammazzaprecari' presentato dal ministro Brunetta, porterà nel mondo della ricerca con l'uscita dai centri di migliaia di giovani e meno giovani ricercatori.
Sono scesi in protesta i precari delle pubbliche amministrazioni Rdb-Cub, contro i provvedimenti messi in atto dal ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta. Questa mattina, a Piazza Vidoni, accanto all'omonimo palazzo, sede del dicastero di riferimento, si sono riuniti precari degli istituti di ricerca per chiedere l'annullamento dell'emendamento all’articolo 37 del 1441- quater, che di fatto vieta alle pubbliche amministrazioni la riassunzione dei dipendenti dopo la scadenza dei contratti di lavoro di collaborazione coordinata e continuativa e i così detti contratti di lavoro subordinato.
«Noi chiediamo il ritiro totale dell'emendamento, cioè il completamento di tutti i processi di stabilizzazione del pubblico impiego – spiega Carmela Bonvino, rappresentante sindacale Rdb - e addirittura chiediamo che vengano stabilizzati quei contratti come co co co, contrattisti, ricercatori ecc, che sono stati esclusi dai provvedimenti dei precedenti governi».
Lo slogan scelto da tutti i precari presenti, provenienti da INEA, CRA, ISFOL, INRAN, ENEA, ISS e INGV, è “AAA vendesi cervello”. Durante la protesta i precari di Usi-RdB hanno dato vita al “mercatino dei cervelli”, con la conseguente spedizione dei pacchi nei centri di ricerca internazionali. Intanto si moltiplicano le attestazioni di solidarietà ai precari che provocatoriamente si sono messi all’asta su E-bay per denunciare la svendita delle professionalità determinata dai provvedimenti 'ammazzaprecari' del governo.

NON ABBOCCHIAMO ALL’ESCA DELLA “LAVAGNA INTERATTIVA”

Complimenti sig.ra ministra Gelmini…Ottima mossa quella delle 10.000 lavagne interattive da 2.000 euro l’una (sbaglio o fanno 20.000.000 di euro?) da regalare alle scuole di tutta italia (o forse solo quelle del nord?).
In un momento in cui la scuola italiana versa in condizioni penose (strutture edilizie precarie, arredi sgangherati all’interno di laboratori dotati di “ottime” bacinelle per la raccolta delle acque piovane, classi improvvisate in locali deposito con intonaci che vengono giù dal soffitto, scale che crollano…) che cosa si fa…? Si cerca ovviamente di salvare l’immagine di efficienza del nuovo governo, gettando acqua sul fronte delle proteste che infuocano in tutta Italia da parte di docenti, studenti e famiglie, a seguito dei tagli che impazzano di qua e di là senza alcuna razionalità.
Ma come fare?…Si chiedono Berlusconi, Gelmini-Brunetta e Tremonti ( saranno i tre…più uno, moschettieri?)
Ma sì, introduciamo nuovamente l’uso del vecchio grembiulino, poi ripristiniamo il cinque in condotta, così capiranno che facciamo sul serio, magari punendo i docenti finti malati che si vedranno decurtati soldi dallo stipendio (e quelli veri?... Già, quelli veri, … ma sì, chi se ne frega..). Riproponiamo la figura del maestro unico, stile “Libro Cuore”, riesumando la nostalgica figura del buon maestro dei vecchi tempi…Dopo tutto gli italiani sono dei romanticoni (…con cosa fa rima?), quindi accoglieranno con favore il “ritorno al passato” di una scuola che deve “proiettarsi al futuro”…!!!???.
Infine, per non rendere troppo l’idea di un governo che pensa solo a fare cassa con le tasche dei poveri docenti precari, rimasti nel frattempo in mezzo ad una strada, convochiamo una bella conferenza stampa (protagonisti i tre moschettieri) giusto per riconquistare quella fiducia dell’opinione pubblica andata un po’ allo sfascio e rilanciare l’immagine della riforma nella scuola. Una conferenza nel corso della quale si continui a gettare acqua sulle proteste, citando la condizione economica di insegnanti mal pagati, con stipendi molto al di sotto della media europea, ostentando ancora una volta lo slogan “meno docenti, meglio pagati” (come dire…chi l’ha spuntata meglio per lui, gli altri…vadano a quel paese). Raccontiamo ancora una volta l’ennesima “balla” di una riforma di successo, condivisa dalle famiglie italiane (ma quali sono queste famiglie se sono tutte scese in piazza a manifestare con studenti e docenti?). Poi riconquistiamo la fiducia degli studenti regalando mille euro ad un gruppetto di ragazzi che si sono distinti agli esami di stato con un bel cento e lode (saranno stati ancora una volta raccomandati da qualche onorevole o ministro?). Infine presentiamo agli italiani la rivoluzionaria invenzione del secolo: la “lavagna interattiva” …Bellissima…. Finalmente non usi gesso, né spugnetta…Con un semplice movimento delle braccia, apri e chiudi cartelle, esegui applicazioni di qualunque disciplina, disegni rette, cerchi e parabole…(e quando va via la luce?....Anche l’Enel taglia i fili della corrente elettrica… Catania ne sa qualcosa…purtroppo!!).
Mi consenta una domanda, caro presidente del consiglio: ma quale società o gruppo imprenditoriale provvederà alla fornitura di queste lavagne interattive e/o dei necessari software didattici compatibili con il loro uso? Non c’entreranno per caso alcuni membri della C.A.I. (cordata salva-Alitalia) convinti in extremis a rilevare ciascuno una quota dell’Alitalia in cambio di un qualche favore personale da parte del Premier? (Considerazioni spontanee nate fra i molti insegnanti precari e non precari della scuola che hanno a che fare con problemi molto più seri di una lavagna).
No!…Non ci caschiamo! Come spero non ci ricadano tutti coloro che hanno dato fiducia con il loro voto a questo governo, illusi dalle promesse di un fantomatico personaggio che ha fatto credere di essere lui solo capace di risolvere tutti i problemi dell’Italia. Come? Facendo quadrare i conti con un colpo di bacchetta magica (…in effetti c’è riuscito a far quadrare i conti, ma soltanto quelli propri…con la giustizia) e risolvendo il precariato con un bel paio di forbici, tagliando i posti nella scuola come fossero capelli aggrediti dai pidocchi e tagliando le gambe ai precari come si fa con le zecche per scongiurare il pericolo di infezioni parassitarie..(…e anche lì c’è riuscito a colpi di Decreti Legge).
Noi non ci appelliamo più alla ministra, che finora ha mostrato la sola capacità di sostenere una riforma che era già stata decisa a tavolino, né tanto meno ad un presidente del consiglio che aveva già da tempo emesso la sentenza di condanna della scuola pubblica, definendola “un potere forte nelle mani della sinistra” (cosa che sarà sfuggita a molti). Noi ci appelliamo a tutti quei parlamentari e senatori che, prescindendo dal colore politico, avranno quel minimo di buon senso che permetta loro di sfuggire ogni tanto dalle logiche di partito ed affermare che la scuola deve essere un bene condiviso da tutti e non un male da curare ricorrendo all’eutanasia!
GIOVANNI LANAIA

Pd: Il governo sta attuando controrifoma silenziosa

Meno diritti e più precariato, meno controlli giudiziari

Roma, 7 ott. (Apcom) - Il governo sta mettendo in atto una controriforma silenziosa del mercato del lavoro. La denuncia del Pd arriva con la presentazione di un libro-documento curato da Cesare Damiano e dai componenti della commissione Lavoro della Camera in cui vengono raccolte tutte le misure che l'esecutivo ha introdotto in provvedimenti diversi e che intaccano "i diritti dei lavoratori e le loro tutele".

"Il governo ha imparato la lezione dopo lo scontro frontale sull'articolo 18 e ora ha scelto la strada di cospargere in modo nascosto e silenzioso i decreti di normative che riguardano il lavoro e lo stato sociale che messe insieme danno l'idea della gravità dello smantellamento in atto - ha detto il viceministro ombra del Lavoro -. Nei decreti della prima ondata il governo ha manomesso il Protocollo del 23 luglio 2007 modificando i contratti a termine e introducendo una norma incostituzionale sui risarcimenti, ha cancellato la tutela da licenziamento in bianco, ha portato alla disapplicazione del testo unico sulla sicurezza nel lavoro, diminuendo le sanzioni per le imprese". Insomma sotto l'insegna della "semplificazione normativa si porta avanti un disegno di deregolazione del mercato del lavoro e delle tutele", ora, avverte Damiano "c'è la seconda ondata con il ddl 1441 quater che cancella la stabilizzazione dei precari, che noi siamo riusciti a rinviare al 2009 e che avrebbe portato al licenziamento di 60-80mila persone giovani e non nella pubblica amministrazione".

Giuseppe Berretta ha sintetizzato con uno slogan l'azione del governo: "Meno diritti, più precariato, meno controllo, soprattutto giudiziari. Il governo vuole infatti complicare il processo del lavoro facendo venir meno i tentativi di conciliazione e proponendo l'alternativa dell'arbitrato a pagamento". Luigi Bobba ha ricordato che il Pd ha presentata sotto forma di mozione in commissione tutte le proposte in materia di lavoro.