LA PETIZIONE DA FIRMARE
giovedì 19 marzo 2009
Ecco come ci vede l'Italia
Sono anni che ti fai il culo? Lavori 9/10/11 ore al giorno? Svolgi il tuo lavoro senza che ti venga riconosciuto? Sei sotto pagato?
IMPOSSIBILE!!!!! RICORDATI CHE SEI UN FANNULLONE CHE RUBA I SOLDI A I DIRIGENTI CHE NON POSSO ANDARE IN VACANZA E AI POVERI IMPREDITORI DEL NORD CHE NON POSSONO ESSERE FINANZIATI A DOVERE PERCHE' TU' GLI PORTI VIA I LORO SOLDI !!!!
Alcuni commenti di "fannulloni" comuni:
- Nella puntata di ieri avete mostrato una connotazione orribile dei dipendenti pubblici non distinguendo le persone oneste da quelle disoneste. Avevo più fiducia nel programma, mi dispiace. Credo bisogna fare una nota correttiva e specificare che non tutti i lavoratori pubblici siano come quelli segnalati dalla vostra trasmissione!
- La puntata di ieri ha mostrato più truffe "materiali" , la carta, gli sprechi negli acquisti, che non l'assenteismo. In ogni caso la macchina va avanti , come tutti hanno detto in studio, perchè la maggior parte degli statali lavora nonostante gli esempi che vengono dall'alto.Piuttosto non possiamo "licenziare" i politici assenteisti, perchè secondo l'ultima legge elettorale, non vengono scelti direttamente ma dalle segreterie dei partiti.
- Due perle del quasi Nobel Brunetta, nella trasmissione del 18/03:
1) "Il Comune di Portici ha 200.000 abitanti, è il terzo Comune della Campania".
Portici ha 60.218 abitanti (censimento Istat 2001) ed è l' 11° Comune della Campania per numero di abitanti. Magari farglielo notare ...
2) Con la sua Legge vengono "tolti" (tra l' altro) "i buoni pasto a chi è assente per malattia".
I buoni pasto spettano DA SEMPRE solo a chi è in servizio ed in base all' effettuazione di un certo numero di ore. Magari farglielo notare ... - La Pubblica Amministrazione è fatta di mille realtà, la trasmissione ne ha mostrata solamente una, quella che ha voluto evidenziare. Ci sono anche persone che lavorano onestamente, dirigenti che controllano, precari che lavorano presso enti pubblici da anni senza garanzie per il futuro.
- Ho visto la trasmissione, fino ad un certo punto, poi indignata ho spento la tv. Come al solito si e' dato voce ad un solo pensiero, quello di far apparire la pubblica amministrazione fatta solo di fannulloni. Ad un certo punto anche il Ministro Brunetta ha detto, che, nonostante la mancanza di controlli da parte dei dirigenti, (non c'e' padrone), la macchina della P. A..miracolosamente va avanti. Ma Quale miracolo! a quale Santo dobbiamo rivolgerci? Non si tratta di miracolo, ma di una larga fascia di dipendenti onesti che tutti i giorni fanno il loro dovere per soddisfare l'utenza e migliorare i servizi anche in mancanza di supporti necessari (carta, cancelleria o computer per esempio).
Io ritengo che un Ministro con grandi competenze come Brunetta, mettendo in campo una politica di informazione e di controlli, oggi facilitata dal telematico, ha la possibilità di controllare i responsabili, a partire dai dirigenti sia centrali che periferici che non fanno il loro dovere anzi avallano comportamenti ed atti illeciti, a individuare quelle fasce della P.A. che non funzionano per assenteismo dei dipendenti. Vorrei ricordare che la visita fiscale in caso di malattia dei dipendenti pubblici, e' uno strumento che c'e' sempre stato, non e' una invenzione del Ministro Brunetta. Se non e' stato applicato se ne chieda conto ai dirigenti preposti. La novità che il Ministro ha introdotto e' l'arresto ai domiciliari dei pubblici dipendenti in caso di malattia, non considerando situazioni particolari, ad es. di persone sole, e non considerando la disparità di trattamento tra pubblico e privato (fascia oraria per privato 10-12e 15-17, per pubblico 8-13 e 14-20).Si ricorda che le fasce orarie sono state introdotte dopo battaglie sindacali e sentenze della Corte di Cassazione per poter permettere agli ammalati con patologie non gravi di poter svolgere quelle incombenze giornaliere necessarie.
Lo stesso MInistro ha votato per l'indulto che ha messo in libertà migliaia di delinquenti con reati ben più gravi della malattia del pubblico dipendente. Per concludere il mio pensiero credo non sia giusto e non fa onore a nessuno sparare sul mucchio indiscriminatamente, ma ritengo più corretto ed efficace individuare l'inefficienza e la scorrettezza di quella parte della P.A., di porvi rimedio con provvedimenti mirati.
Infine vorrei far presente che in caso di assenza per malattia la decurtazione sullo stipendio relativa al salario accessorio (come più volte ha tenuto a ribadire il Ministro) non è uguale per tutti i pubblici dipendenti. Si passa per esempio da un minimo di 8 € (insegnanti) per arrivare anche a 30 €. al giorno per i colleghi del giovane dipendente Inail invitato nella trasmissione del 18/03/2009.
Questo perchè il salario accessorio non e’ uguale per tutti ma dipende dalle contrattazioni fatte negli anni precedenti per i rinnovi contrattuali, e dal corporativismo di alcune categorie, che hanno ottenuto gli aumenti contrattuali inclusi nello stipendio tabellare, tra l’altro pensionabile al 100%; ed altre sotto forma di salario accessorio. Una ulteriore discriminazione fra gli stessi dipendenti della P.A. Contrariamente da quanto affermato dal Ministro che la perdita retributiva in media e’ di 11-15 euro giornaliere , siamo pronti a inoltrare cedolino stipendio attestante quanto affermato.
Scusate per lo sfogo ma ci siamo sentite in dovere di spiegare meglio argomentazioni che non riteniamo corrette . - non è vero che quando un dipendente pubblico è assente per malattia gli viene detratto il buono pasto!!!!!!!!!!! Sono una dipendente del M.I.U.R. è ho fatto disgraziatamente 5 gg a Gennaio di assenza per malattia .... ho caricato personalmente le assenze al Sistema Assenze.net del MEF.GOV.IT e mi sono stati detratti circa 10 euro di compenso accessorio.... vorrei sapere quanto viene detratto al Ministro Brunetta e a tutti i parlamentari quando malauguratamente si dovessero "incontrare/scontare " con l'influenza che colpisce ANCHE I DIPENDENTI PUBBLICI.... Purtroppo..... Vi sembra una cosa giusta colpire nel mazzo tutti i dipendenti......... Prima di parlare a migliaia di persone dovrebbe anche sapere che cosa significa COMPENSO ACCESSORIO..........................
- Mi piacerebbe che la prossima trasmissione fosse dedicata alla gente che "lavora" nella P.A.
E' chiaro che se la macchina bene o male cammina, molti sono al loro posto a lavorare.
Basta è ora che la fate finita di denigrarci!!! - sono in parte d'accordo con il ministro brunetta, non ha tutti i torti, ma non per questo bisogna sparare nel mucchio!
le persone da punire si conoscono bene e sono facilmente rintracciabili, ma non si vogliono nè possono colpire per una questione di clientelismo(per usare un eufemismo).
ci sono moltissimi dipendenti pubblici apprezzabili e dignitosi, molti altri indegni! bisogna distinguere e farlo bene.
ieri sera la trasmissione è stata deludente! solo una parte, quella marcia, è stata evidenziata, alimentando il sentimento di rancore contro quei dipendenti che nonostante lavorino, sono additati e denominati fannulloni e ricchi!
peccato, la trasmissione ha perso credibilità! - SEMPLICEMENTE "VERGOGNOSA" E A "SENSO UNICO" LA PUNTATA "CONTRO" IL PUBBLICO IMPIEGO!
Senza "vero" contraddittorio non c'è informazione e si nega la democrazia ad un paese che ha sconfitto il fascismo, ma non il partitismo e la lottizzazione di stampa e televisione! Le veline tornino a fare le veline e i giornalisti ...giornalismo d'inchiesta! - HAI ragione Nadia, ma purtroppo ci sono molti tuoi colleghi che non fatto niente, si fregano lo stipendio senza lavorare!
- La D'amico non a mai fatto la velina!voi statali i fannulloni si!!!
- Sono anche io una dipendente Inail come il ragazzo che ha parlato. Anzi mi piacerebbe sapere il cognome se possibile, tanto non credo che ci siano problemi di privacy visto che si è coraggiosamente presentato in Tv.
Forse avreste dovuto dargli più spazio.
Il ministro Brunetta minimizza la detrazione per la malattia, che nel caso del ragazzo diceva essere 17 euro. Nel mio caso sono quasi 28. Al posto del ragazzo non mi sarei vergognata di dire che con i tempi che corrono, i 17 euro possono essere VITALI per fare la spesa per un giorno! E vorrei precisare che il dato che improvvisamente i dipendenti pubblici sono guariti è una cavolata non solo per quello che ha detto il ragazzo, e cioè che si va in ufficio anche con la febbre a 40°, ma che se - come nel mio caso - hai parecchie ferie, pur di non farti togliere i soldi ti metti in ferie invece che in malattia. Ma queste cose il ragazzo che è intervenuto le sa meglio di me ma non gli avete dato la possibilità di parlare perchè ovviamente era molto più importante che parlasse il Ministro no? Anche io avevo più fiducia nella trasmissione e ne LA7 ma non vorrei che non siate più liberi di parlare???? - Cara Tania, tu che lavoro fai?
Tornando all'argomento della puntata vorrei far presente che per gli statali è stato previsto il controllo medico dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20. Se una persona è sola (e non dite che non ci sono) dove va dalle 13 alle 14 a trovare una farmacia aperta e non si regge in piedi perchè sta male? Si perchè si da il caso che anche i pubblici dipendenti si ammalano veramente! - avrei voluto aggiungere qualcosa sui permessi retribuiti previsti dalla L.104 quando vanno a colpire i genitori dei figli disabili. e avrei voluto anche aggiungere che non tutti i dipendenti pubblici sono tali pervolontà ma perchè spesso l'attività imprenditoriale è di fatto negata. su questo due conti non li ha mai fatti nessuno.
e avrei anche voluto dire come donna e madre di figlia disabile la realtà mobbing che esiste discrimina fino al confino lavorativo .. purtroppo pur avendo fatto il servizio e pur essendo in studio non c'è stata occasione.è vero che il lavoro va conservato perchè serve a fare la spesa, ma l'essere umano è fatto di dignità e non è bello per nessuno attendere 7 ore nella speranza che sia qualcosa da fare .... - Il ministro Brunetta ha dato ancora una volta esempio di ingnoranza e di demagogia. La trasmissione della sig.ra D'Amico, invece, di vergognosa compartecipazione allo show del Ministro, senza contraddittorio.Ignoranza in quanto contrapponendosi a ciò che diceva l'impiegato Inail intervenuto alla vostra trasmissione, affermava che per i giorni di malattia viene decurtato "solamente" il salario accessorio. Vorrei far osservare al Ministro ignorante che la decurtazione dalla cosiddetta indennità di amministrazione (diversa tra le varie amministrazioni) era già prevista dalla CCNL del pubblico impiego fino ad un massimo di 15 gg di assenza per malattia. Oltre il 15esimo giorno di malattia la decurtazione non veniva operata. Non venivano corrisposti ticket nemsa e si perdevano anche le somme previste dal Fondo unico di amministrazione. Ora i provvedimenti adottati con il D.L.112 prevedono una decurtazione maggiorata dell'indennità di amministrazione (se prima erano 5 euro al giorno ora sono 15) per tutti i giorni di malattia fruiti (senza limite), oltre alla perdita sulla altre voci del salario accessorio. Fatevi i conti e per 10 giorni di malattia si possono perdere anche oltre 200 euro . Grazie Ministro. Il medesimo Brunetta confrontandosi con il sindaco di Portici non faceva altro che reiterare le richieste dei dati sulle assenze del personale: quando si interesserà dei presenti in Ufficio? Il Ministro Brunetta andrebbe denunciato alla Corte dei Conti per danno erariale: con i suoi provvedimenti demagogici (tendenti solo a far odiare la P.A dalla pubblica opinione per raccogliere consensi elettorali)ha obbligato le amministrazioni a richiedere la visita fiscale anche per un solo giorno di malattia del dipendente. Qualcuno si è mai chiesto se questo non è uno spreco di denaro pubblico? Qualcuno ha mai detto che questo spreco lo pagano i suoi 60 milioni di utenti-elettori? La trasmissione dovrebbe essere rifatta prevedendo un contradditorio serio e non un comizio pre-elettorale cara sig.a D'Amico....
- DISABILI - AUSILI:
Egregio Ministro Brunetta, finalmente c'è chi ha messo il dito sulla piaga degli Ausili. Sono più di 20/25 anni che le cose funzionano così, questo solo per le lobby che hanno il potere di controllare e condizionare questo mercato. Il nomenclatore tariffario protesico oltre ad essere uno strumento vecchissimo e mai aggiornato, riporta costi di spesa massima, si pensi Lei se chi fornisce ha l'interesse di offrire un prezzo equo e non il massimo. E ovvio che tutte le attività devono avere dei margini operativi, ma il 400/500 % mi sembra proprio un furto ai danni della comunità. Inoltre basta con questi tecnici che girano per gli ospedali e fanno "bottega" dentro all'ospedale. Ad ognuno i suoi ruoli. E poi basta con le lobby delle gare d'appalto che si aggiudicano le forniture degli ausili per anni interi fornendo solo quello che a loro costa meno per trarre il massimo profitto, acquistando i prodotti nei mercati Asiatici e facendo morire letteralmente le aziende che producono in Italia questi prodotti. Tutte queste Aziende stanno per morire, lasciano a casa i dipendenti, tutto questo perchè non c'è il libero mercato e una giusta e leale concorrenza per le forniture. Tutti possono e debbono fornire i prodotti, se ne hanno i requisiti. E' il medico che deve prescrivere il prodotto adatto, ed il paziente o famigliare deve rivolgersi al proprio rivenditore di fiducia, pur che rispetti i prezzi imposti dal tariffario nazionale. Le classificazioni sono già in atto (CND) basta interpellare il Ministero della Salute e farsi dare gli elenchi dei produttori, e quelli interpellarli per avere un quadro vero dei costi. Diamo precedenza al prodotto Europeo vista la crisi, altrimenti è un coltello a due lame. Facendo così Le posso assicurare che la spesa Pubblica in questo settore sarà enormemente diminuita. Ultima cosa, perchè le gare di fornitura le vincono solo 3 o 4 aziende che sono nate, cresciute in tutt’altro ambito ? Provi ad interpellare le varie ASL e si renderà conto che tutti questi ausili vengono forniti da chi fornisce il servizio domiciliare legato all’ossigeno. E tutte le altre aziende come vivono ?
Inps in attivo per 11 mld grazie a precari e co.co.co.
Il presidente Mastrapasqua contrario alla riforma delle pensioni. Critico Cazzola (Pdl), la Ue ci obbliga a tenere la spesa sotto controllo.
Il 2008 dell'Istituto nazionale di previdenza sociale si è chiuso con un attivo monstre di oltre 11 miliardi. Grazie soprattutto ai contributi dei precari e dei parasubordinati. Lo scorso anno l'Inps ha registrato un avanzo di gestione di 11.275 milioni di euro (+21,5% rispetto al 2007), [...]
Riammessi emendamenti sui precari
Recuperate nel dl incentivi anche le norme a favore dei lavoratori ammalati per contatto con l'amianto
ROMA - Le commissioni Finanze e Attività produttive della Camera hanno riammesso gli emendamenti su precari, lavoratori ammalati per contatto con l'amianto e allentamento del patto di stabilità interno degli enti locali.
ERANO STATI DICHIARATI INAMMISSIBILI - Gli emendamenti erano stati dichiarati inammissibili ma sono stati riammessi, grazie ad un accordo con l'opposizione. Contemporaneamente sono stati riammessi alcuni emendamenti del Pd su deducibilità degli interessi passivi, abbattimento al 20% dell'acconto Ires e Irap e il cosiddetto forfettone.
Dl incentivi, novita' su precari
(ANSA) - ROMA, 18 MAR - Sbloccato il pacchetto sulle novita' per i precari e il taglio dei tempi per l'erogazione degli ammortizzatori sociali. I relatori al dl incentivi, all'esame delle commissioni Attivita' produttive e Finanze della Camera, hanno infatti presentato emendamenti in questo senso, giudicati ammissibili. Nel pacchetto c'e' la norma sul raddoppio dell'indennita' di disoccupazione per i collaboratori a progetto, e la velocizzazione nell'erogazione degli ammortizzatori sociali.
Dl incentivi, accordo bipartisan riammesso il pacchetto precari
Le norme erano state dichiarate inammissibili, oggi la marcia indietro
Previste nuove regole per la Borsa, la lotta all'evasione e i Comuni
ROMA - Le commissioni Finanze e Attività produttive della Camera hanno riammesso gli emendamenti al decreto legge sugli incentivi auto, su precari, lavoratori soggetti a patologie perché lavoratori dell'amianto e allentamento del patto di stabilità interno degli enti locali. Gli emendamenti, che erano stati dichiarati inammissibili, sono stati riammessi grazie a un accordo con l'opposizione. Via libera anche a nuove norme su Borsa, ministeri e lotta all'evasione.
I ripescati. I presidenti delle commissioni hanno riammesso anche 13 proposte a firma di parlamentari. Tra queste, non c'è quella che riguarda il tetto agli stipendi dei manager avanzata dalla Lega, mentre sono state ripescate alcune disposizioni fiscali, come quelle proposte dal Pd: la revisione della indeducibilità della svalutazione dei crediti Ires, il "forfettone" per i redditi fino a 70 mila euro, la riduzione del 20% del primo acconto Irpef.
Pacchetto precari, la riammissione. Lo stop all'emendamento sui precari aveva provocato la reazione dei sindacati: "E' indecente" aveva detto il leader Cgil, Guglielmo Epifani, "incredibile - gli aveva fatto eco il segretario della Uil, Luigi Angeletti - non si può fare un provvedimento mettendo patate, carciofi e bulloni". Decisa era stata l'apertura del presidente della Camera Gianfranco Fini che aveva consentito l'avvio della diplomazia per un ripescaggio: "Se c'è un largo consenso tra i gruppi, la presidenza ne prende atto" aveva spiegato. E così è stato.
I ripescati. I presidenti delle commissioni hanno riammesso anche 13 proposte a firma di parlamentari. Tra queste, non c'è quella che riguarda il tetto agli stipendi dei manager avanzata dalla Lega, mentre sono state ripescate alcune disposizioni fiscali, come quelle proposte dal Pd: la revisione della indeducibilità della svalutazione dei crediti Ires, il "forfettone" per i redditi fino a 70 mila euro, la riduzione del 20% del primo acconto Irpef.
Pacchetto precari, la riammissione. Lo stop all'emendamento sui precari aveva provocato la reazione dei sindacati: "E' indecente" aveva detto il leader Cgil, Guglielmo Epifani, "incredibile - gli aveva fatto eco il segretario della Uil, Luigi Angeletti - non si può fare un provvedimento mettendo patate, carciofi e bulloni". Decisa era stata l'apertura del presidente della Camera Gianfranco Fini che aveva consentito l'avvio della diplomazia per un ripescaggio: "Se c'è un largo consenso tra i gruppi, la presidenza ne prende atto" aveva spiegato. E così è stato.
I Comuni. L'emendamento prevede un patto di stabilità interno più morbido per le amministrazioni virtuose. La norma si applica a quei Comuni e a quelle Province che abbiano rispettato il patto nel triennio 2005-2007, che abbiano un rapporto tra numero di dipendenti e abitanti inferiore alla media nazionale individuata "per classe demografica" e che abbiano "registrato, nell'anno 2008, impegni per spesa corrente al netto delle spese per adeguamenti contrattuali del personale dipendente, compreso il segretario comunale e provinciale, di ammontare non superiore a quello medio corrispondente del triennio 2005-2007".
Borsa. Nuove norme per consentire una maggiore "difesa" delle società quotate in Borsa e garantire una maggiore informazione del mercato. L'emendamento ritocca alcune soglie previste dal testo unico finanziario. La Consob - prevede il testo - per tutelare gli investitori potrà ridurre la soglia, ora al 2% del capitale, per richiedere comunicazioni al mercato: in caso di trasgressione, le sanzioni possono arrivare a 2,5 milioni di euro. Passa poi dal 3 al 5% la soglia per l'acquisto di azioni senza l'obbligo di lanciare l'opa totalitaria da parte di chi possiede tra il 30 e il 50% di un società. Viene infine portata dal 10 al 20% la soglia possibile di acquisti di azioni proprie (buy back), considerando entro questa quota anche quelle possedute dalla controllate.
Sblocco crediti e lotta all'evasione. L'emendamento consente lo sblocco dei crediti maturati durante il 2008 da parte dei fornitori nei confronti della pubblica amministrazione. Inoltre, potrebbero arrivare 8 milioni di euro in più per favorire la formazione dei dipendenti del fisco per la lotta all'evasione. Un emendamento firmato dai relatori aumenta, infatti, di 4 milioni i fondi per il 2009, previsti dal capitolo di bilancio per l'espletamento delle attività di prevenzione e repressione dell'evasione e dell'elusione fiscale.
L'ammazza precari
di Massimo Franchi
Il nome rende bene l’idea. Non una legge unica, ma un insieme di norme, emendamenti, circolari e decreti legislativi che avranno come effetto la scomparsa di circa 200 mila precari, di cui più di 50 mila già dal primo luglio. Il tutto al netto dei circa 240 mila nominativi delle graduatorie ad esaurimento della scuola. Il «circa» è d’obbligo perché di stime ufficiali non ne esistono, la stessa Ragioneria generale dello Stato ha dati aggiornati al 2007. Per questo da ieri e in tutta fretta il ministro Brunetta ha dato il via ad un monitoraggio per “stanare” i precari, la loro tipologia contrattuale e la scadenza dei loro contratti almeno nella Pubblica amministrazione.
Ammazza-precari. Come definire diversamente qualcosa che, proprio quando si vedeva il traguardo della stabilizzazione, oppure dopo una sentenza del Giudice del Lavoro, fa precipitare su migliaia di precari storici la scure del governo di centro-destra che decide di mandarli a casa?
Il provvedimento certamente più grave riguarda i precari della Pubblica amministrazione e prevede la cancellazione delle stabilizzazioni previste dal governo Prodi e l’impossibilità di rinnovi e prolungamenti dei contratti. E così il posto da statale, quello che fino a qualche anno fa era il sogno delle mamme per i propri figli, un posto sicuro e ben pagato, si sta trasformando per tanti trentenni e quarantenni che da anni lavorano per lo Stato in un vero incubo.
Era un «collegato» alla Finanziaria. È stato approvato dalla Camera dei deputati il 28 ottobre 2008, ma al Senato è stato stralciato. Il 3 marzo è scaduto in termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione Lavoro. Il provvedimento andrà in aula per l’approvazione definitiva entro marzo. La settimana scorsa la denuncia dell’opposizione è riuscita a bloccare in tempo il tentativo di Brunetta (con il parere contrario perfino del ministro Sacconi) di trasformare il disegno di legge in un decreto d’urgenza. È il sintomo del fatto che il governo ha fretta e che i tempi di approvazione del ddl devono comunque essere accelerati. E difatti la marcia indietro di Brunetta («Mai pensato ad un decreto») è stata accompagnata dall’annuncio «del monitoraggio capillare», un passaggio che era previsto dopo l’approvazione definitiva del provvedimento e che quindi taglia i tempi di messa in atto delle disposizioni. Il provvedimento è quello inserito, quasi comicamente, nel disegno di legge 1167 Delega al Governo in materia di lavori usuranti. L’articolo 7 (Disposizioni in materia di stabilizzazione) al comma 2 recita così: «A decorrere dal 1º luglio 2009, alla data di scadenza dei relativi contratti, le amministrazioni pubbliche (...) non possono in alcun caso proseguire i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e quelli di lavoro subordinato a tempo determinato (...) Il divieto (...) si applica, con la medesima decorrenza, anche ai contratti prorogati (...) tali contratti sono risolti alla data di scadenza oppure, ove manchi il termine finale del contratto, il 30 giugno 2009». Sul progetto c’è la firma autenticata del ministro Brunetta. La sua battaglia ai fannulloni avrà come effetto collaterale quello di «ammazzare» migliaia di lavoratori che fannulloni non possono essere, perché se non lavorassero non si vedrebbero rinnovare il contratto e perché non hanno nessuna (o pochissime) tutele. Lavoratori che con il governo Prodi avevano visto riconoscere il loro diritto ad un futuro stabile. La legge 296 del 2006 prevedeva un piano progressivo di stabilizzazioni nella Pubblica amministrazione per i precari che ne avessero i requisiti: ingresso tramite prova di selezione, tre anni di durata dei contratti. A quei giorni risalgono le ultime cifre sicure. «Il totale del pubblico impiego, senza scuola, per il 2005 si ripartisce in 103.349 contratti a tempo determinato, 4.786 contratti di formazione e lavoro, 9.067 contratti di somministrazione di manodopera e 34.457 lavoratori socialmente utili», dichiarava in audizione al Parlamento Giuseppe Lucibello, ispettore generale della Ragioneria generale dello Stato.
Di poco si discosta la stima della Cgil: «Analizzando gli ultimi dati del governo, quelli contenuti nel Conto annuale 2005-2007 della Ragioneria, si contano 102 mila tempi determinati, 58 mila co.co.co, 11 mila interinali, 25mila Lavoratori socialmente utili, 4 mila Formazione lavoro. Per un totale di 201 mila precari», spiega Gianguido Santucci, della Funzione pubblica Cgil.
La stima sui contratti che scadono il primo aprile è di 56.281, mentre entro il 2010 scadranno i restanti, scadenzati mese per mese per una stima che va dai 120 ai 150 mila. «Questi sono i dati - continua Santucci - anche se, lo sappiamo, il fenomeno della precarietà, soprattutto riguardo i co.co.co, è molto più ampio». E proprio per i co.co.co questo provvedimento sarà una vera mattanza. Lo conferma il fatto che il rendiconto della Ragioneria non li contempli. Sono elencate tutte tipologie di contratto: Interinali (i più sicuri dell’addio in quanto formalmente lavoratori privati e non pubblici), Lavoratori socialmente utili, Formazione e lavoro.
Nessun cenno ai co.co.co. Il loro dato è stato desunto per differenza. Il settore pubblico è l’unico a non aver recepito il cambiamento a co.co.pro. (collaborazioni collegate ad un progetto) semplicemente perché in moltissimi casi i co.co.co. Della PA fanno lo stesso lavoro del personale a tempo indeterminato. E per questo non possono avere un progetto da svolgere.
L’opposizione è sulle barricate. Sabato Franceschini ha proposto una moratoria di un anno, trovando il plauso di tutto il sindacato. Ma dal governo non è arrivato nessun commento. «La verità è che il governo ha in totale spregio i precari», attacca Paolo Nerozzi, senatore Pd e autore degli emendamenti che cercano di arginare lo stop alla stabilizzazione. «Questi lavoratori nella stragrande maggioranza hanno passato più di un concorso ». Per Nerozzi il governo farà marcia indietro anche per un altro motivo: «I precari della PA hanno professionalità nuove o mancanti. Nuove come i mediatori culturali nelle Questure che trattano con gli immigrati. Mancanti come gli infermieri o come gli accertatori della Guardia di Finanza che combattevano l’evasione fiscale, e qui si capisce perché il governo li vuole mandare a casa».
Il nome rende bene l’idea. Non una legge unica, ma un insieme di norme, emendamenti, circolari e decreti legislativi che avranno come effetto la scomparsa di circa 200 mila precari, di cui più di 50 mila già dal primo luglio. Il tutto al netto dei circa 240 mila nominativi delle graduatorie ad esaurimento della scuola. Il «circa» è d’obbligo perché di stime ufficiali non ne esistono, la stessa Ragioneria generale dello Stato ha dati aggiornati al 2007. Per questo da ieri e in tutta fretta il ministro Brunetta ha dato il via ad un monitoraggio per “stanare” i precari, la loro tipologia contrattuale e la scadenza dei loro contratti almeno nella Pubblica amministrazione.
Ammazza-precari. Come definire diversamente qualcosa che, proprio quando si vedeva il traguardo della stabilizzazione, oppure dopo una sentenza del Giudice del Lavoro, fa precipitare su migliaia di precari storici la scure del governo di centro-destra che decide di mandarli a casa?
Il provvedimento certamente più grave riguarda i precari della Pubblica amministrazione e prevede la cancellazione delle stabilizzazioni previste dal governo Prodi e l’impossibilità di rinnovi e prolungamenti dei contratti. E così il posto da statale, quello che fino a qualche anno fa era il sogno delle mamme per i propri figli, un posto sicuro e ben pagato, si sta trasformando per tanti trentenni e quarantenni che da anni lavorano per lo Stato in un vero incubo.
Era un «collegato» alla Finanziaria. È stato approvato dalla Camera dei deputati il 28 ottobre 2008, ma al Senato è stato stralciato. Il 3 marzo è scaduto in termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione Lavoro. Il provvedimento andrà in aula per l’approvazione definitiva entro marzo. La settimana scorsa la denuncia dell’opposizione è riuscita a bloccare in tempo il tentativo di Brunetta (con il parere contrario perfino del ministro Sacconi) di trasformare il disegno di legge in un decreto d’urgenza. È il sintomo del fatto che il governo ha fretta e che i tempi di approvazione del ddl devono comunque essere accelerati. E difatti la marcia indietro di Brunetta («Mai pensato ad un decreto») è stata accompagnata dall’annuncio «del monitoraggio capillare», un passaggio che era previsto dopo l’approvazione definitiva del provvedimento e che quindi taglia i tempi di messa in atto delle disposizioni. Il provvedimento è quello inserito, quasi comicamente, nel disegno di legge 1167 Delega al Governo in materia di lavori usuranti. L’articolo 7 (Disposizioni in materia di stabilizzazione) al comma 2 recita così: «A decorrere dal 1º luglio 2009, alla data di scadenza dei relativi contratti, le amministrazioni pubbliche (...) non possono in alcun caso proseguire i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e quelli di lavoro subordinato a tempo determinato (...) Il divieto (...) si applica, con la medesima decorrenza, anche ai contratti prorogati (...) tali contratti sono risolti alla data di scadenza oppure, ove manchi il termine finale del contratto, il 30 giugno 2009». Sul progetto c’è la firma autenticata del ministro Brunetta. La sua battaglia ai fannulloni avrà come effetto collaterale quello di «ammazzare» migliaia di lavoratori che fannulloni non possono essere, perché se non lavorassero non si vedrebbero rinnovare il contratto e perché non hanno nessuna (o pochissime) tutele. Lavoratori che con il governo Prodi avevano visto riconoscere il loro diritto ad un futuro stabile. La legge 296 del 2006 prevedeva un piano progressivo di stabilizzazioni nella Pubblica amministrazione per i precari che ne avessero i requisiti: ingresso tramite prova di selezione, tre anni di durata dei contratti. A quei giorni risalgono le ultime cifre sicure. «Il totale del pubblico impiego, senza scuola, per il 2005 si ripartisce in 103.349 contratti a tempo determinato, 4.786 contratti di formazione e lavoro, 9.067 contratti di somministrazione di manodopera e 34.457 lavoratori socialmente utili», dichiarava in audizione al Parlamento Giuseppe Lucibello, ispettore generale della Ragioneria generale dello Stato.
Di poco si discosta la stima della Cgil: «Analizzando gli ultimi dati del governo, quelli contenuti nel Conto annuale 2005-2007 della Ragioneria, si contano 102 mila tempi determinati, 58 mila co.co.co, 11 mila interinali, 25mila Lavoratori socialmente utili, 4 mila Formazione lavoro. Per un totale di 201 mila precari», spiega Gianguido Santucci, della Funzione pubblica Cgil.
La stima sui contratti che scadono il primo aprile è di 56.281, mentre entro il 2010 scadranno i restanti, scadenzati mese per mese per una stima che va dai 120 ai 150 mila. «Questi sono i dati - continua Santucci - anche se, lo sappiamo, il fenomeno della precarietà, soprattutto riguardo i co.co.co, è molto più ampio». E proprio per i co.co.co questo provvedimento sarà una vera mattanza. Lo conferma il fatto che il rendiconto della Ragioneria non li contempli. Sono elencate tutte tipologie di contratto: Interinali (i più sicuri dell’addio in quanto formalmente lavoratori privati e non pubblici), Lavoratori socialmente utili, Formazione e lavoro.
Nessun cenno ai co.co.co. Il loro dato è stato desunto per differenza. Il settore pubblico è l’unico a non aver recepito il cambiamento a co.co.pro. (collaborazioni collegate ad un progetto) semplicemente perché in moltissimi casi i co.co.co. Della PA fanno lo stesso lavoro del personale a tempo indeterminato. E per questo non possono avere un progetto da svolgere.
L’opposizione è sulle barricate. Sabato Franceschini ha proposto una moratoria di un anno, trovando il plauso di tutto il sindacato. Ma dal governo non è arrivato nessun commento. «La verità è che il governo ha in totale spregio i precari», attacca Paolo Nerozzi, senatore Pd e autore degli emendamenti che cercano di arginare lo stop alla stabilizzazione. «Questi lavoratori nella stragrande maggioranza hanno passato più di un concorso ». Per Nerozzi il governo farà marcia indietro anche per un altro motivo: «I precari della PA hanno professionalità nuove o mancanti. Nuove come i mediatori culturali nelle Questure che trattano con gli immigrati. Mancanti come gli infermieri o come gli accertatori della Guardia di Finanza che combattevano l’evasione fiscale, e qui si capisce perché il governo li vuole mandare a casa».
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