LA PETIZIONE DA FIRMARE

lunedì 27 luglio 2009

Curriculum precari ISPRA su Autoambiente

La testata online Autoambiente, che ha già dedicato due lunghi articoli alla vicenda dei precari ISPRA, ha deciso di offrire uno spazio per l'inserimento dei nostri curricula, per dimostrare il grado di specializzazione di chi è stato licenziato dall'Istituto o sta per esserlo.

I CV devono essere inseriti, entro venerdì 31 luglio, andando sull'indirizzo
www.autoambiente.com/content/category/7/123/180/

Fatelo tutti!

sabato 25 luglio 2009

Precari Ispra «giustiziati» dalla Prestigiacomo - da L'Unità

di ce.bu.

GUARDA IL VIDEO DEI PRECARI ISPRA

Hanno occupato una nave oceanografica, hanno scritto al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si sono messi a lavare i vetri delle auto sotto il ministero dell'Ambiente. Ma tutto questo non è servito a niente. Malgrado gli impegni presi e le promesse fatte dal ministro Prestigiacomo dal 30 giugno 200 lavoratori e ricercatori dell'Ispra, l' Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sono stati licenziati. «Ci e' stato addirittura vietato, dopo la data del licenziamento, di accedere ai locali dove prestavamo servizio per radunare le nostre cose e consultare il proprio computer» spiegano. «Un trattamento - commenta il senatore del Pd Roberto Della Seta, capogruppo nella Commissione Ambiente e autore di una interrogazione parlamentare sul caso - da veri estranei per chi, nel corso di tanti anni ha anche ricoperto incarichi di responsabilità, contribuendo in maniera decisiva alla protezione dell'ambiente, alla tutela delle risorse idriche e alla difesa del suolo del nostro Paese». «Lo Stato ammazza la ricerca» dicono gli ex precari ormai disoccupati e con questo nettissimo messaggio hanno girato uno spot (GUARDA QUI IL VIDEO) nel cortile della sede centrale di Roma, dove un cecchino in giacca e cravatta armato di fucile fa fuori uno a uno la schiera di ricercatori in camice bianco: «Un'esecuzione fredda e calcolata». «La copertura economica per assumere questi lavoratori c'è» afferma Claudio Argentini, delegato nazionale delle Rdb-Cub Ricerca «ma il governo non vuole sentire ragioni. Ci sono decine di contratti a tempo determinato scaduti, nonostante siano finanziati da progetti di ricerca ancora in corso». Ma se i soldi potrebbero non essere il problema, allora di che morte muore la ricerca? Una risposta si può cercare nella vicenda dell'Ispra, nato a giugno 2008 dalla fusione tra Apat, Icram e Infs, gli enti deputati alla ricerca e al controllo ambientale, del mare e della fauna selvatica. «Ad appena un mese dall'insediamento del nuovo governo – racconta in una inchiesta il settimanale Left – il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo “per rispondere all'esigenza di riduzione dei componenti dei cda, con il conseguimento di risparmi” decide di accorpare i tre enti, inserendo la norma, a sorpresa, nel corso della conversione del decreto sull'emergenza rifiuti a Napoli. Vengono così spazzati via in un sol colpo i vertici dei tre enti insediati da Pecoraro Scanio. A capo del nuovo istituto la ministra nomina un commissario, l'ex vice capo della polizia, Vincenzo Grimaldi. E' la prima volta di un prefetto in un ente di ricerca: nel suo curriculum l'unica esperienza vicina è la gestione del G8 dell'Ambiente nel marzo 2001». Ma a dare il colpo di grazia alla ricerca pubblica e all'Ispra potrebbe essere una società chiamata Sogesid: nata nel 1994 con il compito di realizzare infrastrutture idriche, in seguito trasformata, con un emendamento della Finanziaria 2007, in società strumentale del ministero dell'Ambiente. Il timore che possa “sovrapporsi” all'Ispra viene formalizzato proprio da un deputato Pdl Ugo Lisi. Ma nei mesi successivi cambia poco. «Al posto dell'Ispra, ente autonomo deputato a seguire i frequenti problemi ambientali del Paese, si sostituisce una società sotto il totale controllo del ministero – racconta ancora Left –. Problema non da poco, dato i delicatissimi compiti svolti dall'Ispra: “Supporto e l'assistenza tecnica specialistica in materia di gestione integrata dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali, programmazione ed attuazione degli interventi di bonifica finalizzati al risanamento ambientale, il supporto tecnico allo svolgimento di attività internazionali di competenza e la costante assistenza tecnica al comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche”. Gli strumenti ci sono tutti per "ammazzare" la ricerca pubblica: da una parte la Sogesid, una società che può all'occorrenza fare tutto ciò di cui il ministero ha bisogno, e, dall'altra, un prefetto alla guida dell'Ispra».
25 luglio 2009

venerdì 24 luglio 2009

Rai News 24 - intervista su precari ISPRA

Intervista a Roberta Alani stamattina durante la trasmissione "Caffé" di Rai News 24 (in onda contemporaneamente anche su Rai3), di seguito il video, con immagini anche dal corto "Non Sparate alla Ricerca".


giovedì 23 luglio 2009

AMBIENTE: REGIONI, GIUSTA LA PROTESTA DEI PRECARI 'ISPRA' - ANSA

(ANSA) - ROMA, 23 LUG - Il coordinatore degli assessori regionali all'ambiente, Silvio Greco, ha incontrato oggi a Roma una delegazione degli oltre 200 precari dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ai quali a giugno non e' stato rinnovato il contratto di lavoro, a cui se ne dovrebbero aggiungere altri 200 a fine anno. ''La Commissione ambiente degli assessori - afferma Greco - segue con attenzione la vicenda della riduzione del personale dell'Istituto''. ''Le Regioni - spiega il coordinatore - sono seriamente preoccupate della capacita' di questo Ente statale di poter continuare a svolgere il mandato istituzionale di tutela dell'ambiente e di salute dei cittadini senza il contributo di personale altamente specializzato che e' impegnato ormai da anni in progetti nazionali ed internazionali in cui lo Stato peraltro ha investito denaro pubblico''. ''Alla stessa maniera - aggiunge - siamo preoccupati del nuovo regolamento dell'Ispra, in corso di approvazione, che deve tenere conto dei compiti portati avanti dagli Istituti in esso confluiti, valorizzandoli e ampliandoli. La Commissione ambiente e protezione civile delle Regioni chiede quindi al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo un intervento tangibile e immediato perche' non si debba perdere il lavoro che faticosamente negli anni e' stato portato avanti da chi, pur con grandi difficolta', ha dedicato il proprio impegno quotidiano alla tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini nel nostro Paese''.

AMBIENTE. PRECARI ISPRA, REGIONI: TAGLIO ORGANICO CI PREOCCUPA - Dire

(DIRE) Roma, 23 lug. - "La Commissione ambiente degli assessori segue con attenzione la vicenda della riduzione del personale dell'Istituto. Le Regioni sono seriamente preoccupate della capacita' di questo ente statale di poter continuare a svolgere il mandato istituzionale di tutela dell'ambiente e di salute dei cittadini, senza il contributo di personale altamente specializzato che e' impegnato, ormai da anni, in progetti nazionali ed internazionali in cui lo Stato ha, peraltro, investito denaro pubblico". Lo dice il coordinatore degli assessori regionali all'ambiente, Silvio Greco, che ha incontrato oggi a Roma una delegazione degli oltre 200 precari dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale- Ispra, ai quali a giugno non e' stato rinnovato il contratto di lavoro. La protesta dei lavoratori precari dell'Ispra, percio', e' stata condivisa da Greco, assessore all'Ambiente della Regione Calabria e capofila nella Conferenza delle Regioni, "sia per le negative previsioni occupazionali ipotizzate per il 2009 che per il rischio di un'adeguata gestione del nuovo ente". L'Ispra ha "concentrato ed ereditato in pieno" le funzioni ed il mandato istituzionale dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente (Apat), dell'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (Icram) e dell'Istituto nazionale fauna selvatica (Infs), "ma mandera' a casa entro fine anno un terzo del suo personale- denuncia Greco- oltre ai 200 operatori gia' allontanati a giugno e' previsto il mancato rinnovo del contratto a dicembre per altri 200 lavoratori esperti". La commissione degli assessori regionali chiede come l'Ispra "potra' perseguire il suo mandato istituzionale riducendo in maniera cosi' drastica le proprie risorse umane- sottolinea il coordinatore degli assessori regionali all'ambiente, Silvio Greco- a questo si somma anche la preoccupazione per il personale precario del ministero dell'Ambiente che ormai da tempo attende il rinnovo dei contratti". Alla stessa maniera "siamo preoccupati anche del nuovo regolamento Ispra, in corso di approvazione, che deve tenere conto dei compiti portati avanti dagli Istituti in esso confluiti, valorizzandoli e ampliandoli- avverte Greco- la Commissione ambiente e protezione civile delle Regioni chiede al ministro Stefania Prestigiacomo un intervento tangibile ed immediato perche' non si debba perdere il lavoro che faticosamente negli anni e' stato portato avanti da chi, pur con grandi difficolta', ha dedicato il proprio impegno quotidiano alla tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini nel nostro Paese".

Ispra, i precari incontrano coordinatore asssessori Ambiente - Il Velino

Roma, 23 LUG (Velino) - Il Coordinatore degli Assessori regionali all'ambiente, Silvio Greco, ha incontrato oggi a Roma una delegazione degli oltre 200 precari dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - Ispra - ai quali a giugno non e' stato rinnovato il contratto di lavoro. "La Commissione ambiente degli assessori -ha dichiarato Greco- segue con attenzione la vicenda della riduzione del personale dell'Istituto. Le Regioni sono seriamente preoccupate della capacita' di questo Ente statale di poter continuare a svolgere il mandato istituzionale di tutela dell'ambiente e di salute dei cittadini, senza il contributo di personale altamente specializzato che e' impegnato, ormai da anni, in progetti nazionali ed internazionali in cui lo Stato ha, peraltro, investito denaro pubblico." La protesta dei lavoratori precari dell'Ispra, percio', e' stata condivisa dall'assessore della Regione Calabria Silvio Greco, sia per le negative previsioni occupazionali ipotizzate per il 2009 che per il rischio di un'adeguata gestione del nuovo Ente. "L'Ispra - ha continuato Greco- ha concentrato ed ereditato in pieno le funzioni ed il mandato istituzionale dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente, dell'Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare e dell'Istituto Nazionale Fauna Selvatica, ma mandera' a casa entro fine anno un terzo del suo personale: oltre ai 200 operatori gia' allontanati a giugno e' previsto il mancato rinnovo del contratto a dicembre per altri 200 lavoratori esperti. La Commissione degli assessori regionali chiede come questo Ente potra' perseguire il suo mandato istituzionale riducendo in maniera cosi' drastica le proprie risorse umane. A questo si somma anche la preoccupazione per il personale precario del Ministero dell'ambiente che ormai da tempo attende il rinnovo dei contratti". Aggiunge Greco: "alla stessa maniera siamo preoccupati anche del nuovo regolamento Ispra, in corso di approvazione, che deve tenere conto dei compiti portati avanti dagli Istituti in esso confluiti, valorizzandoli e ampliandoli. La Commissione ambiente e protezione civile delle Regioni chiede al Ministro Stefania Prestigiacomo un intervento tangibile ed immediato perche' non si debba perdere il lavoro che faticosamente negli anni e' stato portato avanti da chi, pur con grandi difficolta', ha dedicato il proprio impegno quotidiano alla tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini nel nostro Paese."

Editoriale del sito ambientale Villaggio Globale in cui il direttore parla anche dei precari ISPRA

Mercoledì 22 Luglio 2009 Il decreto Anticrisi

La Prestigiacomo contro quell'art. 4

La «norma è deleteria per l'ambiente e per la salute dei cittadini».

Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, c'è. Francamente, è una piacevole sorpresa perché ci aveva abituato ad un enigmatico silenzio su questioni ambientalmente sensibili. L'occasione è venuta dal dibattito sul decreto Anticrisi. Dalla parola anticrisi ci si aspetterebbe una valanga di iniziative che, prendendo al volo il vento energetico che spira in tutto il mondo, puntassero su quanto sia immediatamente realizzabile in campo energetico. Invece no. Per quanto riguarda il solare la mozione del Pdl chiede di tagliare il progetto Archimede sul solare termodinamico. Per giustificare il taglio di fondi, nella mozione si fa un confronto sullo spazio occupato da una centrale nucleare e da una solare come Archimede. La centrale solare occupa una superficie maggiore, perciò non conviene. Ma non si parla delle enormi quantità d'acqua che consuma una centrale nucleare per il raffreddamento, la sicurezza, le scorie nucleari ed una infinità di altri problemi, dall'inquinamento di CO2 alla ricerca di un sito ecc. Ebbene, in tutto questo, mentre la stampa è praticamente «imbavagliata» dalla polemica gossip, quasi nessuno si accorge che il Ministro denuncia: Il decreto anti-crisi blocca di fatto la tutela ambientale. La Prestigiacomo, infatti, ritiene la «norma deleteria per l'ambiente e per la salute dei cittadini» perché potrebbe essere applicata anche alle centrali nucleari. La norma in questione è l'Articolo 4 del decreto anti-crisi approvato dalle Commissioni Finanze e Bilancio della Camera che «sopprime di fatto il ruolo del ministero dell'Ambiente nel delicato iter autorizzativo per la realizzazione di centrali di produzione e per le reti di distribuzione di energia, ed esautora ogni ruolo degli enti locali». Si tratta, rincara il ministero dell'Ambiente «di un provvedimento di inaudita gravità, inaccettabile per chi, in questa legislatura, ha sbloccato nel rispetto della normativa ambientale, in pochi mesi, centinaia di pratiche di valutazione di impatto ambientale (Via) che paralizzavano la realizzazione di importanti opere per lo sviluppo del paese». «Né la legge obiettivo, né la recente normativa approvata nel gennaio 2009 sui commissari straordinari per le opere strategiche - si legge nella nota del ministero - hanno mai escluso le tutele ambientali e della salute dei cittadini, imposte dal diritto comunitario, che invece, con questo articolo, passerebbero ad un unico soggetto che da solo, si pretende, dovrebbe sostituire le competenze dei 60 esperti della Commissione Via-Vas, e dei 20 della Commissione Aia nonché di professionalità capaci di coniugare tutela ambientale e sviluppo». Per questo il Ministro ne chiede modifiche sostanziali e denuncia «il metodo attraverso il quale ministeri non competenti in questa materia sono diventati, in nome della semplificazione, portabandiera di una norma deleteria per l'ambiente, per la salute dei cittadini, e persino per la stessa semplificazione perché fonte certa di contenzioso amministrativo e comunitario e quindi di blocchi delle procedure». Chissà se il ministro si è accorto anche di altre cose: dal decreto Orsi sulla caccia allo svuotamento con il licenziamento di precari dell'Ispra che di fatto ne indebolirà il ruolo di controllo al cambiamento di rotta dell'Enea... Noi ci speriamo.

Dal sito Autoambiente - Le storie dei precari ISPRA

Lavoro “verde” – Precariato e ambiente
giovedì 23 luglio 2009
Opinioni
Le voci dei professionisti dell’Ispra
Mentre il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti dichiara in una riunione Ecofin a Bruxelles di inizio luglio che in Italia non c’è allarme per la disoccupazione, la percentuale dei senza lavoro si avvicina alla doppia cifra e quella dei “cassintegrati” è in costante aumento. A farne le spese sono i lavoratori di tutti, o quasi, i settori, compresi coloro che operano nella tutela ambientale. Un comparto, quest’ultimo, di estrema importanza per la salvaguardia di salute e patrimonio naturale come emerge chiaramente dal “Caso Ispra”.
Per rimarcare la necessità di preservare l’occupazione nel settore pubblichiamo alcune storie dei professionisti dell’Ispra tratte dal Blog Precari Ispra o inviateci dai lavoratori.


Ispra, per i precari oltre al danno la beffa
Il ministro Brunetta premia i precari dell’Ispra. Non è una battuta, ma quanto accaduto di recente in occasione del Forum PA, in cui il titolare della Funzione Pubblica ha assegnato una serie di riconoscimenti ai progetti più innovativi promossi dalle amministrazioni. Tra questi, nel corso della cerimonia finale è stato premiato il progetto SI-URP, creato dall’Ufficio relazioni con il pubblico dell’Ispra in collaborazione con le Agenzie regionali per l’ambiente (Arpa), che ha l’intento di “promuovere e realizzare un sistema Integrato di servizi e informazioni tra l’URP dell’Istituto e quelli delle agenzie regionali, con l’obiettivo di fornire un servizio migliore agli utenti finali”. Un esempio di meritocrazia, insomma, quella che il ministro “più amato dagli italiani” dice di voler promuovere.
Peccato che il progetto sia stato gestito e coordinato dal precario Fabrizio Alaimo, che tra pochi mesi probabilmente non avrà più un contratto con l’Ispra. Fabrizio, 41 anni, vincitore di un concorso a tempo determinato, in scadenza a gennaio prossimo, era presente quando Brunetta (accompagnato da Mara Carfagna) consegnava il diploma di merito e per le foto di rito. Probabilmente, però, non ci sarà per il Forum dell’anno prossimo, essendo uno dei 430 precari di cui l’Istituto farà a meno da qui a fine anno, e senza di lui è difficile che il progetto possa essere ancora un esempio di buona amministrazione.
Il progetto di Fabrizio non è l’unico che si bloccherà con il venir meno dei lavoratori a tempo. Lo racconta Roberta Alani, che lavora all’Ispra (ex Apat) dal 2002, per tre anni a tempo determinato e poi “retrocessa” collaboratrice a co.co.co. Lei si occupa della certificazione ambientale Ecolabel, che testimonia il ridotto impatto ambientale dei servizi e prodotti offerti dalle aziende che l’hanno ottenuta, ha contratti che vengono rinnovati ogni sei mesi e con tutta probabilità dal 30 giugno sarà disoccupata, quindi non riceverà più i 1100 euro netti (spesso versati con grande ritardo) di cui vive oggi. Finora è stata responsabile delle istruttorie per l’assegnazione del marchio Ecolabel (basato sul Regolamento europeo 1980 del 2000), che ogni anno porta nelle casse dello Stato centinaia di migliaia di euro. Roberta ricorda che le aziende, “tra cui grandi realtà come il Gruppo Concorde e la Cartiera Lucchese, versano ogni anno fino a 25mila euro l’una alla tesoreria statale”, quindi basterebbe la quota di una sola impresa per trovare i soldi del suo contratto. Nel settore Ecolabel, che peraltro secondo il nuovo regolamento del Ministero dell’Ambiente potrebbe passare armi e bagagli a via Cristoforo Colombo, ennesimo esempio di svuotamento dei compiti dell’Ispra, i precari sono il 70%, tutti in scadenza e senza ammortizzatori sociali.
I tagli riguardano anche la ricerca finanziata con fondi privati: all’Ispra (ex Icram), un progetto per lo studio degli effetti del petrolio su organismi marini come sogliole, ricci e piccoli crostacei, è in ritardo di oltre sei mesi sulla data di partenza. Infatti, l’unica persona che poteva occuparsene è a casa a gennaio e non si sa se tornerà mai in servizio. Si chiama Donatella, è laureata in scienze naturali con specializzazione in gestione ambientale, ha lavorato in Canada, occupandosi di eco tossicologia, ed è quindi perfetta per studiare gli effetti sul mare dei depositi da versamento accidentale di petrolio. Il 7 gennaio ha scoperto che non le era stato rinnovato il contratto co.co.co., perché ha avuto la “colpa” di essere stata già precaria all’ex Icram, con varie tipologie contrattuali, a partire dal 1995.


Rossana De Rossi

Tagli nella prevenzione delle emergenze nucleari
Maurizio è laureato in ingegneria, e da quasi sei anni si occupa di monitoraggio radiologico dell’ambiente, per poter dare un pronto allarme in caso di incidenti ad impianti nucleari nazionali ed oltrefrontiera. Cura anche i sistemi internazionali di scambio dei dati, che sono previsti da accordi sottoscritti da tutti i Paesi dell’Unione Europea, per prevenire le emergenze nucleari. È paradossale che, in un paese che dice di voler tornare all’atomo e ha appena creato un’agenzia ad hoc per questo, probabilmente un esperto come Maurizio andrà a casa a fine mese. Anche per lui, niente più 1100 euro, seppur versati con mesi di ritardo.


Precari da 25 miliardi
Ci sono poi i precari che curano il registro di tutte le emissioni in atmosfera prodotte dalle aziende italiane, per adempiere al protocollo di Kyoto ed evitare danni alla salute dei cittadini. Fino a poco tempo fa, erano quasi il 70% degli addetti a questo settore (19 su 27), ora qualcuno è stato stabilizzato ma restano in tanti. In particolare, quelli che lavorano all’ufficio specifico che si occupa di conteggiare ciò che le imprese immettono in atmosfera: se saltassero, nessuno più potrebbe riconoscere e registrare ufficialmente l’acquisto e la vendita di emissioni da parte degli operatori industriali, causando un grave danno economico alle stesse aziende. Si calcola che nel registro Ispra risiedano ad oggi circa 25 miliardi di euro: le aziende pagano 25 euro per ogni tonnellata di inquinante emessa, ma se salta il registro è probabile che non lo faranno più, come è probabile l’ennesima apertura di una procedura di infrazione europea, con multe tutte a carico dei contribuenti.


I “fortunati” dell’Ispra
All’Istituto però ci sono anche i “fortunati”: come Luca e Andrea, stabilizzati solo una settimana fa, dopo anni di attesa, nonostante fossero vincitori di un concorso e rientrassero nelle leggi sulle stabilizzazioni scritte dal tanto vituperato governo Prodi. Andrea è un geologo, ha 46 anni ed è stato precario per “soli” 20 anni, tra università ed enti, di cui tre trascorsi all’estero. Ora è tra quei lavoratori che hanno avuto un contratto stabile, che viene usato dalla Prestigiacomo e dai commissari Ispra come una clava verso i colleghi che non ce l’hanno. Luca, anche lui geologo (tra le altre cose l’Istituto incorpora il Servizio Geologico d’Italia) è stato di recente nominato segretario dell’organismo che raggruppa tutti i servizi geologici d’Europa (EuroGeoSurveys, con sede a Bruxelles), ma quando è stato scelto dai massimi esperti del continente, per l’Italia era ancora un precario. Infatti, anche lui è stato stabilizzato una settimana fa, nonostante il concorso vinto, il ruolo di responsabile in diversi progetti internazionali e un’esperienza pluriennale alla Commissione Europea.


Lo Stato investe soldi per dare ai giovani un futuro da baby sitter
Ho iniziato a lavorare all’Apat che era un’agenzia governativa che lavorava per il ministero dell’ambiente, con uno stage di formazione nel 2004. Poi dal 2005 sono passata con co.co.co e poi co.co.pro. La durata dei contratti di collaborazione non ha mai superato la durata dei 6 mesi. A volte i contratti erano anche di 4 mesi e 20 giorni. Lo scorso anno, con l’accorpamento, sono passata all’Ispra. Una persona studia, si laurea, dedica anni della propria vita a specializzarsi e poi il contratto scade, arrivederci e grazie.
Tutto questo dopo aver lavorato senza diritto alle ferie, ai fondi pensionistici, a tutto ciò a cui una persona normale anela ad avere diritto per costruirsi un futuro. Ci siamo impegnati tutti seriamente a portare avanti le nostra attività di ricerca e di lavoro. Come tutte le persone ricattabili lavoriamo tanto e cerchiamo di portare a termine tutti gli impegni lavorativi. Abbiamo chiesto un incontro alla Ministra Prestigiacomo, ma non ce l’ha mai concesso. Sono specializzata nel settore di analisi dei metalli, nei suoli, nei sedimenti, nelle acque, nel particolato atmosferico. Il problema è che questo tipo di analisi viene richiesto solo nell’ambito della Pubblica Amministrazione. Abbiamo svolto campagne di supporto per la guardia forestale, di monitoraggio delle discariche, alcune mie colleghe sono state chiamate per l’analisi delle diossine per l’emergenza dei rifiuti in Campania. Speravamo tutti di ottenere qualcosa di più: non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere da una Pubblica Amministrazione. Sia nei confronti del cittadino che ha diritto ad avere un’informazione indipendente e trasparente sui dati dell’inquinamento ambientale: questo tipo di obiettività può essere garantita solo da una struttura pubblica e non da un privato che ha un profitto economico. Ma speravo in qualcosa di più anche per noi lavoratori che ci impegniamo e ci dedichiamo. Ad oggi mi trovo, dopo una laurea e 5 anni di lavoro, a cercare un’occupazione come commessa o come baby sitter, con l’aggravante che quando cerchi un lavoro generico, chi vede il nostro curriculum ti dice “sei troppo qualificata ed esperta”. Siamo costrette a trasferirci all’estero, perché le nostre competenze sono apprezzate solo all’estero. Prima ci è stato detto che i contratti a tempo determinato non potevano esserci applicati perché nella Pubblica Amministrazione si entra solo per concorso. I concorsi non sono stati banditi e a quelli che sono stati banditi non abbiamo potuto partecipare perché non avevamo l’anzianità. Di certo c’è che i nostri contratti sono scaduti. Noi tecnici potremo aspettare un futuro concorso, che a oggi non è uscito. È assurdo che la Pubblica Amministrazione dopo aver investito e speso soldi per rendere così altamente specializzati me ed i miei colleghi poi ci manda a casa. Tutto quello che abbiamo imparato, ma anche tutte le strumentazioni di lavoro, laboratori anche molto costosi che sono state acquistati e per le quali siamo altamente specializzati, vengono abbandonati così. È assurdo non voler rinnovare i nostri contratti. Lo dico come precaria e come donna separata: ho il diritto di potermi mantenere da sola senza dover stare a chiedere a 34 anni ai miei genitori di mantenermi a casa loro.


Monica, 34 anni separata.


L’esperta di frane che vede il mondo “franarle” addosso
Lavoro nel Dipartimento di difesa del suolo di Ispra. Mi sono laureata a 24 anni, in regola con gli studi. Ho lavorato per l’Apat, il primo anno con partita Iva e poi con contratti di collaborazione della durata massima di 6 mesi. Sommando i vari periodi arrivo a 5 anni. All’interno del Dipartimento di difesa del suolo mi sono occupata di un progetto di censimento di tutte le frane sul territorio nazionale, realizzato in collaborazione con le Regioni e le Province autonome d’Italia. Il rischio idrogeologico del Paese comprende sia la componente legata alle frante, che quella delle alluvioni. Io mi sono occupata della parte relativa alle frane. Il mio contratto è scaduto ieri (30 giugno, ndr). Chiediamo di trovare uno strumento per restare a lavorare fino al 31 dicembre, dato che la capienza economica c’è. Chiediamo che i nostri contratti vengano prorogati. Per 5 anni lo Stato Italiano ha investito su di noi, sulla nostra formazione, siamo persone altamente specializzate in settori specifici che sono tipici di una Pubblica Amministrazione, di un Ente di ricerca ambientale.
Non bisogna dimenticare che l’Ispra ha il compito fondamentale di comunicare i dati ai cittadini. La nostra attività è fondamentale ed ha una rilevanza particolare perché li rendiamo partecipi di dati come i livelli di inquinamento in atmosfera. Ogni anno vengono prodotti dei rapporti in cui vengono comunicati i dati, ad esempio quelli sui rifiuti. Poi viene pubblicato un annuario ambientale, in cui ci sono tutti gli indicatori dell’ambiente, dall’inquinamento delle acque, dell’aria, i rifiuti, il rischio elettromagnetico. Copriamo tutte le componenti ambientali. Far mancare il nostro lavoro significa anche dare un servizio in meno ai cittadini. Gli altri Paesi, dagli Usa al Canada, hanno impostato un’attività di diffusione delle informazioni ai cittadini, ad esempio sul rischio frane. Questo perché aumentare la consapevolezza dei cittadini significa ridurre i rischi. Soprattutto nel rischio idrogeologico la memoria degli eventi del passato è fondamentale per prevenire dissesti futuri. Questo vale soprattutto per le frane: c’è un’altissima percentuale di fenomeni che si riattivano nello stesso luogo attraverso il tempo. La diffusione delle informazioni è fondamentale per la prevenzione. La conoscenza del passato è indispensabile per evitare che quando accade qualcosa si dica sempre “è una strage che si poteva evitare”. Ho fatto sempre questo lavoro con grande passione. Voglio cercare di farlo in Italia con tutto l’entusiasmo e la dedizione possibile. Ho pensato di andare via, ma cerco di restare qui.


Carla, 30 anni,
laureata in ingegneria per l’ambiente indirizzo difesa del suolo

domenica 19 luglio 2009

LA RICERCA NON È MALATA È TAGLIATA LEGGI DI MERCATO E PRECARIETÀ DEI DIRITTI

Ha ragione, ma solo a metà, Rita Clementi, 47 anni, genetista di gran vaglia, quando lamenta ? nella lettera aperta indirizzata dallE pagine del Corriere della Sera lo scorso lunedì 29 giugno al Presidente delle Repubblica, con cui annuncia di voler lasciare l?Italia ? la scarsa capacità di riconoscere il merito del nostro sistema di ricerca. Ha ragione perché un paese che fa a meno di una scienziata bravacomelei èun paese con una pericolosa tendenza all?autolesionismo. Ha ragione perché in molti settori della nostra ricerca pubblica il merito e persino l?eccellenza non vengono riconosciuti, a causa di una malcelata tendenza nepotista. Ma ha ragione a metà, perché l?accusa non può essere generalizzata. In molti settori della ricerca pubblica l?eccellenza e il merito vengono prodotti e riconosciuti.Nonè uncaso che, nelle classifiche internazionali sulla produttività e sulla qualità scientifica, i nostri matematici e i nostri fisici ? per esempio ? risultino tra i più bravi al mondo. Che i nostri giovani ricercatori risultino tra gli europei più creativi scientificamente (sono secondi in assoluto e primi in termini relativi nel progetto IDEAS del Consiglio europeo delle ricerche) sia tra gli europei più richiesti negli Stati Uniti. Non è un caso che ? nelle classifiche dell?OCSE ? i nostri ricercatori risultino i più produttivi al mondo, dopo i colleghi svizzeri e che la qualità del loro lavoro sia comunque superiore alla media europea. Malgrado le molte lacune, il sistema pubblico di ricerca resta uno dei settori più competitivi a livello internazionale di cui può far vanto l?Italia. Il problema più grave ? il problema strutturale ? del nostro sistema di ricerca non è che i laboratori sono pieni di fannulloni raccomandati che tolgono il posto ai bravi ? comevorrebbero farci credere Brunetta e alcuni più o menoillustri suoi corifei. Il problema del sistema italiano di ricerca è che è toppo povero e toglie il lavoro a tutti: geni, bravi e mediocri. Il problema è che il nostro paese pensa da quarant?anni di poter perseguire uno «sviluppo senza ricerca». Il governo Berlusconi sta nettamente aggravando la situazione, spingendo fuori non solo persone eccellenti come Rita Clementi, ma tutti i giovani: in massa. La riprova? L?Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), un istituto pubblico di ricerca che dipende dal Ministero dell?Ambiente, non rinnovava il contratto in scadenza a 200 giovani precari. Stessa sorte toccherà entro settembre ad altri 230 giovani in scadenza di contratto. In pratica l?ISPRA rinuncia quasi alla metà della sua capacità di ricerca. E poiché le cose vanno in modo analogo in altri Enti pubblici e nell?università, è chiaro che gli scienziati italiani vanno via non perché la ricerca è malata, ma perché la ricerca è tagliata.

mercoledì 15 luglio 2009

Noi, Precari e Beffati

Dal quotidiano Terra

Rossana De Rossi
ISPRA — Ricercatori ambientali co.co.co. e a tempo detreminato assoldati per il potenziamento del supporto Ispra alla Commissione Via Vas, poi licenziati, a dispetto della loro professionalità.—
Ringraziati dal Governo, nella persona del premier Silvio Berlusconi, e sei mesi dopo licenziati dallo Stato. È lo strano destino di un gruppo di precari dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, vigilato dal ministero dell’Ambiente, che a fine 2008 ha partecipato ai lavori di supporto tecnico-scientifico garantiti dall’ente alla Commissione Via e Vas, nell’analisi di costi e benefici ambientali delle opere pubbliche.
Lo scorso anno il ministro Prestigiacomo ha deciso di smaltire le richieste di valutazione rimaste inevase fino allora, quasi 160, e ha chiesto un potenziamento del supporto Ispra alla Commissione, che ha portato a formare appositi gruppi di lavoro. Negli ultimi mesi del 2008 questi esperti, già sotto contratto, si sono quindi spostati al supporto scientifico, con orari che spesso andavano ben oltre quelli d’ufficio, abbandonando (o riducendo) le proprie attività istituzionali.
Gran parte dei protagonisti della «puntuale e preziosa collaborazione dell’Ispra», come l’ha definita in una lettera il presidente della Commissione, Claudio De Rose, erano precari da diversi anni: molti sono stati stabilizzati ma una ventina non hanno avuto questa fortuna e sono stati licenziati dall’Istituto al quale nel tempo hanno dimostrato tanta professionalità.
Sono lavoratori con contratto co.co.co., non rinnovato il 30 giugno, oppure a tempo determinato fino a novembre 2009, di cui i commissari governativi hanno già annunciato l’allontanamento. E' stato proprio Il prefetto Vincenzo Grimaldi, commissario dell’Ispra, a inviare il 20 gennaio una lettera di “apprezzamento per il contributo” a tutti coloro che hanno partecipato all’impresa.
Grimaldi l’ha scritta dopo aver ricevuto (il 23 dicembre 2008) quella di De Rose, che ricordava come la Prestigiacomo si sia «pubblicamente compiaciuta» del risultato e ringraziava gli «esperti dell’Istituto», senza sapere che una parte di loro sarebbe stata licenziata pochi mesi dopo.
Lui aveva già ricevuto la sua quota di complimenti: in una lettera del 18 dicembre il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sottolineava gli “alti livelli di efficienza” raggiunti dalla commissione, che hanno consentito «nella piena salvaguardia dell’ambiente, molte opere pubbliche ritenute necessarie per lo sviluppo del nostro Paese».
Il premier aggiungeva poi che l’«ottimo lavoro» della Via Vas è un segnale che dimostra come l’Italia possa «primeggiare in Europa anche in termini di efficienza amministrativa ». Efficienza forse utile alla collettività, sicuramente non a chi da due settimane è senza lavoro, pur avendo contribuito a un progetto cui lo Stato attribuisce tanta importanza.

lunedì 13 luglio 2009

Lavoro “verde” – Caso Ispra

dal sito Autoambiente
Opinioni
Un colpo di scure sulla ricerca ambientale nazionale
Il 1° luglio duecento tra precari, collaboratori coordinati e continuativi e a tempo determinato di Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, hanno perso il proprio lavoro. Un “reggimento” destinato a raddoppiare per la scadenza di altri 230 contratti a fine dicembre che andrà a infoltire l’esercito dei neo disoccupati del settore ecologico della pubblica amministrazione. A fine 2008, infatti, centinaia di professionisti del “verde” hanno dovuto lasciare i propri incarichi per decorrenza dei contratti di lavoro. Si tratta di guardie ecologiche, tecnici, ricercatori ed esperti di varie discipline.
Di laureati in ingegneria ambientale e biologia, di persone con dottorati di ricerca e specializzazioni. Di diplomati che hanno passato anni sui libri a studiare la legislazione ambientale, le tecniche per la tutela del suolo, delle risorse idriche e dell’atmosfera. Sono coloro che rilevano la qualità dell’acqua e dell’aria, l’inquinamento elettromagnetico e acustico, monitorano le discariche e il dissesto idrogeologico, le emissioni industriali e i reati ecologici. Sono coloro che tutelano il territorio dall’abuso edilizio, dalle discariche abusive, che elaborano i dati così preziosi per noi giornalisti e per chi deve sviluppare le politiche ambientali. Un esercito indispensabile per difendere le risorse naturali e la salute dei cittadini che ha contribuito a creare l’enorme quantità di documenti disponibile sul sito dell’Ispra.

Uno Stato che crea precari, disoccupati e disagio sociale
“La mobilità lavorativa, associata alla deregolamentazione generalizzata, (…) quando (…) diviene endemica, crea forme di instabilità psicologica, di difficoltà a costruire propri percorsi coerenti nell’esistenza (…). Conseguenza di ciò è il formarsi di situazioni di degrado umano, oltre che di spreco sociale. (…). L’estromissione dal lavoro (…) mina la libertà e la creatività della persona e i suoi rapporti familiari e sociali con forti sofferenze sul piano psicologico e spirituale. Desidererei ricordare a tutti, soprattutto ai governanti impegnati a dare un profilo rinnovato agli assetti economici e sociali del mondo, che il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l’uomo”. A scrivere queste parole non è un acerrimo sindacalista o un oppositore politico, ma Papa Benedetto XVI nella recente Enciclica “Caritas in veritate”. Una voce, quella del Pontefice, che si aggiunge a un lungo elenco di opinioni contro il precariato, come quelle dei Nobel Rita Levi Montalcini (Medicina 1986), Dario Fo (Letteratura 1997) e Joseph Eugene Stiglitz (Economia 2001). Lo studioso americano nella sua prefazione a "Schiavi moderni", libro che raccoglie oltre 400 storie di precari voluto da Beppe Grillo (scaricabile gratuitamente dal Blog del comico o acquistabile in versione cartacea a 8,90 euro), ne svela i risvolti negativi per l'economia nazionale. "Politiche", scrive il premio Nobel, "volte all'aumento della flessibilità del lavoro (...) hanno spesso portato a livelli salariali più bassi e a una minore sicurezza dell'impiego. Tuttavia, esse non hanno mantenuto la promessa di garantire una crescita più alta e più bassi tassi di disoccupazione. Infatti, tali politiche hanno spesso conseguenze perverse sulla performance dell'economia, ad esempio una minore domanda di beni, sia a causa di più bassi livelli di reddito e maggiore incertezza, sia a causa di un aumento dell'indebitamento delle famiglie. Una più bassa domanda aggregata a sua volta si tramuta in più bassi livelli occupazionali". Una politica, quindi, controproducente che nasconde anche un dispendio monetario insensato: il 40% dei lavoratori precari (che nel 2006 erano, secondo l'Istat, quasi 4 milioni in Italia) è laureato, titolo per il quale lo Stato ha investito ingenti risorse economiche per consentirne il raggiungimento. "Ma se mettete i precari a servire patatite fritte o nei call center", si chiede provocatoriamente Stiglitz, "perché spendere tanto per istruirli?"
Opinioni che riaffermano il principio fondamentale con il quale si apre la Costituizione italiana: l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Principio rimarcato all'articolo 4, "la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto", ma che è proprio lo Stato a non rispettare. Come è possibile che in un ente pubblico di 1600 occupati 430 siano con contratto precario? Un numero che arriverebbe a 630 se il Governo Berlusconi non fosse stato costretto a regolarizzare altri 200 precari a “causa” di un provvedimento antecedente del Governo Prodi. E come è possibile che persone impiegate da 5, 8 o 10 anni con lo stesso datore di lavoro, con tanto di postazioni e recapiti propri, non abbiano un contratto a tempo determinato? E come si può sprecare tanta conoscenza “verde” sapendo che l’ambiente sarà uno dei settori trainanti per l’economia, e non solo, del futuro prossimo? Il personale dell’Ispra, come quelli che operavano nei Parchi naturali e in altri enti pubblici, è portatore di un sapere che è difficile, se non impossibile, da sostituire. La cultura che inglobano è una risorsa per il Paese, risorsa che sempre più viene sprecata costringendo i giovani a emigrare per sviluppare le proprie professionalità. Una migrazione che svuota l’Italia di competenze preziose necessarie per la crescita economica e sociale del Paese. Il tutto assume un aspetto paradossale se, come accennato, si pensa che la green economy è considerata da molti la via d’uscita alla crisi e che gli impieghi “verdi” sono, come ha rilevato il Rapporto WWF “Lavori a basso contenuto di carbonio per l’Europa”, destinati ad avere una forte crescita.



La scusa sono i soldi, ma le ragioni sembrano politiche
La motivazione ufficiale della mancata conferma dei 200 precari è lo sforamento del budget riservato ai lavoratori atipici dell'Ispra. Una giustificazione che, a nostro avviso, non regge. Se si gettano dal finestrino (dell’aereo) qualche manciata di miliardi per salvare l’Alitalia o, come denunciato da Rete Italiana per il Disarmo, si spendono 15 miliardi di euro per l’acquisto di 131 cacciabombardieri, dei quali si potrebbe fare a meno (soprattutto in momenti di crisi), vuol dire che i soldi ci sono. E se si desidera qualche suggerimento su dove recuperali basta visionare una qualsiasi puntata di Report. Non solo. Molte attività dell’Ispra sono fonte di guadagno per lo Stato e rinunciarvi si trasforma in un mancato introito per il bilancio nazionale.
Se la voce monetaria non sembra pertinente vuole dire che le ragioni si devono cercare altrove. Presupposto che chi governa il Paese sia dotato di buona intelligenza per comprendere le conseguenze delle proprie decisioni, il sospetto è che dietro ai continui “licenziamenti” nel settore ambientale, e non solo, ci siano progetti precisi. Per molti il taglio delle guardie ecologiche nel 2008 è un chiaro indicatore di maggiore tolleranza verso gli abusi edilizi e i reati ambientali. Per la mancata conferma dei lavoratori dell’Ispra si pensa a un possibile, citiamo dal Blog dei precari, “smembramento dell'Istituto e conseguente privatizzazione di controlli e ricerca ambientali, come sembra dimostrare la massiccia ricerca di personale da parte della Sogesid, proprio nei ruoli oggi svolti da ricercatori e personale Ispra”. Un’ipotesi che appare quanto mai realistica considerato che presidente e amministratore delegato di Sogesid è Vincenzo Assenza, “mastelliano di ferro” confluito nel Popolo delle Libertà. Ricordiamo che la sua nomina al vertice della società da parte della concittadina, nonché Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo è apparsa “sospetta” ai giornalisti Giuliano Foschini ed Emanuele Lauria della redazione palermitana di Repubblica. Noi non abbiamo elementi per dubitare della professionalità dell’avvocato siracusano (ma neanche per confutare le perplessità dei colleghi siciliani), ma il timore è che si stia operando l’ennesima invasione della politica (che, per la sfortuna degli italiani, è bipartisan) in settori di rilievo, come lo è l’ambiente, che dovrebbero rimanere indipendenti. Il passaggio del monitoraggio ambientale da un Ente pubblico di ricerca soggetto a precisi controlli, come è l’Ispra, a una Società per Azioni, quale la Sogesid, è quantomeno inopportuno. Significa incrementare la possibilità di comportamenti clientelari e dare la possibilità di manipolare i dati ambientali, svuotarli di significato a secondo delle esigenze politiche di chi è al Governo. Non a caso, pare che uno dei settori ad essere stato smobilitato per primo sia quello che opera nei rilevamenti delle radiazioni nucleari.
Dovremmo avere uno Stato che crea occupazione a tempo indeterminato, tutela l’ambiente e la salute dei cittadini e investe risorse per uno sviluppo economico ecosostenibile. E invece ci ritroviamo in una nazione che toglie lavoro qualificato, che sottostima la rilevanza dei beni naturali e che pare ancorato a una mentalità industriale del passato. E lo fa sacrificando giovani validi che hanno l’unica colpa di non di rientrare nella visione privatista della politica che ha già creato, come accertato dalle inchieste sulla "salute" di Report, effetti negativi alla sanità pubblica con l'esplosione del precariato, delle spese di gestione e delle truffe a danni di collettività e malati.

Stefano Panzeri

domenica 12 luglio 2009

Open letter to the President of the United States of America, Barak Obama

Dear Mr. President,

During the course of the G8 meetings you will be playing a very determinant role, as we believe that the role that the Presidency of the United States will play in the discussion of themes such as climate change and environmental protection will be crucial. We also believe that this an occasion for us in which to present you with another theme which we consider of fundamental importance for society: public environmental research.

Mr. President, the onset of your election has brought about many expectations in the minds of citizens across our planet. You are considered a leader who has been able to tell its country, and the rest of the countries on our globe, that we can only resolve the terrible environmental issues incumbent on our planet if we confront them in unison, citizen by citizen, nation by nation.

We are a group of environmental researchers who carry out their work with high commitment and professionality at ISPRA (Higher Institute for Environmental Protection and Research), a public research institute who, by decree, provides scientific and technical support to the Italian Ministry of the Environment on all cross-cutting themes concerning environmental policies. Just as in analogous institutes of many other countries such as yours, ISPRA represents the governmental agency and research body dedicated to supporting its country’s central administration in those processes involving environmental monitoring , protection, management, decision-making, and planning.

On the last 30th of June, more than 200 researchers, technicians and administrative staff with temporary contracts did not see their contracts renewed while other 200 units of personnel will face a similar situation by the end of December 2009. This number represents a high percentage of the total number of staff working in ISPRA.

It is obvious that the cut in research and technicians will not only heavily weigh on the scientific activities carried out by ISPRA, but will also influence numerous processes involving environmental quality in our country, thereby contributing in impoverishing the nation’s capacity to play a significant role in environmental research, a role which over the course of the years was attained also thanks to the commitment and high professional standards of temporary research staff such as ourselves. In so doing, Italy will end up loosing the knowledge and capacity heritage which it so diligently built up through the years, thereby creating a loss to its citizens and to future generations. We believe that the stability of the technical advisory bodies of a country’s central administrations and the capacity to conduct sound scientific research are amongst the fundamental pillars that can guarantee the future of a nation, and the future of a nation is foremostly an affair of its citizens.

We are therefore sending you a copy of the open letter which we sent, to this effect, to Italian Minister of the Environment, Ms. Stefania Prestigiacomo. We hope that you will consider signing it and being a spokesperson for us to the Italian Government.

We have also produced a small videoclip that briefly summarises our situation. The videoclip can be seen at www.nonsparateallaricerca.org and the site also allows citizens, from any nation, to sign our open letter plea.

In thanking you for your attention and support, please accept, Mr. President, our most distinct regards,

The assembly of the temporary research staff of ISPRA

Ricerca/ Lettera aperta dei precari Ispra a Barack Obama - APcom

Ricerca/ Lettera aperta dei precari Ispra a Barack Obama Ricerca/ Lettera aperta dei precari Ispra a Barack Obama Per informarlo su stato ricerca e controllo ambiente in Italia Roma, 10 lug. (Apcom) - "Signor Presidente, nei giorni del G8 Lei giocherà un ruolo determinante, come sarà determinante il ruolo della Presidenza degli Stati Uniti rispetto al problema dei mutamenti climatici e della tutela dell'ambiente. Noi pensiamo che questa sia un'occasione per porLe una questione che riteniamo fondamentale per l'umanità: la ricerca pubblica ambientale". Inizia con queste parole la lettera aperta che i ricercatori precari dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) hanno indirizzata al presidente degli Stati Uniti Barack Obama per sensibilizzarlo, in considerazione della sua grande attenzione ai temi ambientali, sullo stato della ricerca e del controllo ambientale in Italia, alla luce dei recenti tagli di personale e fondi. L'appello arriverà ad Obama, tramite il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, affinché lui lo possa leggere e sottoscrivere. "Signor Presidente, continua la lettera diffusa alla stampa, la sua elezione ha suscitato nel mondo molte aspettative. E' stato visto come un leader capace di dire al proprio paese e al mondo intero che dai terribili problemi del pianeta si esce solo tutti assieme". "Noi siamo un gruppo di ricercatori fortemente motivati che svolgono il loro lavoro con dedizione e professionalità dell'ISPRA un ente vigilato dal Ministero dell'Ambiente italiano. Il 30 giugno di quest'anno a 200 tra ricercatori, tecnici e amministrativi non sono stati rinnovati i contratti con enorme danno per le attività di ricerca presenti e future, mentre altri 200 lavoratori perderanno il proprio lavoro a dicembre". "E'evidente - continua l'appello - che il taglio di ricercatori e tecnici graverà pesantemente non solo sulle attività dell'ISPRA ma anzitutto sulla qualità dell'ambiente nel nostro paese, il quale rischierà di perdere il ruolo di primo piano nella ricerca ambientale, conquistato negli anni attraverso l'autorevolezza e l'alto livello del personale precario . L'Italia vedrà così ulteriormente vanificato quel patrimonio di conoscenze che ha faticosamente costruito nel tempo, comportando un danno ai cittadini e alle future generazioni. Crediamo che la ricerca scientifica sia tra le fondamenta del futuro della nazione, ed il futuro di una nazione è affare anche e soprattutto dei suoi cittadini". "Le inviamo la lettera aperta - concludono i precari - al Ministro dell'ambiente italiano Stefania Prestigiacomo che speriamo lei possa sottoscrivere e di cui farsi portavoce presso il governo italiano". Len 10-LUG-09 18:49 NNNN

sabato 11 luglio 2009

RICERCA:LETTERA APERTA A OBAMA DEI RICERCATORI PRECARI ISPRA

(ANSA) - ROMA, 10 LUG - Lettera aperta al presidente degli Stati Uniti Barack Obama dei lavoratori precari dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) La lettera, inviata anche al ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e' finalizzata ad attirare l'attenzione sulla problematica della precarieta' dei ricercatori dell'Istituto, sperando che il presidente statunitense sottoscriva l'appello facendosi loro portavoce presso il governo italiano. Questo quanto reso noto oggi, in un comunicato, dagli stessi lavoratori precari dell'Istituto di ricerca ambientale, riuniti in assemblea. ''Il 30 giugno di quest'anno a 200 tra ricercatori, tecnici e amministrativi non sono stati rinnovati i contratti con enorme danno per le attivita' di ricerca presenti e future, mentre altri 200 lavoratori perderanno il proprio lavoro a dicembre'', scrivono i precari Ispra. ''E'evidente - continua la lettera - che il taglio di ricercatori e tecnici gravera' pesantemente non solo sulle attivita' dell'Ispra ma anzitutto sulla qualita' dell'ambiente nel nostro paese, il quale rischiera' di perdere il ruolo di primo piano nella ricerca ambientale, conquistato negli anni attraverso l'autorevolezza e l'alto livello del personale precario. Crediamo che la ricerca scientifica - conclude la lettera - sia tra le fondamenta del futuro della nazione, ed il futuro di una nazione e' affare anche e soprattutto dei suoi cittadini''.

venerdì 10 luglio 2009

AMB - Ricerca: Precari Ispra inviano lettera a presidente Obama

Roma, 10 lug (Velino) - “Nei giorni del G8 Lei giocherà un ruolo determinante, come sarà determinante il ruolo della Presidenza degli Stati Uniti rispetto al problema dei mutamenti climatici e della tutela dell’ambiente. Noi pensiamo che questa sia un’occasione per porle una questione che riteniamo fondamentale per l'umanità: la ricerca pubblica ambientale”. Comincia così la lettera aperta redatta dall’assemblea dei precari dell'Ispra al presidente americano Barack Obama, con cui si cerca di sensibilizzarlo sullo stato della ricerca e del controllo ambientale in Italia. “Signor Presidente – prosegue la lettera -, la sua elezione ha suscitato nel mondo molte aspettative. E' stato visto come un leader capace di dire al proprio paese e al mondo intero che dai terribili problemi del pianeta si esce solo tutti assieme. Noi siamo un gruppo di ricercatori fortemente motivati che svolgono il loro lavoro con dedizione e professionalità dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) un ente vigilato dal ministero dell’Ambiente italiano. “Il 30 giugno di quest’anno a 200 tra ricercatori, tecnici e amministrativi non sono stati rinnovati i contratti con enorme danno per le attività di ricerca presenti e future, mentre altri 200 lavoratori perderanno il proprio lavoro a dicembre – prosegue la lettera dei precari dell’Ispra -. E’evidente che il taglio di ricercatori e tecnici graverà pesantemente non solo sulle attività dell’Ispra ma anzitutto sulla qualità dell’ambiente nel nostro paese, il quale rischierà di perdere il ruolo di primo piano nella ricerca ambientale, conquistato negli anni attraverso l’autorevolezza e l’alto livello del personale precario . L’Italia vedrà così ulteriormente vanificato quel patrimonio di conoscenze che ha faticosamente costruito nel tempo, comportando un danno ai cittadini e alle future generazioni. Crediamo che la ricerca scientifica sia tra le fondamenta del futuro della nazione, ed il futuro di una nazione è affare anche e soprattutto dei suoi cittadini. Le inviamo la lettera aperta al ministro dell’ambiente italiano Stefania Prestigiacomo che speriamo lei possa sottoscrivere e di cui farsi portavoce presso il governo italiano. Abbiamo autoprodotto un video che troverà sul sito www.nonsparateallaricerca.org dove è anche possibile firmare la petizione”, conclude la lettera.

Ambiente, Della Seta (Pd): Licenziati 200 precari Ispra

Roma, 10 LUG (Velino) - "Malgrado gli impegni presi e le promesse fatte dal ministro Prestigiacomo dal 30 giugno 200 lavoratori e ricercatori dell'Ispra - l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - sono stati licenziati. Stessa sorte tocchera' purtroppo ad altri lavoratori della ricerca pubblica". Lo dichiara il senatore Roberto Della Seta, capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente. "Ai 200 lavoratori dell'Ispra, ex Apat - continua l'esponente ecodem - e' stato addirittura vietato dopo la data del licenziamento di accedere ai locali dove prestano servizio per radunare le proprie cose e consultare il proprio computer. Un trattamento da veri estranei per chi, nel corso di tanti anni ha anche ricoperto incarichi di responsabilita', contribuendo in maniera decisiva alla protezione dell'ambiente, alla tutela delle risorse idriche e alla difesa del suolo del nostro paese. Sono dunque estremamente insoddisfatto delle risposte che ho ricevuto in seguito alla mia interrogazione parlamentare dal sottosegretario all'Ambiente Menia. Il comportamento adottato dal governo non solo vi'ola palesemente la dignita' dei lavoratori ma e' anche l'esempio lampante di come questo governo consideri la ricerca pubblica e le tecnostrutture di qualita', ovvero - conclude Della Seta - come rami da tagliare senza la benche' minima considerazione per le funzioni importantissime che verranno cosi' lasciate completamente sguarnite".

Precariato: emendamento al DL 78 - 2009 atto C 2561

Proposta emendativa di USI RdB Ricerca al DL 78/2009 atto C 2561 già in discussione presso le commissioni riunite di Finanze e Bilancio della Camera volto alla riassunzione del personale licenziato

Per assolvere ai propri compiti Istituzionali e di Ricerca l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) è autorizzato a rinnovare su fondi non ordinari (ricerca e convenzioni) i contratti di natura flessibile, Tempo Determinato, Collaborazione Coordinata e Continuativa, Assegni di Ricerca, in essere al 31/12/2008 fino all'applicazione del Piano triennale di assunzioni 2010-2012 anche ai sensi del comma 6 art. 34 bis L 14/2009.
( L 14/2009 art 34 bis comma 6. Nel triennio 2009-2011, l'AIFA, nel rispetto della programmazione triennale del fabbisogno e previo espletamento della procedura di cui all'articolo 35, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, può bandire concorsi pubblici per titoli ed esami per le assunzioni a tempo indeterminato per la copertura dei posti vacanti in pianta organica, con una riserva di posti non superiore al 50 per cento per il personale non di ruolo già in servizio presso l'AIFA in forza di contratti stipulati ai sensi dell'articolo 48, comma 7, del decreto-legge 30 )

Precariato: Lettera aperta al personale e alla Struttura Commissariale

Giungono voci di dichiarazioni rilasciate da esponenti della Struttura Commissariale tendenti a dimostrare il bassissimo impatto che avrebbe avuto il licenziamento, del 30 Giugno , dei 200 dipendenti precari sul regolare svolgimento delle attività dell'ISPRA. Questa O.S. chiede una smentita ufficiale a queste voci altrimenti sarebbe costretta a biasimere e condannare l'insensibilità e l'indifferenza espressa nei confronti di tanti madri, padri e figli che sono oggi senza reddito ed ai quali si impedisce, con atti di cui si sta valutando la legalità, persino l'accesso nelle sedi dell'ISPRA che sono pur sempre edifici pubblici. Da parte della Struttura Commissariale, meriterebbe probabilmente una seria riflessione pubblica sulla perdita di patrimonio umano e intellettuale formatosi con anni di investimento di denaro pubblico. Si è a conoscenza di casi di cui è già dimostrabile il danno in termini economici per committenze non rispettate, il danno di immagine per tutte quelle che sono le sedi di rappresentanza tecnica e scientifica nazionale ed internazionale, la riduzione di servizi ai cittadini in materia di controlli e certificazione ambientale e di quelli che al momento si potrebbero eufemisticamente definire rallentamenti nell'attività di supporto amministrativo/burocratico alle funzioni dell'ISPRA. Tra l'altro, alla scrivente O.S. risulta che già prima di tale scadenza contrattuale moltissimi responsabili di attività abbiano notificato in forma scritta tutte le conseguenze che l'assenza dei propri collaboratori avrebbe arrecato alle attività di cui sono responsabili. Questa O.S invita tutto il personale a segnalare al sindacato ogni episodio di disfunzione determinato dall'assenza dei colleghi licenziati al fine di contrastare eventuali tentativi di minimizzazione dei licenziamenti messi in atto. Si rammenta che a distanza di 11 mesi dall'istituzione dell'ISPRA non è stato prodotto lo Statuto e conseguentemente le funzioni dell'Ente sono ancora la somma delle funzioni svolte da ex APAT, ex ICRAM ed ex INFS (comma 2 art. 28 L 133/2008). L'azione svolta fin qui dalla Struttura Commissariale risulta quindi in contrasto con le finalità istituzionali summenzionate riducendosi nei fatti ad una mera politica di ridimensionamento numerico del personale che ad oggi sfiora le 300 unità. Peraltro tale ridimensionamento avviene "sparando nel mucchio" e utilizzando la casualità contrattuale e relativa copertura economica come metodo di licenziamento. La scelta, operata dal Ministro dell'Ambiente un anno fa, di nominare a commissari dell'ISPRA funzionari più adatti a gestire l'ordine pubblico che un Ente pubblico di ricerca sembrerebbe coerente con un disegno preorganizzato di sistematico smantellamento della rete di controllo e ricerca sull'ambiente. USI RdB, infine, nel ribadire il massimo impegno per la riassunzione del personale licenziato esprime rispetto, solidarietà e considerazione nei confronti di tutti quei lavoratori licenziati che negli hanno prestato onestamente e nel rispetto delle direttive impartite il loro lavoro in una condizione di assenza di diritti e con una retribuzione dimezzata rispetto ai colleghi di ruolo e ai quali naturalmente garantirà supporto qualora intendessero dimostrare che si è trattato di mero "lavoro nero".
La Segreteria Nazionale USI RdB Ricerca

All’ISPRA sta avvenendo quello che temevamo e che non doveva accadere.

FLC CGIL ISPRA - di Angela Imperi - Mentre è ancora in corso la drammatica vertenza di queste ultime settimane per chiedere la proroga dei circA 170 contratti di collaborazione in scadenza il 30 giugno u.s. che invece OGGI sono diventati veri licenziamenti, la struttura commissariale dell’ISPRA pubblica alcuni bandi di selezioni per l'attivazione di nuovi Co.CO.Co.Una decisione che ci preoccupa e che giudichiamo priva di TRASPARENZA, rispetto ai criteri con i quali verranno da oggi in poi attivati i nuovi contratti. Appena il 7 luglio, infatti, la FLC CGIL, FIR CISL e UILPA UR, hanno scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Ambiente chiedendo, in sede di riconversione del DL anticrisi, l'introduzione della norma ISPRA che consentisse la proroga dei contratti scaduti per non compromettere i risultati di anni di lavoro e non vanificare gli investimenti e i progetti di ricerca in corso in ISPRA. Questa è la priorita' della FLC CGIL: rinnovo per tutti e soluzione complessiva e definitiva per tutto il precariato dell'ISPRA utilizzando tutti gli strumenti normativi e contrattuali a disposizione. La scelta di bandire queste selezioni ci porta a pensare che ci siano spazi per rinnovare solo una PARTE dei contratti attualmente licenziati e che la struttura commissariale sia intenzionata a rinnovarne alcuni piuttosto che altri. Questa scelta la giudichiamo impropria e discutibile in quanto si agisce in dispregio dei 200 precari licenziati e senza tenere conto delle richieste sindacali sostenute dalla forte mobilitazione delle ultime settimane. Il rispetto per il dramma vissuto dai precari licenziati e per le giuste rivendicazioni sindacali, avrebbero imposto di prendere ancora del tempo. E poi, al di là di queste considerazioni generali e di ordine politico, ci si chiede quali criteri ci stanno alla base dei bandi? Siamo forse alla vigilia di operazioni clientelari e consociative dove i più forti e i più spregiudicati faranno valere le proprie ragioni non sempre trasparenti ed eticamente cristalline? Allo stesso modo giudichiamo incomprensibile l’ostinarsi dell’amministrazione nel negare la proroga di alcuni contratti a termine in attesa di un fantomatico parere del dipartimento della funzione pubblica quando la normativa di legge, ormai chiarissima alla luce del decreto anticrisi, non presenta alcuno ostacolo.La FLC Cgil ritiene ancora aperta la vertenza finalizzata ad ottenere in sede di conversione del decreto anticrisi una norma che permetta all’Ispra di riattivare tutti i contratti scaduti. Pertanto diffidiamo l’amministrazione dal proseguire nella definizione unilaterale dei contenuti dei nuovi bandi. Chiediamo un percorso CONDIVISO per la definizione di criteri trasparenti per il rinnovo dei contratti affinché tutti possano partecipare con pari opportunità e secondo le reali esigenze dell'ISTITUTO e, in ogni caso, a parità di requisiti professionali richiesti, sia data priorità ai collaboratori che da anni hanno prestato servizio nei 3 enti disciolti ora ISPRA.

RICERCA: DELLA SETA, LICENZIATI 200 LAVORATORI ISPRA =

(AGI) - Roma, 10 lug. - 'Malgrado gli impegni presi e le promesse fatte dal ministro Prestigiacomo dal 30 giugno 200 lavoratori e ricercatori dell'Ispra ' l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - sono stati licenziati. Stessa sorte tocchera' purtroppo ad altri lavoratori della ricerca pubblica'. Lo dichiara il senatore Roberto Della Seta, capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente. 'Ai 200 lavoratori dell'Ispra, ex Apat ' continua l'esponente ecodem - e' stato addirittura vietato dopo la data del licenziamento di accedere ai locali dove prestano servizio per radunare le proprie cose e consultare il proprio computer. Un trattamento da veri estranei per chi, nel corso di tanti anni ha anche ricoperto incarichi di responsabilita', contribuendo in maniera decisiva alla protezione dell'ambiente, alla tutela delle risorse idriche e alla difesa del suolo del nostro paese. Sono dunque estremamente insoddisfatto delle risposte che ho ricevuto in seguito alla mia interrogazione parlamentare dal sottosegretario all'Ambiente Menia. Il comportamento adottato dal governo non solo viola palesemente la dignita' dei lavoratori ma e' anche l'esempio lampante di come questo governo consideri la ricerca pubblica e le tecnostrutture di qualita', ovvero 'conclude Della Seta - come rami da tagliare senza la benche' minima considerazione per le funzioni importantissime che verranno cosi' lasciate completamente sguarnite'.

AMBIENTE. DELLA SETA (PD): ISPRA, 200 VIA MALGRADO PRESTIGIACOMO IMPEGNI E PROMESSE NON SONO SERVITI, VIOLATA DIGNITA' LAVORATORI.

(DIRE) Roma, 10 lug. - "Malgrado gli impegni presi e le promesse fatte dal ministro Prestigiacomo, dal 30 giugno 200 lavoratori e ricercatori dell'Ispra (l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sono stati licenziati". E adesso "stessa sorte tocchera' purtroppo ad altri lavoratori della ricerca pubblica". Lo afferma Roberto Della Seta, senatore del Pd e capogruppo in commissione Ambiente del Senato. Ai 200 lavoratori dell'Ispra, lamenta Della Seta, dopo la data del licenziamento e' stato addirittura vietato di accedere ai locali dove prestano servizio per radunare le proprie cose e consultare il proprio computer. Si tratta di "un trattamento da veri estranei per chi, nel corso di tanti anni ha anche ricoperto incarichi di responsabilita', contribuendo in maniera decisiva alla protezione dell'ambiente, alla tutela delle risorse idriche e alla difesa del suolo del nostro paese". Della Seta si dice "estremamente insoddisfatto delle risposte che ho ricevuto in seguito alla mia interrogazione parlamentare dal sottosegretario all'Ambiente Menia". Il comportamento adottato dal governo, accusa, "non solo viola palesemente la dignita' dei lavoratori ma e' anche l'esempio lampante di come questo governo consideri la ricerca pubblica e le tecnostrutture di qualita'". Li considera, critica l'esponente del Pd, "rami da tagliare senza la benche' minima considerazione per le funzioni importantissime che verranno cosi' lasciate completamente sguarnite".

RICERCA: DELLA SETA (PD), LICENZIATI 200 LAVORATORI ISPRA

(ANSA) - ROMA, 10 LUG - ''Malgrado gli impegni presi e le promesse fatte dal ministro Prestigiacomo dal 30 giugno 200 lavoratori e ricercatori dell'Ispra, l' Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sono stati licenziati. Stessa sorte tocchera' purtroppo ad altri lavoratori della ricerca pubblica''. Lo dichiara il senatore Roberto Della Seta, capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente che sottolinea come ai 200 lavoratori dell'Ispra, ex Apat, ''e' stato addirittura vietato dopo la data del licenziamento di accedere ai locali dove prestano servizio per radunare le proprie cose e consultare il proprio computer''. ''Un trattamento - commenta il senatore del Pd - da veri estranei per chi, nel corso di tanti anni ha anche ricoperto incarichi di responsabilita', contribuendo in maniera decisiva alla protezione dell'ambiente, alla tutela delle risorse idriche e alla difesa del suolo del nostro Paese''. Della Seta, che aveva presentato una interrogazione parlamentare, si dice ''insoddisfatto'' delle risposte ricevute dal sottosegretario all'Ambiente Menia e sostiene che ''il comportamento adottato dal governo non solo viola palesemente la dignita' dei lavoratori ma e' anche l'esempio lampante di come questo governo consideri la ricerca pubblica e le tecnostrutture di qualita' come rami da tagliare senza la benche' minima considerazione per le funzioni importantissime che verranno cosi' lasciate completamente sguarnite''.

giovedì 9 luglio 2009

Precari Ispra: Menia: niente da fare per i lavoratori - ANSA

AMBIENTE:PRECARI ISPRA; MENIA, NIENTE DA FARE PER LAVORATORI (ANSA) - ROMA, 8 LUG - Nulla di fatto dall'incontro tra i lavoratori precari dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e il sottosegretario di Stato all'ambiente Roberto Menia. Lo ha reso noto oggi l'assemblea dei precari Ispra dopo che un gruppo di lavoratori, alcuni dei quali fanno parte dei 200 rimasti senza lavoro dal 30 giugno, accompagnati dai rappresentanti sindacali hanno incontrato il sottosegretario. ''Menia - si legge in una nota - ha espresso solidarieta' e comprensione per chi e' rimasto senza lavoro, ma in sostanza ha confermato l'impossibilita' di riportare in servizio i lavoratori allontanati dall'Istituto e di evitare che succeda altrettanto a quelli che scadono entro fine anno''. Secondo i precari Ispra, ''e' paradossale che, proprio nei giorni in cui il Ministro Prestigiacomo annuncia l'avvio di un 'Patto per l'ambiente' con 11 grandi imprese italiane, il suo vice confermi che i precari che si occupano di controlli e ricerca ambientale vanno a casa''. Il Patto ''costera' alle casse pubbliche 600 milioni di euro, una cifra esorbitante'', sostengono i lavoratori, ''messa a disposizione dei privati, mentre non si riescono a trovare meno di 400mila euro per tenere in servizio un altro anno i lavoratori che si occupano di queste tematiche''.