Nonostante le tante promesse
Si è cominciato da quelli meno tutelati, i diplomati. Ma sono appesi ad un filo anche tre Funzionari Amministrativi e per gli altri dipendenti in scadenza si attende un decreto legge
Villaggio Globale.it - Dopo mesi di discussioni, promesse e mobilitazioni, partono i licenziamenti all'Ispra: il 31 dicembre, oltre 70 dipendenti dell'Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale perderanno il lavoro.
I primi ad andare a casa sono i collaboratori che rappresentano l'anello più debole della catena, quelli diplomati, che pure svolgono attività istituzionali fondamentali per il buon funzionamento dell'ente. La struttura commissariale che amministra attualmente Ispra, nominata dal Governo e in particolare dal ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha infatti annunciato nei giorni scorsi che i contratti di 73 co. co. co. diplomati non saranno rinnovati dopo la fine dell'anno. Una discriminazione in piena regola verso questi lavoratori, tra i quali ci sono molti dei precari storici dell'ente, che ora fa suonare beffarda la recente affermazione di uno dei commissari, il quale rispondendo alle organizzazioni sindacali ha detto solennemente che «non si è mai pensato di discriminare in base al titolo di studio».
I collaboratori diplomati, che non sono rimpiazzi o lavoratori a latere dei dipendenti, anzi spesso portano avanti da molti anni un'attività facilmente riconoscibile come lavoro subordinato, svolgono nell'Istituto compiti come la realizzazione di prodotti cartografici, progettazione di titoli editoriali, il supporto agli stand che l'Istituto allestisce per eventi e conferenze, manutenzione informatica ed help desk, realizzazione di siti web museali, programmazione software e grafica, gestione del personale, supporto all'archivio della documentazione relativa agli impianti nucleari e ai progetti comunitari, per citarne solo alcuni.
In Ispra, il rischio non riguarda però i soli collaboratori, visto che è molto incerta anche la posizione di tre Funzionari Amministrativi in scadenza a fine anno, già in passato discriminati con una proroga difforme rispetto agli altri vincitori del loro stesso concorso. Tutti gli altri dipendenti in scadenza, titolari di stabilizzazione o meno, dovrebbero invece essere tenuti in servizio da un decreto legge ad hoc, la cui presentazione in Consiglio dei Ministri però è stata per l'ennesima volta rinviata di una settimana, slittando praticamente a Natale e mantenendo nell'incertezza centinaia di famiglie.
I lavoratori precari dell'Istituto chiedono che l'amministrazione si adoperi per trovare soluzioni che consentano il mantenimento in servizio di tutti coloro che al momento sono esclusi dalle proroghe, ad esempio applicando l'articolo 5 del Contratto Nazionale di Lavoro, la cui validità è stata ribadita recentemente anche da un parere della Funzione Pubblica, quindi dello stesso Governo. L'uso di questo provvedimento consentirebbe infatti le proroghe di tutti i contratti al momento in essere, oltre alla trasformazione in dipendenti a tempo determinato dei collaboratori, al momento sottopagati e privi di molti dei diritti fondamentali garantiti ai colleghi dipendenti, che spesso svolgono le loro stesse attività.