LA PETIZIONE DA FIRMARE

mercoledì 22 ottobre 2008

Cosa prevede il decreto per i precari Alitalia

ROMA (22 ottobre) - Questi i punti più significativi introdotti dal decreto su Alitalia llicenziato oggi dalla Camera.
LA CESSIONE DI ASSET E DI BENI. Il commissario straordinario può decidere immediatamente la «cessione di complessi aziendali» e «individua l'acquirente a trattativa privata» tra candidati che garantiscano, tra l'altro, la continuità del servizio e la rapidità dell'intervento. Il prezzo di cessione non deve essere inferiore ai valori di mercato indicati da un advisor. Con una novità introdotta alla Camera il commissario potrà curare anche la vendita di contratti, ad esempio con le agenzie di viaggi, o di beni, come gli aerei considerati in eccedenza rispetto alle esigenze della new company.
DEROGHE ANTITRUST. L'operazione che farà rinascere Alitalia in una nuova compagnia, la Cai, secondo quanto previsto dal «Piano fenice», risponderà a «preminenti interessi generali» e sarà così esclusa «dalla necessità di una autorizzazione» Antitrust. Su eventuali monopoli (è il caso della concentrazione sulla rotta Linate-Fiumicino, vicina al 100% per la prevista integrazione di Air One nella nuova compagnia), l'Autorità può intervenire solo dopo il 30 giugno 2009. Il Senato ha infatti limitato a questa
data la deroga per l'Antitrust che inizialmente era di tre anni. Può invece intervenire subito per eventuali abusi di posizione dominante o in difesa dei consumatori (sui prezzi, per esempio). I limiti temporali posti all'applicabilità della norma ne fanno, di fatto, una eccezione per il solo caso Alitalia.
AMMORTIZZATORI SOCIALI. Il decreto concede misure di sostegno agli esuberi per sette anni: porta a 48 mesi il periodo massimo di cassa integrazione ed a 36 mesi quello di mobilità, e stanzia le necessarie risorse. Un emendamento del Senato, inoltre, dà la possibilità ai lavoratori Alitalia in cassa integrazione di usufruirne anche nel caso che, assunti con contratto a tempo indeterminato da un' altra parte, vengano licenziati e si ritrovino disoccupati. A condizione che questo avvenga nell'arco del quadriennio previsto per l'utilizzo della cassa integrazione per i dipendenti della compagnia aera.
SALVA PRECARI. Il Senato ha introdotto una norma che prevede la possibilità per la nuova Alitalia o per le società che rileveranno gli asset della compagnia, di assumere lavoratori a tempo determinato pur avendo del personale in cassa integrazione. L' obiettivo è quello di consentire alla nuova società di recuperare i precari in carico alla vecchia Alitalia.
PICCOLI RISPARMIATORI. Il decreto prevede indennizzi per i piccoli azionisti e gli obbligazionisti ricorrendo al fondo stanziato dalla finanziaria 2006 per far fronte alle frodi finanziarie con i fondi dei conti dormienti. Un emendamento approvato dal Senato prevede nuove fonti di finanziamento per il Fondo speciale, istituito dal governo Prodi con la Finanziaria 2006 alimentato dai conti «dormienti» ma anche dagli assegni circolari non riscossi entro il termine di prescrizione, dagli importi dovuti ai beneficiari di contratti (assicurazione sulla vita, sul matrimonio, sulla natalità, sulla malattia) che non sono reclamati entro il termine di prescrizione, dagli importi dovuti ai beneficiari di Buoni fruttiferi Postali.
SCUDO PER GLI AMMINISTRATORI, MA VIA LA SALVA MANAGER. E' prevista, in modo specifico per Alitalia, l'esclusione della «responsabilità amministrativa-contabile» personale per «atti e provvedimenti che siano stati posti in essere dal 18 luglio 2007» da amministratori, collegio dei sindaci e dirigenti preposti al bilancio. La Camera però ha cancellato la cosiddetta "salva-manager", la norma che fissava paletti alle disposizioni penali della legge fallimentare.
TRIPLICA LA TASSA DI IMBARCO. Prima un euro, poi due e infine tre: la tassa di imbarco triplica. Si tratta di un emendamento che punta a sovvenzionare il passaggio alla nuova compagnia aerea e consente di incrementare il Fondo speciale per i dipendenti Alitalia.

Interrograzione parlamtare di un deputato Pdl su ISPRA

Roma, 22 OTT (Velino) - "È necessario porre in essere ogni utile azione per tutelare i diritti dei lavoratori assunti con contratto a tempo determinato dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente e dei servizi tecnici e gia' ammessi a procedura di stabilizzazione". Lo afferma Cosimo Latronico del Popolo della liberta' che sulla questione ha presentato un'interrogazione al ministro della pubblica Amministrazione e l'Innovazione per sapere quale sia la valutazione del governo e quali azioni intenda porre in essere per garantire i diritti maturati dai lavoratori i cui contratti scadono il prossimo 7 novembre. Nell'interrogazione si ricorda che si tratta dei vincitori del concorso indetto dall'Apat nel 2004, assunti a tempo determinato e ammessi a procedura di stabilizzazione nel luglio 2007 e che l'Apat quest'anno e' confluita nell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, istituito nel 2008. "Si tratta - spiega - in prevalenza di geologi, ingegneri, architetti e biologi, personale altamente specializzato che opera con grande competenza e che ha accumulato preziose esperienze nel settore della difesa e monitoraggio del territorio. L'assunzione di tali unita' di personale risulta necessaria per lo svolgimento delle attivita' e dei compiti ora svolti dall'Ispra e quindi - conclude - e' il caso di non disperdere competenze e professionalita', mentre a sorpresa il Commissario straordinario dell'Ispra ha delineato una procedura di assunzione di personale che non tiene in alcun conto i diritti maturati da questi lavoratori".

ART. 5 DEL CCNL EPR 2002-2005: AD OGNI ENTE IL SUO

Lunedì 20 ottobre, in occasione del primo tentativo di conciliazione per lo sciopero della Ricerca che abbiamo indetto il 14 ottobre come USI RdB (vedi allegato), abbiamo potuto verificare che, quanto appreso nell’incontro alla Funzione Pubblica del 7 ottobre scorso (ufficialmente poi dichiarato dal Comitato di Settore), era vero:

norme contrattuali come l’art.5 del CCNL degli EPR 2002-2005 si possono applicare per consentire le assunzioni a TI di quei lavoratori che abbiano superato una selezione pubblica nazionale, per consentire le assunzioni a TD “a chiamata” dei lavoratori altrimenti non stabilizzabili (cococo, assegnisti e borsisti) e per consentire una durata fino a 5 anni, prorogabile di altri 5, ai contratti a TD.

E all’ISPRA? All’ISPRA NO, i confederali inducono i lavoratori a credere che questo strumento normativo di settore sia inapplicabile quando non addirittura inutile.

All’ISPRA si comunica che i legali della CGIL e della UIL sono a disposizione per scrivere lettere di diffida all’Amministrazione, per far sì che quest’ultima assuma ai sensi del comma 519, omettendo però di dire che questo vale solo per gli stabilizzandi ex-APAT.

Le stesse sigle, all’ISFOL, scoraggiano i lavoratori a sottoscrivere una lettera di diffida, promossa e predisposta “gratuitamente” dal legale di USI RdB Ricerca. Infine, al CNR, la CGIL promuove l’utilizzo combinato di concorsi, art.5 e stabilizzazioni ai sensi delle finanziarie 2007 e 2008.

AD OGNI ENTE IL SUO!!

Forse perchè in generale non vi è una linea di principio che tuteli gli interessi e i diritti di tutti i lavoratori precari, in qualunque Ente essi si trovino?

O forse, perchè, come nel caso specifico di ISPRA, il comune denominatore è la difesa dell’interesse particolare di un sottogruppo di lavoratori precari a discapito di tutti gli altri?

Inoltre, considerata la possibilità di una divisione tra le organizzazioni confederali al tavolo di trattativa, come già avvenuto in passato sul Protocollo di Intesa APAT (sic!), abbiamo ora una ragione in più per andare avanti da soli nelle mobilitazioni, in coerenza con quanto sempre detto e fatto, con delle chiare proposte di stabilizzazione per tutti i precari.

USI RdB Ricerca ha infatti un unico e solo obiettivo da raggiungere

“Assunti tutti, assunti subito, assunti davvero”

e per fare questo si batterà per ottenere anche in ISPRA l’applicazione di tutti gli strumenti utili, compreso l’art.5 del CCNL!

Berlusconi chiede il pugno di ferro per le occupazioni

ROMA - "Non permetteremo che siano occupate scuole e università". Lo annuncia, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. "Perché - dice con tono molto deciso - l'occupazione non è una applicazione di libertà, ma è una violenza nei confronti dei docenti, degli altri studenti, delle famiglie". "Oggi stesso convocherò il ministro dell'Interno, Roberto Maroni", aggiunge, sul come dare istruzioni alle forze dell'ordine. A suo avviso, dietro alle manifestazioni sulla scuola c'è "l'estrema sinistra e, come a Milano, anche i centri sociali".
Più in generale, quello del ministro all'Istruzione, Mariastella Gelmini, è "un semplice decreto, non una riforma". Oggi il leader del Pd, Walter Veltroni, ha chiesto di ritirare il provvedimento... "Noi andiamo avanti - risponde il presidente del Consiglio - siamo assolutamente convinti, andiamo avanti in una direzione lungamente meditata". Del resto, "dalla sinistra", sulla scuola, sono venuti "messaggi assolutamente falsi". Perciò, insiste il Cavaliere, "sono passati come verosimili allarmismi assolutamente inutili verso milioni di italiani". La verità, secondo Berlusconi, è un'altra: "Non è vero che nella scuola ci saranno 87.000 tagli", dice il premier, che ha convocato l'incontro con i giornalisti per "smentire le bugie della sinistra". "Non sarà cacciato nessuno- continua- saranno solo pensionati gli insegnanti che hanno l'età per essere pensionati e sarà bloccato il turn-over. Quanto fatto finora con i precari dalla sinistra e dai sindacati - spiega- hanno trasformato la scuola in un ammortizzatore sociale". A proposito delle polemiche rispetto alle classi-ponte per soli alunni immigrati, per insegnare la lingua italiana, poi il presidende del Consiglio aggiunge: "Non c'è nessun razzismo ma solo buonsenso". "E' solo integrazione, l'opposto del razzismo", rivendica il premier, ricordando a questo proposito l'esperienza francese.
Nel parlare della condizione della scuola italiana, ce n'è per tutti. Anche pre i prof. In Italia ci sono "troppi docenti e pagati male". In Europa, continua Berlusconi, "ci sono 13 studenti per docente, in Italia 9, una spesa troppo alta che non consente neanche di fare innovazione nella scuola e che non tiene conto del merito dei docenti visto che c'è chi lavora tanto e chi marca troppe assenze". La media degli stipendi, aggiunge, "è bassa, un docente guadagna 27.500 euro all'anno dopo quindici anni contro una media Ocse di 40.000. Dobbiamo cambiare. E il dl Gelmini getta le basi per avere meno insegnanti e meglio pagati". Entro il 2012, assicura, "il 40% dei docenti avrà 7.000 euro in più all'anno". Infine, un appello: "Vorrei fare a tutti un appello affinché si abbassino i toni", chiude il Cavaliere di fronte alle proteste degli studenti, dei docenti e dei genitori in tutta Italia. Eppure le voci che emergono dalla Rete pare vadano in altre direzioni. Rimarcano, infatti, il senso polemico e di protesta verso la riforma e verso le ultimissime dichiarazioni del premier. C'è chi come DjDNA2 rivendica il "ruolo sociale" delle occupazioni. I più, come TeaTime, definiscono le dichiarazioni di Silvio Berlusconi "proprie di uno stato di regime". Anche se nel novero dei post sulle piattaforme dei blog c'è anche chi, come latavolarotonda, chiede di "smetterla con la menzogna che serve solo a fare scampagnate in strada", anzicchè studiare. Sul blog di Beppe Grillo , inoltre, nella rubrica "la scuola in diretta", c'è l'invito al commento sulle prese di posizione governative, poi, diventa, multimendiale. Chi vuole può riprendere le occupazioni e qualunque altra situazione che ne deriva e postarla online su YouTube.

Berlusconi: "Polizia nelle università Dalla sinistra bugie, dalla Rai ansia"

Il premier annuncia la linea dura contro le occupazioni studentesche
"Darò istruzioni a Maroni su come intervenire attraverso le forze dell'ordine"

Dura risposta dal Pd: "Pompiere piromane, vuole alimentare ad arte la tensione"

ROMA - Berlusconi convoca una conferenza stampa a Palazzo Chigi per mandare un avvertimento agli studenti: "Non permetterò l'occupazione delle università. L'occupazione di luoghi pubblici non è la dimostrazione dell'applicazione della libertà, non è un fatto di democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che vogliono studiare". Poi, rivolto a una giornalista che aveva posto la domanda, aggiunge: "Avete 4-5 anni per fare il callo su queste cose. Io non retrocederò di un millimetro".

Ordini al Viminale. "Convocherò oggi - prosegue Berlusconi - il ministro degli Interni, e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell'ordine per evitare che questo possa succedere". In un secondo momento Roberto Maroni ha reso noto che l'appuntamento tra i due è per le 17. "La realtà di questi giorni - ha detto ancora il premier - è la realtà di aule piene di ragazzi che intendono studiare e i manifestanti sono organizzati dall'estrema sinistra, molto spesso, come a Milano, dai centri sociali e da una sinistra che ha trovato il modo di far passare nella scuola delle menzogne e portare un'opposizione nelle strade e nelle piazze alla vita del nostro governo".

Opposizione in allarme. Le parole del premier sono state accolte con enorme preoccupazione dal Pd. "La decisione del presidente del Consiglio di ricorrere all'uso della forza pubblica contro le famiglie e gli studenti che protestano per difendere il diritto allo studio - dice il ministro ombra per le Politiche giovanili Pina Picierno - è gravissimo, è un atto inconcepibile che lede diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione". "Oggi - prosegue - uno stato di polizia contro mamme e bambini e domani magari contro i precari che protestano? Cosa ha in mente il presidente del Consiglio? Abbiamo a che fare con un pompiere piromane che cerca di alimentare ad arte un clima di tensione".

Epifani invita al dialogo. Contesta la minaccia di Berlusconi contro le occupazioni anche il segretario della Cgil Guglielmo Epifani. "E' profondamente sbagliato - afferma il leader sindacale - rispondere alle ragioni del movimento degli studenti con una modalità che non sia quella del dialogo". "Il governo - sottolinea Epifani - non può ricorrere alle minacce. Questo è un movimento che ha caratteristiche del tutto nuove, che non ha senso paragonare al '68 né, tanto meno, al '77. E' un movimento pacifico, gli studenti chiedono di investire nella scuola, è gente che chiede di studiare di più e meglio".

Fioroni: "Parole gravi". Riflessione simile a quella svolta dall'ex ministro della Pubblica Istruzione del centrosinistra Giuseppe Fioroni. "Tutti i ministri della Pubblica Istruzione - ha ricordato - hanno sperimentato le occupazioni e le autogestioni. Nessuno ha mai pensato di invadere le competenze dell'autonomia scolastica e di intervenire nelle decisioni interne che devono essere assunte nel rispetto della serenità e della sicurezza". Quelle di Berlusconi, ha aggiunto, "sono dichiarazioni gravi".

Attacco alla manifestazione. Il presidente del Consiglio ha toccato quindi il tema della manifestazione lanciata dal Pd per sabato prossimo. "Manifestare - ha proseguito - è una possibilità della democrazia ed anche noi ne usufruimmo. Noi, però, manifestammo contro la pressione fiscale del governo Prodi. La manifestazione del 25 ottobre è solo contro il governo e non ha proposte. La piazza non è il posto migliore per fare proposte. Le proposte si fanno in Parlamento".

Nessuna marcia indietro. Il premier accusa poi l'opposizione su uno temi centrali della protesta. "La sinistra - sostiene - dice bugie sulla scuola, fa un allarmismo inutile". E rispondendo a Veltroni, che oggi ha chiesto di ritirare il decreto Gelmini davanti "alle proteste così ampie e diffuse contro la riforma della scuola e le misure con i tagli", invitando Palazzo Chigi a rimodulare i costi, lasciando all'istruzione "ogni euro recuperato dal taglio di sprechi", Berlusconi ha replicato secco: "Noi andremo avanti, questo decreto sulla scuola è sacrosanto, altro che ritirarlo, bisogna applicarlo".

Le classi ponti resteranno. Il Cavaliere ha chiarito successivamente che non sono previsti ripensamenti neppure per la contestatissima proposta delle 'classi ponte' per i figli di immigrati perché "non è dettata da razzismo ma da buonsenso. Conoscere la lingua italiana è necessario". Berlusconi accusa infine la Rai di aver presentato in maniera distorta i provvedimenti del governo. "La televisione pubblica - lamenta - diffonde ansia e le situazioni solo di chi protesta. Sono preoccupato da questo divorzio tra i mezzi di informazione e la realtà".

"A quando la polizia nei giornali?". Affermazioni contro la stampa, quest'ultime, che hanno fatto scattare la preoccupata replica del parlamentare del Pd Piero Martino. "Il tono minaccioso con cui il presidente del Consiglio segnalava ai direttori dei giornali e dei telegiornali la propria preoccupazione ma soprattutto la propria indignazione - si è chiesto il deputato democratico - sarà forse all'ordine del giorno dell'incontro che avrà con il ministro dell'Interno Maroni?". "Oltre a prendere le contromisure adatte a bloccare le manifestazioni degli studenti, degli insegnanti e del corpo non docente della scuola - ha proseguito - Berlusconi invierà le forze dell'ordine anche nelle redazioni per verificare che il suo verbo venga amplificato come lui gradisce?".

Università, non è ancora finita. Deciso a non fare marcia indietro anche il ministro Gelmini, che ha annunciato di voler anzi intervenire in maniera ancora più decisa sulle università. "Bisognerà voltare pagina e fare autocritica", dice, senza "difendere lo status quo". "Siamo disposti a confrontarci e dialogare - prosegue - ma la situazione attuale porterebbe al collasso" perciò "bisogna cambiare".