LA PETIZIONE DA FIRMARE

martedì 14 ottobre 2008

Precari. Ricercatori in piazza contro l'emendamento del ministro Brunetta

(Ami) - L'emendamento “ammazza precari” del ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, torna in discussione al Parlamento, e nel pomeriggio di oggi, davanti a palazzo Vidoni sede del Dipartimento della funzione pubblica, hanno protestato i ricercatori precari delle università e degli enti di ricerca. Francesco Sinopoli (Flc-Cgil): «Le parole del ministro Brunetta che annuncia dalle pagine dei giornali che vuole mandare a casa un terzo dei precari della ricerca si commentano da sole». La protesta continua domani davanti a palazzo di Montecitorio
Nella Finanziaria 2009 del governo Berlusconi, evidenziano i sindacati, c'è un «emendamento nel quale si sopprimono le disposizioni del comma 519 della L. n. 296 (finanziaria 2007) e di tutte le misure normative successive finalizzate alla stabilizzazione del precariato pubblico, dalla cui permanenza dipendono, invece, le speranze di mantenimento in servizio e di futura stabilizzazione di migliaia e migliaia di lavoratori precari pubblici».
«Le parole del ministro Brunetta che annuncia dalle pagine dei giornali che vuole mandare a casa un terzo dei precari della ricerca si commentano da sole». Afferma Francesco Sinopoli della Flc-Cgil. «Brunetta - ha proseguito Sinopoli - omette di ricordare che i precari sono circa 10 mila, alcuni dei quali hanno diritto alla stabilizzazione, altri che possono accedere ai concorsi».
La ricerca è un settore centrale per lo sviluppo del nostro Paese, ma con l'emendamento Brunetta, ha concluso l'esponete della Cgil «non è in gioco solo la stabilizzazione dei precari, ma il futuro della ricerca in Italia»

Precari ex Apat irrompono nel convegno sulla cartografia

Nel Dipartimento Difesa del Suolo, sono presenti 36 lavoratori a TD e 13 con co.co.co., a fronte di 78 unità di personale a TI. I precari rappresentano quindi quasi il 40% del totale

(Villaggio Globale).
I lavoratori dell'Ispra, da tempo in lotta contro il decreto Brunetta che taglia centinaia di precari degli Enti di ricerca, hanno interrotto il convegno sulla cartografia (Carg) in corso nell'auditorium dell'Istituto, occupando il palco coi loro striscioni e leggendo un comunicato del personale sulla drammatica situazione dei lavoratori in scadenza entro fine anno, che sono oltre 400. La mobilitazione continua con un presidio a Palazzo Vidoni, oggi alle 14, e con una manifestazione davanti Montecitorio, domani mattina, alle 10.
«I lavoratori dell'Ispra – si legge nel loro comunicato – sono da tempo mobilitati per manifestare la propria preoccupazione per il futuro dell'Istituto. Alla fretta espressa da parte del Governo nella procedura di istituzione non è corrisposto un analogo interesse nel definire compiti e funzionalità dell'Istituto, che dovrebbe svolgere le attività di monitoraggio ambientale, nucleare, sui rifiuti e i siti contaminati ereditate dagli enti in esso confluiti.
«Nel Dipartimento Difesa del Suolo, all'interno del quale vengono svolte le attività relative al Carg, sono presenti 36 lavoratori a TD e 13 con co.co.co., a fronte di 78 unità di personale a TI. I precari rappresentano quindi quasi il 40% del totale. Alcuni servizi sono dotati quasi esclusivamente di personale precario. All'Ispra sono quasi 700, in servizio con varie tipologie contrattuali, molti dei quali già inseriti nelle procedure di stabilizzazione. La maggior parte di essi svolge attività istituzionali in molti casi da più di 10 anni.
«L'Amministrazione dell'Ispra non ha finora fornito risposte né intrapreso alcuna azione formale finalizzata alla stabilizzazione del personale precario; il ministero dell'Ambiente, che vigila sull'Istituto, è latitante; le dichiarazioni del ministro della Funzione Pubblica suonano come avvisi di licenziamento, a maggior ragione nel momento in cui l'emendamento che abroga le stabilizzazioni arriva in aula alla Camera.
«Pertanto, i lavoratori mantengono lo stato di agitazione e continueranno la mobilitazione intraprendendo tutte le azioni, anche legali, finalizzate a salvaguardare gli attuali livelli occupazionali che garantiscono la funzionalità e l'efficienza dell'Istituto».

Ispra, tra precari in rivolta e mappa dei rischi

(Greereport) - ROMA. E´ cominciato con una clamorosa protesta dei lavoratori la prima uscita pubblica dell´Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che ha presentato il Progetto Carg per la mappatura del territorio e ridurre il rischio di frane e terremoti. Un terremoto amministrativo che invece c´è stato con l´accorpamento nell´Ispra di Arpa, Infs e Icram e che ha prodotto una serie di proteste e disagi, acuiti dal decreto Brunetta che taglia centinaia di precari degli Enti di ricerca. I lavoratori anno interrotto il convegno, occupando il palco coi loro striscioni e leggendo un comunicato del personale sulla drammatica situazione degli oltre 400 i lavoratori in scadenza entro fine anno. La mobilitazione continua con un presidio e il 15 ottobre con una manifestazione davanti Montecitorio.
Tornando al convegno Ispra "I 20 anni del Progetto di Cartografia Geologica Nazionale", si è voluto «Mettere in evidenza potenziali zone a rischio geologico, consentendo una migliore prevenzione dei disastri ambientali. È una delle funzioni principali della mappatura del territorio consentita dal Progetto Carg,, che avrebbe potuto evitare catastrofi come la frana di Sarno, l´alluvione in Piemonte e tanti altri episodi calamitosi e limitare i danni causati da terremoti come quello che ha colpito l´Umbria e le Marche nel 1997-1998». Un gruppo di studiosi di scienze della terra, coordinati dal Servizio geologico d´Italia, negli ultimi vent´anni ha analizzato dettagliatamente il 40% del territorio italiano ed ora il Progetto di cartografia geologica nazionale (Carg), in scala 1:50.000, «sta producendo e informatizzando 255 fogli geologici, 14 carte geotematiche, 7 fogli di geologia marina alla scala 1:250.000 e una carta morfobatimetrica del bacino del Tirreno, parte di un profilo sismico del Progetto Crosta Profonda». La copertura del territorio nazionale non è omogenea: mentre alcune zone hanno raggiunto una copertura cartografica del 90% altre sono in gran parte da analizzare, con percentuali di copertura inferiori al 30%. Le zone mappate meglio sono quelle tra Emilia Romagna, Toscana e Marche, alcune aree della Campania, il sud della Sardegna e la parte occidentale della Sicilia.
Nel messaggio inviato al convegno dal residente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si legge che «L´informazione cartografica, grazie anche a una accresciuta sensibilità ambientale e alla rapida evoluzione delle tecniche di rilevamento e di rappresentazione, riveste una funzione essenziale nell´orientare lo sviluppo economico e sociale entro i limiti posti da una attenta gestione del suolo e del territorio. In tale prospettiva l´Ispra è in grado di offrire un contributo rilevante di competenza e di capacità progettuale».
Introducendo la discussione, il commissario dell´Ispra Vincenzo Grimaldi ha detto che «La sinergia tra le amministrazioni pubbliche e il mondo della ricerca ha contribuito allo sviluppo di prodotti di alta levatura scientifica, ma allo stesso tempo utili al pianificatore quale supporto agli interventi sul territorio, sia dal punto di vista della progettazione che della salvaguardia. È quindi doveroso ribadire l´importanza di proseguire il Progetto fino al suo completamento, per dotare il Paese di una cartografia geologica moderna e omogeneamente distribuita sul territorio nazionale».
I risultati raggiunti finora dal Carg mettono in evidenza un quadro preoccupante di un Paese esposto ai rischi geologici, «ma anche le potenzialità che il suo territorio offre in termini di risorse, senza escludere la tutela ambientale e una conseguente corretta gestione delle risorse». Occorre anche una maggiore attenzione alla struttura geologica del sottosuolo nelle grandi aree metropolitane, come Roma, Milano e Venezia tutte soggette in diversi modi a rischi, dal crollo di cavità sotterranee alla subsidenza naturale o indotta dall´uomo, fino ad inquinamento e sfruttamento eccessivo delle falde acquifere.
Grande attenzione anche per lo studio del calore superficiale della crosta terrestre finalizzato allo sfruttamento delle risorse geotermiche a bassa entalpia per la produzione di energia ed a fini termali. Nel convegno ha fatto capolino anche il cambiamento climatico con gli esempi relativi alla protezione delle coste come aree particolarmente sensibili ai rischi dell´innalzamento del livello del mare. Tra gli obiettivi del Carg c´è quello di una migliore conoscenza delle aree marine, che ne favorisca l´uso sostenibile e la tutela, attraverso il ripascimento di spiagge, la costruzione di moli e porti turistici, ma anche l´istituzione di aree marine protette.
Ma alla fine è ritornata fuori la difficoltà economica che vive la ricerca italiana: per disporre davvero di una necessaria cartografia geologica moderna omogeneamente distribuita sul territorio nazionale «anche in considerazione dei risultati emersi fino ad oggi dal Progetto; per raggiungere tale obiettivo appare indispensabile una dotazione di risorse, regolata da opportune leggi quadro, visto che il progetto è stato avviato nel 1988 ma finanziato solo fino al 2000».

NUCLEARE:AGENZIA SICUREZZA,DA MULTE 150 MLN ALLE SCORIE/ANSA

(ANSA) - Multe fino a 150 milioni, gestione e sistemazione delle scorie nucleari, controlli, autorizzazioni ispezioni, sospensione o revoca delle autorizzazioni. Questi alcuni dei nove compiti previsti per L'Agenzia per la sicurezza nucleare la cui istituzione e' stata messa nero su bianco in un emendamento al Disegno di legge Sviluppo che il Governo, su proposta dei ministri dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, e dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha presentato in Commissione Attivita' produttive della Camera e che sara' votato domani in Commissione. In particolare, le linee guida e i criteri di funzionamento dell'Agenzia sono stabiliti dal Governo. Avra' una guida collegiale con un Presidente di nomina diretta del Capo del Governo e quattro componenti, due designati dal ministero dell' Ambiente e due dal ministro dello Sviluppo Economico. Il testo, in ogni caso, ha spiegato il capogruppo della Lega in commissione Attivita' Produttive, Massimo Polledri, potra' comunque essere ancora un po' limato. Ecco nel dettaglio l'identikit dell'Agenzia secondo l' emendamento che e' entrato in Commissione:
- COS'E' L'AGENZIA: L'Agenzia per la sicurezza nucelare e' la sola autorita' nazionale responsabile per la sicurezza e la salvaguardia nucleare;
- COMPITI: regolamentazione tecnica, controllo e autorizzazione ai fini della sicurezza delle attivita' concernenti gli impieghi pacifici dell'energia nucleare; gestione e sistemazione dei rifiuti radioattivi e dei materiali nucleari; protezione dalle radiazioni, nonche' le funzioni e i compiti di salvaguardia degli impianti e dei materiali nucleari, comprese le loro infrastrutture e la logistica; ispezioni negli impianti nucleari nazionali e loro infrastrutture; potra' irrogare sanzioni pecuniarie tra 25 mila e 150 milioni di euro, sospendere o revocare le autorizzazioni;
- COMPOSIZIONE: un Presidente, che sara' nominato dal Presidente del Consiglio e quattro componenti, due designati dal ministro dell'Ambiente e due designati dal ministro dello Sviluppo economico, sentite le competenti Commissioni parlamentari. I membri dell'Agenzia resteranno in carica per sette anni e svolgeranno le loro funzioni in piena autonomia;
- PERSONALE, STRUTTURE E RISORSE: l'Agenzia e' composta dalle strutture dell'attuale Dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e dalle risorse dell' Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e l'Ambiente (Enea), attualmente preposte alle attivita' di competenza dell'Agenzia che le verranno associate. Con decreti ad hoc verranno trasferiti 50 lavoratori a testa per ognuno dei due enti. Il personale conserva il trattamento giuridico ed economico in godimento all'atto del trasferimento. Non sono previsti oneri aggiuntivi per lo Stato;
- SCADENZE: entro 3 mesi dall'entrata in vigore della legge di istituzione dell'Agenzia, con un decreto del presidente del Consiglio, su proposta dei ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico l'approvazione dello statuto dell'Agenzia che stabilisce i criteri per l'organizzazione, il funzionamento, la regolamentazione e la vigilanza della stessa in funzione dei compiti istituzionali definiti dalla legge. Entro tre mesi dall' emanazione del decreto istitutivo dello statuto, con provvedimento del ministero dell'Ambiente di intesa con lo Sviluppo Economico, l'approvazione del regolamento per l' organizzazione e il funzionamento interni.

Anche i capitani di ventura pagano il mutuo

Sui precari dell'istituto di ricerca e la protezione ambientale, i numeri di Brunetta sono tutti sbagliati. In particolare, rischiano il posto in 400 entro la fine dell'anno, professionisti che tra le altre cose si occupano di controlli sul nucleare, ciclo dei rifiuti, emergenze ambientali e siti contaminati
Anche i capitani di ventura hanno una famiglia e i mutui da pagare. Forse il ministro Brunetta non ne è a conoscenza, ma i precari degli enti di ricerca sono italiani come tutti gli altri, che hanno i figli da mandare all'asilo, l'affitto e le rate della macchina da pagare, e come tutti gli altri a 40 anni o più vorrebbero avere un lavoro stabile e non saltare da un posto all'altro.Questo, a maggior ragione, quando svolgono compiti delicati come quelli di chi è impiegato, spesso da molti anni, all'ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale) nato l'estate scorsa da una frettolosa fusione con ICRAM e INFS, Istituto dal quale centinaia di precari saranno espulsi, grazie a Decreti ed Emendamenti. In particolare, rischiano il posto in 400 entro la fine dell'anno, professionisti che tra le altre cose si occupano di controlli sul nucleare, ciclo dei rifiuti, emergenze ambientali e siti contaminati.
Il ministro ha detto a "Repubblica" che i lavoratori degli enti di ricerca aventi diritto alla stabilizzazione, secondo le Leggi Finanziarie 2007 e 2008, sono 1.886, e di questi la tabella riportata dal quotidiano ne assegna ad ISPRA appena 65. Peccato che, se ci si limita all'ex APAT, ci sia una graduatoria di aventi diritto che comprende oltre 150 nomi, oltre a quelli di ICRAM ed INFS e coloro che avranno diritto in base alla legge di bilancio 2008, per la quale ancora non è stato pubblicato il bando.A livello informale, l'amministrazione ISPRA ha informato esponenti sindacali di non aver mai fornito una cifra come quella, peraltro anche gli altri numeri relativi a ISPRA pubblicati nella tabella di "Repubblica" sono errati. Ma i totali corrispondono a quelli dichiarati dal Ministro nell'intervista, quindi evidentemente il Professor Brunetta li "riconosce" come suoi.
L'ISPRA è ancora privo di statuto e pianta organica, ma l'ex APAT continua a portare avanti le attività di sua competenza, spesso avvalendosi di un gran numero di precari. L'opinione pubblica non sempre ha chiaro che il personale a tempo determinato, co.co.co, a partita IVA o con altre forme di contratto non è un dipendente a latere, alle prime armi, destinato a dare «una mano» a coloro che detengono una posizione stabile. Si tratta invece di professionalità di livello, formate da anni ad assumere ruoli di alto profilo tecnico e specialistico, le cui qualifiche spesso in Italia si contano sulle dita di una mano. Ne sono esempio il settore che si occupa del controllo delle emissioni e di qualità dell'aria e quello che lavora sui rifiuti.
Emissioni in atmosfera - Anche l'Italia, come ogni nazione europea, tiene un registro di tutte le emissioni in atmosfera prodotte dalle aziende, sia per adempiere ai dettami del Protocollo di Kyoto che per evitare danni alla salute dell'uomo.L'Ispra ha al suo interno un ufficio specifico che si occupa di conteggiare quello che le nostre imprese immettono in atmosfera. Ci lavorano da anni 27 persone, 19 delle quali precarie ( il 70%). Cosa accadrebbe se i loro contratti non venissero rinnovati? Salterebbe il "Registro Nazionale dei Crediti di Emissione": cioè non ci sarebbe più nessuno a riconoscere e registrare ufficialmente l'acquisto e la vendita di emissioni da parte degli operatori industriali, con un grave danno economico per le stesse imprese. Si calcola che nel Registro tenuto dall'ISPRA ad oggi risiedano circa 25 miliardi di euro. Emettere Co2 in atmosfera costa alle imprese circa 25 euro a tonnellata. Un costo legato ai potenziali (e spesso effettivi) danni alla salute dei cittadini e agli effetti sul clima globale. Nel caso non si garantissero le funzionalità del registro, il Paese potrebbe non essere più conforme ai requisiti previsti dal protocollo di Kyoto e rischiare gravi conseguenze politiche ed economiche. L'Italia potrebbe infatti vedere l'apertura di ulteriori procedure di infrazione comunitarie che, come sappiamo, gravano sul bilancio nazionale in termini di sanzioni economiche. Senza considerare il fatto che i processi relativi alle emissioni sono molto complessi e richiedono tempi lunghi di specializzazione e formazione del personale. Il che significherebbe anche un lungo vuoto di competenze istituzionali.
Rifiuti - Ogni anno l'ex Apat controlla che le amministrazioni locali si occupino di raccogliere i rifiuti delle nostre città, favorire la raccolta differenziata, smaltire i rifiuti speciali e pericolosi. Lo fa grazie ai dati raccolti ed elaborati dal Settore addetto, pubblicati nel Rapporto Rifiuti. Il report fa da pungolo alle amministrazioni locali affinché gestiscano in modo corretto il ciclo dei rifiuti e così facendo scongiurino danni alla salute dell'uomo. Anche in questo caso, senza i precari (quasi il 90% dei dipendenti totali), l'operatività del servizio si bloccherebbe e l'Italia non avrebbe più un controllo affidabile sulla gestione dei rifiuti.

BRUNETTA, NON VOGLIO GIOCARE SUI NUMERI, DAMIANO MOSTRI SUOI

(ASCA) - Roma, 13 ott - ''Non e' certo interesse mio giocare con i numeri, al contrario''. Cosi' il ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta ribatte alle critiche dell'opposizione.
''Una questione cosi' delicata come quella dei precari necessitava anzi di un monitoraggio diretto con gli Enti di ricerca al fine di conoscere l'esatto numero dei contratti a tempo determinato e il numero di coloro che hanno diritto alla stabilizzazione secondo le norme vigenti'' sottolinea Brunetta, che ricorda come ''in un comunicato del 10 ottobre il senatore Marino e dal suo collega di partito Damiano si sono invece riferiti genericamente ''ad oltre 60 mila professionalita' della ricerca italiana''.
''Se qualcuno fa confusione sui numeri, quello non sono io - conclude Brunetta - Damiano e' cosi' certo di quel numero? Allora per favore mi faccia sapere a quali comparti si riferisce, quanti lavoratori precari possiedono i requisiti per la stabilizzazione e le loro modalita' di assunzione''.

BRUNETTA, DA DAMIANO NUMERI A CASACCIO

(ASCA) - Roma, 13 ott - ''Numeri a casaccio'', sostiene il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, sono quelli forniti dal vice ministro del lavoro del governo ombra, Cesare Damiano.
''I dipendenti del settore della ricerca che, secondo la normativa vigente, possiedono i requisiti per un'eventuale stabilizzazione - sottolinea Brunetta - sono infatti 1.886 e non invece 60.000. Senza offesa, preferisco credere alle cifre fornitemi nei giorni scorsi dai presidenti di tutti gli Enti di ricerca piuttosto che alle sue non meglio precisate 'stime attendibili'''.
Brunetta ricorda la circolare firmata lo scorso aprile dal suo predecessore, Luigi Nicolais. ''Nel testo si legge infatti che 'la possibilita' di ammettere a procedere di stabilizzazione il personale in possesso dei prescritti requisiti e' circoscritta agli anni 2008 e 2009'. E ancora: 'Le amministrazioni potranno ricorrere alla procedura speciale di stabilizzazione nel rispetto dei principi (costituzionali) richiamati con la presente circolare, del regime assunzionale di riferimento per ciascun settore e dei vincoli finanziari in materia di spese di personale. In particolare rimane fermo il principio che le disposizioni sulla stabilizzazione non hanno in nessun caso una portata vincolante e non determinano, pertanto, in capo ai possibili destinatari un diritto soggettivo alla assunzione''.

LAVORO: DAMIANO, BRUNETTA BARA SU NUMERI PER COPRIRE TAGLI

"Il ministro Brunetta gioca con le persone e bara sui numeri. Fin dall'inizio abbiamo detto, chiaramente che 60 mila era il numero di lavoratori precari nell'intera P.A. che subiranno un primo impatto occupazionale a causa delle misure del governo. Nessuno ha mai detto che tale numero facesse riferimento ai dipendenti precari della ricerca. I numeri, quindi, li sta dando e truccati Brunetta con l'intento di alimentare confusione e coprire, in tale modo, l'intenzione del Governo di adottare tagli indiscriminati ai danni dei lavoratori piu' deboli". Cosi' Cesare Damiano (Pd), replica al ministro Renato Brunetta sui lavoratori precari della Pubblica amministrazione. "Noi continuiamo semplicemente a chiedere che il Governo ritiri il suo emendamento: questo non dovrebbe essere difficile dato che, per Brunetta, i precari sono in numero estremamente ridotto e, quindi, facilmente riassorbibili".