(Greereport) - ROMA. E´ cominciato con una clamorosa protesta dei lavoratori la prima uscita pubblica dell´Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che ha presentato il Progetto Carg per la mappatura del territorio e ridurre il rischio di frane e terremoti. Un terremoto amministrativo che invece c´è stato con l´accorpamento nell´Ispra di Arpa, Infs e Icram e che ha prodotto una serie di proteste e disagi, acuiti dal decreto Brunetta che taglia centinaia di precari degli Enti di ricerca. I lavoratori anno interrotto il convegno, occupando il palco coi loro striscioni e leggendo un comunicato del personale sulla drammatica situazione degli oltre 400 i lavoratori in scadenza entro fine anno. La mobilitazione continua con un presidio e il 15 ottobre con una manifestazione davanti Montecitorio.
Tornando al convegno Ispra "I 20 anni del Progetto di Cartografia Geologica Nazionale", si è voluto «Mettere in evidenza potenziali zone a rischio geologico, consentendo una migliore prevenzione dei disastri ambientali. È una delle funzioni principali della mappatura del territorio consentita dal Progetto Carg,, che avrebbe potuto evitare catastrofi come la frana di Sarno, l´alluvione in Piemonte e tanti altri episodi calamitosi e limitare i danni causati da terremoti come quello che ha colpito l´Umbria e le Marche nel 1997-1998». Un gruppo di studiosi di scienze della terra, coordinati dal Servizio geologico d´Italia, negli ultimi vent´anni ha analizzato dettagliatamente il 40% del territorio italiano ed ora il Progetto di cartografia geologica nazionale (Carg), in scala 1:50.000, «sta producendo e informatizzando 255 fogli geologici, 14 carte geotematiche, 7 fogli di geologia marina alla scala 1:250.000 e una carta morfobatimetrica del bacino del Tirreno, parte di un profilo sismico del Progetto Crosta Profonda». La copertura del territorio nazionale non è omogenea: mentre alcune zone hanno raggiunto una copertura cartografica del 90% altre sono in gran parte da analizzare, con percentuali di copertura inferiori al 30%. Le zone mappate meglio sono quelle tra Emilia Romagna, Toscana e Marche, alcune aree della Campania, il sud della Sardegna e la parte occidentale della Sicilia.
Nel messaggio inviato al convegno dal residente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si legge che «L´informazione cartografica, grazie anche a una accresciuta sensibilità ambientale e alla rapida evoluzione delle tecniche di rilevamento e di rappresentazione, riveste una funzione essenziale nell´orientare lo sviluppo economico e sociale entro i limiti posti da una attenta gestione del suolo e del territorio. In tale prospettiva l´Ispra è in grado di offrire un contributo rilevante di competenza e di capacità progettuale».
Introducendo la discussione, il commissario dell´Ispra Vincenzo Grimaldi ha detto che «La sinergia tra le amministrazioni pubbliche e il mondo della ricerca ha contribuito allo sviluppo di prodotti di alta levatura scientifica, ma allo stesso tempo utili al pianificatore quale supporto agli interventi sul territorio, sia dal punto di vista della progettazione che della salvaguardia. È quindi doveroso ribadire l´importanza di proseguire il Progetto fino al suo completamento, per dotare il Paese di una cartografia geologica moderna e omogeneamente distribuita sul territorio nazionale».
I risultati raggiunti finora dal Carg mettono in evidenza un quadro preoccupante di un Paese esposto ai rischi geologici, «ma anche le potenzialità che il suo territorio offre in termini di risorse, senza escludere la tutela ambientale e una conseguente corretta gestione delle risorse». Occorre anche una maggiore attenzione alla struttura geologica del sottosuolo nelle grandi aree metropolitane, come Roma, Milano e Venezia tutte soggette in diversi modi a rischi, dal crollo di cavità sotterranee alla subsidenza naturale o indotta dall´uomo, fino ad inquinamento e sfruttamento eccessivo delle falde acquifere.
Grande attenzione anche per lo studio del calore superficiale della crosta terrestre finalizzato allo sfruttamento delle risorse geotermiche a bassa entalpia per la produzione di energia ed a fini termali. Nel convegno ha fatto capolino anche il cambiamento climatico con gli esempi relativi alla protezione delle coste come aree particolarmente sensibili ai rischi dell´innalzamento del livello del mare. Tra gli obiettivi del Carg c´è quello di una migliore conoscenza delle aree marine, che ne favorisca l´uso sostenibile e la tutela, attraverso il ripascimento di spiagge, la costruzione di moli e porti turistici, ma anche l´istituzione di aree marine protette.
Ma alla fine è ritornata fuori la difficoltà economica che vive la ricerca italiana: per disporre davvero di una necessaria cartografia geologica moderna omogeneamente distribuita sul territorio nazionale «anche in considerazione dei risultati emersi fino ad oggi dal Progetto; per raggiungere tale obiettivo appare indispensabile una dotazione di risorse, regolata da opportune leggi quadro, visto che il progetto è stato avviato nel 1988 ma finanziato solo fino al 2000».
Tornando al convegno Ispra "I 20 anni del Progetto di Cartografia Geologica Nazionale", si è voluto «Mettere in evidenza potenziali zone a rischio geologico, consentendo una migliore prevenzione dei disastri ambientali. È una delle funzioni principali della mappatura del territorio consentita dal Progetto Carg,, che avrebbe potuto evitare catastrofi come la frana di Sarno, l´alluvione in Piemonte e tanti altri episodi calamitosi e limitare i danni causati da terremoti come quello che ha colpito l´Umbria e le Marche nel 1997-1998». Un gruppo di studiosi di scienze della terra, coordinati dal Servizio geologico d´Italia, negli ultimi vent´anni ha analizzato dettagliatamente il 40% del territorio italiano ed ora il Progetto di cartografia geologica nazionale (Carg), in scala 1:50.000, «sta producendo e informatizzando 255 fogli geologici, 14 carte geotematiche, 7 fogli di geologia marina alla scala 1:250.000 e una carta morfobatimetrica del bacino del Tirreno, parte di un profilo sismico del Progetto Crosta Profonda». La copertura del territorio nazionale non è omogenea: mentre alcune zone hanno raggiunto una copertura cartografica del 90% altre sono in gran parte da analizzare, con percentuali di copertura inferiori al 30%. Le zone mappate meglio sono quelle tra Emilia Romagna, Toscana e Marche, alcune aree della Campania, il sud della Sardegna e la parte occidentale della Sicilia.
Nel messaggio inviato al convegno dal residente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si legge che «L´informazione cartografica, grazie anche a una accresciuta sensibilità ambientale e alla rapida evoluzione delle tecniche di rilevamento e di rappresentazione, riveste una funzione essenziale nell´orientare lo sviluppo economico e sociale entro i limiti posti da una attenta gestione del suolo e del territorio. In tale prospettiva l´Ispra è in grado di offrire un contributo rilevante di competenza e di capacità progettuale».
Introducendo la discussione, il commissario dell´Ispra Vincenzo Grimaldi ha detto che «La sinergia tra le amministrazioni pubbliche e il mondo della ricerca ha contribuito allo sviluppo di prodotti di alta levatura scientifica, ma allo stesso tempo utili al pianificatore quale supporto agli interventi sul territorio, sia dal punto di vista della progettazione che della salvaguardia. È quindi doveroso ribadire l´importanza di proseguire il Progetto fino al suo completamento, per dotare il Paese di una cartografia geologica moderna e omogeneamente distribuita sul territorio nazionale».
I risultati raggiunti finora dal Carg mettono in evidenza un quadro preoccupante di un Paese esposto ai rischi geologici, «ma anche le potenzialità che il suo territorio offre in termini di risorse, senza escludere la tutela ambientale e una conseguente corretta gestione delle risorse». Occorre anche una maggiore attenzione alla struttura geologica del sottosuolo nelle grandi aree metropolitane, come Roma, Milano e Venezia tutte soggette in diversi modi a rischi, dal crollo di cavità sotterranee alla subsidenza naturale o indotta dall´uomo, fino ad inquinamento e sfruttamento eccessivo delle falde acquifere.
Grande attenzione anche per lo studio del calore superficiale della crosta terrestre finalizzato allo sfruttamento delle risorse geotermiche a bassa entalpia per la produzione di energia ed a fini termali. Nel convegno ha fatto capolino anche il cambiamento climatico con gli esempi relativi alla protezione delle coste come aree particolarmente sensibili ai rischi dell´innalzamento del livello del mare. Tra gli obiettivi del Carg c´è quello di una migliore conoscenza delle aree marine, che ne favorisca l´uso sostenibile e la tutela, attraverso il ripascimento di spiagge, la costruzione di moli e porti turistici, ma anche l´istituzione di aree marine protette.
Ma alla fine è ritornata fuori la difficoltà economica che vive la ricerca italiana: per disporre davvero di una necessaria cartografia geologica moderna omogeneamente distribuita sul territorio nazionale «anche in considerazione dei risultati emersi fino ad oggi dal Progetto; per raggiungere tale obiettivo appare indispensabile una dotazione di risorse, regolata da opportune leggi quadro, visto che il progetto è stato avviato nel 1988 ma finanziato solo fino al 2000».
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