Di Chiara Beghelli - Sole24Ore -Un Parlamento piuttosto svogliato, dove le più presenti e attive sono le donne e all'opposizione l'Italia dei Valori è più combattiva del Pd. Questa è la fotografia scattata all'istituzione dal Rapporto 2008-9 sulle attività parlamentari, pubblicato dall'Osservatorio civico sul Parlamento italiano promosso da Cittadinanzattiva, Controllo Cittadino e Open polis. Nel Rapporto è stato calcolato un "indice di attività" (compreso fra 0 e 10) che misura quante volte ogni parlamentare è stato primo firmatario o cofirmatario di un atto, quante volte è stato relatore di un progetto di legge, quante volte è intervenuto nel dibattito in assemblea e quante volte lo ha fatto in commissione. Dal Rapporto emerge che alla Camera sono i deputati dell'Italia dei Valori i più attivi tra tutti i gruppi: la loro media di attività si attesta intorno al 3,57, valore superiore agli altri ma in ogni caso basso, se preso in assoluto. I deputati del Partito Democratico sono al terzo posto con circa un punto di differenza, poco oltre il 2,65.
Tra i partiti di governo, il gruppo di deputati più attivo è quello della Lega (2,67) mentre i parlamentari del Pdl risultano essere quelli meno attivi in assoluto, con un indice di attività di 2,01. L'Udc e il gruppo misto si attestano poco sopra i 2 punti. Per quanto riguarda i senatori, la situazione è molto simile: il gruppo parlamentare più attivo è ancora quello dell'Italia dei Valori, che raggiunge un indice di 4,9 mentre il secondo gruppo (quello dell'Udc), è solo al 2,79. Il Pd invece si attesta al 2,7. Le donne, pur in minoranza numerica assoluta (sono 134, contro 496 uomini) vantano alla Camera un indice di attività medio di 2,7 (mentre gli uomini si fermano a 2,2) e al Senato raggiungono il 3, e gli uomini il 2. Per Antonio Gaudioso, vice segretario vicario di Cittadinanzattiva, che ha parlato ai microfoni di Radio24, il problema della «scarsa autorevolezza dell'istituzione è anche legato al fatto che non c'è un rapporto diretto fra eletto ed elettore, perchè con questa legge elettorale, deputati e senatori sono di fatto nominati. Non c'è la capacità di fare da contrappeso al Governo: il 90% delle leggi approvate nell'ultimo anno è stato di iniziativa del governo, solo il 10% del Parlamento».
Soffermandosi sul grado di attività dei parlamentari, come si diceva le donne battono gli uomini: con 10 punti, la più attiva in assoluto è la deputata Pdl Angela Napoli, 63 anni, eletta in Calabria, presidentessa dell'associazione "Risveglio Ideale". Seconda e quinta sono due donne dell'area radicale del Pd, la ex segretaria Rita Bernardini e la ex tesoriera Elisabetta Zamparutti. Terza la deputata Pdl Gabriella Carlucci, che curiosamente nel novembre scorso era stata accusata dalla trasmssione televisiva "Le iene" di essere una delle più assenteiste, quarto Luca Volonté dell'Udc. Per quanto riguarda i deputati meno presenti, guida la classifica Denis Verdini, uno dei tre ex coordinatori nazionali di Forza Italia, fra l'altro docente di Storia delle Dottrine Economiche alla Luiss di Roma. Seguono Niccolò Ghedini del Pdl, avvocato del premier, e Massimo D'Alema del Pd, molto impegnato in ambito internazionale e presidente della fondazione Italiani Europei. Quarto e quinto l'ex ministro della difesa Antonio Martino e Marco Martinelli del Pdl, di professione consulente e membro della Commissione per le politiche dell'Unione Europea.
Fra i senatori, spicca per presenzialismo un'altra donna di area radicale, la senatrice Pd Donatella Poretti (che ha un blog molto aggiornato, come la sua collega di primato alla Camera), seguita da Elio Lanutti dell'Idv e da Rosario Giorgio Costa del Pdl. I senatori più assenteisti sono tutti di area Pdl, con in testa l'ex presidente del Senato Marcello Pera (Pdl), che ha totalizzato un indice pari a 0,18 e che negli ultimi mesi ha viaggiato soprattutto per le presentazioni italiane del suo ultimo libro "Perché dobbiamo dirci cristiani", seguito dai colleghi Beppe Pisanu, Marcello Dell'Utri, Aldo Scarabosio e Domenico Nania.
Stacanovisti e assenteisti regione per regione. Il Rapporto prende in esame anche il grado di attivtià di deputati e senatori su base regionale: così, i deputati del Molise sono, in media, i più attivi, con un indice di attività di 3,9. Segue il Friuli-Venezia Giulia (3,4), Calabria (2,8), Emilia Romagna (2,7) e Trentino Alto Adige (2,7). I meno attivi, invece, sono i deputati della Campania (1,9), Abruzzo (1,9), Liguria (1,5) e Valle D'Aosta (1,4). Per i senatori la situazione è piuttosto simile. I più attivi si trovano in Molise ed Emilia Romagna (3,1 ciascuno) e in Toscana (2,9), mentre i meno attivi rappresentano la Liguria (2), l'Abruzzo (1,9), la Campania (1,9) e le Marche (1,7). Per le presenze alle votazioni il quadro, ancora una volta, si ribalta, con la Val d'Aosta che guida la classifica dei deuptati, seguita da Umbria e Basilicata, mentre i senatori più presenti sono quelli friulani e calabresi.
Tra i partiti di governo, il gruppo di deputati più attivo è quello della Lega (2,67) mentre i parlamentari del Pdl risultano essere quelli meno attivi in assoluto, con un indice di attività di 2,01. L'Udc e il gruppo misto si attestano poco sopra i 2 punti. Per quanto riguarda i senatori, la situazione è molto simile: il gruppo parlamentare più attivo è ancora quello dell'Italia dei Valori, che raggiunge un indice di 4,9 mentre il secondo gruppo (quello dell'Udc), è solo al 2,79. Il Pd invece si attesta al 2,7. Le donne, pur in minoranza numerica assoluta (sono 134, contro 496 uomini) vantano alla Camera un indice di attività medio di 2,7 (mentre gli uomini si fermano a 2,2) e al Senato raggiungono il 3, e gli uomini il 2. Per Antonio Gaudioso, vice segretario vicario di Cittadinanzattiva, che ha parlato ai microfoni di Radio24, il problema della «scarsa autorevolezza dell'istituzione è anche legato al fatto che non c'è un rapporto diretto fra eletto ed elettore, perchè con questa legge elettorale, deputati e senatori sono di fatto nominati. Non c'è la capacità di fare da contrappeso al Governo: il 90% delle leggi approvate nell'ultimo anno è stato di iniziativa del governo, solo il 10% del Parlamento».
Questo dato influenza la presenza alle votazioni, e in questo i partiti di governo battono quelli all'opposizione, con i deputati Pdl presenti nell'83% dei casi e quelli della Lega nelll'86%. Pd al terzo posto con l'81% delle votazioni. Il quadro delle presenze dei senatori ricalca quello dei deputati, con la Lega ben al 93% e il Pdl all'86%. Pd terzo, anche in questo caso, seguito dall'Idv con il 72%. «Questo ribaltamento rispetto all'indice di attività - si legge nel Rapporto - è in buona parte dovuto alla differenza dei ruoli tra opposizione e maggioranza. I partiti che fanno capo alla maggioranza, infatti, hanno più interesse a presenziare alle votazioni perché il loro sostegno consente al governo di approvare le leggi. Al tempo stesso, però, i parlamentari dovrebbero partecipare egualmente a tutte le votazioni a prescindere dalla possibilità concreta di influenzare l'azione legislativa. Chi è assente non aiuta di certo la democrazia italiana e viene meno all'impegno preso con i propri elettori».Soffermandosi sul grado di attività dei parlamentari, come si diceva le donne battono gli uomini: con 10 punti, la più attiva in assoluto è la deputata Pdl Angela Napoli, 63 anni, eletta in Calabria, presidentessa dell'associazione "Risveglio Ideale". Seconda e quinta sono due donne dell'area radicale del Pd, la ex segretaria Rita Bernardini e la ex tesoriera Elisabetta Zamparutti. Terza la deputata Pdl Gabriella Carlucci, che curiosamente nel novembre scorso era stata accusata dalla trasmssione televisiva "Le iene" di essere una delle più assenteiste, quarto Luca Volonté dell'Udc. Per quanto riguarda i deputati meno presenti, guida la classifica Denis Verdini, uno dei tre ex coordinatori nazionali di Forza Italia, fra l'altro docente di Storia delle Dottrine Economiche alla Luiss di Roma. Seguono Niccolò Ghedini del Pdl, avvocato del premier, e Massimo D'Alema del Pd, molto impegnato in ambito internazionale e presidente della fondazione Italiani Europei. Quarto e quinto l'ex ministro della difesa Antonio Martino e Marco Martinelli del Pdl, di professione consulente e membro della Commissione per le politiche dell'Unione Europea.
Fra i senatori, spicca per presenzialismo un'altra donna di area radicale, la senatrice Pd Donatella Poretti (che ha un blog molto aggiornato, come la sua collega di primato alla Camera), seguita da Elio Lanutti dell'Idv e da Rosario Giorgio Costa del Pdl. I senatori più assenteisti sono tutti di area Pdl, con in testa l'ex presidente del Senato Marcello Pera (Pdl), che ha totalizzato un indice pari a 0,18 e che negli ultimi mesi ha viaggiato soprattutto per le presentazioni italiane del suo ultimo libro "Perché dobbiamo dirci cristiani", seguito dai colleghi Beppe Pisanu, Marcello Dell'Utri, Aldo Scarabosio e Domenico Nania.
Stacanovisti e assenteisti regione per regione. Il Rapporto prende in esame anche il grado di attivtià di deputati e senatori su base regionale: così, i deputati del Molise sono, in media, i più attivi, con un indice di attività di 3,9. Segue il Friuli-Venezia Giulia (3,4), Calabria (2,8), Emilia Romagna (2,7) e Trentino Alto Adige (2,7). I meno attivi, invece, sono i deputati della Campania (1,9), Abruzzo (1,9), Liguria (1,5) e Valle D'Aosta (1,4). Per i senatori la situazione è piuttosto simile. I più attivi si trovano in Molise ed Emilia Romagna (3,1 ciascuno) e in Toscana (2,9), mentre i meno attivi rappresentano la Liguria (2), l'Abruzzo (1,9), la Campania (1,9) e le Marche (1,7). Per le presenze alle votazioni il quadro, ancora una volta, si ribalta, con la Val d'Aosta che guida la classifica dei deuptati, seguita da Umbria e Basilicata, mentre i senatori più presenti sono quelli friulani e calabresi.