LA PETIZIONE DA FIRMARE

martedì 24 febbraio 2009

Al diavolo piace il calcio


Il tema del mobbing e del precariato, l'eterna lotta contro i mulini a vento del Co.co.co



A volte scrivere è un modo per sfogarsi. A volte serve per capire meglio cosa ti è accaduto. A volte quello che scrivi può diventare il grido di una generazione: quella dei precari.

Roberta Palma, ha trent'anni e una splendida bambina, ora. Prima, invece, ha varcato la soglia di una grande azienda, quella che quando arrivi lì per un colloquio pensi : "Se mi prendono è fatta, è arrivato anche il mio momento". Varcare quella porta per Roberta, autrice di "Al diavolo piace il
calcio", non è stato difficile, anche se, certo, prima si passa attraverso i colloqui, le pressioni, la paura, l'ansia, e i continui contratti mordi e fuggi di tante altre volte, ma questa volta non può essere la stessa cosa.

Sembra quasi automatico: mi impegno, riesco in ciò che faccio, lavoro bene per l'azienza che vuole credere in me. Bene. E invece no. Inizia il tiro a segno con il precario. Se prima tutti sembrano amici, ad un certo punto capisci che non è affatto così, che le battute, i piccoli colpi bassi hanno uno scopo preciso: metterti fuori gioco.

Roberta lotta contro se stessa, ci prova. Non si può mollare ora, non si può scappare perchè il capo "ce l'ha con te". Ma quando torni a casa e capisci che anche la tua vita fuori dall'ufficio non è più la stessa, che tu non sei più quella di prima, allora nella testa compare una parola che hai sentito, ma che forse non sapevi nemmeno bene che cosa significava: "mobbing".

Roberta Palma nel suo primo libro, racconta la sua esperienza in una grande azienza romana. Una scrittura fresca e diretta che arriva al cuore del problema e al cuore di chi quell'esperienza l'ha già vissuta, e apre gli occhi a chi, invece, ancora deve affacciarsi al mondo del lavoro. "Al diavolo piace il calcio" racconta di tutto quello che nessun lavoratore o lavoratrice dovrebbe subire. Mai più.

ECO - Crisi, Podda: Intollerabile sordità del governo su precariato


Roma, 23 feb (Velino) - “Il governo Berlusconi dimostra ancora una volta di non essere in grado di affrontare la crisi economica, anzi, a veder bene, sembra quasi che non voglia affrontarla. Le osservazioni del Governatore di Bankitalia, Mario Draghi, sull'ondata di licenziamenti in arrivo e la sua portata sociale, e sulla necessità di intervenire con una riforma strutturale sul sistema di ammortizzatori sociali, ha ricevuto come risposta una levata di scudi da parte del governo e dei suoi ministri economici”. Lo afferma Carlo Podda, segretario generale Fp Cgil nazionale. “Rimane inoltre del tutto eluso dal governo il tema del precariato (ricordiamo che lo Stato italiano è il datore di lavoro di oltre 300 mila precari, che nella Pubblica amministrazione oltre 60 mila lavoratori si troveranno senza lavoro già a partire dal 1 luglio 2009, anche negli enti locali e nelle regioni, obbligate a licenziarli, e che nei prossimi anni il numero potrebbe arrivare ben oltre le 150 mila unità), ovvero della totale assenza di protezioni per tutti quei lavoratori che restano tagliati fuori dalla cassa integrazione”. “È chiaro - prosegue il sindacalista - come l’elusione di questo problema, la sordità del governo di fronte alle richieste del sindacato, come alle osservazioni del governatore Draghi, sottendano un'aspirazione: utilizzare questa crisi per rideterminare i rapporti sociali, indebolendo il lavoro e le sue tutele. La sordità del governo – continua Podda – ha lasciato inascoltato anche il nostro appello, l'appello di centinaia di migliaia di lavorati che, da piazza San Giovanni, il 13 febbraio scorso, hanno chiesto di estendere le tutele a tutti i lavoratori, compresi i precari, e di dare ai cittadini la possibilità di devolvere ad un fondo specifico sugli ammortizzatori sociali il loro 8 per 1000. Una proposta non soltanto simbolica, che avrebbe potuto rappresentare almeno la strada attraverso cui sconfiggere questa crisi, puntando sulla salvaguardia dei diritti del lavoro, sulla estensione delle tutele al mondo del lavoro precario, sulla solidarietà sociale”.