LA PETIZIONE DA FIRMARE

lunedì 13 ottobre 2008

Via e Vas, il ministero dell´ambiente esternalizza le funzioni dell´Ispra

A rischio anche i posti di lavoro di centinaia di ricercatori dell´Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale

ROMA. Il ministero dell´ambiente ha pubblicato una gara per "l´affidamento di servizi di assistenza organizzativa e di supporto operativo per il funzionamento della Commissione tecnica di verifica dell´impatto ambientale – Via e Vas". Il servizio è finalizzato a fornire un qualificato supporto organizzativo ed operativo alla direzione generale per la salvaguardia ambientale e per il suo tramite alla commissione tecnica di verifica dell´impatto ambientale (Valutazione impatto ambientale, Via, e valutazione ambientale strategica, Vas) nello svolgimento degli adempimenti di competenza lungo le diverse fasi. L´aggiudicatario deve sostanzialmente fornire sedici tra tecnici specializzati e segretari amministrativi a un costo base dell´asta al ribasso circa 78.000 euro l´anno per ogni addetto per un totale di 1.244.000 euro iva esclusa.
Innovazione Italia Spa, società controllata dall´Agenzia nazionale per l´attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa, è nota per la vicenda del portale italia.it, che Il Giornale definì «Un fiasco da 7 milioni». Inoltre ha svolto, per conto del ministero dell´ambiente e della tutela del territorio e del mare, la "Gara per l´affidamento dei servizi di progettazione tecnica del Sistema Ambiente 2010, realizzazione del Chm sulla biodiversità, servizi redazionali, costituzione del Network Nazionale della Biodiversità (Nnb), servizi di consulenza specialistica (Progetto "Sistema Ambiente 2010") e fornitura di software accessoria ai servizi medesimi", con base d´asta € 1.070.000.
Con queste gare il ministero sostanzialmente esternalizza le funzioni dell´ Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), appena istituito con la fusione dell´Agenzia per la protezione dell´ambiente e per i servizi tecnici (Apat),dell´Istituto nazionale per la fauna selvatica (nfs), e dell´Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al Mare (Icram). Dall´altra parte l´Ispra, che in base all´articolo 2 comma 2 del D.Lgs. 30-7-1999 n.300 può ricevere affidamenti diretti dal ministero dell´ambiente e della tutela del territorio, per le recenti novità normative non ha ancora rinnovato i contratti in scadenza dei ricercatori assunti a tempo determinato con uno specifico concorso. Il risultato potrebbe essere che alcune centinaia di ricercatori, selezionati e con almeno tre anni di esperienza, vengono mandati a casa o a lavorare all´estero, l´Ispra si paralizza e le sue funzioni di rilevanza pubblica vengono svolte a costi superiori da società private ancora da costituire.

I precari contro Brunetta, nelle Amministrazioni di tutta Italia

RdB/CUB spinge la proposta di Delibera per la stabilizzazione al Comune

È stato già battezzato emendamento ammazzastabilizzazioni. L'emendamento alla Finanziaria del ministro della pubblica Amministrazione Renato Brunetta (nella foto), che blocca il processo di stabilizzazione per i precari nel settore pubblico, continua a sollevare polemiche al livello locale e nazionale.
In una nota a firma di Roberto Laudini, RdB/CUB fa sapere che dall'ultimo incontro tra i sindacati e il ministro «è emerso chiaramente che non c'è nessuna volontà politica ad una reale marcia indietro, mentre i precari hanno rappresentato la necessità di un ritiro in toto dell'emendamento e di una definitiva stabilizzazione di tutti lavoratori, decidendo quindi di proseguire nella mobilitazione. Le annunciate modifiche all'emendamento ammazzastabilizzazioni del ministro Brunetta sono solo un inutile tentativo di arginare la protesta dei lavoratori».
«Di fronte a questa finta marcia indietro - continua la nota - la RdB-CUB mantiene tutti gli appuntamenti di mobilitazione a livello categoriale e locale, ma soprattutto lo sciopero generale con manifestazione nazionale a Roma il 17 ottobre.»
Il 14 ottobre, invece, sarà la volta dell' assemblea dei precari del Comune di Messina nel Salone delle Bandiere, dalle ore 9,30 alle ore 13,00. Interverranno: Roberto Laudini (RdB/CUB), Giacomo Di Leo (COBAS) Daniele Ialacqua (PRC) e alcuni consiglieri comunali di Centrodestra e Centrosinistra. Invitato anche il sindaco, per discutere dell'Ordine del giorno all'Ars e della presentazione della Delibera di assunzione per tutti i precari da parte di RdB/CUB.

Stato di agitazione dei precari delle Agenzie Regionali

Proclamato dopo l’assemblea di venerdì scorso. Domani presidio sotto il Consiglio regionale

“Appesi ad un filo” è il titolo che hanno dato alla propria assemblea i lavoratori precari delle agenzie regionali (Ars, Arpat, Irpet, Apet, Arrr, Artea) che si è svolta lo scorso venerdì presso la Cgil regionale.

Durante l’assemblea in molti hanno preso la parola per raccontare la propria condizione di “appesi ad un filo”, nonostante da anni lavorino in enti regionali e al loro interno svolgano lavori istituzionali non a progetto, dipendenti di fatto e non collaboratori.

“Fanno tutto quello che fa chi precario non è, e senza di loro le agenzie sarebbero poco più che scatole vuote”, si legge in una nota unitaria di Fp Cgil, Fps Cisl e Uil Fpl regionali. “Contestano radicalmente i provvedimenti di legge già approvati – prosegue la nota -, decreto e ora legge Brunetta e legge finanziaria varata e in via di approvazione. Pur apprezzando le prese di posizione contrarie alle scelte governative dell’amministrazione regionale la invitano a non fermarsi ed andare avanti con decisione sulla strada annunciata”.

L’assemblea ha quindi dichiarato lo stato di agitazione, e ha deciso di effettuare un presidio sotto il consiglio regionale in via Cavour domani 14 ottobre, in concomitanza con la riunione dell’assemblea elettiva toscana.

RICERCA: REGIONE LAZIO A BRUNETTA, RITIRO EMENDAMENTO PRECARI

(AGI) - Roma, 13 ott. - "Si ritiri subito il decreto ammazza-precari e si incentivino i percorsi di stabilizzazione nella pubblica amministrazione". Lo chiede al ministro Brunetta l'assessore al Lavoro della regione Lazio Alessandra Tibaldi in merito alle rivendicazioni dei ricercatori precari penalizzati dal decreto legge 112. "Il ministro della Funzione Pubblica - continua Tibaldi - ascolti le ragioni di questa categoria di lavoratori sul ritiro dell'emendamento contro la loro regolarizzazione occupazionale. Lo slittamento di sei mesi del provvedimento, deciso a fine settembre, lungi dal risolvere i problemi della categoria, genera solo ulteriori tensioni ed incertezze tra gli addetti del settore per un futuro che appare sempre piu' insicuro". "Per le migliaia di ricercatori precari del Paese, - conclude l'assessora - che svolgono un'attivita' di straordinaria importanza, occorre molta piu' attenzione e rispetto. Non si indugi oltre nel soddisfare delle legittime aspettative".

“MA QUALI CAPITANI DI VENTURA! I PRECARI DELLA RICERCA MERITANO RISPETTO ED UN POSTO DI LAVORO A TEMPO INDETERMINATO”

“Il Ministro Brunetta finalmente ha fatto chiarezza dicendo che vuole mandare a casa la stragrande maggioranza dei precari della ricerca” Così Cristiano Fiorentini della Direzione Nazionale di RdB/CUB Pubblico Impiego commenta le recenti dichiarazioni del Ministro della Funzione Pubblica. “Il Ministro dovrebbe evitare di fare dell’ironia sul dramma di persone che rischiano il posto di lavoro. Ma quali Capitani di ventura!” Continua il dirigente RdB stigmatizzando il Ministro che così ha definito i ricercatori precari aggiungendo che stabilizzarli è come farli morire. “I precari della ricerca e le loro famiglie vivono del magro e saltuario stipendio che percepiscono e sono essenziali per gli Enti nei quali operano, non meritano di essere presi in giro”.

Relativamente ai numeri dati dal Ministro il dirigente sindacale ne contesta qualità e quantità “Innanzitutto i precari sono ben oltre i numeri dati da Brunetta arrivando a rappresentare circa il 40% della forza lavoro in seno agli enti pubblici di ricerca, lavorano in questi enti in media da dieci anni e spesso con contratti atipici che nascondono un rapporto di lavoro dipendente a tutti gli effetti. Noi abbiamo criticato aspramente le norme parziali del Ministro Nicolais, dietro alle quali si nasconde oggi il nuovo Ministro, proprio perché lasciavano fuori la stragrande maggioranza dei precari, quindi o si ragiona su un piano di stabilizzazione dei precari come investimento nella ricerca pubblica o continueremo a dare battaglia negli Enti e nelle piazze”. Comunque sia chiaro che” conclude Fiorentini “i precari non intendono farsi cacciare senza opporre resistenza, lo hanno già dimostrato e lo ribadiranno il 17 ottobre partecipando massicciamente allo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base”

Brunetta: Potrò assumere solo il 40% dei ricercatori precari

ROMA - Premette che sta dalla parte dei precari, perché anche lui è stato un precario. Assicura che chi ha i requisiti per essere assunto - se tutte le condizioni saranno rispettate - sarà assunto. Ma dice anche che stabilizzare un ricercatore è un po' come farlo morire. Renato Brunetta, ministro della Funzione Pubblica, mercoledì scorso ha convocato i 33 presidenti degli enti di ricerca per fare chiarezza su dati (quelli della tabella a fianco) e obiettivi. «E si è subito visto che sul caso c' è tanta demagogia» commenta. Ministro, partiamo dai dati: i precari della ricerca sono 4.523, quelli che hanno i requisiti per essere assunti 1.886. Che fine faranno gli altri 2.637? Se ne andranno a casa ? «Se ne andranno a fare altre esperienze, com' è giusto che sia. Mettiamo in chiaro una cosa: io sto dalla parte dei precari, lo sono stato anch' io, per 8 anni, prima di diventare professore. Ne conosco vita e angosce e sono il primo a dire che hanno diritto alla correttezza, a compensi adeguati e a serie aspettative di carriera. Però basta strumentalizzazioni e finte illusioni. Si è detto che i precari della ricerca sono 60 mila: ecco io dimostro che sono 4.523 e che solo una parte di questi - in base a norme emanate dal governo precedente, non da me - ha serie possibilità di essere assunto». Non la certezza? «Non la certezza. Ma bisogna spiegare le cose dall' inizio. Tutto è nato dal Protocollo del Welfare dell' allora ministro Damiano che stabilì come, dopo i 3 anni, i contratti a termine non potevano essere ulteriormente rinnovati, ma stabilizzati. Io con il decreto 112 ho esteso quel principio, valido solo nel privato, anche al pubblico. La stabilizzazione, voluta dal governo precedente, premetteva che avevano diritto al posto fisso solo i precari incaricati di mansioni ordinarie per tempo permanente: quindi - applicando il principio alla ricerca - "sì" a chi controlla tutti i giorni l' attività dei vulcani, "no" ai contratti su progetto. Lo diceva Prodi, non io. L' allora ministro Nicolais con la circolare 5/2008 ha poi precisato che per arrivare alla stabilizzazione le amministrazioni avrebbero dovuto indire i concorsi, dimostrare di avere posti liberi in organico, calcolare i vincitori di concorso in attesa di assunzione e rispettare i vincoli finanziari, ovvero avere i soldi necessari in bilancio. Rispetto a queste norme, in Finanziaria, abbiamo solo introdotto un taglio del 10 % sulle piante organiche. In più io ho richiesto il censimento del precariato per capire quanti e quali sono gli atipici. Non voglio "todos caballeros", ritengo ci siano molte cose da chiarire, a partire dai contratti a chiamata diretta che so essere tanti e che mi puzzano un po' . Per il resto chi ha quei requisiti, se i paletti di Nicolais saranno rispettati, potrà entrare. Così nella ricerca, come negli enti locali e sanità, settori sui quali procederò entro giugno». Gli enti di ricerca per assumere dovranno dunque avere le risorse. Peccato che le Finanziarie vadano a tagliare sempre là. «Questo attiene al problema della ricerca in Italia, ma va anche detto che nessun istituto, in nessuna parte del mondo - a meno che non compia funzioni istituzionali - vive di soli contributi statali. Va a cercarsi risorse sul mercato, attinge a fondi internazionali. Guai se così non fosse». Restano sempre i 2.636 ricercatori presto a spasso. «Non saranno a spasso, si cercheranno qualcos' altro da fare. Altri progetti, altre esperienze, magari in giro per il mondo. Siamo chiari: la ricerca è questa. I ricercatori sono un po' capitani di ventura, stabilizzarli è un farli morire. Lo sa anche il professor Marino, che tanto mi critica. Senza tutti i progetti cui ha partecipato, gli istituti in cui ha lavorato, lui non sarebbe il professor Marino e io non sarei il professor Brunetta».