LA PETIZIONE DA FIRMARE

lunedì 25 maggio 2009

Mediaset in sciopero...bella notizia (oscurata)

Udite udite. E diffondete. Forse è l'unico modo per permettere a questa notizia di raggiungere più orecchie possibile: i lavoratori di Mediaset sono in sciopero. Difendono i loro salari e chiedono che vengano ripristinate le "normali relazioni sindacali". Ma oggi devono prima di tutto lottare contro il silenzio. La loro astensione dal lavoro, infatti, sembra non interessare a nessuno. Di loro non parlano neanche le agenzie di stampa. Paradossale ma vero: accade "qualcosa" - qualcosa di inedito, c'è da dire - nella più grande azienda di comunicazione italiana, e i protagonisti faticano a bucare lo schermo. Ma tant'è, a Berluscolandia. I fatti: Cgil, Cisl e Uil hanno indetto per oggi uno sciopero dei lavoratori della Videotime di Roma. La Videotime è la società licenziataria di Mediaset-Rti che lavora nei centri di produzione "Palatino" e "Elios". Qui vengono registrati programmi molto seguiti: dal Tg5 a Matrix a Forum. I lavoratori della Videotime si occupano anche del programma "Uomini e Donne" di Maria De Filippi, che però viene registrato a Cinecittà. Si tratta dei tecnici, della parte di produzione, dei parrucchieri, dei truccatori, dei sarti. Insomma, di tutto il personale che serve per mettere in piedi un programma. Ebbene, dall'anno scorso sono tempi di magra. Mediaset dice di essere in crisi (ricavi netti nell'anno 2008: +9%, utile netto: +14,3%) e per questo stringe la cinghia: niente più diaria per gli esterni, fermi i passaggi di livello, diminuzione dei premi di produzione, azzeramento della politica retributiva. Questo è quanto denunciano i sindacati: "Un esempio - spiega Roberto Crescentini, delegato fistel-Cisl della Rsu di Videotime - sabato registriamo Matrix. I lavoratori hanno chiesto di lavorare in straordinario. Ma l'azienda ha chiesto ai parrucchieri solo quattro ore di lavoro, e non sette. Alla domanda: perché? La risposta è stata: l'azienda è in crisi. Figurarsi - dice Crescentini - noi siamo i primi a non voler affossare l'azienda e a capire che è in corso una grave crisi economica e finanziaria. Ma Mediaset è in crisi?". La domanda è pertinente, visto che, racconta Crescentini: "Alla puntata di Forum in cui era ospite Barbara D'Urso, Mediaset ha pagato un parrucchiere 1.300 euro. Come anche viene pagato tutti i giorni un parrucchiere per la conduttrice Rita Dalla Chiesa, ad un prezzo che ci pare esorbitante, visto il momento: 700 euro". Insomma, dicono i lavoratori, se bisogna fare sacrifici che li facciano tutti. Secondo il dato dei sidnacati lo sciopero è andato benissimo: l'adesione ha sfiorato il tetto del 95%. Ultima chicca: il Comitato di redazione del Tg5 ha inviato un comunicato di solidarietà ai lavoratori di Videotime. Il comunicato, a quanto pare, doveva essere letto durante l'edizione odierna. Ma è stato stoppato. Ci sono notizie più importanti.

Mozione assemblea Curtatone e protesta dei lavoratori tutti della sede di Casalotti

USI - RdB Ricerca, su mandato dell’Assemblea dei lavoratori, riunitisi oggi 25 maggio 2009 presso la sede ISPRA Curtatone, indice l’immediato blocco delle attività del personale con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, anche in riferimento alla Comunicazione Interna del 14 maggio 2009 che invita i Capi Dipartimento a definire un piano degli incarichi del personale a TI, finalizzato a “mitigare l’impatto di una eventuale riduzione del personale a decorrerete dal 1° luglio. L’Assemblea, inoltre, dà mandato ad USI - RdB Ricerca di organizzare le iniziative atte all'ottenimento del mantenimento in servizio e della riassunzione del personale precario con la graduale assunzione a tempo indeterminato. Intanto continua la protesta dei precari della sede ISPRA di Casalotti che anche oggi disertano il corso sulla sicurezza. Con loro la quasi totalità dei dipendenti strutturati nonostante le pesanti pressioni ricevute per smontare la l’iniziativa. Prosegue il paradosso denunciato già il 19 Maggio: si informano i precari sulla sicurezza sul lavoro, ma non si garantisce la sicurezza del lavoro. I fatti sono che da gennaio sono stati licenziati 50 lavoratori precari e altri 270 hanno ricevuto la lettera di licenziamento per fine giugno. Le iniziative di protesta continueranno sempre più ravvicinate e arriveranno al blocco totale delle attività se continueranno a non esserci risposte alle richieste del personale precario.

Le bugie del Ministro Brunetta

Dopo l’ennesima esternazione pubblica del Ministro Brunetta durante la trasmissione Porta a Porta del 21 maggio e dopo l’intervista al Corriere della Sera e a L’era glaciale del mese scorso, ancora una volta l'ISPRA viene presa a riferimento dal Ministro nella sua personale crociata ideologica contro i dipendenti pubblici. Quella del Ministro appare un’incomprensibile caricatura e mistificazione della realtà che offende la dignità e la professionalità dei lavoratori e delle lavoratrici ISPRA. Già il 22 aprile u.s., la FLC Cgil aveva formalmente chiesto al Commissario di verificare la correttezza dei dati che non corrispondono alle effettive assenze del personale dove, peraltro, sono state presi a riferimento periodi (febbraio-marzo 2008) in cui l’ISPRA non era ancora stata istituita. LA FLC Cgil esprime la sua preoccupazione perché teme che tutto ciò sia funzionale a costruire strumentalmente falsi teoremi che preludano ai “licenziamenti” dei precari dell’ISPRA che nel mese di giugno sono in scadenza. Con una ulteriore nota del 21 maggio scorso, la FLC Cgil ha reiterato la richiesta al Commissario di smentire i falsi dati presentati dal Ministro a tutela dell’immagine dell’ISPRA: è necessario che ciò avvenga non solo per la credibilità dell’ISPRA, ma anche per i lavoratori e le lavoratrici che svolgono con serietà e professionalità il loro lavoro. La FLC Cgil valuterà ogni possibile iniziativa qualora le esternazioni del Ministro non venissero immediatamente smentite.

Brunetta: non si licenzia nella P. A.

(ANSA) - ROMA, 25 MAG - 'L'onorevole Damiano smetta di intossicare il dibattito politico a fini di campagna elettorale'. Ha detto il ministro della P.A.. Commentando l'invito del ministro del Lavoro alle imprese ad adottare una 'moratoria' sui licenziamenti, dopo l'appello del Papa all'emergenza occupazione. Per Brunetta, 'non c'e' infatti alcun bisogno di una moratoria di licenziamenti nel settore pubblico semplicemente perche' non vi saranno licenziamenti dal 1 luglio nelle pubbliche amministrazioni.

Statali/ Brunetta: Non serve moratoria licenziamenti nel pubblico

Nessun a casa da primo luglio. Su precari restano norme Prodi

Roma, 25 mag. (Apcom) - Nel pubblico non ci sarà alcuna moratoria sui licenziamenti perché non serve. Ad affermarlo il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, il quale precisa che dal primo luglio non ci sarà alcun licenziamento e che per quanto riguarda i precari valgono le norme varate dal governo Prodi. "L'onorevole Damiano (Pd) smetta di intossicare il dibattito politico a fini di campagna elettorale - dice Brunetta - non c'è infatti alcun bisogno di una moratoria di licenziamenti nel settore pubblico semplicemente perché non vi saranno licenziamenti dal primo luglio nelle pubbliche amministrazioni. Lanciare questi allarmi infondati è quindi da irresponsabili". "Ripeto quanto ho precisato già decine di volte - conclude il ministro - restano in vigore le norme volute dal Governo Prodi, di cui faceva parte lo stesso Damiano, e che a dire il vero non si sono finora rivelate particolarmente efficaci per risolvere il problema dell'utilizzo dei contratti atipici nelle pubbliche amministrazioni".

Lavoro, Damiano si schiera con i precari

CATANIA - "Il ministro Renato Brunetta accolga l'invito del Papa a non licenziare e la moratoria proposta dal suo collega al Welfare, Maurizio Sacconi, e non licenzi i precari della Pubblica amministrazione". Lo afferma il responsabile Lavoro del Pd, Cesare Damiano, precisando i termini del suo invito al governo a "non predicare bene ma razzolare male". "Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, raccoglie le parole del Papa sulla moratoria per i licenziamenti e rilancia invitando le aziende ad un'autodisciplina sul tema - osserva l'ex ministro a margine di una manifestazione a Catania - benissimo, ma chiami all'autodisciplina anche il ministro alla Funzione pubblica, Brunetta, dicendogli 'caro Renato vedi di non licenziare i precari della Pubblica amministrazionè perché questo vorrebbe dire predicare bene, ascoltando il Papa, ma razzolare male licenziando". Damiano dà "una valutazione positiva all'appello del Papa contro i licenziamenti", ma sottolinea come "per non farli bisogna che le imprese abbiano un comportamento concreto". "Attualmente - ricorda - utilizzano in modo prevalente la Cassa integrazione ordinaria, ma per aiutare i 'non licenziamenti' bisognerebbe che il governo - conclude Damiano - adottasse una misura, che chiedono le imprese, i sindacati e le opposizioni, come il raddoppio della durata della Cassa integrazione ordinaria da 12 a almeno 24 mesi, per coprire l'intera durata della crisi".

Sacconi, appello alle imprese: «Serve una moratoria dei licenziamenti»

«Bisogna mantenere la base produttiva del Paese»
Il Papa: contro la crisi urgono soluzioni e nuovi posti di lavoro

IL MESSAGGERO - ROMA (24 maggio) - «Se da un lato è doveroso proteggere il reddito di coloro che sono costretti all'inattività dalla grande crisi globale, dall'altro appare opportuna una moratoria, in termini di autodisciplina, dei licenziamenti da parte delle imprese». Lo dice il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che, commentando le parole del Papa sull'emergenza occupazione, rinnova l'appello al mondo delle imprese anche al fine di «mantenere viva la base produttiva del Paese». La moratoria, che il ministro auspica venga autonomamente decisa dalle aziende, punta a «mantenere viva la base produttiva del Paese affinché sia pronta a ripartire nel momento della ripresa della domanda» dice Sacconi, secondo il quale «il tempo del "non lavoro" deve per altro essere quanto più riempito da opportunità di apprendimento che possono essere garantite dalle Regioni attraverso la riallocazione delle risorse per la formazione».
«Lo stesso contrasto dei flussi migratori clandestini - dice il responsabile del Welfare - si deve accompagnare con un'adeguata attenzione alla disoccupazione di coloro che si trovano nel nostro Paese in condizioni di regolarità per un progetto di vita. Nell'appello del Pontefice è per altro implicito che il valore del lavoro presuppone il riconoscimento del valore della vita, senza il quale il Paese non troverebbe quel vitalismo economico e sociale che sarà necessario per agganciare al meglio la ripresa dell'economia globale».
Il Papa: contro la crisi servono soluzioni urgenti. Nella messa celebrata a Cassino nel 65° anniversario del bombardamento, oggi il Papa aveva detto che è giusto «sottolineare anche l'attenzione all'uomo fragile, debole, alle persone disabili e agli immigrati». Per quanto riguarda gli immigrati, Benedetto XVI ha detto che «come al tempo di Benedetto, il padre del monachesimo occidentale, la società ereditata dall'impero romano era messa alla prova dai nuovi popoli venuti da fuori e non sempre amichevolmente, così anche oggi l'Europa si trova a dover fare i conti con decine di migliaia di immigrati sospinti dal bisogno. La ricomposizione del tessuto umano, che le migrazioni richiedono di realizzare nel tempo, trova nell'esempio benedettino un paradigma di metodo ancora efficace». Affrontando il tema della crisi economica, il Papa ha espresso solidarietà ai lavoratori in difficoltà per la crisi economica, precari, disoccupati o in cassa integrazione: «Servono soluzioni urgenti - ha detto - creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie».

CI SARA’ ANCORA UN’ISPRA? SICURI I PRECARI LICENZIATI!

Una 2 giorni di mobilitazioni che prepara la lotta ad oltranza. Ieri i precari a lavare i vetri, con l’adesione di USI RdB Ricerca, oggi i dirigenti sindacali precari di USI RdB Ricerca incatenati a via Curtatone.


MA LA MOBILITAZIONE NON PUO’ FERMARSI QUI!

LA SITUAZIONE RICHIEDE CHIAREZZA E DECISIONE!


Nell’incontro di ieri al Ministero con il Capo-gabinetto Corradino e la dirigenza del Ministero sono stati chiari alcuni punti:


1) Solo RdB CUB ha denunciato lo stato di degrado della ricerca pubblica ambientale e dell’ISPRA in particolare. CGIL, CISL e UIL hanno evitato accuratamente di sostenere il personale precario e a tempo indeterminato dell’Ente di Ricerca;

2) Mentre per il Ministero si prevede una norma di sanatoria per tutti i precari, per ISPRA niente;

3) Tutto il personale di ISPRA sarà spostato in un’unica sede comune INSIEME CON IL MINISTERO, IL NOA E SOGESID; per ORA lo spostamento è logistico ma (parole del Dr Basile) è necessaria la ricerca di unità funzionale!

4) La SOGESID, ben 18 milioni di euro di stanziamento, viene osteggiata SOLO dalla nostra sigla! Tutti gli altri tacciono, anzi, la CISL ha richiesto di velocizzare la costituzione della società privatizzata (che, ricordiamo, si sovrappone a molte delle attività che dovrebbero essere esclusive di ISPRA).

5) I licenziamenti dei Precari ISPRA sono “colpa” delle norme. E il Ministero non contrasta l’azione governativa.


In questi mesi noi abbiamo denunciato continuamente questo stato di fatto e lo abbiamo fatto mobilitandoci senza interruzione. E abbiamo avuto contro capetti e pompieri. Tutto sembrava ogni volta aggiustarsi e niente cambiava.


ORA SIAMO AD UN PUNTO DI SVOLTA!

ISPRA AD OGGI HA UN FUTURO NEBULOSO E NOI VOGLIAMO CHIAREZZA!