LA PETIZIONE DA FIRMARE

lunedì 6 ottobre 2008

LA RICETTA DELLA CISL PER LA LOTTA AL PRECARIATO

Censire il fenomeno del precariato nella pubblica amministrazione regionale, omogeneizzare le forme contrattuali impiegate, distinguendo tra consulenza e attività ordinaria, definire con il sindacato un calendario per la regolarizzazione degli oltre 350 lavoratori precari impiegati presso la Regione Basilicata e gli enti sub regionali, varare una legge che disciplini in modo organico la materia. Questa in sintesi la proposta che la Cisl lucana, unitamente alla categoria degli atipici Alai, porta in dote al dibattito apertosi in queste settimane sul precariato pubblico, un contributo che intende approfondire e, ove possibile, arricchire la piattaforma confederale elaborata insieme a Cgil e Uil.
“Il primo monitoraggio sulla diffusione del precariato negli enti pubblici regionali – si dice nel documento – evidenzia come il ricorso alle forme contrattuali atipiche sia stato di gran lunga superiore a quanto accaduto nel settore privato e abbia consentito alla pubblica amministrazione di eludere il blocco alle assunzioni imposto dalle leggi finanziarie degli ultimi quindici anni. Una pratica che nel tempo è diventata la “norma”. Se consideriamo, inoltre, che il 95% di questi contratti atipici supera i 12 mesi di durata ed il 60% addirittura i 36 mesi, è lecito domandarsi se ci troviamo ancora di fronte ad esigenze straordinarie, temporanee o saltuarie. In questi anni l’attività amministrativa ha richiesto competenze e professionalità sempre più specifiche, tanto che molte di queste nuove funzioni sono svolte esclusivamente da giovani lavoratori precari, per la quasi totalità in possesso di lauree specifiche, di specializzazioni e di una competenza professionale ormai maturata nel lungo periodo di attività già svolta.
Alla quasi totalità di questi lavoratori nei prossimi 3 mesi scadrà il contratto. Possiamo permetterci di disperdere un patrimonio di risorse umane qualificate che ha contribuito in modo determinante al buon funzionamento della complessa macchina amministrativa regionale? Il tempo e la pratica hanno dimostrato che queste professionalità non sono né temporanee né straordinarie”. Ecco allora che per Cisl e Alai Basilicata “si impone l’adozione di una legge regionale che disciplini in modo organico e non approssimativo, come avvenuto in passato, la materia, unita ad una seria programmazione delle stabilizzazioni, con l’obiettivo di non sottrarre professionalità consolidate alla pubblica amministrazione e garantire ai lavoratori il giusto riconoscimento contrattuale e retributivo, nella consapevolezza che l’accesso alla pubblica amministrazione debba avvenire esclusivamente attraverso selezioni pubbliche.

Dipendenti pubblici in corteo "Brunetta, vattene in fretta"

Milano, 6 ottobre 2008 - "Brunetta, Brunetta, vattene in fretta". Questo è uno degli slogan che hanno gridato a gran voce i partecipanti alla manifestazione di protesta contro la legge 133, la conversione del decreto Brunetta, promossa da Cgil, Cisl, Uil e Fialp Cisal. Si sono riunite per il corteo almeno duemila persone, cinquemila secondo le stime degli organizzatori. I dipendenti pubblici sono scesi in piazza contro "L'eliminazione del salario accessorio (che toglierà dai 200 ai 500 euro per lavoratore), lo stop alle assunzioni dei precari e contro un rinnovo di contratto stabilito dalla finanziaria che prevede "aumenti contrattuali ridicoli, di 8 euro per il 2008". Il coordinatore della Cisl Fps milanese, Luigi Passera annuncia: "Questa è una prima iniziativa, ci sarà lo sciopero generale", per Emilia Natale, esponente della Cgil funzione pubblica di Milano: "La protesta nasce per chiedere al Governo contratti dignitosi per i dipendenti pubblici e di non applicare la legge 133". "Stiamo manifestando contro la cancellazione del salario accessorio., la campagna mediatica contro l'amministrazione pubblica e le riduzioni di personale", precisa il segretario della Pubblica amministrazione Domenico Di Cristo.

Salvate i precari

di Paolo Feliciotti

L’emendamento Brunetta, che abolisce la procedura di stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, ha fatto scendere in piazza numerosi precari del comparto pubblico. In agitazione i lavoratori dell’ex Apat ed ex Icram che rischiano il posto di lavoro. Chiedono al Governo di bloccare il provvedimento che li mette per strada. L’emendamento 37 bis al disegno di legge 1441, approvato il 26 settembre scorso ha abbattuto una scure sull’annoso problema del precariato nella pubblica amministrazione, soprattutto sugli enti di ricerca. Pesanti i tagli apportati sul lavoro precario che sperava invece nella assunzione a tempo indeterminato. La precedente finanziaria aveva infatti aperto la possibilità di un inquadramento nei ruoli, per quei lavoratori che, assunti con procedura concorsuale, avevano maturato tre anni di servizio. Per i sindacati si tratta di “un atto gravissimo con il quale si colpisce uno dei settori di punta della ricerca italiana” che “va esattamente contro il criterio di meritocrazia sostenuto dal Governo”. Sono coinvolti “lavoratori di altissimo profilo che, con la loro passione, il loro lavoro e la loro professionalità hanno consentito all’Italia di avere un ruolo da protagonista nelle attività di ricerca di punta in ambito internazionale”. Anche il Ministero dell’Ambiente risente i primi contraccolpi del provvedimento. Non sono stati rinnovati i contratti ai ricercatori dell’Icram che svolgono la loro attività presso il Dicastero. “L’altro ieri ci è stato comunicato che il contratto non sarebbe stato rinnovato e da oggi siamo senza lavoro – spiega la geologa marina (chiede di rimanere anonima) che per sette anni ha lavorato all’Ambiente”. Vincenzo Pepe di Fare Ambiente chiede al Premier Silvio Berlusconi un atto di responsabilità: salvare le professionalità che con il loro lavoro hanno contribuito a mantenere alto il nome del nostro Paese nel campo della ricerca a livello internazionale.