LA PETIZIONE DA FIRMARE

lunedì 24 novembre 2008

CGIL: ENTRO NATALE A CASA 400 MILA PRECARI


(AGI) - Roma, 24 nov. - Rischiano di perdere il posto in 400 mila entro Natale. La stima della Cgil, per effetto della scadenza di contratti e collaborazioni a progetto, e' in evidenza nelle pagine di cronaca politica della grande stampa. L' allarme spicca sulla prima pagina della Stampa che sottolinea come la cifra sia basata su una platea di riferimento di 3,4 milioni di lavoratori precari nel privato, di cui 1,8 milioni a tempo determinato, 1 milione di collaboratori, 200 mila lavoratori interinali, 300 mila con partita Iva e 100 mila occasionali: 'Di questi - si legge - 400 mila rischiano di perdere il posto per effetto della scadenza al 31 dicembre di contratti a termine e collaborazioni a progetto che non verranno rinnovati. Ad esempio dei circa 800 mila collaboratori mono-rapporto il 10-15 per cento restera' disoccupato. Nel gruppo Fiat entro fine anno ci saranno 5mila posto in meno; il settore alimentare perdera' 10mila contratti a termine'. 'Mangiate brioches' il critico titolo sulla prima pagina dell' Unita' che - alla luce dell' allarme del sindacato guidato da Guglielmo Epifani -, denuncia invece che il premier, con il suo invito ad aumentare i consumi, 'assolve governo, banche e imprese'. Repubblica presenta un dossier nel quale si sostiene che 'un milione di posti di lavoro ' atipici' rischia di essere spazzato via dalla crisi', parlando della 'prima recessione dei precari'.

Crisi, Cgil: «400mila precari a rischio» Lunedì via a misure governo e Ue


Berlusconi: «Consumatori arbitri: se non spendono sarà crisi»
. Bindi: «Premier spudorato, le famiglie non hanno soldi»

Da IL MESSAGGERO - ROMA (23 novembre) - Settimana clou per i pacchetti anticrisi: quello del nostro esecutivo e quello della Ue. Si parte lunedì: il governo illustrerà in serata alle parti sociali le linee principali dei provvedimenti che dovrebbero essere varati dal Consiglio dei ministri venerdì 28, mentre a Bruxelles il piano europeo dovrebbe ricevere il primo via libera, con l'approvazione da parte dei capi di gabinetto dell'esecutivo europeo.
Il pacchetto italiano. Per quanto riguarda il pacchetto di aiuti a famiglie e imprese, che verrà varato in Italia su un ordine di risorse di circa 4 miliardi di euro, oggi sono arrivate alcune conferme rispetto alle misure trapelate nei giorni scorsi. Il premier Silvio Berlusconi ha parlato di riduzione dell'Irap, della detassazione degli straordinari e dei premi di produzione. Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha invece garantito che i contributi alle famiglie a basso reddito saranno in «cash, denaro fresco» e non attraverso un bonus fiscale che non agirebbe con la stessa tempestività. Non sarà comunque «un regalo di Natale - dice Sacconi - perché pensiamo a quegli italiani che hanno bisogni primari, che hanno perso il lavoro, oppure alle famiglie con tanti figli o ancora i pensionati soli».
La Cgil lancia l'allarme precari. Intanto la Cgil ha lanciato un allarme sul lavoro. Entro la fine del 2008 rischiano di rimanere a casa «centinaia di migliaia di precari», dice il segretario confederale Fulvio Fammoni che sta mettendo a punto per la confederazione un'analisi dettagliata sul fenomeno. L'ordine di grandezza del problema potrebbe essere di circa 400.000 precari. Per Fammoni «le misure sugli ammortizzatori che il governo si preparerebbe a varare, secondo le ipotesi finora circolate, sono insufficienti». La Cgil aspetta comunque di vedere lunedì che cosa annuncerà il governo per confermare o meno lo sciopero del 12 dicembre. Sacconi si dice «convinto» che lo sciopero verrà revocato, ma Fammoni ribadisce che se il pacchetto di interventi per il lavoro e fiscali sarà quello trapelato finora, «restano confermate tutte le motivazioni dello sciopero».
Il piano di Bruxelles. L'Italia comunque si muove in sintonia con l'Europa, il cui piano, dopo l'ok di lunedì, sarà definitivamente varato dalla Commissione Ue mercoledì. Aiuti alle famiglie disagiate e ai lavoratori che perdono il posto; aiuti di Stato mirati e temporanei alle imprese in crisi; incentivi a chi produce auto a basso impatto ambientale; possibilità di alzare il rapporto fra deficit e Pil per finanziare le misure anti-crisi; rafforzamento del ruolo della Banca europea degli investimenti per rilanciare le grandi opere: queste alcune delle misure previste dal piano di Bruxelles al quale si stanno ispirando tutti i piani anti-crisi dei governi europei, compreso quello italiano.
Le ipotesi di Palazzo Chigi. In Italia il ventaglio delle ipotesi è molto ampio: dal bonus familiare di 150-800 euro per i redditi fino a 20.000 euro agli sconti su alcune tariffe, dal taglio degli acconti delle tasse all'Iva per cassa. Restano infine ancora allo studio i dettagli del piano per sostenere le banche attraverso bond convertibili comprati dal Tesoro. Tramonta quasi definitivamente invece l'ipotesi della detassazione delle tredicesime. «Costa dai 6 agli 8 miliardi di euro, una dimensione da manovra economica» sottolinea il ministro Sacconi, aggiungendo che le misure hanno in ogni caso «un vincolo di compatibilità» con la situazione di finanza pubblica, a partire dal debito.
Cazzola alla Cgil: il governo pensa ai precari più di voi. «Chi glielo ha detto alla Cgil che saranno 400.000 i lavoratori cosiddetti precari destinati a perdere il posto nel solo settore privato? - dice Giuliano Cazzola (Pdl), vice presidente della Commissione Lavoro della Camera - In ogni caso, il governo, diversamente dal sindacato di Epifani che al dunque è più attento ai comparti più garantiti a partire dal pubblico impiego, si sta preoccupando del settore del mercato del lavoro più esposto agli effetti della crisi, per il quale saranno adottate nuove misure di protezione sociale nei provvedimenti dei prossimi giorni».
Berlusconi: consumatori arbitri della situazione. «I consumatori sono gli arbitri della situazione» ha detto Berlusconi parlando del rischio di un aggravarsi della crisi dell'economia reale, dopo la crisi dell'economia finanziaria. Il premier ribadisce la sua ricetta: più consumi per evitare la crisi. «E' sui consumatori che dobbiamo fare leva perché le dimensioni della crisi dell'economia reale non siano estreme - dice il premier - Solo questo può fermare un circolo vizioso che va interrotto con forti iniezioni di speranza e fiducia, guardando in faccia la realtà, come noi stiamo facendo. Lo abbiamo detto più volte che in Italia per le banche non cambia niente, per gli imprenditori neppure, perché hanno la liquidità per intraprendere. La profondità della crisi è quindi determinata dai consumatori. Noi saremo arbitri della nostra fortuna. Se le famiglie cambiano lo stile di vita e si lasciano contagiare dall'idea della catastrofe e della crisi, si cominciano a comprare meno auto, meno elettrodomestici, si riducono i consumi e le imprese si trovano a produrre meno, a dover mettere i propri collaboratori in cassa integrazione. Così questi ultimi potranno consumare meno e ci troveremo in una crisi. C'è stato un divorzio inaccettabile tra le valutazioni della finanza e quelle dell'economia. Se avete sottoscritto titoli in Borsa, e vedete che alcune aziende producono lo stesso fatturato e gli stessi utili di prima e valgono il 60-70% di meno in Borsa, è una separazione tra mondo della finanza e mondo dell'economia. Ho suggerito, visto che stiamo approcciando nuove regole della finanza, che in accordo tra tutti i principali Paesi del mondo, dovremo trovare il modo per inserire una regola per cui, se nelle Borse la valutazione di un'azienda è superiore di 20 volte i suoi profitti, si fermino le negoziazioni. Lo stesso accada se il titolo di quell'azienda è valutato 20 volte meno dei suoi profitti. Non so se riusciremo a scrivere questa regola ma vi è un divorzio inaccettabile tra le valutazioni della finanza e quelle dell'economia».
Bindi: Berlusconi spudorato, famiglie senza soldi. «Berlusconi davvero senza pudore. Come si fa a istigare le famiglie a consumare per combattere la crisi, quando per colpa sua non hanno soldi da spendere?»: così Rosy Bindi commenta l'invito del premier ad aumentare i consumi per fronteggiare la crisi economica. «E' dall'inizio di questa legislatura - prosegue la vice-presidente della Camera - che chiediamo di abbassare la pressione fiscale sui redditi da lavoro e sulle pensioni per sostenere i consumi, e finora abbiamo visto solo la social card, una misura inadeguata come la beneficenza di Stato per una piccola parte delle famiglie più povere. E intanto cresce il numero dei cassintegrati, non c'è più lavoro neppure per i precari e i tagli previsti dalla Finanziaria nella scuola, nella sanità e nei servizi metteranno ulteriormente in difficoltà quel che resta del ceto medio italiano. Solo una persona in malafede può sostenere che la recessione mondiale è figlia dell'informazione e del pessimismo dell'opposizione. Le favole si raccontano ai bambini non ai cittadini che devono fronteggiare una delle crisi più gravi dal dopoguerra. E se Berlusconi pensa di farvi fronte solo con i consigli per gli acquisti siamo messi davvero male».
Finocchiaro: dal governo arrivano solo annunci. «I segnali che arrivano dall'economia reale sono durissimi - dice il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro - La richiesta di cassa integrazione cresce, la Cgil ci dice che entro la fine dell'anno scadranno 400.000 contratti di collaborazione che probabilmente non verranno rinnovati senza che vi sia per i precari alcun ammortizzatore sociale, i consumi delle famiglie si stanno stringendo. Davanti a tutto questo. dal governo sono arrivati molti annunci e nessun provvedimento. Il premier parla di ottimismo e accusa l'opposizione di essere pessimista. La verità è che gli italiani devono vedere misure concrete per essere ottimisti. Noi abbiamo avanzato le nostre proposte e siamo pronti a confrontarci con quelle del governo. Ma bisogna fare in fretta e bisogna coinvolgere le forze sociali, tutte. Per quanto riguarda il Pd lo ripetiamo, sta conducendo una opposizione propositiva e forte: altro che in ginocchio siamo in campo con le nostre battaglie nell'interesse del Paese».
Diliberto: ma Berlusconi si è accorto che i consumatori non hanno soldi? «Sta a vedere che adesso Lehman Brothers l'ho fatta fallire io...» dice il segretario dei comunisti italiani, Oliviero Diliberto, a proposito delle parole di Berlusconi sul pessimismo della sinistra. «Ma andiamo. La crisi è la crisi del modello capitalistico e la sinistra poco c'entra - dice Diliberto - Piuttosto la ricetta del governo è assolutamente sbagliata. Berlusconi dice che i consumatori devono continuare a consumare e non cambiare abitudini. Ma con quali soldi? Ma si è accorto Berlusconi che i consumatori non li hanno quei soldi?».