LA PETIZIONE DA FIRMARE

domenica 23 novembre 2008

CRISI: BRUNETTA, UNA VOLTA TANTO C'E' GOVERNO FORTE


(AGI) - Roma, 22 nov. - "Una volta tanto abbiamo un governo forte, che si puo' criticare per carita', ma immaginiamo che cosa sarebbe successo con il governo Prodi". Cosi' il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, sulla crisi dell'economia internazionale. Parlando su Radio 3, ospite di 'La citta' degli uomini', Brunetta ha detto che questo governo e' "capace di fare scelte anche impopolari: abbiamo detto no alla stabilizzazione dei precari, abbiamo fatto tagli per 36 miliardi di euro per tre anni, abbiamo messo in sicurezza la finanza pubblica, abbiamo fatto un contratto del pubblico impiego molto piu' restrittivo del passato". Per il ministro inoltre "le nostre banche sono state infettate meno dai prodotti tossici, cioe' i derivati. In quanto piu' arretrati in termini di internazionalizzazione stiamo pagando meno". Infine "la nostra economia reale e' forte - continua Brunetta - abbiamo le piccole e piccolissime imprese che hanno sette vite come i gatti". Insomma per il ministro il nostro e' "un Paese piu' forte degli altri, meno intossicato, con un governo che fa scelte impopolari e guarda caso ha un alto gradimento". "Meglio un politico che dice di no - ha concluso - che uno che dice sempre di si'".

Precari, On. Miglioli (Pd): è ormai emergenza sociale

Modena - L’on. Ivano Miglioli ha presentato, assieme ad altri parlamentari, un ordine del giorno che impegna il governo ad attuare specifiche forme di tutela per i lavoratori atipici e precari. Una sua dichiarazione in merito. “Le cifre fornite in questi giorni dalla Provincia e dal sindacato sull’andamento del mercato del lavoro danno un’idea della crisi drammatica che sta investendo anche Modena. Nel 2008 i lavoratori in cassa integrazione risultano il doppio dell’anno precedente, quelli a rischio di licenziamento sono almeno 25mila e la forbice tra avviamenti al lavoro e cessazioni si va progressivamente restringendo, pur in presenza di un saldo ancora positivo. A pagare sono soprattutto i soggetti deboli, donne e precari, lavoratori e lavoratrici a tempo determinato che non risultano dai dati INPS, con contratto a progetto e interinali, i primi ai quali le aziende non rinnoveranno i contratti e che non possono accedere a nessun ammortizzatore sociale perché non hanno diritto alla cassa integrazione né alla mobilità. Siamo di fronte ormai a una vera emergenza sociale ma il governo si limita agli annunci e continua a non dare risposte. La Finanziaria 2009 conferma le linee di una politica economica sbagliata, inadeguata e inefficace: si riducono gli investimenti pubblici, si taglia la spesa per istruzione, competitività e sviluppo, aumentano le tasse, mancano provvedimenti seri a sostegno delle imprese e delle famiglie. Per questa ragione abbiamo sottoscritto alla Camera un ordine del giorno – accolto come raccomandazione – che chiede al governo d’impegnarsi ad attuare specifiche forme di tutela per i lavoratori atipici e precari al fine di rispondere alla domanda di migliaia di uomini e donne che rischiano di perdere il posto di lavoro e non avere accesso agli ammortizzatori sociali”.

Precari, doppiamente colpiti


Da Aprileonline - Di Marzia Bonacci
- Vittime della crisi per cui non possono godere, quando perdono il posto di lavoro, della cassa integrazione, sono anche falcidiati dal governo. Come? Con la norma che impedisce al giudice di reintegrarli a tempo indeterminato in caso di violazioni contrattuali e con le politiche dei tagli, soprattutto nella P.a, operate da Brunetta e Gelmini

Solo gli immigrati pagano la crisi economica al pari di come la pagano loro. In verità per gli stranieri forse la situazione è ancor peggiore, visto che oltre a perdere il posto di lavoro senza godere degli ammortizzatori sociali, entro sei mesi si vedono privati anche della possibilità di soggiornare nel nostro Paese. Comunque è una guerra tra poveri, di penultimi contro ultimi, dove gli ultimi si chiamano precari. E se non bastasse la mannaia della finanza mondiale che crolla e del turbo-capitalismo che si arresta, di cui sono vittime doppiamente perché privati anche del paracadute sociale della cassa integrazione, ecco che su di loro si abbatte anche la scure dell'esecutivo. Un colpo che in verità è stato confezionato alcuni mesi fa da parte della maggioranza con una norma approvata in piena calura estiva e prontamente ribattezzata, dai suoi avversari, come "ammazza precari". L'allarme sulle conseguenze reali di questo provvedimento, ma anche sulla sua possibile non conformità alla Costituzione, è stato rilanciato anche oggi dal Pd nelle vesti di Marianna Madia, Maria Grazia Gatti e Cesare Damiano. Come in verità fatto anche all'epoca della sua promanazione. La misura governativa infatti impedisce al giudice del lavoro di reintegrare al posto di impiego, con un contratto a tempo indeterminato, il precario vittima di violazioni contrattuali. A questi, che ha deciso di intentare causa verso il proprio datore di lavoro, come prevede la legge, viene riconosciuto solo un corrispettivo risarcimento in denaro. Già in luglio verso questa monetarizzazione del diritto si era sollevato il coro di contrarietà dell'opposizione. Ricordano i rappresentanti democratici come fin dall'estate "avevamo denunciato la pericolosità di questa norma, sui cui peraltro pesa l'ombra di incostituzionalità". Un j'accuse, affermano i deputati del Pd, a cui il governo aveva risposto cercando di circoscrivere il campo d'intervento del provvedimento che a suo dire avrebbe riguardato esclusivamente i dipendenti delle Poste italiane. Una verità che non trova conferma nei fatti, che dimostrano come la norma riguarderebbe una platea tutt'altro che esigua di impiegati a scadenza, soprattutto perchè molti datori di lavoro starebbero procedendo ad utilizzarla per liquidare dipendenti scomodi. "Il governo aveva proclamato che la norma riguardava pochi casi, praticamente tutti alle Poste. Niente di più falso", attaccano dal Pd, denunciando anche come "alcune aziende stanno utilizzando la 'ammazza-precari' per licenziare i lavoratori che sono in causa con esse oppure che attendono un nuovo grado di giudizio del processo di lavoro". La norma vale inoltre per i procedimenti in corso per cui, sostengono Madia-Gatti-Damiano, "potrebbero essere tantissimi quei lavoratori già reintegrati in primo grado (cioè prima che il provvedimento fosse approvato, ndr) che ora si vedranno licenziati e persino costretti a restituire l'indennità risarcitoria ricevuta dopo il primo grado di giudizio, sottratte le sei mensilità previste ora come penale massima dalla legge". Esempi concreti di quanto denunciato dal Pd non mancano. Oltre al caso dei precari Rai, i deputati democratici citano come emblema di "questo uso spregiudicato della norma", l'azienda Strada dei parchi del gruppo Toto-Benetton (gestore dell'autostrada Roma-Teramo), la quale ha licenziato quattro dipendenti già reintegrati in primo grado dal giudice. Una vicenda su cui lo stesso Pd si è mobilitato chiedendo chiarimenti. "Abbiamo presentare una interrogazione urgente e il Governo imbarazzato ha scelto una risposta formale e assolutamente senza sostanza", ricostruiscono gli esponenti del partito di Veltroni. Sulla vicenda dovrà ora pronunciarsi la Corte, chiamata ad esprimersi anche in merito alla costituzionalità della norma. Nel frattempo i democratici chiedono che "il governo, a tutela dei lavoratori, utilizzi subito la sua moral suasion nei confronti di Strada dei parchi perchè ritiri i licenziamenti", oltre naturalmente a trovare "le forme per fare in modo che le altre aziende non utilizzino questa norma". Ed è sempre il mondo del precariato a generare il botta e risposta andato in scena oggi fra il senatore della sinistra Pd Paolo Nerozzi e il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta. L'ex sindacalista della Cgil che oggi siede a Palazzo Madama ha infatti espresso soddisfazione per il fatto che il ministro del Welfare Maurizio Sacconi abbia finalmente deciso di occuparsi dei precari, ma ha anche sottolineato come "sarebbe utile, però, che il ministro Sacconi informasse anche i suoi colleghi Gelmini e Brunetta che ne mandano a casa rispettivamente circa 130 mila nella scuola e circa 60 mila nel pubblico, più un numero consistente nell'importante settore della ricerca". Lo spunto per l'affondo di Nerozzi è stato offerto dal ministro del Welfare che, intervistato da Repubblica in merito alle misure anticrisi che il governo presenterà lunedì alle parti sociali, ha risposto alla domanda se la Cigs sarà estesa anche ai precari, come chiede il sindacato, aprendo a questa eventualità. Anche se con una specifica. "Terremo in considerazione tutti i soggetti deboli. Ma sia chiaro che questo è un piano per l'emergenza e non una riforma strutturale", ha dichiarato infatti Sacconi. Poche ore dopo ed è lo stesso Brunetta a replicare al senatore democratico in merito ai precari della Pa: "voglio rassicurare Nerozzi che con Sacconi ci sentiamo spesso", ha risposto il ministro della guerra ai fannulloni. Resta da capire invece se l'intero pacchetto anticrisi confezionato dall'esecutivo convincerà anche la Cgil oltre che i precari, del pubblico impiego e non solo. Il segretario Epifani vuole aspettare l'incontro di lunedì per dare una valutazione, ma ribadisce quelle che secondo la confederazione di corso Italia restano le priorità. In primis una politica seria di tutela dell' occupazione, che per Epifani rappresenta "il problema vero che tende a crescere". Una politica che non può che passare per l'estensione della cassa integrazione agli esclusi e per un rilancio di salari e pensioni, unica strada che consente di riattivare anche la domanda sociale e quindi rivitalizzare la produttività, evitando la perdita dei posti di lavoro. "Servono ammortizzatori e tutele per chi ne è privo, soprattutto per i precari" - ha osservato Epifani - e dall'altra parte sono necessarie politiche fiscali che sostengano i redditi dei lavoratori e dei pensionati". Riguardo allo sciopero generale indetto per il 12 dicembre, che Sacconi spera rientri dopo la presentazione del piano anticrisi del governo, Epifani è stato netto: "Dipende dalle scelte del governo ma deve essere chiaro che io ho chiesto misure forti perchè la situazione è eccezionale". Per sapere cosa accadrà si dovrà aspettare l'inizio della settimana. Appare certo un fatto: la campana dell'incertezza economica suona soprattutto per loro, i precari, colpiti doppiamente: dal governo e dalla crisi.

Lavoro/ Pd: Ammazza-precari produce effetti, Governo intervenga


Roma, 21 nov. (Apcom) - Il Pd chiede al governo di intervenire contro i licenziamenti dei lavoratori precari: "A luglio, quando era stata approvata la cosiddetta norma 'ammazza-precari' - che impedisce al giudice del lavoro di reintegrare un lavoratore vittima di violazioni contrattuali al suo posto con un contratto a tempo indeterminato - avevamo denunciato - sottolineano in una dichiarazione congiunta i deputati Marianna Madia, Maria Grazia Gatti, Cesare Damiano e Giovanni Lolli - la pericolosità di questa norma, sui cui peraltro pesa l'ombra di incostituzionalità. Il governo aveva proclamato che la norma riguardava pochi casi, praticamente tutti alle Poste. Niente di più falso". Secondo gli esponenti democratici "alcune aziende stanno utilizzando la 'ammazza-precari' per licenziare i lavoratori che sono in causa con esse oppure che attendono un nuovo grado di giudizio del processo di lavoro. Poiché la norma vale per i procedimenti in corso, potrebbero essere tantissimi quei lavoratori già reintegrati in primo grado che ora si vedranno licenziati e persino costretti a restituire l'indennità risarcitoria ricevuta dopo il primo grado di giudizio, sottratte le sei mensilità previste ora come penale massima dalla legge". "Questo uso spregiudicato della norma - prosegue la nota dei parlamentari del Pd - è stato fatto dall'azienda 'Strada dei parchi' del gruppo Toto-Benetton, gestore dell'autostrada Roma-Teramo, che ha licenziato quattro lavoratori già reintegrati in primo grado dal giudice. Abbiamo presentato una interrogazione urgente e il Governo imbarazzato ha scelto una risposta formale e assolutamente senza sostanza. In attesa che la Corte si pronunci sulla costituzionalità della norma - concludono Madia, Gatti, Damiano e Lolli - il governo, a tutela dei lavoratori, utilizzi subito la sua moral suasion nei confronti di 'Strada dei parchi' perché ritiri i licenziamenti. Si trovino poi le forme per fare in modo che le altre aziende non utilizzino questa norma".