POLI OPPOSTI Il voto finale, presumibilmente, vedrà ancora i due schieramenti su posizioni diametralmente opposte: difficile che l'opposizione torni a una più morbida astensione, dopo aver votato contro il passaggio agli articoli. Eppure il clima in aula è di confronto, più che di scontro. Su alcune questioni rilevanti si registrano forti convergenze: e non solo sulla norma, passata in serata con approvazione assolutamente trasversale, che stabilizza i dipendenti dei gruppi del Consiglio inserendoli nel ruolo unico dell'amministrazione regionale. La contrapposizione invece emerge soprattutto sulla questione dei mutui, utilizzati dalla Giunta per coprire disavanzo e investimenti. Il ritorno all'indebitamento è una radicale inversione di rotta rispetto al sistema, adottato negli anni scorsi, dell'anticipazione delle future entrate statali. «Percorso obbligato, dopo che la Corte dei conti e la Consulta hanno bocciato quell'operazione», precisa l'assessore al Bilancio Giorgio La Spisa. Va così definitivamente in archivio la scelta forse più discussa della politica economia della Giunta Soru. L'opposizione attacca su questo e su altri temi. Il relatore di minoranza Chicco Porcu (Pd) riporta in aula il G8, con l'assenza di Ugo Cappellacci alla manifestazione di lunedì alla Maddalena: «E questo dopo che nei giorni scorsi era già stata respinta la nostra richiesta di un'informativa immediata al Consiglio, da parte del presidente, sul trasferimento del vertice».
IL DIALOGO Una convergenza significativa, invece, riguarda la necessità di ridiscutere con lo Stato il patto di stabilità, che blocca la capacità di spesa della Regione. Tema illustrato nel dettaglio dal presidente della commissione Bilancio, Paolo Maninchedda (Psd'Az), che lo aveva sollevato già nella scorsa legislatura. Il Consiglio, per altro, approva una risoluzione della maggioranza che però - citando l'esito della vertenza entrate del 2006 - accoglie anche una richiesta dell'opposizione. Proprio il fatto di avere a disposizione oltre un miliardo e mezzo di entrate in più all'anno rende necessario rinegoziare del patto di stabilità: altrimenti il vantaggio sarebbe puramente virtuale. La trattativa con lo Stato andrà aperta in un prossimo futuro, intanto però i due schieramenti si accordano per un primo intervento sulla questione. Con un emendamento condiviso da centrodestra e centrosinistra, infatti, si alleggerisce per gli enti locali il vincolo del patto di stabilità interno. Una norma, invocata da tempo dalle associazioni dei Comuni e delle Province, che aumenta per questi ultimi la reale capacità di spesa. Altro capitolo sarà invece la capacità di spesa della Regione. Su questo, la Giunta annuncia che nei prossimi tre mesi una commissione tecnica condurrà un'analisi precisa, per trovare il modo di ridurre i residui. «Un impegno che la maggioranza ha sollecitato già in commissione», sottolinea il capogruppo del Pdl Mario Diana, «perché i residui sono cresciuti negli ultimi anni. Il bilancio potrebbe essere ripulito da tutte le somme non esigibili, e riproposte inutilmente di anno in anno».
I PRECARI Infine, il capitolo stabilizzazioni. La minoranza, pronta a dare battaglia con un emendamento destinato a sanare il precariato nell'ampio mare dell'amministrazione pubblica (compresi gli enti regionali), alla fine ritira la proposta. Accoglie così l'impegno dell'assessore al Bilancio di ritornare sul punto con un disegno di legge apposito. «Non diciamo che risolveremo tutta la questione delle stabilizzazioni - precisa La Spisa - ma faremo una proposta per continuare a lavorare per il superamento del precariato». «Per noi è un punto irrinunciabile», rimarca Luciano Uras, capogruppo dei Comunisti-Sinistra sarda-Rossomori: «Contando Abbanoa, stiamo parlando del futuro di alcune migliaia di lavoratori. La Giunta si è impegnata a presentare la legge prima della pausa estiva: se ci sarà la reale volontà di affrontare il problema, collaboreremo». Oggi i lavori in aula riprenderanno con l'articolo 2, ma è probabile che ci sarà battaglia soprattutto sul terzo, dedicato alle misure di contrasto della povertà. Gli emendamenti da discutere, comunque, non sono moltissimi: c'è l'urgenza di approvare subito la legge, per uscire da un lunghissimo esercizio provvisorio di bilancio.
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