LA PETIZIONE DA FIRMARE

mercoledì 6 maggio 2009

Brunetta: basta con film e libri che mitizzano i precari

Il caso «Non si specula sulla pelle dei giovani». Alt a Facebook in ufficio

Corriere della Sera - ROMA — Non piace al mini­stro della Funzione pubblica, Re­nato Brunetta, la «mitologia» del precario che tanta filmografia e letteratura ha ispirato nell’ulti­mo decennio. Per essere precisi, gli fa «letteralmente schifo», quando non gli «fa venire l’ortica­ria ». «I precari - ha spiegato il mi­nistro - non possono e non devo­no essere una classe sociale, ma una forma di passaggio». Ma l’or­ticaria, al ministro, la fa venire anche Facebook, che vuole toglie­re ai dipendenti pubblici.
L’attacco alla «mitologia» del precariato, che a prima vista po­teva apparire diretto soltanto a un fenomeno che speculerebbe «sulla pelle dei giovani», finisce per colpire la Cgil Funzione pub­blica che ieri ha presentato i dati sui lavoratori flessibili nella pub­blica amministrazione. L’indagi­ne, condotta sui dati della Ragio­neria Generale dello Stato, regi­stra un numero di precari pari a 440.920. Di questi, è stato spiega­to, 60 mila rischiano di subire lo stop alle stabilizzazioni a partire da luglio, sempre che venga ap­provata «la norma sulla quale si basa la strategia del governo».
La polemica parte da lontano. Da quando Brunetta ha iniziato un monitoraggio sui contratti flessibili nella pubblica ammini­strazione e sulla loro regolarizza­zione, i cui primi esiti sono stati pubblicati a fine aprile: 34.267 precari regolarizzabili, più della metà in Sicilia. «Il fenomeno - si concludeva - risulta assoluta­mente nei limiti fisiologici», vi­sto che «nella grande maggioran­za dei casi le amministrazioni hanno posti in pianta organica e risorse economiche sufficienti» per stabilizzare. Ma per Carlo Podda, segretario generale Fp-Cgil, il monitoraggio sarebbe «strumentale, perché una volta ridimensionato il fenomeno del precariato nei numeri, risulterà socialmente più accettabile l’in­terruzione del processo di stabi­lizzazione avviato dal precedente governo». Brunetta ieri ha respin­to l’addebito. E ha annunciato che il monitoraggio non sarà più precario ma stabile.

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