(Adnkronos/Labitalia) - ''Li chiamerei lavoratori flessibili e non precari, perché la parola 'precario' mi fa venire l'orticaria''. Così il ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta, a margine della presentazione al Cnel dei dati del monitoraggio sul lavoro flessibile nella P.a., ha criticato l'uso del termine 'precario'. ''La mitizzazione del precario -ha ribadito Brunetta- non mi piace. Io stesso ho fatto il precario tanti anni all'università e non amo certo questo periodo, ma fare del precario una 'classe', come fa certa letteratura o certa filmografia, non è certo giusto''.
Anzi, per il ministro le distorsioni non finiscono qui. ''Non c'è -ha affermato Brunetta- un'intera generazione precaria, ma esistono solo alcune sacche di persistenza nel precariato e bene ha fatto Damiano a mettere il vincolo dei tre anni. Ma -ha concluso- nella P.a. non vorrei che col sistema delle proroghe si possa andare avanti a vita''. E tuttavia per il ministro è bene sapere che ''nel pubblico impiego non può essere che o si entra a tempo indeterminato o non c'è spazio per il lavoro flessibile, perché, invece, di quest'ultimo c'è bisogno''.
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