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martedì 14 aprile 2009

Pubblica amministrazione, oltre 33 mila precari

ROMA - "Il personale con contratto di lavoro flessibile e in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente per la regolarizzazione è pari a 15.282 unità, mentre per la Regione Sicilia è pari a 17.986 unità". E' quanto emerge dai dati che il ministro per la Pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, ha trasmesso al presidente della Repubblica, ai presidenti delle Camere, al presidente del Consiglio e a tutti i ministri nonché ai presidenti delle Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro di Camera e Senato la Relazione al Parlamento contenente i dati del monitoraggio dei contratti di lavoro flessibile nelle pubbliche amministrazioni, il cui executive summary è sul sito del ministero (www.innovazionepa.it).
Il monitoraggio deciso da Brunetta ha consentito per la prima volta di analizzare il fenomeno del cosiddetto "precariato" nelle PA sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. La rilevazione è stata effettuata tramite invio on line di un dettagliato questionario a tutte le Pubbliche Amministrazioni e ha avuto una durata di tre settimane.
In conseguenza degli invii fatti, "si può affermare che i dati rappresentino un censimento superiore al 90% della totalità del personale con i requisiti per la regolarizzazione".
Il dato che emerge è che "delle 3.892 amministrazioni che hanno partecipato alla rilevazione (delle quali solo 1.241 hanno dichiarato di avere personale regolarizzabile), le percentuali più significative sono quelle delle Regioni e degli enti pubblici compresi gli enti di ricerca (100%), seguiti dalle aziende sanitarie e ospedaliere (87,3% dei casi) e dalle amministrazioni provinciali (83%). La percentuali di Comuni è pari al 39%.
Il maggior numero di unità di personale in possesso dei requisiti per la regolarizzazione è dipendente delle aziende sanitarie e ospedaliere. La Regione che ha il maggior numero di unità di personale con requisiti per la regolarizzazione nel comparto Sanità è la Puglia, seguita da Sicilia, Campania, Calabria e Marche. Tutte le amministrazioni hanno già provveduto negli anni scorsi a effettuare procedure di regolarizzazione (oltre 2.300 unità in Sicilia e circa 27.000 nel resto del Paese).
L'analisi dei dati consente alcune considerazioni di carattere generale. Il fenomeno del personale con contratto flessibile e in possesso dei requisiti per la regolarizzazione risulta maggiormente concentrato nel Mezzogiorno (72%), fatta eccezione naturalmente per gli Enti di ricerca che hanno sedi nazionali. Il dato è fortemente influenzato dalla Sicilia (che da sola dichiara oltre il 50% del personale regolarizzabile), dove interessa prevalentemente il comparto della sanità e i Comuni di medie dimensioni.
Dall'analisi dei dati emerge che nella grande maggioranza dei casi le amministrazioni con personale regolarizzabile hanno posti in pianta organica e risorse economiche sufficienti ma si devono misurare con complessi strumenti attuativi. Nel 12% dei casi (dati nazionali) le amministrazioni non hanno intenzione di assumere a tempo indeterminato personale che pure possiede i requisiti. Nel complesso il problema risulta pertanto assolutamente nei limiti fisiologici (fatte alcune eccezioni, in particolare quella dei Comuni siciliani). Il personale con requisiti previsti dalle leggi vigenti è mediamente inferiore al 2% degli organici per oltre il 95% della amministrazioni e comunque inferiore al 5% degli organici, anche considerando i contratti di limitata anzianità e collaborazioni.

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