La denuncia dei precari dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Nel clima di tragedia e di "terremoto continuo", che colpisce l'Abruzzo e le regioni confinanti, suscita allarme (e anche indignazione) la notizia che - per effetto del decreto Brunetta contro l'assunzione dei precari - quelli che studiano vulcani e terremoti (e accorrono sui luoghi del sisma, com'è accaduto anche all'Aquila per monitorare l'evolversi delle scosse) rischiano il licenziamento in tronco.
A nulla è servita, finora, la lettera inviata dal governo dal professor Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Speriamo che quanto è accaduto in Abruzzo induca il ministro Brunetta (e il governo di cui fa parte) a un ripensamento.
La notizia appare ora sul sito dell'Osservatorio vesuviano, che vi riportiamo integralmente: "Il monitoraggio dei vulcani attivi del sud Italia viene messo a rischio a causa di una proposta di decreto legge che prevede il licenziamento del personale precario entro 120 giorni dalla sua entrata in vigore.
Questa proposta di legge continua il testo - che mira ad eliminare il lavoro precario presso tutte le pubbliche amministrazioni, coinvolgerebbe anche il personale in forza a tutti gli enti di ricerca.
L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e la sua sezione di Napoli, "Osservatorio Vesuviano" sarebbero duramente colpiti in quanto circa la metà del personale ha un contratto di natura precaria.
Il Vesuvio, i Campi Flegrei e Stromboli abbandonati senza monitoraggio
L'Osservatorio Vesuviano, oltre alle attività di ricerca in campo geofisico e vulcanologico, svolge attività di sorveglianza H24 sui vulcani attivi ad elevato rischio quali Vesuvio, Campi Flegrei e Stromboli.
A tale scopo sviluppa e gestisce una fitta rete di strumenti per la rilevazione di terremoti, deformazioni del suolo, variazioni termiche e di composizione dei fluidi. I dati registrati da queste reti sono di fondamentale importanza per definire lo stato di pericolosità dei vulcani ai fini della protezione delle popolazioni a rischio.
Personale con contratto a tempo determinato
La gran parte delle attività di monitoraggio, sorveglianza e manutenzione delle reti viene attualmente garantita da personale con contratto a tempo determinato, i cosiddetti precari. Senza il contributo di questi, tali attività verrebbero seriamente compromesse con conseguenze facilmente immaginabili sulla sicurezza dei cittadini in caso di crisi eruttive.
Il ricorso al personale a tempo determinato è stato necessario vista l'impossibilità di assumere nuove unità. Nel frattempo i precari hanno assunto un ruolo fondamentale per i fini istituzionali dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia contribuendo alla crescita scientifica e tecnologica dell'ente. Con questo decreto si cancellerebbero istantaneamente centinaia di professionalità che lavorano tutti i giorni, a volte in emergenza, senza orari di lavoro definiti e spesso in condizioni di pericolo.
Una domanda inquietante
In un Paese particolarmente esposto alle catastrofi naturali la perdita di questo personale qualificato, o peggio la loro necessaria fuga verso l'estero, è a tutti gli effetti la perdita di una inestimabile ricchezza sia in termini economici che di conoscenze ed esperienze acquisite. Cosa accadrebbe, quindi, se tutto il personale precario dell'Istituto venisse licenziato?".
E' una domanda davvero inquietante.
Nel clima di tragedia e di "terremoto continuo", che colpisce l'Abruzzo e le regioni confinanti, suscita allarme (e anche indignazione) la notizia che - per effetto del decreto Brunetta contro l'assunzione dei precari - quelli che studiano vulcani e terremoti (e accorrono sui luoghi del sisma, com'è accaduto anche all'Aquila per monitorare l'evolversi delle scosse) rischiano il licenziamento in tronco.
A nulla è servita, finora, la lettera inviata dal governo dal professor Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Speriamo che quanto è accaduto in Abruzzo induca il ministro Brunetta (e il governo di cui fa parte) a un ripensamento.
La notizia appare ora sul sito dell'Osservatorio vesuviano, che vi riportiamo integralmente: "Il monitoraggio dei vulcani attivi del sud Italia viene messo a rischio a causa di una proposta di decreto legge che prevede il licenziamento del personale precario entro 120 giorni dalla sua entrata in vigore.
Questa proposta di legge continua il testo - che mira ad eliminare il lavoro precario presso tutte le pubbliche amministrazioni, coinvolgerebbe anche il personale in forza a tutti gli enti di ricerca.
L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e la sua sezione di Napoli, "Osservatorio Vesuviano" sarebbero duramente colpiti in quanto circa la metà del personale ha un contratto di natura precaria.
Il Vesuvio, i Campi Flegrei e Stromboli abbandonati senza monitoraggio
L'Osservatorio Vesuviano, oltre alle attività di ricerca in campo geofisico e vulcanologico, svolge attività di sorveglianza H24 sui vulcani attivi ad elevato rischio quali Vesuvio, Campi Flegrei e Stromboli.
A tale scopo sviluppa e gestisce una fitta rete di strumenti per la rilevazione di terremoti, deformazioni del suolo, variazioni termiche e di composizione dei fluidi. I dati registrati da queste reti sono di fondamentale importanza per definire lo stato di pericolosità dei vulcani ai fini della protezione delle popolazioni a rischio.
Personale con contratto a tempo determinato
La gran parte delle attività di monitoraggio, sorveglianza e manutenzione delle reti viene attualmente garantita da personale con contratto a tempo determinato, i cosiddetti precari. Senza il contributo di questi, tali attività verrebbero seriamente compromesse con conseguenze facilmente immaginabili sulla sicurezza dei cittadini in caso di crisi eruttive.
Il ricorso al personale a tempo determinato è stato necessario vista l'impossibilità di assumere nuove unità. Nel frattempo i precari hanno assunto un ruolo fondamentale per i fini istituzionali dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia contribuendo alla crescita scientifica e tecnologica dell'ente. Con questo decreto si cancellerebbero istantaneamente centinaia di professionalità che lavorano tutti i giorni, a volte in emergenza, senza orari di lavoro definiti e spesso in condizioni di pericolo.
Una domanda inquietante
In un Paese particolarmente esposto alle catastrofi naturali la perdita di questo personale qualificato, o peggio la loro necessaria fuga verso l'estero, è a tutti gli effetti la perdita di una inestimabile ricchezza sia in termini economici che di conoscenze ed esperienze acquisite. Cosa accadrebbe, quindi, se tutto il personale precario dell'Istituto venisse licenziato?".
E' una domanda davvero inquietante.
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