LA PETIZIONE DA FIRMARE

mercoledì 15 ottobre 2008

Statali, sì Camera a stop stabilizzazione precari Concorsi pubblici, favoriti i residenti. Protesta Pd

ROMA (15 ottobre) - Dal 1 luglio 2009 decadranno le norme sulla stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione, che potranno essere regolarizzati solo per concorso. È l'ultima versione dell'emendamento del ministro Renato Brunetta al ddl collegato sul lavoro, che cancella le norme approvate dal Governo Prodi ed è stato approvato oggi dalla Camera.
Nella prima stesura dell'articolo lo stop alla stabilizzazione era immediato. Poi la maggioranza ha deciso di rinviarlo all'anno prossimo. La norma proposta dal ministro della Pubblica amministrazione prevede che le amministrazioni potranno bandire concorsi per assunzioni a tempo indeterminato riservando fino al 40% dei posti ai precari che non abbiano incarichi di dirigente e abbiano maturato tre anni di anzianità, anche non continuativa.
Per i concorsi pubblici favoriti i residenti. Sì della Camera all'emendamento della commissione, con il voto contrario dell'opposizione, al ddl lavoro collegato alla Manovra che introduce la «territorializzazione» dei concorsi pubblici. In base al testo approvato, in un concorso per l'accesso ai pubblici uffici la residenza del candidato può essere considerata come titolo privilegiato se l'ente che lo bandisce ritiene che quel requisito serva a un migliore assolvimento del servizio.
«Da oggi - protesta Giovanni Burtone (Pd) per i laureati meridionali sarà ancora più difficile accedere ad un concorso fuori dalla regione di residenza. Per questo devono ringraziare i silenti parlamentari del sud del centrodestra. Altro che dialogo sul federalismo; la maggioranza sta spaccando il Paese a colpi di mano mortificando il Mezzogiorno e i suoi abitanti».
Duro anche Amedeo Ciccanti dell'Udc: «L'offensiva della maggioranza che discrimina e divide la società italiana, fa il paio con le 'classi differenziatè approvate ieri, aprendo la porta alla discriminazione dei disabili, come prossimo appuntamento sull'efficienza e competitività della pubblica amministrazione e del sistema produttivo».
È scontro intanto in Aula sulla legge 104 sui permessi per i lavoratori familiari di disabili. Durante l'esame del ddl Lavoro collegato alla Finanziaria il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta risponde all'appello lanciato da Livia Turco (Pd) per una discussione «più attenta e seria sul tema», oggetto di modifica in un emendamento al testo. «Alla collega Turco, che io stimo e apprezzo - dice Brunetta - porterò tutta la documentazione sugli abusi della legge 104. Qui stiamo dalla parte dei disabili, di chi soffre e non di chi ha abusato delle casse pubbliche, dei fannulloni e degli opportunisti». «La sinistra - aggiunge il ministro - deve decidere da che parte stare. Lo so che è una norma difficile, facilmente strumentalizzabile. Ma nelle cose difficili, si vede la buona politica».
L'ex ministro della Salute ha chiesto di eliminare l'emendamento, cercando di pensare «alle famiglie speciali» che sarebbero colpite nel caso fosse approvato ed aggiunge: «Ministro Brunetta, bisogna affrontare la materia con più rispetto». «In questo emendamento non si tratta la lotta ai falsi invalidi. Le modifiche che si vogliono apportare aggraveranno la vita di alcune famiglie disabili». Così l'ex ministro Livia Turco ha ribattuto all'intervento del ministro Brunetta sulla discussione in aula di un emendamento che potrebbe modificare la legge 104. «Abbiamo votato poco tempo fa un vostro piano di accertamento e verifica» ha detto Turco, sottolineando ancora una volta che l'opposizione è favorevole all'intervento del ministro Brunetta «di contrastare la lotta ai falsi invalidi» ma ribadendo la necessità di una discussione più attenta nelle sedi giuste. Il dibattito è stato chiuso da Brunetta. «Sono pronto - ha detto - a ritirare i miei articoli: ma solamente dopo aver verificato emendamento per emendamento, sub emendamento per sub mendamento, da quale parte sta quest'Aula. Se sta dalla parte di chi soffre o da quella degli opportunisti».

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