La Camera ha approvato l'articolo 37 bis del ddl lavoro che blocca dal primo luglio 2009 la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. Questi lavoratori potranno essere assunti soltanto tramite concorso. L'emendamento, proposto dal ministro Brunetta, cancella le norme approvate dal governo Prodi nella Finanziaria 2008. E manda a spasso 50–60.000 addetti con contratti instabili.
La nuova misura abroga quelle del centrosinistra sul precariato, in base alle quali chi, negli ultimi cinque anni, ne aveva fatti tre di lavoro anche discontinuo nella pubblica amministrazione, poteva accedere a prove selettive d’idoneità per essere assunto. Ma non è tutto. Il provvedimento di Brunetta, se unito a quanto previsto dalla legge 112 dell’estate scorsa, relativamente al limite a 36 mesi della possibilità di operare nella pubblica amministrazione con contratti flessibili, potrebbe far lievitare addirittura a più di 100.000 il numero dei lavoratori precari licenziati: dal personale degli asili nido agli impiegati dei dicasteri, agli universitari e i ricercatori.
Un atto “molto grave” segno di “arroganza e insensibilità verso i lavoratori”. Così il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, commenta l’approvazione: “Si privano di lavoro decine di migliaia di persone - aggiunge - e si mettono in crisi interi servizi pubblici che possono essere svolti solo grazie al contributo e alla presenza di queste persone”. La misura, infatti, spiega Fammoni, “cancella i provvedimenti presi nella legislatura precedente, a seguito di accordi con le organizzazioni sindacali, sopprimendo legittime aspettative e spostando solo nel tempo (luglio 2009) la fine del rapporto di lavoro per la grande maggioranza dei precari mentre per gli altri dà il via ad un ennesimo e snervante tour de force di presentazione di domande e curricula del tutto inefficace, vista la prevista riduzione del lavoro pubblico già deciso dalla legge 133 recentemente approvata”.
Ricercatori sul piede di guerra
Duro il giudizio della Flc Cgil, il sindacato della conoscenza, che parla di “norma sbagliata, che introduce solo un meccanismo di licenziamento dei ricercatori a tempo determinato”. A dirlo è Maria Brigida, segretaria nazionale Flc, che insieme a centinaia di ricercatori precari ha manifestato davanti a Montecitorio. Soltanto per quanto riguarda gli enti di ricerca, la maggioranza ha deciso di rinviare lo stop alla stabilizzazione degli oltre 10.000 precari degli enti di ricerca al primo luglio, “ma – sottolinea Brigida – è solo un prolungare il problema. Temo che a luglio del prossimo anno saremo nelle stesse condizioni di ora. Con tutti i precari a casa e con gli istituti di ricerca bloccati, dal momento che in alcuni enti la percentuale di precari sfiora il 70 per cento”. Ora la palla passa al Senato.
Assistenza agli invalidi, Brunetta fa marcia indietro
Tra le altre norme in corso di approvazione, anche un giro di vite sul diritto dei dipendenti pubblici a usufruire dei permessi retribuiti, previsti dalla legge 104 del 1992, per assistere familiari con gravi disabilità. Un provvedimento contro il quale il Pd ha protestato duramente. E il ministro Brunetta, visti i malumori che serpeggiavano in Aula, ha fatto parziale marcia indietro rinviando a lunedì l'esame dell'articolo, così da evitare che il governo andasse sotto. Contro la misura si leva anche la voce della Cgil: "Controllare e prevenire gli abusi non vuol dire negare e calpestare dei diritti", afferma la responsabile dell'ufficio politiche per la disabilità della Cgil Nazionale, Nina Daita. "Pensare di ridurre le tutele per queste fasce deboli è di per sé un forma di discriminazione non accettabile per un paese che si definisce civile". Nel corso della discussione in Aula il relatore del ddl lavoro Giuliano Cazzola (Pdl) ha dichiarato: "Noi siamo pronti ad accogliere i loro (dell’opposizione, ndr) rilievi al comitato dei nove" e comunque "intendiamo mantenere e salvaguardare i diritti fondamentali" della legge 104. E lo stesso ministro Brunetta ha precisato: "Ho parlato di 'famigerata' legge 104 perché è stata usata in maniera opportunistica per prendersi quei tre giorni al mese tirando fuori la vecchia zia che vive a 500 km di distanza, senza alcuna verifica o controllo". "Siamo tutti dalla parte giusta – ha detto Brunetta -, quella di chi soffre. Questo è stato sempre il nostro obiettivo".
Concorsi territorializzati: vince la Lega
E' passata invece un'altra misura targata Carroccio: due emendamenti di matrice leghista all'articolo 37 (sulla territorializzazione dei concorsi pubblici) prevedono che in caso di parità di punteggio, nelle prove concorsuali, debba prevalere la posizione di chi risiede nella sede di impiego. Sarà più difficile, d'ora in poi, trovare lavoro al Nord per chi viene dal Mezzogiorno.
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