ROMA - Brunetta avanti tutta nell'aula di Montecitorio con le modifiche alle norme sul lavoro. Ma il governo traballa e deve fermarsi su un emendamento per quella che il ministro della Funzione Pubblica definisce la lotta ai falsi invalidi e che invece, dicono l'opposizione ma non solo, rischia di calpestare i diritti di 5 milioni di disabili. E se per approvare lo stop del rinnovo dei contratti dei precari a partire dal 1 luglio 2009 o altre particolarità come la preferenza per gli impiegati di zona - un po' tipo moglie e buoi dei paesi tuoi applicato alla pubblica amministrazione - il presidente Fini in serata deve invece sospendere e pioi rinviare i lavori dell'aula. "Finiamola con questo teatrino di emendamenti che spuntano all'improvviso, maggioranza e governo si schiariscano le idee e ne riparliamo lunedì" dice il capogruppo del Pd Antonello Soro denunciando per l'ennesima volta "l'arroganza della maggioranza".
Il fatto è che l'emendamento sugli invalidi, denuncia Ivano Miglioli (Pd), "è entrato e uscito dal testo della legge almeno sei volte in due giorni. La verità è che governo e relatore non sanno che fare". Un pasticcio che "non rispetta il lavoro del Parlamento, dell'aula e ancora prima della Commissione". Stessa durezza da parte di Michele Vietti (Udc) che parla di "emendamenti che spuntano come funghi e di cui nessuno sa niente, meno che mai le opposizioni".
Tutto questo avviene da due giorni in un'aula molto distratta dalla guerra di posizione tra maggioranza e opposizione su Consulta e Vigilanza Rai. E dove tra i banchi del Pdl si sono rivisti all'opera i pianisti. Cammino faticoso questo del ddl sul lavgoro collegato alla Finanziaria.
Basta contratti per i precari. Lo stop ai precari arriva poco dopo le undici. E' l'articolo 37 bis del ddl sul Lavoro collegato alla Finanziaria che cancella la misura approvata dal governo Prodi sulla stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. Significa che dal 1° luglio 2009, data in cui scadono i contratti dei precari che sono stati prorogati al 30 giugno 2009, i lavoratori co.co.co e a tempo determinato non avranno rinnovato il loro rapporto di lavoro. Il ministero della Funzione Pubblica deciderà se e quanti concorsi avviare per assumere chi ha già lavorato nel settore pubblico.
Concorsi per residenti. Sarà molto difficile, quasi impossibile, in futuro che un giovane residente a Messina possa vincere un concorso per un posto a Milano. E' l'ennesimo emendamento-sorpresa comparso a corredo dell'articolo 37 ed è un'idea della Lega. Stabilisce che d'ora in poi ci sarà una corsia preferenziale, una vera e propria precedenza, nei concorsi pubblici per i residenti della regione dove si svolge il concorso. Una norma su cui pesa in modo palese un vizio di incostituzionalità. La Lega aveva avuto anche un'altra idea: non si doveva tener conto del titolo di studio nella formazione delle graduatorie dei concorsi. Via libera agli asini, o quasi. L'aula l'ha bocciata.
"Lotta ai falsi invalidi". Succede che stamani, quando apre la seduta, nel testo del ddl sul lavoro spunta di nuovo, dopo due bocciature, l'articolo 39 che modifica la legge 104 del '92 sui permessi da lavoro per l'assistenza ai disabili. E in aula scoppia il putiferio.
Duello Turco-Brunetta. Livia Turco non ci vede più: "Il governo deve tornare indietro, la propaganda ha un limite. Se è la lotta ai falsi invalidi, l'abbiamo sempre fatta, ci sono gli strumenti nella legge 104. Il ministro invece di blaterare, applichi la legge 104, faccia i controlli". L'ex ministro della Salute perde le staffe. "Cosa c'entra - insiste - la lotta ai falsi invalidi, su cui noi siamo d'accordo e la facemmo quando eravamo al governo, con le persone che hanno disabilità gravi e gravissime? Queste persone hanno un bisogno disperato di aiuto, non certo di veder ristretti i permessi della 104".
Brunetta è in difficoltà. Da una parte vuole mantenere l'immagine del ministro che decide e paladino della lotta ai fannulloni. Dall'altra vede che anche dai banche della sua maggioranza, a cominciare da Giovanardi, ci sono dubbi. E poi non ci sta a passare per quello che si dimentica dei più deboli. In fondo Brunetta nasce socialista. Così cerca di trattare la Turco con i guanti ("collega che apprezzo e che stimo" ripete più volte) e si difende: "Questo emendamento è dalla parte dei disabili e delle famiglie che li assistono ed è contro i profittatori che hanno abusato delle casse del welfare per opportunismo e assenteismo". Non basta. Il malumore serpeggia un po' ovunque. Anche l'Udc si ribella. Brunetta deve dare uno stop. Andare al voto adesso potrebbe significare andare sotto. Meglio riparlarne lunedì.
Il fatto è che l'emendamento sugli invalidi, denuncia Ivano Miglioli (Pd), "è entrato e uscito dal testo della legge almeno sei volte in due giorni. La verità è che governo e relatore non sanno che fare". Un pasticcio che "non rispetta il lavoro del Parlamento, dell'aula e ancora prima della Commissione". Stessa durezza da parte di Michele Vietti (Udc) che parla di "emendamenti che spuntano come funghi e di cui nessuno sa niente, meno che mai le opposizioni".
Tutto questo avviene da due giorni in un'aula molto distratta dalla guerra di posizione tra maggioranza e opposizione su Consulta e Vigilanza Rai. E dove tra i banchi del Pdl si sono rivisti all'opera i pianisti. Cammino faticoso questo del ddl sul lavgoro collegato alla Finanziaria.
Concorsi per residenti. Sarà molto difficile, quasi impossibile, in futuro che un giovane residente a Messina possa vincere un concorso per un posto a Milano. E' l'ennesimo emendamento-sorpresa comparso a corredo dell'articolo 37 ed è un'idea della Lega. Stabilisce che d'ora in poi ci sarà una corsia preferenziale, una vera e propria precedenza, nei concorsi pubblici per i residenti della regione dove si svolge il concorso. Una norma su cui pesa in modo palese un vizio di incostituzionalità. La Lega aveva avuto anche un'altra idea: non si doveva tener conto del titolo di studio nella formazione delle graduatorie dei concorsi. Via libera agli asini, o quasi. L'aula l'ha bocciata.
"Lotta ai falsi invalidi". Succede che stamani, quando apre la seduta, nel testo del ddl sul lavoro spunta di nuovo, dopo due bocciature, l'articolo 39 che modifica la legge 104 del '92 sui permessi da lavoro per l'assistenza ai disabili. E in aula scoppia il putiferio.
Duello Turco-Brunetta. Livia Turco non ci vede più: "Il governo deve tornare indietro, la propaganda ha un limite. Se è la lotta ai falsi invalidi, l'abbiamo sempre fatta, ci sono gli strumenti nella legge 104. Il ministro invece di blaterare, applichi la legge 104, faccia i controlli". L'ex ministro della Salute perde le staffe. "Cosa c'entra - insiste - la lotta ai falsi invalidi, su cui noi siamo d'accordo e la facemmo quando eravamo al governo, con le persone che hanno disabilità gravi e gravissime? Queste persone hanno un bisogno disperato di aiuto, non certo di veder ristretti i permessi della 104".
Brunetta è in difficoltà. Da una parte vuole mantenere l'immagine del ministro che decide e paladino della lotta ai fannulloni. Dall'altra vede che anche dai banche della sua maggioranza, a cominciare da Giovanardi, ci sono dubbi. E poi non ci sta a passare per quello che si dimentica dei più deboli. In fondo Brunetta nasce socialista. Così cerca di trattare la Turco con i guanti ("collega che apprezzo e che stimo" ripete più volte) e si difende: "Questo emendamento è dalla parte dei disabili e delle famiglie che li assistono ed è contro i profittatori che hanno abusato delle casse del welfare per opportunismo e assenteismo". Non basta. Il malumore serpeggia un po' ovunque. Anche l'Udc si ribella. Brunetta deve dare uno stop. Andare al voto adesso potrebbe significare andare sotto. Meglio riparlarne lunedì.
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