Crescono le famiglie che non ce la fanno: molti s'affidano
ai centri di assistenza gestiti da Sant'Egidio e Caritas
EMPORIO DELLA CARITA' - Alla Caritas di via Marsala, dove giorni fa è emersa - rivelata da Fabrizio Peronaci sulle pagine tomane del Corriere della Sera - la storia dell'informatico Salvatore Clemente, divenuto clochard dopo la separazione e il pignoramento dello stipendio, c'è un'altra schiera di nuovi poveri. Anche qui sono centinaia i romani che hanno oltrepassato la soglia della povertà perchè rimasti senza lavoro o in cassa integrazione (secondo Confindustria, a Roma e Provincia il ricorso alla Cig è aumentato del 282% nel primo trimestre 2009). E all'Emporio della carità, il primo supermercato dove la spesa è gratuita, voluto da monsignor Guerino Di Tora, si sta studiando come allargare l'accesso a più nuclei famigliari possibili, dopo che nella prima fase sperimentale il negozio senza casse era stato aperto a 200 famiglie romane.
RECUPERO TRA GLI SCARTI - Nei mercati rionali, raccontano alcuni operatori dell'Ama, la raccolta delle cassette di frutta e verdure scartate perchè non più commerciabili, è divenuta più lenta perchè tra i cumuli di carciofi troppo vecchi per esser venduti e zucchine da selezionare e ripulire dal marciume, si aggirano sempre più persone in cerca di qualcosa di recuperabile, da mettere poi in tavola senza spesa. Il pudore viene vinto dallo stato di necessità. E non sono più soltanto anziani o pensionati che non ce la fanno a tirare fine mese. Non bastasse, a dare il segno della crisi, ci sono le misure antitaccheggio applicate da alcuni grandi magazzini e supermercati anche ad articoli sotto i 6-8 euro: i furti per necessità sono in crescita esponenziale, tanto che neppure i colossi della grande distribuzione a Roma possono più permettersi di chiudere un occhio. E' la Capitale dei nuovi poveri, ma non è un caso a sé. Roma non è che lo specchio di quanto accade in molte grandi e medie città italiane.
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