Per i giovani trovare un lavoro è sempre un’impresa ardua, anche prima della crisi. Oltre che i soliti sistemi all’italiana, ragazzi e ragazze possono iscriversi al portale del Ministero del lavoro. Si accorgeranno che per ora è meglio rivolgersi ad amici e parenti e farsi raccomandare.
Uno dei più gravi problemi italiani (anche prima della crisi economica) è la disoccupazione giovanile, fenomeno dalle profonde implicazioni economiche e sociali. Basti pensare che, secondo i dati Istat (aggiornati fino ad ora al 2007), il tasso di disoccupazione giovanile (età tra 15-24 anni) in Italia era pari al 20%, mentre quello complessivo era il 6,2%. Il problema morde più al sud e tra le donne, ma è molto diffuso anche nel mitico nord est, dove è pur sempre il 9,6% rispetto al 3% totale. La causa principale è il cosiddetto “mismatch“, ovvero il mancato incontro tra chi cerca lavoro e chi ha bisogno di personale. Per questo a partire dal 1996, sono state varate prima dal governo Prodi e poi da quello Berlusconi alcune riforme in materia di collocamento, di ordinamento del lavoro e di contratti.
IL PORTALE BORSALAVORO.IT - Tra le tante cose fatte, nel Decreto legislativo n.276 del 10 settembre 2003 è stata istituita la Borsa continua nazionale del lavoro, un sistema aperto e trasparente di incontro tra domanda e offerta di lavoro basato su una rete di nodi regionali, alimentato da tutte le informazioni utili a tale scopo immesse liberamente nel sistema stesso sia dagli operatori pubblici e privati, autorizzati o accreditati, sia direttamente dai lavoratori e dalle imprese. Un portale internet con all’interno un database nazionale di curricula e di offerte d’impiego, per favorire l’incontro rapido domanda-offerta di lavoro. Alla creazione del portale fu incaricata Italia Lavoro SpA, di proprietà del Ministero dell’Economia, guidata da Natale Forlani, ex sindacalista della Cisl, manager statale da 255mila euro l’anno. Il progetto fu affidato a Mauro Boati.
UNA DIFFICILE GESTAZIONE - Dopo 2 anni di difficile gestazione, il portale Borsalavoro.it ha visto infine la luce nel settembre 2005. Maurizio Sacconi, all’epoca sottosegretario al Lavoro lo presentò come “Il simbolo della svolta” che avrebbe consentito “un mercato libero e trasparente” e “un servizio gratuito“. Proprio gratuito per lo Stato non si direbbe: secondo la relazione annuale del 2007 della Corte dei Conti è costato 36 milioni di euro (10 per la sola realizzazione della Borsa telematica). Bastava dire che sarebbe stato un buon investimento per il futuro, ma Sacconi non va rimproverato: si sa che i politici esagerano sempre. Il funzionamento del portale è in teoria semplice: i cittadini e i datori di lavoro accedono alla Borsa, scelgono il livello territoriale (provincia, regione, tutta Italia) in cui esporre curriculum o offerta di lavoro, si registrano, inseriscono i dati: et voilà! Il database li metterà in contatto. Geniale! Davvero una svolta.
COMINCIANO I GUAI - Purtroppo, qualcosa non ha funzionato. Spulciando nei vari forum di internet, si leggono opinioni come quelle riportate in questo forum. jadis scrive: “Ragazzi io mossa a curiosità sono andata a far l’iscrizione su borsalavoro… NON CI HO CAPITO NULLA!!! Ho inserito 150.000 informazioni, alla fine sono andata e vedere il curriculum… ma non c’era nemmeno un’informazione di quelle inserite”. Il sito era attivo solo da pochi mesi, magari serviva un po’ di rodaggio. Una svolta come questa, con tutto quello che è costata, dovrà funzionare, prima o poi. Passano i mesi e in un altro forum, il 27 dicembre 2006 maryangy20 scrive: “Il sito borsalavoro.it è un buon sito dal punto di vista delle offerte di lavoro”. Meno male, allora: funziona! Un momento, continuiamo a leggere: “…ma a me sinceramente non è servito granché, perché trovo sempre annunci dove la ditta vuole persone con esperienza minima di uno o due anni…e per una giovane non è motivante!!!” Pazienza, non si può avere tutto. Forse per questi difettucci nel secondo numero del 2006 di Spinn, un periodico del ministero, si quantificava un calo sostanzioso delle registrazioni: dalle 9mila di gennaio 2006 alle 4mila di giugno 2006. Una svolta ha bisogno di tempo. Poi le cose si saranno sicuramente aggiustate.
IL SITO NON VA - Continuando a leggere troviamo, il 22 ottobre 2007, sempre su questo forum, l’opinione di AlbioB: “”Il sito è graficamente ben curato” Ottimo. “Non è vero che serve un quoziente intellettivo esagerato per capirlo, basta impegnarsi un po’ e poi si entra nel meccanismo” Splendido. “Il problema è che funziona malissimo: nel senso che devono avere qualche problema di sovraccarico, oppure i tecnici che lo hanno programmato sono dei cretini. E’ impossibile navigare normalmente su questo sito, è lento, è pieno di errori, spesso che riguardano proprio le pagine per la visualizzazione delle offerte di lavoro: ma allora cosa esiste a fare!? Scommetto che solo una piccola percentuale di datori di lavoro e lavoratori conosce l’esistenza di questo sito. Magari se mi assumono glielo rifaccio io“. Un giudizio così severo meritava una risposta. Ed in effetti, gli attentissimi responsabili del progetto si erano accorti che qualcosa non funzionava. Infatti Mauro Boati, di Italia Lavoro, responsabile del progetto diceva il 22 gennaio 2008: “La Borsa dovrebbe diventare uno strumento più snello. L’obiettivo per il 2008 è semplificare il meccanismo di registrazione degli utenti, chiedere meno informazioni e velocizzare gli accessi“.
ITALIA, LAVORO? NO, GRAZIE! - Forse anche per questo, Italia lavoro SpA nel bilancio 2007 ha destinato altri 6 milioni di euro per “attivare e supportare l’operatività della rete infrastrutturale integrata (dominio lavoro) dei sistemi informativi regionali“, per finanziare “la promozione e divulgazione dei servizi di Borsa” e per “supportare la creazione della rete con gli operatori privati autorizzati“. La svolta annunciata nel 2005 da Sacconi ci sarà stata sicuramente. E allora andiamo a vedere questa meraviglia da 36 + 6 milioni di euro: nella home page del sito si legge: “Su borsa Lavoro.it trovi 4.126 annunci da consultare“. E gli iscritti sono 179 mila. Mano male, funziona! Però, se si spulcia la sezione annunci, i 4.126 di cui si parla nella home sono riferiti al 17 dicembre 2007. Chi scrive non è un genio di internet ma ha navigato nel sito con una certa difficoltà, e ha trovato solo annunci di più di un anno fa e curricula fermi al 2007. D’altronde, anche il direttore dell’innovazione tecnologica del ministero, Grazia Strano, ammette che il sito è fermo. Ma niente paura, dice: “Ne stiamo progettando una nuova versione“. Un’altra? Che sollievo! Forse, con altri 36 milioni di euro il sito comincerà a funzionare. La svolta di Sacconi però nel frattempo c’è stata: Italia lavoro SpA, nata per aiutare a trovare lavoro ha messo a rischio il posto di lavoro dei suoi dipendenti precari, che difficilmente si vedranno rinnovati i contratti. E loro infatti hanno scioperato, richiamando attenzione. Naturalmente, attraverso il web: questo è il loro blog. I giovani alla ricerca di un lavoro, intanto, possono aspettare ancora un po’. Oppure, rivolgersi a qualche parente, amico. O un politico “benefattore”.
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