Roma, 8 ott (Velino) - “L’evento di oggi, il decennale dell’applicazione in Italia del marchio Ecolabel, oltre a fornirci l’occasione per riflettere sul ruolo degli strumenti di certificazione ambientale, sul loro stato di attuazione in Italia e sulle loro potenzialità di sviluppo, ci consente anche di porre l’attenzione sulle persone che all’interno dell’Ispra da anni si occupano con dedizione e professionalità a tali temi”. Così il comunicato che i precari del settore certificazione ambientale dell’Ispra hanno letto interrompendo il convegno per il decennale della certificazione ambientale, in corso all’auditorium dell’Istituto in via Curtatone a Roma. “I lavoratori precari del Settore Certificazione Ambientale dell’Ispra desiderano comunicare ai presenti il grave stato di crisi e di mobilitazione permanente che si sta verificando per effetto delle misure che il governo sta intraprendendo per ‘risolvere’ la questione del precariato nella Pa e in particolare negli enti di ricerca. L’emendamento Brunetta (all’art. 37 del disegno di legge A.C. 1441-quater) non solo annulla le procedure di stabilizzazione del personale precario ma addirittura interrompe i contratti mandando a casa il personale precario Ispra (700 precari)”.
In particolare, i precari del Servizio Certificazione Ambientale dell’Ispra rendono noto che, con l’approvazione dell’emendamento, nel 2009 la situazione sarebbe la seguente: riduzione dell’organico pari al 50 per cento (ad esempio per il settore Ecolabel sarebbero a rischio il 70 per cento del personale); impossibilità di garantire il supporto al Comitato Ecolabel - Ecoaudit (ai sensi del D.M. 413/95) e il supporto tecnico a circa 1.000 organizzazioni Registrate Emas e a un numero sempre crescente di aziende certificate Ecolabel, attualmente più di 200; mancata garanzia degli obblighi assunti dall’Italia in sede Europea per l’applicazione dei due Regolamenti Comunitari (Emas e Ecolabel) e le attività connesse, con il rischio dell’avvio di una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea; consistente perdita, in termini economici, degli investimenti sostenuti da Ispra per la Formazione del personale altamente qualificato impiegato da anni con contratti T.D. e co.co.co (in media dai 3 agli 8 anni di servizio presso Apat - Ispra). Si vuole inoltre evidenziare - dice ancora il comunicato dei precari - che tali tagli sono tutti a carico di una generazione che da circa quindici anni ha avuto insufficienti possibilità di un ‘adeguato’ inserimento all’interno della Pa, nonostante la stessa per il suo corretto funzionamento, abbia dovuto comunque ricorrere a forme contrattuali a termine rendendo così precarie sia le loro vite, sia il servizio offerto alla collettività.
In particolare, i precari del Servizio Certificazione Ambientale dell’Ispra rendono noto che, con l’approvazione dell’emendamento, nel 2009 la situazione sarebbe la seguente: riduzione dell’organico pari al 50 per cento (ad esempio per il settore Ecolabel sarebbero a rischio il 70 per cento del personale); impossibilità di garantire il supporto al Comitato Ecolabel - Ecoaudit (ai sensi del D.M. 413/95) e il supporto tecnico a circa 1.000 organizzazioni Registrate Emas e a un numero sempre crescente di aziende certificate Ecolabel, attualmente più di 200; mancata garanzia degli obblighi assunti dall’Italia in sede Europea per l’applicazione dei due Regolamenti Comunitari (Emas e Ecolabel) e le attività connesse, con il rischio dell’avvio di una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea; consistente perdita, in termini economici, degli investimenti sostenuti da Ispra per la Formazione del personale altamente qualificato impiegato da anni con contratti T.D. e co.co.co (in media dai 3 agli 8 anni di servizio presso Apat - Ispra). Si vuole inoltre evidenziare - dice ancora il comunicato dei precari - che tali tagli sono tutti a carico di una generazione che da circa quindici anni ha avuto insufficienti possibilità di un ‘adeguato’ inserimento all’interno della Pa, nonostante la stessa per il suo corretto funzionamento, abbia dovuto comunque ricorrere a forme contrattuali a termine rendendo così precarie sia le loro vite, sia il servizio offerto alla collettività.
Nessun commento:
Posta un commento