LA PETIZIONE DA FIRMARE

giovedì 2 luglio 2009

Statali precari, la legge è cambiata Brunetta: «Non licenziamo nessuno»

Il Messaggero 2 Luglio - Con il decreto presentato la settimana scorsa, il governo ha deciso di non chiudere più la porta in faccia ai precari della pubblica amministrazione. Il testo non prevede quella norma che, a partire dall’1 luglio, vietava a tutte le amministrazioni di rinnovare i contratti ai precari storici (cioè quelli che hanno lavorato nelle strutture pubbliche per più di tre anni). Quella norma faceva parte di un disegno di legge attualmente all’esame del Senato; l’arrivo del nuovo decreto dovrebbe averla di fatto cancellarta. «È il primo luglio e non abbiamo licenziato nessuno» ha annunciato ieri il ministro Renato Brunetta ai giornalisti. «Diamo dei percorsi non di stabilizzazione, né di proroga, che banalizzano il merito, ma diamo prospettive chiare».
Assunzioni. Come consentire l’accesso dei precari nei ruoli delle amministrazioni? Dal provvedimento esce confermata la linea di Brunetta. Il percorso di “stabilizzazione” previsto dal suo predecessore Luigi Nicolais non c’è più. Ora si sceglie la strada di riservare ai precari il 40% dei posti messi a concorso di qui al 2012. In altre parole, quasi la metà delle future assunzioni dovrebbero spettare a chi da anni lavora già con contratto a termine. Detta così sembra un’ottima prospettiva per gli interessati, ma in realtà le possibilità di ottenere il posto sono molto ridotte. Nei prossimi anni infatti si faranno pochissimi concorsi: per esempio, nello Stato centrale nel corso del 2010 si arriverà al massimo a 2 mila assunzioni. Più o meno sarà lo stesso negli enti locali e nelle asl, cioè i comparti con il maggior numero di precari. Va detto che la stabilizzazione del governo Prodi aveva lo stesso difetto: senza assunzioni, ogni norma rimane teorica.
La proroga. La legge di Prodi e Nicolais però conteneva una specie di clausola di salvaguardia: in attesa della stabilizzazione, i precari di lungo corso hanno il diritto al rinnovo dei contratti a termine. Adesso invece la proroga non vale più: non c’è più l’obbligo di mandare tutti a casa (come si diceva all’inizio) ma non c’è neanche l’obbligo di prolungare i contratti.
L’Ispra. Da ieri 200 precari dell’Ispra (Istituto superiore protezione e ricerca ambientale) non hanno più un lavoro. Il loro contratto è scaduto e l’ente ha deciso di non rinnovarlo. Sono ricercatori, tecnici e impiegati amministrativi. A dicembre succederà lo stesso ad altri 230 dipendenti. I lavoratori ieri hanno occupato la sede dell’istituto in via Brancati. Racconta Emilio Stella, fino a martedì in servizio come co.co.co: «Ho 56 anni, un figlio di sedici anni e uno che si sta per laureare. Dal 2003 ero addetto allo smistamento della posta. Ora non so che fare».

Concorso day. Brunetta ieri ha riproposto la vecchia idea di fare concorsi pubblici centralizzati, anziché singoli concorsi per ogni amministrazione. Lo ha chiamato «Concorso day».

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