LA PETIZIONE DA FIRMARE

martedì 5 maggio 2009

Il ministro per la Pubblica amministrazione riferisce al Senato sulla situazione del precariato nella pubblica amministrazione


Nell’ambito dell’esame in sede referente, presso le Commissioni riunite affari costituzionali e lavoro, previdenza sociale, del disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica n. 1167, recante delega al governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, nonché misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico, di controversie di lavoro e di ammortizzatori sociali, già approvato dalla Camera dei deputati, il ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione Brunetta ha riferito sull’attività di monitoraggio dei contratti di lavoro flessibile nelle pubbliche amministrazioni, precisando che l’operazione di censimento del lavoro flessibile rappresenta uno strumento essenziale per individuare adeguati percorsi di regolarizzazione della normativa in materia e per porre conseguentemente termine alle situazioni di incertezza che gravano sui rapporti di lavoro pubblico a contratto. (Si ricorda che il disegno di legge n. 1167 sopprime le disposizioni contenute nelle leggi finanziarie 2007 e 2008, relative ala stabilizzazione dei lavoratori precari nel pubblico impiego).
Nella prospettiva di procedere in tempi adeguati ad un razionale procedimento di stabilizzazione, il ministro ha precisato che l’indagine compiuta è stata particolarmente complessa, poiché negli ultimi tre anni non è stato effettuato alcun tipo di monitoraggio del fenomeno. Le amministrazioni che hanno comunicato i propri dati – richiesti tramite un questionario spedito per via telematica - rappresentano in termini di popolazione di riferimento oltre il 90 per cento per Regioni, aziende sanitarie, Comuni capoluogo, nonché per tutti i maggiori enti di ricerca. La rilevazione ha interessato oltre il 90 per cento del personale in possesso dei requisiti per la regolarizzazione.
Nella grande maggioranza dei casi – ha quindi affermato il Ministro - , le amministrazioni con personale regolarizzabile hanno risorse economiche adeguate e posti in pianta organica sufficienti per procedere alla regolarizzazione, Tali amministrazioni hanno dichiarato un interesse elevato, seppur non totale, all’assunzione di quanti sono in possesso dei requisiti.
Nel complesso, i dati raccolti confermano una tendenziale maggiore rilevanza del fenomeno nelle regioni del Sud: in particolare, il dato della Sicilia si presenta particolarmente anomalo, dal momento che i lavoratori siciliani rappresentano da soli oltre il 54 per cento del personale che viene dichiarato regolarizzabile, a fronte di una disponibilità in dotazione organica di molto inferiore. Peraltro, i dati delle amministrazioni siciliane sono stati elaborati separatamente da quelli complessivi, per ragioni connesse ai diversi requisiti previsti da specifiche leggi regionali. Inoltre, escludendo il settore della scuola, che non è stato preso in esame dalla ricerca, la maggioranza del personale in possesso dei requisiti opera presso i Comuni e, in misura di poco inferiore, presso le aziende sanitarie.
Il senatore Nerozzi (Pd), premesso di essere in possesso di dati che forniscono indicazioni molto diverse rispetto a quelle comunicate dal Ministro, ha sottolineato la necessità di attendere quelli che a breve verranno resi pubblici dalla Ragioneria generale dello Stato.
Dopo che il presidente Giuliano ha dato conto di ulteriori emendamenti presentati ai relatori, e riaperto conseguentemente il termine per la presentazione di sub emendamenti, spostato a martedì 5 maggio alle ore 16, il seguito dell’esame è stato rinviato.

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