Eccoli i soliti Gasparri, quello che parlano sempre e di tutto, quasi sempre a sproposito (per bontà nostra diciamo quasi), il ministro Rotondi e, buon ultimo, ma primo come narratore di bugie, Tremonti, l’intellettuale che, conoscendo poco di economia, si rifugia nella “filosofia”. I numeri che raccontano la situazione in cui si trova il nostro paese danno un quadro a tinte fosche e loro parlano di allarmismo quando qualcuno dall’opposizione osa dire che la situazione è difficile. Sì in fondo potrebbe andare meglio, dicono in coro i berlusconidi, ma poteva anche andare peggio e noi, noi governo, siamo fiduciosi nella ripresa che l’Italia aggancerà. Bene, i numeri che descrivono lo stato del paese, non sono il risultato di elucubrazioni della sinistra estremista che, come è noto, è maestra in allarmismi sempre infondati come dice il capo del governo. No, questi numeri vengono da una sede che Tremonti ben conosce: si tratta infatti della Relazione unificata dell’economia 2009. Tutti gli indicatori economici sono notevolmente peggiori rispetto alla previsioni del governo e del ministro che dell’economia dovrebbe essere il tutore. Il Prodotto interno lordo ( Pil) viaggia ad un –4,2%, il rapporto fra il deficit e il Pil, registra un – 4,6%, il rapporto debito pubblico-Pil tocca la quota di +114,3%, le entrate sono diminuite del 2,1%, per l’occupazione siamo a un –2,6%. Ultimo dato, quello sul quale Berlusconi ha sempre impostato le campagne elettorali e cioè il fisco: è in aumento toccando quota 43,5%. E questa volta non si può dare la colpa all’ex ministro Visco accusato di succhiare il sangue agli italiani. La cosa ancor più incredibile e che questi bugiardi per natura ora fanno sapere che il quadro tratteggiato dalla relazione unificata dell’economia, ripetiamo quindi quadro ufficiale, corrisponde a quello delineato dal Fondo monetario internazionale (Fmi). Dimenticano questi ministri che proprio qualche giorno fa quando il Fondo indicava una situazione molto pesante per l’Italia e il suo futuro, facevano spallucce e smentivano le previsioni dell’organismo internazionale. Sappiamo anche noi che il Fmi non è l’oracolo, che è strumento del capitalismo. Sappiamo che le sue ricette si muovono all’interno di quei meccanismi che hanno prodotto la crisi. Ma i numeri sono i numeri. Dunque il 2009 per l’Italia sarà un anno nero. Dice Tremonti che noi abbiamo un vantaggio rispetto ad altri paesi europei: i nostri concittadini hanno meni debiti nei confronti delle banche, ricorrono ai presti in maniera inferiore a quanto facciano i nostro vicini di casa. Ma è anche vero e questo pesa di più, che il nostro debito pubblico viaggia a velocità molto sostenuta, che i salari italiani sono più bassi di quelli dei lavoratori europei. Questo aggrava la crisi in Italia e rende difficile l’aggancio alla ripresa quando ci sarà e cioè nella seconda metà del 2010 stando alle previsioni di tutti gli organismi internazionali. Ovviamente Berlusconi, papi come lo chiamano Noemi Letizia e sua madre, l’imperatore come lo definisce sua moglie, Veronica, di cui lui parla come della “ signora”, quasi un’estranea incontrata per caso, vede rosa, sprizza ottimismo da tutti i pori. Purtroppo vale il proverbio che dice: le bugie hanno le gambe corte. E se ne accorgono giorno dopo giorno i lavoratori, gli operai, i precari,i pensionati,l’esercito dei disoccupati che ogni giorno si accresce, a partire dagli insegnanti che rimarranno senza posto. A metà maggio la Ces, la Confederazione dei sindacati europei ha indetto quattro grandi manifestazioni con al centro la crisi economica e le misure necessarie per uscirne. Nel giorno del Primo Maggio la straordinaria manifestazione che Cgil, Cisl, Uil hanno tenuto all’Aquila aveva uno slogan: il lavoro unisce. Una speranza, un tram da non perdere.
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lunedì 4 maggio 2009
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