Lo slogan "noi la crisi non la paghiamo" è stato il filo conduttore del corteo promosso da Cub, Cobas e Sdl intercategoriale alla vigilia del "G8 sociale", il meeting dei ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali in programma da domenica a martedì alla Farnesina. Gli organizzatori parlano di 50mila partecipanti tra operai, lavoratori della scuola e pubblici, precari, disoccupati, famiglie, giovani dei centri sociali e studenti dell'"Onda". Striscioni, bandiere, slogan, petardi, lanci di uova e cori hanno fatto da cornice al fiume di persone che si è snodato da piazza Esedra a Piazza Navona nella Capitale. Cinquantamila i manifestanti secondo gli organizzatori, seimila secondo la polizia.
No alla gestione della crisi da parte del governo
Obiettivo della manifestazione era ribadire un secco "no" al modello di gestione della crisi economica del governo Berlusconi, per dire che "un nuovo welfare è possibile" e per lanciare una sfida alle leggi "liberticide" sullo sciopero. In testa al corteo lo striscione: "G14 con i responsabili della crisi; noi con i lavoratori, i disoccupati e i precari".
Contro il precariato
Tema centrale del corteo il precariato. Da un lato si è ribadito il sostegno alla piattaforma di lotta, varata il 7 febbraio, che prevede il blocco dei licenziamenti, la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito, continuità del reddito per i lavoratori atipici, assunzione a tempo indeterminato dei precari. Dall'altro il Blocco dei precari metropolitani (Bpm) ha lanciato la provocazione dello 'sciopero metropolitano'. "Contro il precariato - hanno detto dal palco di piazza Navona - dobbiamo bloccare ogni forma di produzione per ottenere nuovi diritti generali".
Corteo non autorizzato degli studenti dell'Onda
La giornata ha conosciuto alcuni momenti di tensione. Poco prima del corteo principale, partito da Piazza della Repubblica dopo le 15, gli studenti dell'Onda La Sapienza, i rappresentanti di Action, Blocco precario metropolitano e il Coordinamento di lotta per la casa hanno dato vita a un corteo non autorizzato, con circa duemila persone, partito da tre diverse piazze romane (Aldo Moro, Tiburtina e Porta Pia). Chiaro il messaggio al sindaco di Roma Gianni Alemanno, al prefetto Giuseppe Pecoraro e ai ministri della Funzione pubblica, Renato Brunetta e dell'Economia, Giulio Tremonti: "Non ci limiterete la libertà di movimento. Ci riprendiamo le strade di Roma. Manifestiamo per una citta libera, aperta alle pratiche di democrazia diretta". Non sono mancate critiche al sulla gestione della crisi economica: "Questa crisi non la paghiamo, il governo è incapace di gestirla" e "il protocollo del G14 per noi è carta straccia".
Lanci di uova, vernice rossa, fumogeni
Lanci di uova e vernice rossa in via Cavour contro le sedi di Pirelli Re e di Banca Unipol da parte di alcuni manifestanti. Danneggiate alcune vetrine. Fumogeni sono stati lanciati sull'Altare della Patria, davanti alle forze dell'ordine in tenuta antisommossa al Vittoriano, e sono comparse scritte sui muri che chiedono "case per tutti".
Lancio di scarpe contro ministero di Brunetta
In mattinata si è svolta una "battaglia dei cuscini' davanti al ministero dell'Istruzione. Ad organizzarla i collettivi dei licei Virgilio, Mamiani, Manara, Kennedy e Democrito di Ostia, per protestare ironicamente contro le affermazioni del ministro Brunetta che ha definito gli studenti dei "guerriglieri". Bottiglie di birra, fumogeni e vernice rossa contro la filiale Intesa-San Paolo di corso Vittorio Emanuele. Emulando il giornalista iracheno scagliatosi contro il presidente americano Bush, gli studenti hanno lanciato scarpe e fumogeni contro il ministero della Funzione pubblica. Un falò con le scarpe è stato acceso e poi spento in segno di protesta con i piedi da una manifestante.
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domenica 29 marzo 2009
Roma,"Noi la crisi non la paghiamo"
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