Roma, 28 marzo. Il cielo è coperto, sembra voler piovere. Piazza Venezia è in attesa, pronta ad accogliere il corteo dei 60.000 che stanno arrivando compatti e decisi da Piazza Esedra. Le forze dell'ordine in assetto antisommossa. E arriva il fiume, un fiume umano, di precari, studenti, senza-casa, centri sociali, che raggiunge Piazza Navona, tra slogan, canti, striscioni, e qualche manifestazione di malcontento, che non turba però la tranquillità della manifestazione. Che è stata organizzata a livello nazionale dai sindacati di base (Cub, Cobas, Sdl), dai movimenti studenteschi, sociali e di lotta per la casa, in occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14, in programma proprio a Roma dal 29 al 31 marzo. Un movimento che vuole rappresentare un "no" deciso alla gestione della crisi del Governo, crisi della quale non si vuole pagare il prezzo, "la paghino banchieri e padroni, evasori e corruttori" è scritto sul manifesto che campeggia lungo le strade della capitale. E per ribadire che un "nuovo welfare" è possibile, per garantire a tutti reddito, pensioni casa, servizi pubblici e beni comuni. Al corteo, partito alle 15 da Piazza Esedra, si sono uniti i movimenti per la Casa, tra cui il nutrito gruppo dei Blocchi Precari Metropolitani, Action, Coordinamento di Lotta per la casa, e l'Onda, il movimento studentesco, che ha dimostrato di essere più vivo che mai. Lungo il corteo sono state "sanzionate" con la vernice rossa alcune banche e lanciati alcuni fumogeni contro l'altare della Patria; giunti in Corso Vittorio, i manifestanti hanno dato il via un lancio di scarpe contro il massiccio portone verde scuro del Dipartimento della Funzione Pubblica, un gesto che ha assunto ormai una sua precisa connotazione di protesta, dopo quello del giornalista iracheno contro Bush e dei precari in Francia. La manifestazione si è conclusa con un breve comizio al quale hanno preso parte i rappresentanti di tutti i gruppi presenti. Quello che è emerso chiaramente nella giornata di ieri a Roma, è un sentimento chiaro, leggittimo, forte, di opposizione ai modelli adottati dal Governo in materia di gestione della crisi, un Governo che lascia soli i cittadini che si ritrovano senza lavoro, senza casa, i precari, che sono quelli che ne pagano l'altissimo prezzo. Ma anche una volontà di rivendicare la libertà di manifestare, minacciata dal "protocollo" tanto discusso che vorrebbe trasformare in zone off limits per cortei e proteste le zone centrali della capitale. E' stata una manifestazione importante, all'unisono con altre città europee dove si sono svolte altrettante mobilitazioni. Comune denominatore un sentimento di rabbia e ribellione contro i banchieri e il governo in questa terribile crisi. Il prossimo giovedì a Londra è previsto un summit tra i leader delle 20 più grandi potenze mondiali nel tentativo di arginare quella che si è dimostrata la peggiore crisi economica alla quale il mondo abbia assistito, dagli anni Trenta ad oggi.
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domenica 29 marzo 2009
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