“Portiamo nella nostra regione un modello di tutela presente in tutti i Paesi europei più avanzati, la Francia, l'Austria, il Belgio, l’Olanda, i Paesi scandinavi e anglosassoni'', ha annunciato il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, aprendo il 4 marzo il dibattito del Consiglio regionale sulla legge per il reddito minimo di cittadinanza. La legge approvata riguarda disoccupati, precari e soggetti in cerca di primo lavoro. “Siamo la prima grande regione italiana che si dota di uno strumento fondamentale che non ha nulla a che fare con la vecchia logica assistenzialista”, ha detto Marrazzo. “La legge regionale sul reddito minimo - ha aggiunto - è un passaggio decisivo per la nostra comunità. La Regione non lascia soli lavoratori, famiglie e imprese in un momento di eccezionale crisi. I dati del Pil 2008 ci riportano indietro alla crisi petrolifera di 30 anni fa e nel 2009 la stima è che 50mila persone rischiano il posto di lavoro nel Lazio. Per questo si deve intervenire con misure straordinarie: il nostro obiettivo è di raggiungere 20mila cittadini fino ad oggi privi di tutele sociali". Il presidente ha poi assicurato il suo impegno sugli investimenti per finanziare la legge, e ha chiesto “all'assessore al Bilancio Luigi Nieri e al Consiglio regionale di aumentare le risorse destinate a sostenere il reddito minimo garantito in occasion dell'assestamento di bilancio. "L'obiettivo - ha concluso Marrazzo - è raggiungere circa 20 mila cittadini del Lazio''. L'assessore regionale al Lavoro Alessandra Tibaldi ha sottolineato che la legge sul reddito minimo assicura settemila euro a persona per un anno. “Daremo circa 530 euro al mese per disoccupati, inoccupati e precari residenti nella regione Lazio. Avevamo pensato a una cifra di 5.400 euro all'anno - ha detto l’assessore - ma abbiamo dato parere positivo a un emendamento del Crel che ci chiedeva di aumentare la somma al minimo della pensione sociale, ovvero 7mila euro".
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martedì 10 marzo 2009
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