Da greenreport.it - ROMA. I precari dell’Ispra, oltre 430 persone in procinto di essere licenziate dal ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, hanno deciso di regalare una poltrona a chi vuole rottamarli, anticipando il governo. Domani mattina dalle 10, davanti alla sede del ministero in via Cristoforo Colombo, i cittadini potranno infatti rottamare un precario e se sono fortunati vinceranno una poltrona omaggio. L’inziativa è stata organizzata per protestare contro il processo di espulsione dall’Istituto dei precari, compresi quelli che non gravano su fondi ordinari dell’Ispra, ma su rirorse esterne stanziate da istituzioni ed organizzazioni nazionali ed internazionali, spesso ottenute proprio grazie al curriculum degli stessi precari. Lavoratori che, grazie alla loro esperienza e alle competenze acquisite in anni di lavoro, hanno contribuito in modo determinante a far sì che l’Italia svolga, nonostante gli esigui finanziamenti nazionali, un ruolo di primo piano nella ricerca ambientale. Ad oggi, le attività di ricerca e controllo in campo ambientale sono compromesse dalle scelte della struttura commissariale e del Ministro Prestigiacomo che, con il licenziamento del personale precario ed il dilagare del processo di burocratizzazione, stanno determinando la paralisi dell’attività di ricerca e controllo ambientale dell’Ispra, delineando una persecuzione dei precari “a norma di legge”. Fino all´anno scorso, esistevano due Enti pubblici di Ricerca: l’Icram, unico Ente pubblico ad occuparsi di mare, in un Paese con 8mila Km di coste, e l’Infs, l’Istituto nazionale Fauna selvatica. Esisteva poi un’Agenzia governativa per l’Ambiente, l’Apat, che si occupava di Protezione Ambientale: ognuno dei tre soggetti aveva un’identità forte e competenze tecnico-scientifiche di grande livello, ma fondamentalmente diverse tra loro. Ad Agosto 2008, il Governo li ha fusi in un’unica entità, creando l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (Ispra). Da quel momento, tutte le procedure economico-amministrative che erano state ritagliate su misura per le varie attività dei tre ex enti sono state sostituite con procedure arcaiche e farraginose, assolutamente non idonee allo svolgimento delle attività di ricerca. Ora, sono 200 le persone che il 30 giugno vedranno i loro contratti non rinnovati, e da qui alla fine dell’anno si arriverà al licenziamento di 430 unità. I precari chiedono chiarezza e garanzie sul proprio futuro, come su quello della tutela dell’ambiente in Italia. Si considerano una risorsa importante per le politiche ambientali del paese, non certo una mercanzia da rottamare, come pensa invece il ministro Prestigiacomo.
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mercoledì 3 giugno 2009
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