La Pubblica amministrazione stenta a passare alla nuova era informatica tanto caldeggiata da mister br e statene pur certi che l’otto maggio il ministro della funzione pubblica tirerà fuori un pò di carta straccia, qualche dato statistico logicamente fornito da lui stesso e... rimarrà saldamente incollato alla sua poltrona! Eppure di proclami e di annunci, di spot e propaganda se n’è fatta a bizzeffa e di soldi ne sono stati spesi altrettanti per l’e-goverment. Ma i siti web di ministeri, regioni, province, comuni, aziende sanitarie sono rimasti per lo più vetrine, elenchi telefonici, utili, al massimo, per rilasciare alcune informazioni. Niente di rivoluzionario, però. Pochi, pochissimi i siti che permettono di non recarsi più presso un ufficio pubblico e così risparmiare tempo, denaro e, contemporaneamente, ottenere un servizio efficiente. Per trovare un servizio on line degno di questo nome (non i certificati anagrafici per i quali vale sempre l’autocertificazione), si deve usare il lanternino: servizi scarsi, dati non aggiornati, assenza di risposte, enti pubblici senza siti web. Risultato: "Internet" negli uffici pubblici è un fiasco, pagato a peso d’oro, naturalmente! Il sito dell’Agenzia delle entrate, considerato dagli addetti ai lavori uno dei migliori della pubblica amministrazione italiana, non accetta messaggi più lunghi di 400 caratteri, salvo poi rispondere che le informazioni fornite non sono sufficienti, quando si è fortunati che la risposta arriva, altrimenti bisogna accontentarsi di leggere sul monitor del computer: "Il server non è al momento raggiungibile"!
Grazie a l’e-government messo a punto da mister br, il cittadino deve armarsi di tanta buona pazienza e... recarsi di persona all’Agenzia delle Entrate per "provare" a risolvere i propri problemi con la Pubblica amministrazione. NON E’ CAMBIATO PROPRIO UN BEL NIENTE! Mister br parla di modernizzare la Pubblica amministrazione, dice di volerla rendere efficace ed efficiente, addirittura vincente come la Ferrari e di moltiplicare i servizi disponibili in rete, ma - alla prova pratica - tutto si muove con l’agilità di un bradipo. Alcuni comuni e alcune istituzioni, rare eccezioni, ovviamente, lavorano piuttosto bene, ma nella stragrande maggioranza dei casi la rete è usata come vetrina, o poco più. In questo senso il caso delle "Denunce online", sportello telematico messo a disposizione dalla polizia e dai carabinieri, è emblematico. Il servizio consente di sporgere via Internet una denuncia (di furto o smarrimento). Peccato, però, che non serva a niente. Per completare la denuncia (e darle valore legale), bisogna infatti presentarsi comunque al commissariato o alla stazione dei carabinieri indicate sul modulo compilato al computer. E se non lo si fa entro 48 ore, la denuncia presentata on line, che ha il solo vantaggio per l’incaricato di non completare a mano il modulo cartaceo, viene annullata. Ma questo non è l’unico esempio di servizio on line "a metà"! Secondo l’Istat, infatti, i servizi a piena interattività (quelli che permettono di non presentarsi in un ufficio pubblico) sono presenti solo nel 3,2 per cento delle amministrazioni locali, quelle più a contatto con il cittadino attraverso i loro servizi. Considerando i comuni con più di 10 mila abitanti (1.112 in tutto) e prendendo in esame i principali servizi della pubblica amministrazione, aprire e concludere su Internet una qualsiasi pratica è un’impresa, molto spesso impossibile. Se si esclude il pagamento dell’Ici (consentito on line nel 39% dei comuni), il resto dei servizi è ampiamente sotto il 15% e solo in due casi si supera il 10%: Autorizzazione
Unica Suap (Sportello unico per le attività produttive) e Autocertificazione anagrafica (per il quale basta solo l’invio di un modulo). Per il resto il quadro è disastroso: il pagamento della tassa sullo smaltimento rifiuti solidi urbani si può fare on line solo nell’8,7% dei comuni sopra i 10 mila abitanti; il pagamento delle contravvenzioni nel 4,8% dei casi; l’assegno per il nucleo familiare nello 0,2%; l’iscrizione all’asilo nido nell’1,6%; la dichiarazione del cambio di abitazione nel 4,9%, la richiesta di certificati anagrafici nel 4%. E neanche quando si tratta di riscuotere del denaro la pubblica amministrazione si mobilita. Appena il 9,1% delle amministrazioni locali (regioni, province, comuni e comunità montane) permette a cittadini e imprese di effettuare almeno un pagamento on line. E per finire il solito paradosso tutto italiano: ci sono paesini di 200 abitanti che si sono dotati di servizi ultra moderni, e metropoli che, informaticamente parlando, stanno ancora all’abc. Prendete, ad esempio, quello che sta accadendo nel Comune di La Spezia. Lì il personale dell’ufficio Anagrafe sta smaltendo centinaia di procedure rimaste inevase sul Web: sul sito della città ligure, infatti, era possibile fare il cambio di residenza on line, peccato che nessuno dei dipendenti era stato informato del nuovo servizio! Altro che Ferrari, altro che era informatica! Qui stiamo ancora all’età della pietra!
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LA RISPOSTA DEL MINISTERO SULLA «INFORMATIZZAZIONE» DELLA P.A.:
«Il ministro della Funzione Pubblica, On. Renato Brunetta, sta predispondendo un sistema di filtraggio che impedisca ai dipendenti pubblici di andare su Facebook. Un progetto che non ha nulla di vessatorio ma che vuole impedire di spendere soldi della collettività in modo non corretto».
La Redazione di «STATALI - SOCIAL NETWORK» fa presente che fra i milioni di italiani iscritti a Facebook c’è lo stesso Ministro RENATO BRUNETTA, che sulla sua pagina promozionale chatta con i suoi 50 mila “sostenitori”. Per contro, ci sono ancora migliaia e migliaia di uffici pubblici che non solo non hanno il collegamento INTERNET, ma neppure un personal computer! Consigliamo al Ministro Brunetta, tanto per cominciare, un "giro" per i tribunali italiani del collega Angelino Alfano, quello del "Lodo salva Berlusconi" tanto per capirsi, dove giacciano 9 MILIONI DI PROCESSI ARRETRATI... provare per credere e buona passeggiata Signor Ministro!
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