Il blocco, rilevano i ricercatori, colpirebbe “personale che nella stragrande maggioranza dei casi ha altissima qualificazione e che con il proprio lavoro permette agli enti pubblici di ricerca di mantenere livelli di eccellenza in molti ambiti”. Chiedono quindi di “non disperdere un preziosissimo patrimonio italiano”. L'alternativa, si legge nella lettera, è andare a lavorare all'estero, alimentando la fuga dei cervelli, o “gettare l'esperienza fin qui maturata” e “reinventare una professionalità in altro ambito”. I precari rilevano quindi che “se è vero che la sfida moderna dell'economia è nello sviluppo della ricerca e della conoscenza, un'azione di questo genere determinerebbe uno svantaggio forse incolmabile rispetto agli altri Paesi industrializzati”.
LA PETIZIONE DA FIRMARE
lunedì 3 novembre 2008
Ricerca: precari lanciano appello a Napolitano
03 NOV – I ricercatori precari stabilizzandi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e di altri enti pubblici di ricerca hanno inviato una lettera appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiedendo di intervenire per non bloccare il processo delle stabilizzazioni. “Da personale in attesa di assunzione a tempo indeterminato, diventiamo aspiranti disoccupati”, scrivono i precari. Per questo, spiega Francesco Filippone, primo firmatario dell'appello. “chiediamo al presidente di intervenire con la sua autorita' morale affinché governo e istituzioni si convincano dell'importanza del capitale umano negli enti di ricerca”.
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