Protesta sotto la sede Rai contro «l'oscuramento» mediatico della vicenda che li coinvolge e la continua pubblicazione di dati parziali o inesatti
I lavoratori precari della ricerca si sono dati appuntamento ieri alle 13 sotto la sede Rai di viale Mazzini, per protestare contro «l'oscuramento» mediatico della vicenda che li coinvolge e la continua pubblicazione di dati parziali o inesatti, che inducono una falsa percezione della gravità dell'emergenza in cui si trovano. Non si tratta di flessibilità della attività di ricerca, ma di vera precarietà dell'esistenza, di persone che da anni sono ormai cresciute, sia anagraficamente sia professionalmente, e che hanno dedicato la propria vita alla ricerca pubblica. Non si tratta di rifiutare esperienze all'estero: le hanno già fatte da tempo scegliendo di tornare per il nostro paese. Non si tratta di rifiutare le novità, vogliono e devono esserne protagonisti!
Le norme varate dal governo e in via di approvazione in Parlamento (art. 37 bis del DDL 1441 quater) contengono la cancellazione delle stabilizzazioni previste dalle finanziarie 2007 e 2008, violano la certezza del diritto, determinando il licenziamento dei lavoratori precari per i quali era stabilito per legge il contratto a tempo indeterminato, negano un futuro professionale ai lavoratori e mettono a serio rischio le attività e lo sviluppo degli enti in cui sono impiegati e la stessa ricerca in Italia. All'iniziativa, promossa dai lavoratori precari degli Enti Pubblici di Ricerca, hanno assicurato il loro sostegno esponenti politici dei partiti di opposizione, e rappresentanti di istituzioni nazionali e locali. Tra le adesioni, che si stanno raccogliendo ancora in queste ore, sono già giunte le conferme della partecipazione in piazza, al fianco dei lavoratori, di Rosy Bindi (Vice-presidente della Camera dei Deputati), Marianna Madia (Commissione Lavoro della Camera dei Deputati) e Marco Miccoli (Presidente della Commissione Saperi e Politiche dello Sviluppo della Provincia di Roma).
I lavoratori precari della ricerca si sono dati appuntamento ieri alle 13 sotto la sede Rai di viale Mazzini, per protestare contro «l'oscuramento» mediatico della vicenda che li coinvolge e la continua pubblicazione di dati parziali o inesatti, che inducono una falsa percezione della gravità dell'emergenza in cui si trovano. Non si tratta di flessibilità della attività di ricerca, ma di vera precarietà dell'esistenza, di persone che da anni sono ormai cresciute, sia anagraficamente sia professionalmente, e che hanno dedicato la propria vita alla ricerca pubblica. Non si tratta di rifiutare esperienze all'estero: le hanno già fatte da tempo scegliendo di tornare per il nostro paese. Non si tratta di rifiutare le novità, vogliono e devono esserne protagonisti!
Le norme varate dal governo e in via di approvazione in Parlamento (art. 37 bis del DDL 1441 quater) contengono la cancellazione delle stabilizzazioni previste dalle finanziarie 2007 e 2008, violano la certezza del diritto, determinando il licenziamento dei lavoratori precari per i quali era stabilito per legge il contratto a tempo indeterminato, negano un futuro professionale ai lavoratori e mettono a serio rischio le attività e lo sviluppo degli enti in cui sono impiegati e la stessa ricerca in Italia. All'iniziativa, promossa dai lavoratori precari degli Enti Pubblici di Ricerca, hanno assicurato il loro sostegno esponenti politici dei partiti di opposizione, e rappresentanti di istituzioni nazionali e locali. Tra le adesioni, che si stanno raccogliendo ancora in queste ore, sono già giunte le conferme della partecipazione in piazza, al fianco dei lavoratori, di Rosy Bindi (Vice-presidente della Camera dei Deputati), Marianna Madia (Commissione Lavoro della Camera dei Deputati) e Marco Miccoli (Presidente della Commissione Saperi e Politiche dello Sviluppo della Provincia di Roma).
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