I ricercatori dell'Imem hanno occupato la direzione dell'istituto per protestare contro il blocco della stabilizzazione dei precari. Lunedì protesteranno al campus con i docenti dell'ateneo
Da giovedì mattina la direzione dell'Istituto Imem, sede di Parma del Consiglio nazionale delle ricerche, è stata simbolicamente occupata dal personale. Ricercatori e impiegati tecnici-amministrativi hanno deciso in assemblea di appoggiare la protesta dei ricercatori precari contro il cosiddetto "emendamento Brunetta". Quello che abroga la procedura di "stabilizzazione" avviata nella finanziaria 2007 del personale precario con almeno tre anni di contratto a tempo determinato negli enti pubblici di ricerca.
Lunedì mattina al campus i ricercatori distribuiranno volantini informativi insieme ai precari dell'Università di Parma, che protestano con i docenti contro le misure per l'università previste dalla legge Tremonti.
"Dopo tanti anni passati come precari - scrivono i ricercatori in una lettera inviata alla redazione - lavorando a termine e con perenne incertezza sul nostro futuro, spesso sottopagati rispetto ai nostri omologhi che lavorano negli altri Paesi, queste ultime novità ci gettano in un profondo sconforto e denunciano un clima sempre più difficile per la ricerca italiana". Già nel 2002 c'era stato il blocco delle assunzioni. "Nel giro di sei anni - racconta la dottoressa Francesca Casoli, ricercatrice precaria dell'Imem - ci sono stati sette pensionamenti che non sono stati mai rimpiazzati".
"Lavoriamo tutti da molto tempo nella ricerca - continua la lettera - abbiamo tutti decine di pubblicazioni sulle riviste scientifiche e abbiamo tutti sostenuto più di un concorso. E' anche grazie al nostro lavoro che l'Istituto Imem può continuare ad operare a livelli di assoluta eccellenza nella ricerca sui nuovi materiali, contribuendo allo sviluppo economico del nostro territorio. Ci sentiamo dunque una risorsa preziosa per il Paese e per la nostra città e riteniamo che il nostro licenziamento comporterebbe una grave perdita di professionalità e competenze per l'Istituto, peggiorando le già drammatiche condizioni di sofferenza della ricerca e quindi dell'innovazione di questo Paese".
L'appuntamento successivo è per il 17 ottobre, quando i ricercatori precari manifesteranno a Roma in occasione dello sciopero generale indetto dai sindacati di base.
Lunedì mattina al campus i ricercatori distribuiranno volantini informativi insieme ai precari dell'Università di Parma, che protestano con i docenti contro le misure per l'università previste dalla legge Tremonti.
"Dopo tanti anni passati come precari - scrivono i ricercatori in una lettera inviata alla redazione - lavorando a termine e con perenne incertezza sul nostro futuro, spesso sottopagati rispetto ai nostri omologhi che lavorano negli altri Paesi, queste ultime novità ci gettano in un profondo sconforto e denunciano un clima sempre più difficile per la ricerca italiana". Già nel 2002 c'era stato il blocco delle assunzioni. "Nel giro di sei anni - racconta la dottoressa Francesca Casoli, ricercatrice precaria dell'Imem - ci sono stati sette pensionamenti che non sono stati mai rimpiazzati".
"Lavoriamo tutti da molto tempo nella ricerca - continua la lettera - abbiamo tutti decine di pubblicazioni sulle riviste scientifiche e abbiamo tutti sostenuto più di un concorso. E' anche grazie al nostro lavoro che l'Istituto Imem può continuare ad operare a livelli di assoluta eccellenza nella ricerca sui nuovi materiali, contribuendo allo sviluppo economico del nostro territorio. Ci sentiamo dunque una risorsa preziosa per il Paese e per la nostra città e riteniamo che il nostro licenziamento comporterebbe una grave perdita di professionalità e competenze per l'Istituto, peggiorando le già drammatiche condizioni di sofferenza della ricerca e quindi dell'innovazione di questo Paese".
L'appuntamento successivo è per il 17 ottobre, quando i ricercatori precari manifesteranno a Roma in occasione dello sciopero generale indetto dai sindacati di base.
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