LA PETIZIONE DA FIRMARE
mercoledì 4 marzo 2009
Corsi e ricorsi del Ministro Brunetta
Tanto è vero che nelle dichiarazioni di oggi continua a vendersi quell'avvio del "monitoraggio" sui precari di cui parla dall'inizio di questa vicenda, e che a questo punto dovrebbe essere a buon punto se non concluso.
Basta confrontare un virgolettato del 6 ottobre scorso con quello di oggi.
"Con il monitoraggio - dice Brunetta- previsto dall'emendamento all'atto Camera 1441 sarà inoltre possibile avere finalmente una situazione chiara del fenomeno del precariato nel pubblico impiego (quanti sono, tipologie di contratto, modalità di assunzione, posti liberi) e, nella filosofia della trasparenza adottata nel mio Ministero, saranno resi pubblici tutti i dati aggregati con le relative responsabilità per tutte le amministrazioni che avranno fatto assunzioni contro legge o senza tener conto dei limiti previsti per le loro piante organiche. Si vedrà così chi è stato responsabile e chi no. Penso che ne vedremo delle belle!"
(Minstro Brunetta, 6 ottobre 2008)
''Da lunedi' - ha spiegato il ministro Brunetta nel corso di una conferenza stampa - partira' il monitoraggio, anche senza la legge. Questo avverrà per via amministrativa. Chiedero' a tutti gli enti di inviarmi tutte le informazioni nell'arco di dieci giorni per predisporre la normativa di regolarizzazione. Ho chiamato anche il Formez a collaborare su questo progetto. In sostanza anticipero' quello che prevede la legge 1177 da lunedi' e comunicheremo a governo e sindacati tutti i risultati per fare totale trasparenza''.
(Ministro Brunetta, 4 marzo 2009)
Crisi: continua il calo dei consumi
Federconsumatori: ridurre i prezzi di almeno il 20%!
E’ necessario rilanciare la domanda, sostenendo il potere di acquisto delle famiglie
Secondo i dati pubblicati oggi, nel gennaio 2009, vi è stata un’ulteriore riduzione del 4,6%. Preoccupante è soprattutto la costante riduzione dei consumi alimentari. Di fronte a questo allarme ci chiediamo perché il Governo non intervenga con misure serie ed adeguate, a partire da un’immediata riduzione dei prezzi?!? È il momento di rispondere con manovre eccezionali, anche, se necessario, attraverso l’allentamento dei vincoli di Maastricht.
Bisogna intervenire in due direzioni ben precise:
- attraverso una immediata diminuzione dei prezzi, almeno del 20%, a partire da quelli dei generi di prima necessità, come pane, pasta, latte e carne, che hanno subito, negli ultimi mesi, aumenti considerevoli, nonostante il calo dei prezzi delle materie prime;
- attraverso l’allentamento della pesantissima stretta creditizia in atto, che crea notevoli problemi a tutto il tessuto produttivo del Paese. In mancanza di seri interventi, infatti, le famiglie italiane si trascineranno dietro, anche per il 2009, un maggior costo per l’alimentazione di ben 564 € l’anno. È necessario inoltre intervenire a sostegno del potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso, lavoratori e pensionati, per almeno 1.200 Euro annui, ed al mantenimento del reddito per chi viene allontanato dal ciclo produttivo, anche per quanto riguarda i lavoratori precari. Tali interventi sono indispensabili per un rilancio della domanda e, quindi, dell’intera economia del nostro Paese.
Precari Lazio, Mariani: tempo parole scaduto, passare a fatti
Roma, 4 mar (Velino) - È arrivata l’ora di passare ai fatti, – è quanto dichiara Peppe Mariani, Presidente della Commissione Lavoro e Politiche Sociali della Regione Lazio - prima che le misure del Governo in materia di stabilizzazione dei precari nelle pubbliche amministrazioni annullino tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi anni. In Consiglio Regionale è depositata ormai da più di tre anni una legge da me presentata per la stabilizzazione dei precari nella Regione Lazio. Si tratta di uno strumento legislativo – spiega Mariani - che nel rispetto delle normative che regolano la materia, offre la possibilità di assumere coloro che lavorano precariamente nell’amministrazione. Non c’è più tempo da perdere. Il rischio è che il Governo renda inutilizzabili proposte da anni lasciate nel cassetto e condanni alla disoccupazione le migliaia di precari che hanno negli ultimi anni contribuito con grandi competenze e professionalità al funzionamento della macchina amministrativa regionale. Se questo accadesse sarebbe un fatto gravissimo, ancora più deplorevole se si pensa all’enorme ritardo con cui la Regione sta affrontando questo problema". "Le altre proposte che verranno presentate – prosegue Mariani –in Giunta devono essere portate alla discussione del Consiglio il prima possibile. Dopo un percorso lungo e faticoso, fatto di incontri, uno sciopero della fame per mettere in risalto il problema della precarietà lavorativa in Regione, mediazioni e proposte, impegni presi nelle leggi finanziarie, non possiamo più aspettare. L’impegno che ci siamo presi di fronte alle centinaia di precari che ancora oggi incontrandoci per strada e su Facebook ci chiedono risposte, è una responsabilità a cui vogliamo dare seguito. Invece di seguire la strada del 'buon lavoro' – conclude Mariani – c’è il pericolo, a causa della pigrizia burocratica, di imboccare quella della cattiva politica con tutte le conseguenze sociali e occupazionali che questo comporta. Serve concludere immediatamente il percorso del buon lavoro, altrimenti saremo costretti ad altre iniziative per far vivere l’urgenza della situazione".
STATALI: EPIFANI, SU PRECARI NON SCENDO IN POLEMICA CON BRUNETTA
Milano, 4 mar. - (Adnkronos) - ''Non scendo in polemica su questo terreno con Brunetta. Lascio al ministro questa modalita' di confronto''. Cosi' il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, replica al ministro Funzione pubblica Renato Brunetta che aveva polemicamente sottolineato come nel pubblico impiego non si possa giocare sulla pelle della gente riferendosi precisamente alla Cgil che ha fornito i dati sui precari e sulla loro mancata regolarizzazione.
Boom di disoccupati, la soluzione? Specializzarsi. O fare le pulizie
di Maria Chiara Perri - da La Repubblica.it - Parma - La sala d'aspetto è piena. Sulle sedie, extracomunitari con ricci neri, donne di una certa età, giovanissime ragazze italiane. Appoggiato a un termosifone, un signore con i capelli brizzolati. In piedi vicino alle scale chiacchiera un gruppetto di giovani di colore. Tutti hanno in mano il foglietto con il numero della coda, c'è chi lo guarda con impazienza e chi attende con rassegnazione. Cosa? Un lavoro. "L'aumento di disoccupati lo si percepisce anche a vista d'occhio – dice Rocco Rodolfi, responsabile del Centro per l'impiego di Parma – questi flussi ai nostri sportelli fino a qualche mese fa non li avevamo". Non è solo la difficoltà di trovare un posto a sedere nell'ex "ufficio di collocamento" di via Galvani a testimoniare che la crisi del mercato del lavoro morde anche nella ricca Parma. Ci sono i numeri. Ancora parziali, ancora ufficiosi, ancora non utilizzabili per fare statistiche. Ma comunque significativi. L'aumento delle "Dichiarazioni di immediata disponibilità", cioè le nuove iscrizioni ai centri per l'impiego della provincia di Parma, è iniziato nel settembre dello scorso anno: rispetto allo stesso periodo del 2007, circa il 20% in più. Quelle di febbraio 2009, sfiorano un aumento del 40%. La media dell'incremento degli iscritti complessivi a partire dallo scorso autunno supera il 30%. E il trend è in crescita. "Si sta ribaltando la situazione occupazionale felice fotografata nell'Osservatorio sul Mercato del lavoro nel Rapporto 2008 – spiega Rodolfi – a Parma avevamo bassa disoccupazione e alta occupazione, quest'ultima raggiunta a partire dal 2005 anche grazie a molti contratti a termine di vario tipo (interinali, collaborazioni, tempo determinato) che non hanno portato alla stabilizzazione del lavoratore all'interno dell'azienda. Dal 2006-2007 la metà dei nuovi contratti stipulati è a tempo determinato. Questi precari sono stati i primi ad essere "sfrondati" dalle aziende quando è iniziata la recessione dopo la scorsa estate. Costituiscono il grosso dei nuovi disoccupati che si rivolgono a noi e sono anche le persone che hanno meno possibilità d'accesso a sistemi di welfare, come i sussidi di disoccupazione, che in Italia vengono concessi a lavoratori "in uscita" con minimi contributivi". E' una popolazione variegata, quella dei precari messi da parte: giovani alla ricerca del primo impiego, extracomunitari, donne. Ma non è l'unica che ingrossa le file dei disoccupati nel parmense: "L'altra categoria che adesso chiede i nostri servizi è costituita dai lavoratori cassaintegrati o messi in mobilità dalle grandi aziende. C'è chi spera che passata la crisi potrà tornare al vecchio lavoro, chi sa che le probabilità sono basse e deve guardarsi intorno". Una situazione piombata fra capo e collo a molti parmigiani doc, non tutti giovani e non tutti operai. In questi casi, la nuova condizione non fa male solo al portafoglio: "Arrivano persone di quaranta, cinquant'anni, che hanno lavorato per tutta la vita con stabilità. Non si ponevano proprio il problema del lavoro – dice Rodolfi - Abbiamo un "Ufficio dirigenti" che ha a che fare anche con persone che avevano un reddito di oltre centomila euro l'anno. Qui si determina un cambio d'atteggiamento, una ricaduta psicologica che magari non tocca l'extracomunitario che è abituato a cambiare lavoro ogni pochi mesi". L'altra faccia della medaglia, poi, è quella della domanda: le imprese che tagliano non creano posti di lavoro. "Abbiamo dei settori di nicchia che continuano a chiedere personale, ma la crisi ha fatto diminuire le richieste di circa il 30%. Così, si è allargata la forbice tra chi cerca lavoro e le opportunità professionali". Che fare, allora? "E' importante che la persona disoccupata non rimanga inattiva per lunghi periodi: deve usufruire di corsi di formazione, tirocini, stage. Questo per specializzarsi e rimanere legata a un mercato del lavoro dove è in aumento la concorrenza. Può vincere chi punta sulla tecnica, perché a Parma abbiamo realtà produttive molto avanzate. La crisi ha colpito molto i lavori generici e non particolarmente qualificati. Adesso, inoltre, si sta assottigliando la separazione tra i lavori "per italiani" e "per immigrati". Addetti alle pulizie, alle mense, badanti erano mestieri che gli italiani non volevano più fare. Con la crisi, si guarda anche a queste opportunità".
Statali/ Brunetta: Da Cgil comportamento ignobile su precari
Roma, 4 mar. (Apcom) - Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, lancia un nuovo duro attacco alla Cgil, 'colpevole' di aver diffuso in maniera "ignobile" e "irresponsabile" numeri "finti" sui precari a rischio nella pubblica amministrazione (400mila). "In questo momento - ha detto Brunetta intervenendo su 'Radio 24' - bisogna avere la testa sulle spalle, senza speculare sulla pelle degli altri. Lanciare messaggi come 400mila posti di lavoro a rischio, quando tutti sanno che non è vero, è semplicemente ignobile e irresponsabile. Questi numeri - ha concluso il ministro - sono sbagliati, finti e irresponsabili".
Richiesta info di un collega precario. Chi vuole può rispondere cliccando su "commenti" infondo al post.
Gentilissimi, ho visitato il vostro interessantissimo blog, pieno di notizie aggiornate e molto utili per "noi" precari.
Vi pongo alcune domande a cui penso di avere già una risposta ma per maggiore certezza, chiedo a voi "esperti" certamente più di me.
Io mi chiamao Michele Mendi e sono un precario statale (assunto a tempo determinato) come da finanziaria Prodi 2007-2008. Ora, mettiamo che venerdì prossimo il CDM approvi il Decreto Brunetta che dal primo luglio blocca le cosiddette stabilizzazioni.
Nella nostra Pubblica Amministrazione, non era, sin dall'inizio, prevista nessuna sanatoria "tout -court", nel senso che solo per i contratti a tempo DETERMINATO, erano previsti concorsi interni riservati al 100% al personale precario già operante nell'ente con i requisiti.
Successivamente, cioè ora, la nostra amministrazione, prima ancora delle avvisaglie di questi giorni, ha bandito e sta bandendo (gli ultimi aprile-maggio) CONCORSI PUBBLICI e non riservati, nel rispetto della pianta organica occupazionale 2009-2011.
A questo punto, chiedo questo: noi precari, e quindi io compreso, visto che la "stabilizzazione" come da finanziari Prodi, cioè con i requisiti maturati, non potrà più essere effettuata grazie al nuovo Decreto Brunetta, possiamo partecipare a questi concorsi pubblici ?
Io credo di si, perchè questi concorsi pubblici, non c'entrano nulla con la stabilizzazione dei precari che avevano i requisiti secondo la finanziaria Prodi.
Spero mi potiate rispondere.
Grazie mille
Cordialità
Michele Mendi
Brunetta, lunedi' monitoraggio su precari P.A.
ROMA - "Non so perché è in atto una ignobile e irresponsabile speculazione sulla testa dei lavoratori precari della pubblica amministrazione", che "nessuno sa ad oggi quanti sono". Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, annunciando l'avvio da lunedì di un monitoraggio "capillare", anticipando quanto già previsto nel ddl 1167, già approvato dalla Camera e predisponendo norme attraverso cui i precari verranno stabilizzati tramite concorso. I concorsi - ha affermato Brunetta, nel corso di una conferenza stampa - "si possono realizzare nell'arco di un anno. Non ho alcun problema a prorogare i contratti per quelli atipici che possono sostenere il concorso". Tale norma, ha proseguito Brunetta, "prevede per il primo luglio 2009 l'abrogazione delle norme sulla stabilizzazione. Ciò al fine di avviare un monitoraggio capillare su tutte le tipologie dei contratti a tempo determinato vigenti e le relative modalità di assunzione adottate dalle singole amministrazioni, nonché il numero di vincitori di concorso in attesa di assunzione". Le amministrazioni comunicheranno al Dipartimento della funzione pubblica tali dati "ed entro il mese di maggio il ministro Brunetta, di concerto con il ministro Tremonti, sentiti i ministri interessati, emanerà un decreto che stabilirà le regole per una eventuale prosecuzione dei contratti fino all'espletamento delle procedure concorsuali previste dalla stessa norma".
La norma ribadisce, ha sottolineato Brunetta ''il principio costituzionale del concorso pubblico per accedere alla Pubblica amministrazione e garantisce un percorso a coloro che hanno avuto un rapporto di lavoro con l'amministrazione''. Con il monitoraggio ''finalmente si mira a far luce sui dati effettivi del fenomeno del precariato della Pa al fine di adottare le misure appropriate per risolvere il problema senza scavalcare i principi costituzionali e i diritti di coloro, tantissimi, che regolarmente hanno vinto un concorso pubblico e ancora attendono di essere assunti''. Il ministro ha inoltre ricordato che il metodo previsto dal disegno di legge e' gia' stato adottato per gli enti di ricerca ''scoprendo che il numero dei precari non raggiungeva le 2 mila unita'''.
CRISI: L'OMBRA DELLE PENSIONI SUL CONFRONTO GOVERNO-PARTI SOCIALI
Si annuncia tensione nella riunione fissata per oggi a Palazzo Chigi alle 17, 30 tra governo e parti sociali che sara' presieduta dal premier Silvio Berlusconi. Il tema dell'incontro e' la crisi economica ma l'annuncio dato ieri dall'esecutivo sull'idea di aumentare gradualmente l'eta' di pensionamento delle donne che lavorano nel pubblico impiego a partire dal 2010 per arrivare a quota 65 anni nel 2018 non ha contribuito a prepararla nel migliore dei modi. Si tratta della soluzione scelta dal governo in risposta alla Unione europea che ha chiesto di equiparare l'eta' di pensionamento fra uomini e donne. Con un emendamento della senatrice Cinzia Bonfrisco (Pdl) alla legge in discussione al Senato denominata ''Comunitaria'' (il principale strumento di attuazione delle normative dell'Unione europea che regola modalita' e tempi per la trasposizione delle direttive nella nostra legislazione) si stabilira' infatti il principio della parita' dell'eta' pensionabile. La Corte di giustizia europea aveva puntato l'indice contro l'Italia proprio per la discriminazione di trattamento tra uomini e donne nella pubblica amministrazione, precisa il governo. Da qui la decisione di procedere alla graduale equiparazione dell'eta' pensionabile nel pubblico impiego. Sara' quindi difficile che il confronto a Palazzo Chigi possa svolgersi senza poter esaminare pregiudizialmente le intenzioni del governo sul tema delle pensioni (nei giorni scorsi si e' parlato anche della possibile reintroduzione dello ''scalone'' nella riforma pensionistica abolito dal governo Prodi). Oltre all'opposizione della Cgil, questa volta c'e' da registrare pure il no della Cisl che ha proprio nel pubblico impiego uno dei punti forti del proprio radicamento sindacale. Cio' che preoccupa la segretaria confederale della Cgil - si legge in una nota del sindacato - e' l'affermazione che questi provvedimenti riguarderebbero solo il settore pubblico, dal momento che l'aumento dell'eta' pensionabile si trasmetterebbe inevitabilmente anche alle lavoratrici del settore privato provocando un effetto dirompente sul piano dell'occupazione.
L'altro tema caldo della vigilia dell'incontro di oggi riguarda sempre la pubblica amministrazione, in particolare i precari. Il ministro Renato Brunetta ha annunciato che partira' da lunedi' il monitoraggio per stabilire il numero reale dei precari impiegati nella pubblica amministrazione per poi definire il percorso che portera' ai concorsi per stabilizzare l'occupazione (vi parteciperanno i lavoratori che avranno avuto la proroga del proprio contratto). Il ministro della Funzione pubblica ha anche smentito che il governo abbia intenzione di varare un decreto per allontanare i precari. Era stata la Cgil a lanciare l'allarme. Secondo uno studio di questo sindacato, dal prossimo mese di luglio 60 mila precari resterebbero disoccupati per la scadenza dei propri contratti (le stime della Cgil parlano di 400 mila precari occupati nella pubblica amministrazione).
La riunione di oggi pomeriggio a Palazzo Chigi dovrebbe comunque discutere soprattutto della ripartizione ai singoli progetti di opere pubbliche dei fondi pari a 16,6 miliardi di euro e dello sblocco delle risorse del Fas (Fondo aree sottoutilizzate) che ammontano a 40 miliardi di euro. Si tratta - si fa presente dalla presidenza del Consiglio - della consultazione che l'esecutivo si era impegnato a fare in vista della prossima riunione del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica). Ma l'appuntamento di oggi e' anche l'occasione per fare il punto sulla crisi e le sue ricadute sull'economia reale, in particolare sull'occupazione. I sindacati e la Confindustria (sara' presente la presidente Emma Marcegaglia) chiederanno in particolare rassicurazioni sull'uso degli ammortizzatori sociali. Intanto non sono rosee le previsioni sull'andamento dell'economia europea. Joaquin Almunia, commissario europeo per gli Affari monetari, non esclude una nuova revisione al ribasso delle stime di crescita europee. Stesso allarme viene dagli Stati Uniti, dove Ben Bernanke, presidente della Fed (la Banca centrale statunitense), sottolinea i pericoli di una prolungata stagnazione economica: ''Servono azioni coraggiose da parte del governo, anche se questo puo' determinare il rigonfiamento del debito pubblico''.
«E ora chi ha assunto precari a go-go dovrà fornirci un ampio rendiconto»
da Il Giornale - Roma - L’Italia della crisi è un Paese che crede all’esistenza del mastino dei Baskerville, che rischia di abbandonarsi alla paura di un mostro infernale pronto a sbranare chiunque. Nei romanzi di sir Arthur Conan Doyle toccava a Sherlock Holmes impersonare il raziocinio in un mondo disordinato. Ieri questa sorte è toccata al ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta.
Le indiscrezioni relative all’emanazione di un decreto legge sul pubblico impiego finalizzato, tra le altre cose, a bloccare la stabilizzazione selvaggia dei precari hanno scatenato un putiferio nell’universo sindacale e politico. Ovviamente di sinistra. La Cgil ieri ha sfornato dati angoscianti: 420mila precari a rischio nelle amministrazioni pubbliche ai quali si sarebbe potuto aggiungere un campione di 100mila unità considerando anche stagisti e tirocinanti.
L’opposizione ha soffiato sul fuoco. «Bisogna bloccare subito l’uscita dei precari di scuola e pubblica amministrazione», ha tuonato il segretario del Pd, Dario Franceschini, alla disperata rincorsa di Italia dei Valori e sinistra radicale per rimpinguare un bacino elettorale che i sondaggi indicano in costante decrescita. Se l’argomento non fosse di per sé delicato e serio, si potrebbe descrivere la vicenda con toni comici per il fatto che ogni dichiarazione è stata corredata delle cifre più disparate. Se per la Cgil la platea a rischio era di circa mezzo milione di lavoratori, per la democratica Madia i precari in bilico erano 200mila, ma salivano a 400mila per l’Udc Cesa. Per porre fine al caos nel tardo pomeriggio di ieri è stato Brunetta in persona a convocare una conferenza stampa per mettere i puntini sulle «i» e, soprattutto, per annunciare un provvedimento senza precedenti: il primo monitoraggio per via amministrativa degli organici della Pa sia a livello centrale che periferico.
Il ministro però non si è risparmiato una boutade. «Se i numeri della Cgil sono simili a quelli della partecipazione agli scioperi, allora siamo tranquilli», ha detto tirando anche una stoccata ai colleghi parlamentari. «Chi dice 100-200-400mila precari, si inventa i numeri», ha aggiunto ricordando che l’analogo provvedimento preso per gli enti di ricerca ha fatto emergere solo meno di 2mila figure nonostante i sindacati profetizzassero sciagure per 50mila persone. Brunetta ha infatti lasciato trasparire come le recenti polemiche nascondessero l’intento di minarne il ruolo istituzionale. «Trovo ignobile e irresponsabile la speculazione che si è fatta in questi giorni così come è ignobile e irresponsabile chi ha fatto uscire voci false di un decreto che non è all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri», ha precisato. L’affondo di Brunetta, però, è stato preceduto da una ricostruzione delle norme riguardanti il precariato nella Pa. Le Finanziarie 2007 e 2008 del governo Prodi hanno solamente prorogato i contratti a termine non essendoci risorse per le assunzioni. Una circolare dell’ex ministro Nicolais, ha esteso fino al 31 dicembre 2009 la durata dei contratti in attesa di una precisa regolamentazione. Il ddl Brunetta collegato alla manovra triennale, che prevedeva un censimento degli atipici, è ancora in attesa di approvazione al Senato. Per frenare le «speculazioni irresponsabili», il colpo di scena. Da lunedì partirà per via amministrativa il monitoraggio della Pa. Agli enti sarà inviata una lettera e una semplice griglia con sei voci dalle quali si potrà comprendere la situazione finanziaria dell’ente, la pianta organica, come sono stati assunti i precari e quanti hanno titolo alla stabilizzazione senza ledere i diritti dei vincitori di concorso. «Ne vedremo delle belle», ha promesso Brunetta aggiungendo che coloro che non risponderanno saranno esclusi dalla regolarizzazione. «Penso di concludere tutto entro gli inizi di aprile», ha annunciato. E ci sarà totale trasparenza: i dati saranno pubblicati online e governo, Parlamento e sindacati ne saranno informati. Una volta concluso l’iter, bisognerà indire i concorsi per stabilizzare i precari che hanno diritto all’assunzione. Si potrà vedere «per filo e per segno chi ha assunto chi, come e se lo poteva permettere». Insomma, chi ha infornato come precari «a chiamata» parenti, amici e raccomandati dovrà renderne conto. In fondo, il mastino dei Baskerville non è mai esistito.
Precari, nessun decreto per bloccare la stabilizzazione
da Il Tempo - Solo così si potrà sapere esattamente quanti sono e soprattutto chi ha i requisiti per essere assunto. Lo ha assicurato il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, che ha escluso categoricamente che l'esecutivo abbia intenzione di varare al prossimo consiglio dei ministri un decreto per bloccare la stabilizzazione degli atipici. Il monitoraggio, già previsto nel ddl lavoro ancora all'esame del Parlamento, sarà quindi anticipato alla prossima settimana per mettere ordine su un argomento sul quale, ha detto il ministro, «è in atto una ignobile e irresponsabile speculazione». L'obiettivo è quello di avere un quadro preciso di «tutte le tipologie dei contratti a tempo determinato vigenti e le relative modalità di assunzione adottate dalle singole amministrazioni, nonchè del numero di vincitori di concorso in attesa di assunzione». Le amministrazioni comunicheranno al Dipartimento della funzione pubblica tali dati «ed entro il mese di maggio - ha proseguito Brunetta - il dipartimento della Funzione pubblica emanerà un decreto che stabilirà le regole per una eventuale prosecuzione dei contratti fino all'espletamento delle procedure concorsuali previste dalla stessa norma». Insomma, niente stop alla stabilizzazione dei precari pubblici.
Statali/ Brunetta a Damiano: Su precari è simpaticamente spudorato
Roma, 3 mar. (Apcom) - Botta e risposta tra il ministro della Funzione publica, Renato Brunetta e l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano. Il titolare della Funzione pubblica replica all'ex ministro definendolo "simpaticamente spudorato". "Prima s'inventa un decreto legge che non è mai esistito - si legge in una nota - poi solleva un polverone dando i numeri, inventati, sui precari nella pubblica amministrazione, quindi canta vittoria (quale?) non appena il ministro Brunetta, confermando per l'ennesima volta l'inesistenza del decreto, annuncia l'avvio da lunedì di un serio e inedito monitoraggio del fenomeno presso tutte le amministrazioni pubbliche, centrali e periferiche".
Un decreto per chi perde il posto
“Berlusconi può dirci di no, ma non che non si può fare. Noi le coperture che ci hanno chiesto le indichiamo. Dunque Berlusconi dovrà venire in parlamento a dire Sì o No: ma non a noi, al Pd ma alle migliaia di persone che rimarranno senza lavoro e che dal precariato passeranno a zero euro”. E' affollata la conferenza stampa in cui il segretario del Pd, Dario Franceschini, illustra la mozione che sarà presentata sia alla Camera sia al Senato per impegnare il governo a prendere un provvedimento di urgenza entro il 31 marzo, così da garantire l'assegno ai tanti precari che altrimenti con la perdita del lavoro rimarrebbero in una situazione drammatica. Un assegno mensile pari al 60% dell'ultima retribuzione. Quattro gli strumenti indicati per la copertura del provvedimento, per il quale le stime reali di costo sono di appena 4 miliardi di euro. Soldi che si possono trovare recuperando l’evasione fiscale e con l’uso immediato di parte delle risorse che lo Stato non impegnerà per la Cassa Integrazione nell’ambito del protocollo sottoscritto dal governo con le regioni. Risorse stimate attorno ai 5 miliardi, altrimenti disponibili solo fra diversi mesi.
Un assegno mensile ai disoccupati, 4 strumenti per la copertura finanziaria.
1) Il riavvio delle politiche antievasione, a cominciare dalla tracciabilità dei corrispettivi, dal limite massimo dei trasferimenti in contanti e dal ripristino delle sanzioni per le imposte evase. Il loro smantellamento ha portato, al netto della crisi economica, a una perdita di gettito quantificata, in via prudenziale, sulla base dei dati contenuti nei 'Conti economici nazionali' comunicati dall'Istat il 2 marzo scorso, in 7 miliardi di euro per il 2008.
2) L'introduzione della centrale unica per gli acquisti nelle pubbliche amministrazioni centrali e regionali (con operatività estesa agli enti locali presenti sul territorio regionale e alle società in house degli enti territoriali).
3) La ricostituzione presso il ministero dell'Economia e delle Finanze della Commissione per lo spending review al fine di completare l'analisi avviata nel 2007 e individuare i programmi di spesa da eliminare e riorganizzare, in alternativa agli iniqui, inefficienti e inefficaci tagli lineari al centro della manovra di finanza pubblica.
4) L'utilizzo immediato delle risorse di competenza nazionale, previste nel Protocollo tra governo, regioni e province autonome del 12 febbraio 2009, non impegnate nell'erogazione di trattamenti in deroga.
Misure tecniche che si possono attuare subito per decreto, come ha spiegato Enrico Letta, responsabile Welfare del PD. Con il decreto legge si potrebbe avviare entro il 31 marzo l’erogazione dell'assegno mensile per tutti quelli che non godono di altri strumenti di sostegno al reddito e hanno perso il lavoro dal 1 settembre 2008 al 31 dicembre 2009. “Se il governo si mette lì con noi, in mezz'ora la troviamo la copertura. Il problema vero è: lo vogliono fare questo provvedimento o no? - è la domanda che Pier Luigi Bersani rivolge al governo durante la conferenza - sono stupefatto che si sia aperto un dibattito su un provvedimento che costa 4 miliardi di euro”. Anche perché come ha sottolineato Franceschini una seria classe dirigente si mette insieme, discute e individua i problemi e la gerarchia delle urgenze. E per il Pd l'emergenza assoluta è la disoccupazione: “Secondo le nostre stime 600 mila persone potrebbero uscire dal mondo del lavoro senza avere protezione, né ammortizzatori. Questo è il primo dei problemi”.
Un tema che non si può abbinare a quello della riforma delle pensioni. "Da forza riformista, non ci sottrarremo - ha detto - a un confronto di merito sul sistema previdenziale ma sono due argomenti diversi, non c'entrano uno con l'altro. La nostra è una proposta concreta, praticabile; il Governo non dica che è demagogia, un termine utile per i pastoni televisivi ma scorretto. L'operazione di nascondere la crisi non è onesta, non è corretta per il paese. Oggi la crisi è un'emergenza assoluta- aggiunge il segretario del Pd - ed è un delitto insopportabile negarla. La nostra proposta si ferma al 31 dicembre perché speriamo che per quella data sia stata avviata una riforma di sistema degli ammortizzatori sociali". La mozione sarà all'esame della Camera e poi del Senato entro la prossima settimana. Lo dicono Anna Finocchiaro e Marina Sereni .
I capigruppo hanno inviato questa mattina una lettera ai presidenti di Camera e Senato per chiedere che la prossima settimana sia messa in discussione e in votazione una mozione che impegni il governo ad adottare la misura proposta entro il 31 marzo, anche con un decreto urgente, perché in questo caso l'urgenza c'e' davvero ed è la disperazione delle persone.
Il segretario del PD ha chiesto anche al governo di bloccare il licenziamento dei precari nella sanità e nell'amministrazione pubblica, anche per evitare gravi guasti nell'erogazione dei servizi. In generale, sulla questione pensioni "non ci sottrarremo al dibattito. Ma è un tema che non c'entra nulla con quello del sostegno ai disoccupati. E poi serve bloccare subito l'uscita dei precari della scuola e della pubblica amministrazione. Non si può con una mano aiutare i precari e con l'altra aumentare il numero dei lavoratori senza tutele”. 60.000 persone a rischio che come ha spiegato Linda Lanzillotta “ormai da anni lavorano nella pubblica amministrazione e che hanno ruoli per lo più nel reparto sanità e ricerca. Il governo si fermi, è una misura gravissima che va nella direzione opposta agli sforzi per contenere gli effetti della crisi”.
Pa: sui precari opposizione insorge, Brunetta avvia monitoraggio
Roma, 3 mar (Velino) - Non c’è nessun decreto legge sui precari all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri. Il responsabile della Pa e dell’Innovazione convoca una conferenza stampa per smentire le indiscrezioni su un decreto legge con cui l’esecutivo bloccherebbe il rinnovo del contratto ai lavoratori flessibili delle amministrazioni pubbliche. “Non esiste alcun decreto legge, né tanto meno sarà in discussione al prossimo Cdm” ha detto Brunetta che è tornato a un progetto già annunciato un paio di mesi fa. “Da lunedì partirà un monitoraggio tra le amministrazioni centrali e periferiche su base volontaristica per fare un conto di quanti sono i precari della Pa e a quale tipologia appartengano” ha spiegato il numero uno di Palazzo Vidoni che vuole avere un “affresco definito dei lavoratori atipici”. “Chi non risponderà - ha sottolineato - evidentemente non ha precari da regolarizzare”. Il ministro della Pa ha poi ricordato il caso degli enti di ricerca, per cui si parlava di 50mila-60mila precari e poi “si è scoperto che erano meno di duemila i regolazzabili, che poi sono stati regolarizzati”. Grazie al monitoraggio, “si potrà capire chi sono quelli che rispondono ai criteri concorsuali e il loro contratto verrà prorogato fino al concorso, da farsi entro l’anno”. Secondo dati forniti dalla Cgil, anche sulla base del Conto annuale della Ragioneria dello Stato, sarebbero circa 400mila i dipendenti che rischiano di non vedersi rinnovato il contratto. Per la precisione, sempre a parere di Corso d’Italia, 200mila precari andrebbero a casa già dal 1 luglio prossimo, insieme ai 130mila contratti a tempo determinato annuale del personale docente e ai 70mila del personale non docente. Sui numeri diffusi dalla Cgil, ironico il commento di Brunetta: “Se sono simili a quelli della partecipazione agli scioperi, allora siamo tranquilli”.
In giornata erano arrivate anche altre prese di posizione da parte di esponenti della minoranza. “Se fosse vero non solo il governo negherebbe l’assegno mensile proposto dal Pd per chi perde il lavoro e non è coperto da ammortizzatori sociali ma addirittura li licenzierebbe e per decreto” aveva detto Paolo Nerozzi (Pd) chiedendo al governo di smentire l’esistenza del decreto legge, mentre Giuliana Carlino, senatrice Idv, si complimentava con Brunetta per “la ricetta del governo per superare la crisi: licenziare per decreto legge tanti precari”. Di “atto politico gravissimo, da parte di un governo irresponsabile che vuole negare il futuro a un numero molto consistente di famiglie italiane” aveva invece parlato il leader del Prc Paolo Ferrero.