Il lavoro delle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale, a tutela della salute del cittadino e dell’ecosistema, è strettamente dipendente da quanto viene messo a punto dai ricercatori dell’ISPRA. L’ambiente e la salute vanno tutelate, ma - aggiunge il COMITATO PRECARI ARPALAZIO - con il personale, altamente specializzato che ha anni di esperienza sulle spalle, stabilizzato a tempo indeterminato. Sosteniamo quindi- prosegue il COMITATO - i colleghi dell’ISPRA nella loro richiesta che la Provincia di Roma e la Regione Lazio intervengano fattivamente con il Governo al fine di assicurare l’immediato rinnovo dei contratti in attesa di stabilizzazione. Anche i precari di ARPALAZIO il 1 gennaio 2010 si ritroveranno senza contratto - conclude il COMITATO - se la Regione Lazio non deciderà a breve di concludere il percorso di stabilizzazione avviato nel 2006.
LA PETIZIONE DA FIRMARE
venerdì 3 luglio 2009
COMITATO PRECARI ARPALAZIO SOLIDALI CON COLLEGHI ISPRA
Il lavoro delle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale, a tutela della salute del cittadino e dell’ecosistema, è strettamente dipendente da quanto viene messo a punto dai ricercatori dell’ISPRA. L’ambiente e la salute vanno tutelate, ma - aggiunge il COMITATO PRECARI ARPALAZIO - con il personale, altamente specializzato che ha anni di esperienza sulle spalle, stabilizzato a tempo indeterminato. Sosteniamo quindi- prosegue il COMITATO - i colleghi dell’ISPRA nella loro richiesta che la Provincia di Roma e la Regione Lazio intervengano fattivamente con il Governo al fine di assicurare l’immediato rinnovo dei contratti in attesa di stabilizzazione. Anche i precari di ARPALAZIO il 1 gennaio 2010 si ritroveranno senza contratto - conclude il COMITATO - se la Regione Lazio non deciderà a breve di concludere il percorso di stabilizzazione avviato nel 2006.
PA, SOTTO MINISTERO SFILA 'BEATA ASSUNTA' PROTETTRICE PRECARI
Prestigiacomo, Brunetta e la strana storia dei licenziamenti nei controlli ambientali
L’INIZIO DELLA STORIA - Il licenziamento, che eufemismi a parte si può definire tale (l’amministrazione dell’Istituto lo definisce “mancata proroga”), è merito della premiata coppia di ministri Prestigiacomo-Brunetta, abilissimi nel fare il gioco delle tre carte, insieme ai dirigenti cui hanno lasciato fare il “lavoro ingrato”. La prima, che aveva già dichiarato le sue intenzioni sul precariato alla Commissione ambiente della Camera, si nasconde dietro la recente stabilizzazione di altri 200 precari dell’Ispra, per giustificare l’allontanamento dei loro colleghi, quasi tutti co.co.co., e quindi di per sé “non stabilizzabili”. Dimentica il dettaglio che queste assunzioni sono state una scelta obbligata da una legge dello Stato, approvata dal Governo Prodi e prontamente cancellata dal centrodestra. Il ministro Renato Brunetta, invece, ancora in un’intervista pubblicata oggi ha dichiarato che “nessun precario è stato licenziato”, ma dovrebbe andare a spiegarlo a persone che dopo molti anni di servizio, spesso più di dieci, si ritrovano disoccupati e senza ammortizzatori sociali, in barba alle promesse del premier.
MOBILITAZIONE E POLIZIA – I precari, sostenuti da molti lavoratori a tempo indeterminato e dai colleghi che vanno a scadenza entro fine anno, altri 230, non sembrano decisi a mollare, e sono in mobilitazione permanente. Negli ultimi giorni, hanno occupato per due notti e tre giorni la sede principale dell’Istituto, nel quartiere romano dell’Eur, hanno presidiato la nave per i controlli oceanografici Astrea, nel porto di Fiumicino, e interrotto vari convegni Ispra, leggendo i loro comunicati di protesta. La risposta della struttura commissariale, nominata dal ministro Prestigiacomo e guidata dal prefetto Vincenzo Grimaldi, è stata, forse non a caso, di tipo poliziesco: minacce di denuncia penale più o meno velate, e un nuovo regolamento sull’accesso dei visitatori ai locali dell’Istituto, chiaramente orientato ad impedire l’ingresso dei lavoratori licenziati, i cui badge sono stati disattivati addirittura con un giorno d’anticipo.
SMANTELLARE E PRIVATIZZARE - Lo smantellamento dei controlli ambientali, nonostante le vaghe promesse della Prestigiacomo, sembra funzionale alla politica di un governo che, rispetto all’Obama-Style (ma anche ai discorsi di Sarkozy e altri leader) è sull’ambiente in totale controtendenza. Non a caso, molti segnali parlano di uno svuotamento dell’Ispra, nata appena un anno fa dalla fusione dei tre enti preesistentivigilati dal Ministero dell’Ambiente (Apat, Icram e Infs), ad oggi il principale soggetto pubblico che svolge compiti di vigilanza e ricerca ambientale: il settore nucleare passerà alla nuova agenzia ad hoc annunciata dal Governo, mentre il ministro dell’Agricoltura, il leghista Luca Zaia, ha appena annunciato che vuole l’ex Infs (Istituto Nazionale Fauna Selvatica) di nuovo scorporato dall’Ispra, per passare sotto il controllo diretto della Presidenza del consiglio. Altrettanto si vocifera da tempo per il Servizio geologico d’Italia, anch’esso oggi un dipartimento dell’Istituto. E sul sito della Sogesid, una Spa in house del ministero dell’ambiente, è appena scaduto un avviso per la selezione di diverse figure professionali, che devono avere “un’esperienza professionale documentata in realtà pubbliche e/o private e/o professionistiche e/o presso Università e/o Consorzi Universitari per quanto riguarda la conoscenza delle tematiche di interesse della Direzione Generale Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente”. Insomma, profili e compiti che sembrano davvero simili a quelli delle persone che sono state appena allontanate dall’Ispra. Un caso forse, ma tra i precari dell’ambiente, licenziati o no, sono in pochi a crederci.
Protesta a oltranza dei precari Ispra
In risposta a Brunetta
Roberta Alani
A casa i precari che vigilavano sull’ambiente
da terranews.it - di Rossana De Rossi - Un rappresentante sindacale dell’Ispra ha detto di non avere memoria di un simile «allontanamento di massa nella Pubblica amministrazione». Parla dei circa 200 precari dell’Istituto, vigilato dal ministero dell’Ambiente, i cui contratti sono scaduti il 30 giugno, che non potranno più svolgere i loro compiti di ricerca e controllo ambientale. I lavoratori licenziati, quasi tutti co.co.co., si aspettavano un miracolo dell’ultim’ora, ma in loro difesa non è intervenuto il governo, che non ha emanato alcuna norma ad hoc, né tantomeno il ministro Stefania Prestigiacomo, che nei fatti ha confermato l’allontanamento di una parte dei precari già annunciato davanti alla Commissione ambiente della Camera. Nonostante i commissari nominati dal ministro parlino di «mancato rinnovo» dei contratti, in Ispra è chiara la sensazione che si tratti di licenziamento di massa: le collaborazioni si basano su durata limitata e forte autonomia nelle attività svolte, mentre i 200 co.co.co. hanno un’anzianità di servizio che va dai 5 ai 15 anni e hanno sempre svolto un lavoro subordinato con compiti istituzionali. Da giovedì scorso, l’Ispra è occupata dai lavoratori (sostenuti in particolare dai sindacati di base) e la mobilitazione continua, anche se è difficile mantenerla dentro l’Istituto, visto che ai collaboratori è stato ritirato, addirittura in anticipo, il badge magnetico per l’ingresso in sede. Sindacati e precari a rischio (da qui a fine anno sono previste altre 230 scadenze) puntano il dito anzitutto sulla Prestigiacomo, di cui è chiaro il progetto di indebolimento dell’Ispra, verso un possibile smantellamento o esternalizzazione dei compiti dell’Istituto, nato dall’accorpamento di Apat, Icram e Infs. Si tratta infatti dell’unico ente di ricerca che abbia licenziato da gennaio a oggi quasi 250 persone, anche se questo precedente, davvero inedito nel settore pubblico, non farà dormire sonni tranquilli alle centinaia di precari di Iss, Ingv, Infn e Istat.